Da noi si parla di cucinare per i bambini, di cucinare con i bambini, poco o nulla di pupi ai fornelli (bè si fa per dire). Vi pare impresa impossibile? Idea balzana? Oltremanica è kidscooking mania, nel senso che non c’è asilo, scuola e a volte pure supermercato, ristorante o vip (e figlio di vip) che non ci abbia fatto il suo bel pensierino.
E’ naturale che pure l’Aliciotta avesse il suo momento. Di tutta la faccenda ho apprezzato diverse cose, ma di sicuro la corda, lo scambio di opinioni fra pupi e chef e la degustazione di focaccine bè rimangono da ricordo.
A Primi Passi (il nido londinese di Alice fino a settimana scorsa) i bambini cucinano un paio di volte al mese. In compagnia di Marcel: carino, simpatico, e pare bravo (o forse ben introdotto:-)), visto che si è cimentato pure con Lourdes (siamo in zona Madonna, of course la cantante). E il tutto, sorprendentemente, è la cosa più naturale di questo mondo.
Come?
Si tira fuori la corda. I bimbi si attaccano, trasbordano dalla navata della chiesa adiacente e si dirigono alla cucina. Alice compresa. E qui la sottoscritta ha capito cosa acquistare al ritorno a casa.
Cappellino da chef, sedia formato pupo e tavolo dove pasticciare. Alice è stata fortunata: è capitata nel giorno focaccia. E questo deve averla messa su di giri. Ha impastato, assaggiato (che c’erano dubbi?), ha pulito pazientemente il rosmarino, ha affondato un paio di dita per i buchi, e ha cercato di fregare l’impasto al vicino con la scusa che a lui mica piaceva cucinare. E intanto Marcel distribuiva olio, farina, acqua e salamoia per spennellamento. E io tentavo ad altezza gnomo di evitare impastamenti sull’obiettivo (gelosa della macchina? Sì, soprattutto contando che volevo usarla nei giorni che restavano).
Ognuno ha dato la sua forma, ha spiattellato sulla carta da forno , solo una è riuscita a trafugare un pezzo di impasto (caso mai le venisse fame prima che fossero sfornate le focaccine). Provate ad indovinare chi?
Ho capito che i bambini non dimenticano nulla, ma proprio nulla quando pupi ha ripreso "Marccellooo", lo chef, che apriva il forno per controllare le focaccine.
Devo aver creato aspettative troppo alte sulla crescita dei nostri dolci da estendere il pensiero a tutto quello che necessita di una lievitazione.
Caso vuole che rispuntasse la corda per ritornare al nido e, come dire, pare che l’aliciotta per ‘sta corda abbia sviluppato vera e propria passione, soprattutto se le riesce di mettersi in pole position.
Naturalmente i pupi si mangiano tutto quello che cucinano (e se no che soddisfazione c’è?) e gentilmente lo offrono al loro ritorno a genitori&parenti entusiasti. E anche qui ho capito un’altra cosa. Alice si è mangiata parte delle focaccine, mi ha fatto giusto fare un morso e ha gelosamente conservato per Mr B.
Mi è rimasto invece un grosso interrogativo. Qualcuno mi deve spiegare perchè il paese del gravy è riuscito ad inventarsi il kidscooking, con tanto di politica governativa ed educativa a seguito e noi siamo ancora lì a chiederci se il nostro pupo maschio ci debba proprio giocare ai cucinamenti? Indi per cui più corda per tanti e kidscooking per tutti.
Secondo me in UK non hanno
Secondo me in UK non hanno inventato niente, ma sono molto bravi a comunicarlo.
Nell’asilo di mio figlio, che non è nè Montessori, nè metodo Reggio, nè Steineriano nè altro, è un semplice asiletto di 10 bambini accuditi da delle insegnanti bravissime e appassionate, in quest’asilo dicevo cucinano tutte le settimane! Una volta alla settimana preparano qualcosa: pane, biscotti, focacce e quant’altro. Ogni tanto ce ne arriva a casa un assaggio, sempre ottimo, più spesso se lo spazzolano loro.
Ora devo dirglielo che fanno kidscooking anche loro (se non hanno già registrato il marchio), ma secondo me non gliene importa niente, loro si divertono con i bambini e basta! Si capisce vero che io adoro queste insegnanti? Non c’è niente di meglio di un lavoro fatto con passione, di qualsiasi lavoro si tratti…
L’idea della corda invece in effetti in Italia mi sa che non c’è…
L.
hai centrato il punto
bravi a comunicarlo, secondo me è la storia mancata del nostro paese (si tratti del kidscooking o di musei, ricchezze culturali o paesaggistiche…).
