E ‘stata una strana settimana. Di quelle dove ti senti sospesa, a mezz’aria, e ti pare di concludere poco, poco. Il lavoro è sembrato quasi rallentato e se non fosse per il sabato lavorativo (sigh) ho la netta sensazione di aver avuto un sacco, sacchissimo di tempo per come dico io, "pirlonare". Ci sono stati i panini, i giri al parco con la pupa dopo l’asilo (ma quanta gente c’è???) e persino, oggi, la decisione "vado a prendere informazioni perché devo, ma proprio devo, fare un qualche tipo di sport".
Io credo sia tutta colpa della primavera e del sole di questa settimana, è facile sentirsi un pochino ubriachi:-). Ieri ho trovato pure un’oretta per farmi un giro per il mercato e curiosare tra le verdure di stagione.
Alcune sono finite in questa zuppetta ben passata per la sera.
Sulle bancarelle del "verdurario" impazzavano due stagioni: carciofi e fragole, puntarelle e taccole, e poi ancora cavoli, broccoli e pere. E tu lì a decidere se sei ancora dell’umore broccolesco oppure vuoi già emigrare verso le puntarelle (non vi capita lo stesso fra cappotto e trench leggero, leggero). Io sono passata alle puntarelle. Che tra parentesi a-d-o-r-o.
Lo so, non sono molto da pupo, ma ieri sera le ho preparate fresche, fresche, perché l’idea era da martedì che mi passava in testa. Ecco martedì ho mangiato le prime puntarelle, con amici, in un ristorante giapponese (ve lo consiglio se passate Milano, beh è più una sushiteca) condite con una salsina agrodolce alla soia e ho pensato che avevo una maledettissima voglia di farle a casa, alla romana.
Detto fatto. Solo che quando prepari le puntarelle, le pulisci, le lasci a ghiacciarsi quell’ora in acqua fredda, strafredda, e poi le fai macerare nella salsina all’acciuga ti avanzano due cose: il tempo e l’esterno delle puntarelle, ossia la cicoria vera e propria. Ed è un peccato buttarla.
Bene è nata la vellutata inverno-primavera perché dentro ci sono finite oltre alle foglie di cicoria, mezza pera e due zucchine novelle.
Naturalmente questa è una ricetta formato pupo, e pure di quelli piccoli. Alice da parte sua ha assaggiato pure due puntarelle, ma credo più per il divertimento di afferrare le estremità ricciolute, dopo debito bagno ghiacciato, che per il sapore (direi poco da pupo:-)).
Ho aggiunto a passato pronto una manciata di anelli al miglio, giusto per dare una nota croccante, fare la caccia di Pollicino e disegnare nel mezzo, occhi e sorriso di mozzarella
Ingredienti (per tre)
foglie di cicoria (nel caso non foste adepti delle puntarelle, potete sostituire con foglie di spinaci)
1/2 pera
2-3 zucchine
olio EVO
anelli di miglio o altri cereali
1 mozzarella fiordilatte
(eventuale sale, pepe per mamma&papà)
qualche fettina di cipolla
parmigiano reggiano
Procedimento
Lavate le verdure. Stufate la cipolla con due cucchiaini di olio, aggiungete le zucchine e la pera tagliate a pezzi, le foglie di cicoria. Coprite con un litro e mezzo circa di acqua. Lasciate cuocere per 20-25 minuti. Passate tutto con un cucchiaino di olio e parmigiano, servite la porzione del bambino con qualche anellino di miglio (o un cracker senza sale sbriciolato se vi viene più comodo come disponibilità) e qualche pezzettino piccolo di mozzarella. Aggiungete invece per mamma&papà sale e pepe (ed eventuale scorzetta di zenzero se vi piace).
bellissima
presentazione! fantastica la tazzona con le rondelle di zucchina 🙂 ma sai che io avevo presi quelli nel mezzo per dei microgamberetti?! mai avrei pensato ad anelli di miglio – di cui nemmeno sospettavo l’esistenza,of course 😉
Anch’io adoro le puntarelle alla romana…quanto tempo che non le mangio – è che gli altri componenti della famiglia nn apprezzano le acciughe…vorrà dire me le preparerò nei miei pranzi solitari!
Com’è andata a finire con i travestimenti carnevaleschi?
pure io non amo tanto le acciughe ma con
le puntarelle si mischiano che è un piacere (un po’ come nelle orecchiette pugliesi a base di cime di rapa o broccoli).
Travestimenti: allora la pupa era una superrossa Cappucetto, mentre io ho riesumato una maschera veneziana acquistata un sacco di anni fa a Venezia per l’appunto e sono andata in giro con quella… pare aver funzionato perché un paio di persone che ho salutato mi hanno guardato come una perfetta estranea:-)
Vero, siamo proprio in un
Vero, siamo proprio in un periodo di transizione! Ma che bello poter scegliere e mixare due stagioni come hai fatto tu con questa zuppetta!
sì, e credo che lo farò ancora per
qualche settimana a meno di caldo intenso che per ora qui non si è proprio visto!
