Per anni non ho amato affatto quell’uovo poco cotto, con quel tuorlo liquido e il bianco, bè, un po’ viscido. Lo so, per alcuni l’uovo alla coque è un’esperienza di sublime naturalezza. Per me lo è diventata. Per Alice, inaspettatamente, lo è già. E da un bel pezzo.
Poi sono arrivate le variazioni, l’ultima in ordine di tempo al forno (ne parleremo), ma quello alla coque, un po’ Francia, pare essere per lei un’esperienza se non mistica direi quasi. Dopotutto persino per Dante l’uovo era il miglior cibo al mondo, se poi ci si spruzzava un pochetto di sale ancor meglio.
Tra l’altro l’appuntamento fra i due è puntuale e settimanale, perché da adepta ha trovato anche chi può approviggiornarla dei prodotti migliori. Ogni domenica mattina, insieme al corriere, la sottoscritta trova due uova, fresche, fresche, di pollaio che una simpatica vecchietta, nostra vicina, si procura da quella che lei chiama “la contadina”. E visto che sanno ancora di pollaio capita che finiscano alla coque, magari per un brunch improvvisato.
In attesa di assaggiare le bianche di Parisi (rigorosamente di galline livornesi), per l’aliciotta queste sono le migliori.
E il formato bebè? 9-10 mesi per il tuorlo (a piccoli assaggi) e 12 per l’albume per via di possibili allergie. Dopo l’anno potete agevolare l’assaggio anche 2 volte la settimana se il soggetto pare essere della scuola dell’aliciotta, dopotutto sono un concentrato facilmente digeribile di sali minerali, proteine, e vitamine. Se vi riesce preferite uova bio, di allevamento a terra.
Piesse. Per chi avesse dei dubbi sull’uovo alla coque, che sì semplice è semplice, ma vedi mai che come la sottoscritta vi dimenticate i tempi. A casa nostra è Mr B. l’esperto in materia: 3 minuti per l’uovo alla coque, 8 per l’uovo sodo.
Leggete qui e fidatevi che chi scrive non è la sottoscritta.
“L’uovo deve essere freschissimo: non superi i tre giorni di vita. E prima d’esser immerso nell’acqua della cottura, il guscio sia coscienziosamente lavato d’ogni impurità. La casseruola sia grande, l’acqua abbondante, calcolatene 250 gr. per ogni uovo. I metodi di cottura sono numerosi e possono tutti dare risultati buoni. Il più semplice consiste nell’immergere le uova nell’acqua bollente appena tolta dal fuoco. Rimettere la casseruola sul fuoco, col coperchio, e contare tre minuti di cottura dal momento che riprende l’ebollizione. Un sistema più lungo ma infinitamente migliore, è di far bollire le uova un solo minuto, lasciandole poi per cinque minuti nella loro acqua via dal fuoco. Il perfetto uovo alla Coque deve risultare liscio e spesso come una crema, tutto omogeneo e distaccato dal guscio e il rosso deve essere della stessa temperatura del bianco; tenete in acqua tiepida fino al momento di portare in tavola. Ottimo è l’uso della clessidra, per una misurazione esatta del tempo di cottura”
Da “La cucina elegante ovvero il Quattrova illustrato” (Editoriale Domus, 1931) di E.V. Quattrova
universo uova
D’accordo con te. Le uova sono foriere di gusto e raffinatezza. E poi… elemento di assoluta centralità in cucina. Spezzo una lancia pro uova affogate, se mi dai licenza per un live off:-)
Stefano
sai che non mi sono mai cimentata
con l’uovo pochè, ma sono la stessa cosa dell’uovo alla benedict o il procedimento è leggermente diverso… forse in questa versione l’uovo viene semplicemente lasciato a bagnomaria?
adepti delle uova aiutateci!
piesse ora mi è venuta la fissa e di sicuro appena ho per le mani le uova della "contadina" ci provo:-)
ovetto
Interessante descrizione! Ho pensato per tanto tempo che l’uovo alla coque fosse semplicissimo da preparare, e mi ritrovavo ad aprirlo e sentire le esclamazioni dei bambini “ma mamma, è sodo” “non lo mangio, è crudo”. Ogni apertura dell’uovo era simile a quando fai le formine con la sabbia e, scoperchiandole, ti chiedi come saranno venute…”torta tortella….”. Ho capito a mie spese che, come per tante altre attività, cuocere l’ovetto alla coque è semplice e rapido solo se si è rigorosi sui tempi e non ci si distrae nel pensare di fare altro nel frattempo…
sì, anche per me è sempre un’incognita
proprio come il bel castello di madama dorè:-)… mi distraggo, penso ma sì che mi ricorderò (un po’ come ho fatto per anni ostinandomi a non usare l’agenda sul lavoro:-) e poi ciao, l’uovo è andato!
piesse carino il tuo blog Lucia, ti verrò a trovare:-)
ciao Miralda, sono una tua
ciao Miralda, sono una tua silenziosa blog-reader da un po’ di tempo 😉 ti scrivo per ammettere subito le mie colpe: se verrai assalita da mamme iniettate di voglia di tue ricette, beh ecco la colpa è tutta mia. ieri sono stata alla presentazione del libro del cavolo 🙂 e ho sparso il tuo indirizzo qua e là dove mi pareva più opportuno :DDD io non ho figli, al momento, ma leggo e mi informo per essere preparata, non si sa mai che un giorno….intanto apprendo e spando. spero tu non me ne voglia 😉
con stima e simpatia
Diletta
beata te Diletta
il blog del cavoletto è (non me ne vogliano gli altri) in assoluto il mio preferito… tra l’altro ho avuto qualche contatto con Sigrid via mail: è stata supergentile con me e ha fatto conoscere subito il cucchiaino, una persona veramente speciale:-), magari ce ne fossero tanti così!
Bè di certo non te ne vorrò per aver raccolto adepti al cucchiaino, anzi!
un abbraccio
Miralda (e Alice)