L’altro problema è la diffusione: in UK è diventata una regola quella del kidscooking, a tutti i livello scolastici, come potrebbe essere insegnare la matematica o l’inglese alle elementari proprio perché è partita dal Ministero dell’educazione/alimentazione. Il senso è insegniamo ai nostri bambini/ragazzi ad approcciarsi al cibo, a capire gli alimenti (non si tratta mica di creare chef, quella è un’altra cosa) in questa maniera avremo adulti consapevoli di quello che mangiano e con la capacità di scegliere. E’ vero obesità e junkle food sono un fenomeno soprattutto statunitense e inglese, ma nemmeno così tanto ormai, e non servono i dati per rendersi conto quanto anche da noi i bimbi molto spesso siano sovrappeso per abitudini alimentari sbagliate.
Credo non si tratti solo di una questione di "mangiare", quanto di comprendere come utilizzare quello che abbiamo a disposizione, passami il termine, nel Nord del mondo, e come sarebbe utile ridividerlo con altri…
piesse: da Alice al nido italiano niente cucina (in compenso tanto inglese:-)), hanno tentato ma non avendo appunto a disposizione una cucina hanno rinunciato. Bello invece il vostro asilo romano!
Ciao Miralda e grazie mille
Ciao Miralda e grazie mille per il tuo articolo sul nostro asilo. Nelle ultime 2 settimane abbiamo avuto un’altra idea: visto che il corso di cucina e’ stato un successo, abbiamo deciso di inserire un “Food workshop” (laboratorio di cucina), durante il quale i bambini esploreranno e sperimenteranno con gli ingredienti. E pensa un po’? Saranno proprio le mamme a dirigere l’attivita’. Volevamo sfruttare la multiculturalita’ che ci caratterizza, qundi ogni settimana, avremmo la possibilita’ di scoprire (e riscoprire) il “patrimonio gastronomico” di ciascun bambino.
Dai un mega bacio all’Aliciotta, ci mancano le sue battute e la sua simpatia!
Magari se capiti ancora da queste parti, potresti venire a fare una lezione!
che invidia, peccato non poter avere un altro mese e un pezzo
a Londra! anche ad Alice mancate, si ricorda chissà perchè di Giacomo e naturalmente di te e Giada:-)
Con piacere se capitiamo vengo di sicuro con l’aliciotta per una lezione di cucinamenti comuni!
un post che cade a fagiolo
cara Miralda,
proprio ieri ho tentato di cucinare con Elena. Complice il fatto che ero a casa dal lavoro quindi avevo tempo (per stare con lei e ripristinare la cucina 🙂 e che la giornata non si prestava a passeggiate. Quindi: vai di crostata! Elena si è divertita. Io anche. Ma la tentazione di mettere tutto in bocca è troppo forte e non sono riuscita ad evitare l’assaggio dell’impasto… con uova crude! Spero di ripetere quanto prima questo “gioco” scongiurando pericoli di salmonellosi 😉
Aggungo che ieri ho anche preparato gli scones (quante cose si fanno a casa dal lavoro?) e devo ringraziarti per il successone (sia con papà che con polpetta).
guarda non so quanti impasti si sia
assaggiata Alice, e pensare che pur di evitare l’uovo crudo mi ero pure inventata un tiramisù alla crema inglese.
felice che gli scones siano piaciuti!
Ciao
Ciao! Grazie per il tuo articolo sulla nostra scuola..io penso che anche in Italia dovrebbero fare cooking a scuola:i bambini sperimentano e imparano divertendosi. Poi in un paese in cui la cucina regna sovrana a maggior ragione. Credo sia importante educarli fin da piccoli sul mangiare sano. Salutaci tanto la Aliciotta, ci manca tanto e a volte i bambini ci chiedono di lei, perche’ durante “quiet time” si aspettano che sbuchi dalla porta.. xx
Giada Londra ci manca (non il suo tempo variabile:-)
e ci manchi anche tu, diciamo che Primi Passi nella mente di Alice è l’asilo di Giada:-)
piesse: hai poi fatto i biscotti per Jamie:-)?