Che bella questa stagione!
Mmmm… che buono! Non ho mai provato le puntarelle: devo rimediare! Anche perchè è stagione di sperimentazioni: io mi son data alle ricettine con i bruscandoli e me n’è venuta una cremina buona, buona; adesso devo provare la tua idea! (p.s. Da voi si usano i bruscandoli? Io sono andata a raccoglierli nel bosco domenica: che bello è una tradizione che adoro! Anche se poi mi restano le mani graffiate dai rovi per giorni!)
chi sono mai i bruscandoli???
mai sentiti in vita mia… aspetto spiegazioni!
Mi accodo a Federica…
nelle sperimentazioni con i bruscandoli., anche per me quando si raccolgono vuol dire che è arrivata davevro la PRIMAVERA e tra rovi e boschi si scatena la caccia al mazzetto piu’ bello! A mio parere pero’ ai pupi vanno serviti germogli giovani e corti ,altrimenti anche con un pizzico di amarognolo il rifiuto è scontato 🙂 A brevissimo ne faro’ una ricetta.
Ps. Miralda – sono i germogli di luppolo selvatico
allora verrò a vedere la tua ricetta… ma a quanto raccontate
quindi dovrebbero esserci pure dalle mie parti… cercherò di applicarmi nella ricerca:-)
Bruscandoli!
Magari Miralda, tu li conosci con altri nomi: aspargina in Lombardia, löertis a Brescia e a Bergamo, urtis a Lodi, luartis a Mantova e Cremona, luvertìn in Piemonte, lavertìn in Monferrato, luperi in Umbria, bruscàndoło o vidixóne in Veneto, bruscandoi a Trento, vartìs in Emilia-Romagna, bruscandolo a Trieste, urtizon in Friuli, bertüçi nella Val di Vara, viticedda nel Cilento, tavarini nella valle Caudina…. In ogni caso sono uno spasso da trovare: infilarsi sotto i rovi per arrivare al ciuffetto favoloso che sta lì in fondo, “fregare” il posto giusto alle vecchiette che l’altra volta l’hanno fregato a te… he he he!!!
Ah, comunque navigando ho trovato scritto: “Tipico passatempo dei pensionati è andar a trovar bruscandoli”… ok, ancora pensionata, no eh!! ^___^
Comunque sono ottimi nelle frittate e nei risotti!
Ed è proprio vero, quando arrivano l’oro è arrivata la primavera!
mizzega sei proprio un’esperta!
ecco mi sono ritrovata nell’asparagina lombarda, e allora sì li conosco e li ho pure cucinati! non sapevo si trovassero fra rovi e boschi:-)
mi ispira l’idea del risotto!
He he he!!!
Mi pareva strano che non li avessi mai sentiti nominare e se hai occasione vai a scovarli di persona! Noi li abbiamo in collina, nei boschetti pieni di rovi e cespugli, generalmente nelle vicinanze di ruscelli. La soddisfazione di trovarli (e come trofeo portarsi a casa le mani piene di spine!!) e poi sfoggiarli nel piatto della sera è impagabile!
Provare per credere!
P.s.: l’espertona si è fatta aiutare da Wikipedia per le declinazioni dialettali!!! Hi hi hi… faceva acculturata, però!!!
…
e una foto di SuperCappuccettoRosso + mom non ce la fai vedere?!
chissà che belle eravate ;-))
p.s.: anch’io non amo troppo le acciughe mangiate così da sole,però ogni tanto in un’insalata niçoise,in una pasta rimediata al volo o,appunto,con le puntarelle ci stanno bene! Ma non ho capito: ci cascano bene anche con le orecchiette alle cime di rapa??mai sospettato 😉 . Notte…
con le orecchiette non ci cascano bene, sono un must
assoluto!!! mia nonna fa una pasta con cime di rapa o broccoletti, a seconda delle disponibilità, che è nelle leggende familiari, soprattutto per la quantità di olio, aglio e per l’appunto acciughe di cui fa uso… è un piatto pugliese, che lei da romana ha imparato durante qualche anno vissuto in Puglia.
Io, molto irriverente, ho giocato spesso con la ricetta: ne faccio una versione per Alice senza acciughe (e poco aglio!), con cubetti di crudo, o scaglie di pecorino, o semplicemente pangrattato rosolato nell’olio EVO…
uhm, la foto l’anno prossimo!
Bruscandoli…
…per Federica che sicuramente a quest’ora li ha gia’ fatti…
…per Miralda….per assaggiarli 🙂
http://ricettedifiabe.blogspot.com/2011/04/finalmente-primavera-con-lerbetta.html
Perdona cucchiaino per il link …
ora passo! figurati
qui puoi lasciare tutti i link che vuoi:-)