Non ho ancora deciso. Se preferisco la fondue di pesce in montagna o lo scavo del riccio, a gara con la vecchia, maddalenina doc. Di sicuro ne ha mangiati più di me, di ricci. Intendiamoci un po’ pazzerella lo sono sempre stata. Si è aggiunto il caso a sballottarmi dall’ultima neve di montagna al primo mal di terra, quello che mi prende sull’isola dell’isola. Aggiungeteci dei giorni di corsa, un mezzo lavoro nuovo in più, quello di routine aumentato e la passione che mi ha portato al Salone (quello del mobile) pur non avendone il tempo:-).
Che ne è uscito? Un post un po’ in ritardo, Miss Cia che viste le foto della neve ha commentato "Me ne vuoi proprio parlare?" e io che in questo momento sono divisa fra una casa non ancora finita dove le porte chieste bianche tendono al "marron" e il resto degli impegni che non torna.
La cucina, quella di casetta, oggi non funzia, che ve lo devo dire? 

Ho bisogno di respirare un attimo, solo un attimo, con quella "Stille" che questi posti hanno (di montagna e non di isola).  E siccome al di là di cucina, ricette, e bla, bla, bla, ci sarà qualcuno che come me ha bisogno di ‘sta benedetta "Stille" o "calma, o silenzio, o chiarezza" come volete definirla, ho deciso che è cosa buona e giusta condividere. 

Dieci giorni fa sono rimasta affascinata dal lento sciogliersi della neve tra montagna e laghi, giusto una manciata di chilometri dopo il Maloja e mi son detta che sarebbe stato bello assistere al progressivo arrendersi del ghiaccio e alla riconquista delle acque. Andata e ritorno. 

Ho pensato che questa cosa c’entrasse tanto, ma proprio tanto con la primavera, il suo arrivo, e il naturale scorrere delle stagioni.  Di solito viviamo di assoluti: o il mare, caldo, sfacciato ed estivo, o la montagna, la neve totale e assoluta. E invece ci sono le vie di mezzo, quelle che non ci avevi pensato, ma possono anche piacerti. 

Nelle vie di mezzo ci sono pochi assoluti che non cambiano: l’isola di Chaviolas (c’è chi ha passato anni a fotografarla), il sentiero della Val di Fex che porta sino a Mount Selvas e la panchina sotto i larici di uno che a pensare ci passava tanto, troppo, tempo.

O cambiando scenario (che dopotutto ora sono qui), il profumo dei pini di Caprera, il traghetto avanti e indietro e il vento, di solito dispari (ed è iniziato solo oggi!).

 

E’ stato così che il post informativo si è trasformato giusto un po’: niente dove, come e perché. Sarà per la prossima volta, considerato che non potendo sedermi a guardare le nevi sciogliersi, ho già promesso all’aliciotta di ritornare. Là dove ora c’è ancora ghiaccio ci andremo con quelle buffe barchette a remi, a far spola da un lago all’altro.