un bacione
Per fortuna nella mi città e
Per fortuna nella mi città e nelle scuole materne e medie, elementari non tanto queste attività sono oramai comuni, ci sono tanti progetti che fanno sperimentare i prodotti, i materiali e fanno provare i bambini a preparare cuocere e mangiare quello che producono, anche tante aziende agricole oramai fanno questi percorsi, dal mais al pane, dalla frutta alla marmellata per poi fare una bella merenda insieme e se poi non ci pensa la la scuola ma gari possiamo farlo ni, in casa o radunando bambini e amici, io a casa lo faccio spesso 🙂 ciao Ely
bella idea di fare anche dei gruppi
casalinghi:-) sì ci sono anche aziende agricole che organizzano appuntamenti domenicali, anche quelli possono essere un’occasione…
Ma dai, che dolce! E le manca
Ma dai, che dolce! E le manca la nostra corda? 😉 Purtroppo non ho avuto tempo ultimamente perche’ e’ un periodo super busy, ma a Jamie ho promesso gli scones e arriveranno presto…ti faro’ sapere i risultati! bacioni
corsi di cucina
Ciao, io da anni organizzo corsi di cucina per bambini. L’anno scorso ho tenuto per tutto l’anno un laboratorio di cucina in un nido di Milano e quest’anno ho replicato in un altro. L’esperienza è sempre molto gratificante e i bambini non solo si divertono, ma imparano a collaborare gli uni con gli altri per un risultato comune. I bambini portano a casa quello che preparano, lo fanno assaggiare a mamma e papà e raccontano loro come lo hanno preparato: un buon modo per rendere partecipi i genitori delle ore passate a scuola.
fantastico, se hai un sito web o indirizzo
condividi? può tornare utile:-)
kidscooking
Ciao anch’io oggi ho praticato il kidscooking…….a casa con le mie bimbe.
All’asilo delle mie patate l’anno scorso ogni tanto invitavano una delle mamme straniere per cucinare i piatti tradizionali dei loro paesi, l’iniziativa era piuttosto interessante….peccato che quest’anno non ci siano i fondi!
mi piace un sacco l’idea di un
kidscooking muticulturale, è proprio nello spirito cucchiaino, peccato non si organizzi più spesso e in più luoghi qualcosa del genere!
e come sono andati i vostri cucinamenti?:-)
eccomi
certo, se volete organizzare corsi di cucina o feste per bambini in cui si cucina, a milano, la mia mail è anna.pacchi@yahoo.it
merci per la segnalazione se ti va di proporre qualche ricetta
nei tuoi corsi by il Cucchiaino, bè la sottoscritta ringrazia:-)
kidscooking
tante volte si pensa a cosa far sperimentare ai propri figli e come crescerli in modo completo. Studi dimostrano che i bimbi piccoli (zero-sei anni) hanno bisogno di sperimentare i 5 sensi per crescere bene. Credo che il kidscooking è una delle poche “attività” che si possono proporre abbinando il tatto (che racchiude il fare, lo sperimentare, il provare), l’olfatto (che bello avere una cucina che non odora solo di pastine) e il gusto (la soddisfazione di sentire nella propria bocca qualcosa di buono che ho fatto io). purtroppo in molte scuole dell’infanzia è ancora una realtà da attuare ma si spera ci siano delle mamme e dei papà capaci nei pochi ritagli di tempo di far sperimentare i propri figli in cucina! Brava Miralda, questo post si è rivelato molto interessante e brava l’Alice con le sue focaccine
sai che non ci avevo mai pensato
che il kidscooking avesse anche questo vantaggio, bella osservazione:-)
Peccato come dici tu che in tanti asili non si promuova la cucina, magari le cose pian piano cambieranno…
ah, la burocrazia!
fare corsi di cucina negli asili (o nidi o scuole elementari…) è difficile perché in certi casi la burocrazia ti fa passare la voglia. Nel nido pubblico dove ho fatto il corso ci siamo dovuti ingegnare perché c’era la cucina, ma solo la ditta preposta ai pasti poteva utilizzarla; inoltre i bambini a scuola, parlo sempre di quella pubblica, non possono mangiare niente al di fuori di quello che fornisce sempre la ditta preposta, quindi le cose che cucinavamo dovevamo fargliele portare a casa da assaggiare, sotto la responsabilità dei genitori. Non ultimo aspetto poi, prima di ogni incontro dovevamo far firmare a tutti i genitori, volta per volta, una liberatoria sugli ingredienti utilizzati, per via delle allergie… Insomma, di ostacoli ne abbiamo superati tanti e la soddisfazione dipinta sui volti dei bambini ci ha ripagato di tutto!
p.s per le ricette, pescherò volentieri dal tuo blog!!!