L’idea era di utlizzarla per i prossimi gelati home made, considerate le sue ottime proprietà addensanti che la rendono l’ingrediente segreto di gelati&co. Poi ho cominciato a leggere in rete e a elaborare sperimentazioni. Ok, gran parte sono ancora nella mia mente, perché il tempo in questo periodo è v-e-r-a-m-e-n-t-e p-o-c-o, scandito lettera per lettera, sì, sì. Sono ferma alla prima: tagliolini alla farina di carrube con ragù d’anatra. Pensata per chi come me è in debito di ferro, vitamine etc. etc… , ma perfetta anche per chi vuole presentare una ricetta nuova, nuova per il pranzo di domenica. Beh, è Pasqua, no?
L’interesse per "e ora che mangio" è arrivato il giorno della dimissione mio e della pupetta, quando il medico, gran sorriso, mi ha detto: "La vedo in gran forma, ma mi dia retta fegato e milza, milza e fegato nelle prossime settimane". Faccia scettica mia al suo "Non le piacciono?". E beh, anche no. La milza non l’ho presa in considerazione "manco" per scherzo, per me rimane una di quelle cose che nominavo da piccola quando correvo troppo forte, e tale credo rimarrà. Lui mi ha convinto per l’assaggio del fegato, sfoderando una ricetta di famiglia: fegato alla veneta, con "tantissimeee cipolle". Non so Lea, ma io ho abbandonato alla prima volta pur adorando la zuppa di cipolle, sì, sì.
Ho deciso però di aumentare la presenza di carne e così è finita che i tagliolini, che in un altro momento avrei condito diversamente (ecco proovateli con un ragù di funghi, devono essere ottimi:-)), si sono sposati con un ragù di anatra. Ricca di ferro, considerato che rientra fra le carni rosse.
Al contempo sono rientrate dosi massiccie di lenticchie rosse decorticate, perché lo spauracchio "coliche, pianti, canta e cammina" vissuto con Alice è ancora vicino, vicino.
La farina di carrube è stata una gran bella scoperta: al di là di vantare proprietà astringenti (da usare quindi anche in caso di diarrea nei bambini), è un prodigioso riminalizzante, perfetto quindi in cure ricostituenti o in caso di spossatezza. Vedi puerpere "allattanti":-).
La prossima sperimentazione sarà di sicuro dolce, proprio come fosse cacao.
Ammetto di aver approfittato della presenza di due aiutanti, amanti della preparazione della pasta homemade, per realizzare la ricetta. Io ho fatto l’impasto, Lui e Alice hanno tirato fuori 500 g di tagliolini scuri, scuri.
Della serie questa è un’idea da imitare se anche voi avete qualcuno di volenteroso al vostro fianco e in questo momento siete messe come la sottoscritta.
La ricetta. Ovviamente non è solo per puerpere e pranzi pasquali:-)
piesse: la regola imporrebbe 1 uovo per ogni 100 g di farina, io ne ho usato uno in meno, di solito infatti diminuisco sempre la quantità di uova, per avere una pasta più leggera.
Ingredienti
La pasta.
400 g di farina di grano duro
100 g di farina di carrube
4 uova
acqua, sale
Il ragù
400 g di petto d’anatra tritato medio
3 carote
1 gambo di sedano verde
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
olio EVO
sale
rametto aromatico di rosmarino, timo e salvia, 1 chiodo di garofano
1 cucchiaio di maizena amalgamata in mezzo bicchiere di brodo vegetale (o latte).
Procedimento
Su una spianatoia versate a fontana le due farine mescolate insieme, create un buco al centro e sgusciate dentro le uova. Aggiustate con un pizico di sale, eventuale goccio di acqua e impastate a mano. Lasciate riposare l’impasto avvolta in un canovaccio per una mezz’ora, quindi ricavate le sfoglie con l’apposita macchina o col mattarello e quindi i tagliolini.
Il ragù. Fate stufare il cipollotto affettato sottilmente con lo spicchio d’aglio e le erbe aromatiche (che alla fine toglierete) e il chiodo di garofano. Aggiungete le carote e il sedano a dadini piccoli, quindi la carne. Mescolate, rabboccate con del brodo vegetale (circa un mestolo o due) e fate cuocere a fuoco dolce. Salate. Verso fine cottura addensate il ragù con la maizena.
Bollite i tagliolini in acqua salata dove avrete aggiunto un cucchiaio di olio (così da evitare che la pasta appiccichi). Scolate e condite con il ragù, una spolverata di parmigiano e un rametto di rosmarino fresco.
Davvero, ma davvero
Davvero, ma davvero interessante ma….dove si trova la farina di carrube??? Adesso sono troppo curiosa di sapere che sapore ha! Complimenti a te che riesci a far la pasta fresca al rientro dal parto, anche ai tuoi aiutanti eh!
io l’ho acquistata on line
in un ordine con spezie, acqua di fiori d’arancio etc… dove? qui, dal mitico Castroni:-)
http://www.milledelizie.com
però credo che la trovi anche altrove, non è così rara!
Che idea magnifica!
Conoscevo la farina di carrube, ma non mi sarebbe mai venuto in m ente di usarla per la pasta!