… e avere ancora negli occhi il blu, quello del mare, quello dell’orizzonte e del cielo. Dove vivono sospesi i gabbiani. E ci si sente perennemente in preda del mal di terra. Tornare e avere l’estate dentro, come fosse un secondo abito dal quale non vuoi separarti. Faticare coi grigi di oggi, con i semafori infiniti, quando per quasi due mesi ne ho contati giusto due (di cui uno perennemente lampeggiante). Avere l’eco dell’andirivieni dei traghetti, che a volte si incontrano a volte no. Vai a scommettere quando. E il gioco delle spiagge o delle uscite comandato dal vento. Tornare come se non si fosse tornati.
Ormai so del tempo che vola e scivola, poco stupore quindi per un’estate che si è consumata veloce nella sua lentezza infinita. Le piccole abitudini: la sveglia presto, la corsa in bicicletta per accompagnare Alice al corso di nuoto in mare, l’odore intenso della salsedine al ritorno, appena imboccavo la discesa, il mercato del mercoledì, l’attesa dei primi fichi e la scelta del melone bianco. La connessione sulla quale maledire durante le mattinate lavorative, il porticciolo dove ammirare le barche sul finire della giornata coi profili delle case che hanno un sapore di altri tempi,
lo sguardo perso verso il panorama, a valutare tramonti all’ora dell’aperitivo casalingo,
o invidiare gli alberi, quelli sul mare.
il bagno della pausa pranzo, le prime sgambettate in acqua di Lea, e il mare che scorgi improvviso fra gli alberi e le rocce. Il giro al parco, a far finta di essere pirati nei giorni brutti (uhm, forse due:-)).
La conta dei fari, fino a quello più lontano, degli isolotti Barrettini.
E ti può capitare di scorgere i delfini fra le onde o girare il collo come fanno certi uccelli, persi nell’orizzonte o attaccati al loro scoglio.
Non è stato viaggio, non è stata vacanza, almeno per la maggior parte del tempo, ma una sorta di breve trasferimento altrove, quando cominci a vivere e riconoscere e organizzare.
Però quello lo lasciamo da parte perché tornare, almeno oggi, è raccontare i momenti, quelli più belli e speciali dell’isola, La Maddalena. Fatta di luce, che filtra nel blu cangiante del mare, nel verde dei pini di Caprera, e di vento, che urla o sussurra nel canto dei gabbiani, alle prime ore del mattino.
Per me è impossibile stare qui senza desiderare di andare. O meglio di non rimanere a terra, senza perdere di vista la partenza. E i luoghi dove navigare sono tanti e tali che ammalarsi di mal di terra qui è quasi banale.
Ecco Bonifacio, le sue falesie, il bianco accecante nei giorni dell’estate. E l’impressione di avere fra le dita tutto quello di cui hai bisogno. Per un momento.
E poi i tuffi, i primi di Alice senza se e senza ma, contati a voce alta, con le amicizie nate per caso. Tipo che abbiamo lo stesso costume e amiamo lo stesso rosa per l’innaffiatoio ("Ciao Riiiitaaa!!":-)).
Per oggi l’estate è ancora qui, mentre sogno l’isola, quella che mi somiglia.
Bentornate
Ci siete mancate ma sapevamo che “a casa” sareste state bene e felici.
Bentornate!!!
evviva!
bentornate 🙂
quando si mangia?
gnam!
yeppa
che bello, tornate!
ho tantissimo bisogno del tuo aiuto di mamma di due pargoli. da poco meno di due mesi anche noi siamo in quattro e le tue super ricette e incoraggiamenti: ) saranno utilissimi!
buon week end
lacri
Sei poesia,come sempre… ed
Sei poesia,come sempre… ed oggi, che anche noi viviamo della nostalgia per la tua stessa isola, ti capiamo di più!
Un bacio alle tue piccole ed un abbraccio di bentornate!!
la mia estate tra
la mia estate tra Ventotene-Sorrento-Cortona mia ha lasciato una grande ricchezza di emozioni. A Lux ho impiegato 1 settimana per riprendermi…
Anyway, ti capisco…ma l’importante é aver vissuto quei momenti..Bellissime le tue foto…come sempre, Xxx!
divagazione
Cara Miralda,
non c’entra molto con il rientro in città (beh, cucinando dei biscottini un po’ di malinconia passa, giusto?!) ma avresti per caso una ricettina da proporci per fare i primissimi biscottini da sciogliere nel latte (“homemade” in questo caso e non delle solite note marche…).
Ti ringrazio molto.
Ali e Pupetta
sai che ci stavo pensando pure io?
Lea adora pasticciare con il pane e volevo creare qualcosa per lei anche biscottoso. Con Alice non ho mai usato (e a dire la verità non ne ho mai avuto la necessità) Plasmon o simil tali e non mi ero mai posta il problema, scodellando solo verso il nono mese un biscotto con tuorlo, succo di mela, sciroppo d’agave, olio e farina.
Ora però con lei ci vorrei provare. Chiaramente c’è da evitare uovo, zucchero, burro e latte. E non c’è da aspettarsi un gusto da biscotto frollino:-)
ci provo prossimamente e ti dico (se viene decente posto la ricetta!)
grazie a tutti! il ritorno è stato
faticoso, soprattutto con la pupetta piccola che si è malata (=notti insonni:-)), però da oggi ho riaperto la cucina (uhm, beh anche prima per bisogno ma a livello creativo e mentale solo oggi!) e sono qui che penso a uva fragola, prime pappe e sì pure biscottini bebè.
Ho già una lista lunga lunga di nuovi esperimenti!