Sotto un albero di rimpetto alla casa c’era una tavola apparecchiata. Vi prendevano il tè la Lepre di Marzo e il Cappellaio. Un Ghiro profondamente addormentato stava fra di loro, ed essi se ne servivano come se fosse stato un guanciale…
La tavola era vasta, ma i tre stavano stretti tutti in un angolo: — Non c’è posto! Non c’è posto! — gridarono, vedendo Alice avvicinarsi. — C’è tanto posto! — disse Alice sdegnata, e si sdraiò in una gran poltrona".
Se penso ad un tè inglese chissà perché vado dritta al tè dei matti. Sarà che Biancoconiglio, il Cappellaio Matto, la Lepre di Marzo e il Ghiro guanciale non sono compagnia da tutte le tavole. Sarà che sono un po’ matta pure io e il tè senza regole, con tanto di personaggi ai quali manca qualche venerdì, bè proprio mi piace. Sarà che ho un’Alice tutta mia, pure lei matta giusto quel pochino per farmi sorridere.
Ed invece non c’è nulla di più rigoroso e rituale della preparazione del tè, soprattutto se si considera che è diffusa in maniera diversa in culture lontane fra loro. Cina, Giappone, India, Corea, Olanda, Svezia e of course Gran Bretagna.
Certo il tea time delle 5 o’ clock non ha la grazia del Cha No Yu giapponese e oserei dire nemmeno la leggerezza. Però è una sicurezza che ti mette tranquillità come tutto ciò che ha la capacità di non cambiare mai, ma proprio mai.
Qui a Londra non ho avuto il piacere di partecipare ad un tè da "Alice Woderland" che sarebbe stato proprio divertente. Ho trovato in Covent Garden una valida alternativa ai soliti indirizzi (per intenderci Whittard o Twinings o Fortnum&Mason) per acquistare tè: il posto si chiama Tea Palace e vale la visita.
Poi lunedì, giornata piovosa e grigia ( e ve lo devo dire?), alle 4.15 p.m., approfittando di un ritorno di Mr B. inaspettato, abbiamo avuto la grazia di gustare il nostro primo tea time british.
Ok, ho cercato per un paio di giorni una tearoom di una simpatica signora dello SryLanka: volevo qualcosa di alternativo al tea time modello Ritz o quasi. Invano, ha chiuso qualche mese fa. Abbiamo ripiegato sull’Orangerie, just around the corner, proprio accanto a Kensington Palace. Se non avesse piovuto, se non fosse stato così grigio, e se qui il sole non calasse dopo le 4, bè avrebbe potuto essere carino: dalle alte finestre bianche si ha la vista diretta su tutti i gardens.
Abbiamo avuto il nostro tè: sandwiches, very small, assaggi di cakes, niente di che, e scones, con jam e clotted cream. Sì perchè il tè inglese, di solito nero, va servito con questa sorta di panini dolci da riempire con marmellata (spesso di fragole) e clotted cream (una crema a base di mascarpone, panna e qualche goccia di limone), deliziosa.
Poi c’è stato il dopo. Ossia i miei scones home made. Rispetto a quelli assaggiati fuori sono risultati meno panosi e più biscottosi (ma comunque molto morbidi), secondo alcuni, di parte, migliori:-).
La sottoscritta non ha resistito e fra uno scatto e l’altro ne ha subito, subito mangiato uno con marmellata di rabarbaro (quella alle fragole non l’ho mai, ma proprio mai amata) e clotted cream (a questa proprio non resisto). Consiglio di fare lo stesso perché caldi sono tanto più "goduriosi":-).
Li ho trovati niente male anche come idea da importare in versione baby sia come merenda alla moda british sia come panino del mattino. Il formato è dai 12 mesi in poi, naturalmente, potete fare a meno dell’uvetta se il pupo non gradisce.
Chiaramente (qualcuno aveva dubbi?) ho apportato la mia piccola modifica e invece di usare tanto burro ho sostituito il latte con del buttermilch, semplice, semplice da reperire qui.
piesse: prometto prossima puntata su tè e infusi per bebè, datemi tempo di ritornare a casetta:-)
Ingredienti
300 gr di farina
150 ml di buttermilch (potete usare latte e yogurt al posto del latticello)
50 gr di burro
1 uovo per spennellare
20 gr di zucchero
uvetta (se volete)
1 cucchiaino di baking powder o 1/2 bustina di lievito
Procedimento
Facile e veloce. Mischiate farina e zucchero, aggiungete il burro e lavorate a manina. Versate il buttermilch ( regolatevi un po’ sull’impasto che non deve essere troppo bagnato). Aggiungete l’uvetta, finite col lievito. Stendete l’impasto (in mancanza di mattarello fate come me, l’ho spiattellato a mano), tagliate con formina o al coltello (indovinate che ho fatto io?). Posizionate su carta da forno e passate al calduccio a 180° per 15 minuti. Se possibile mangiate subito, subitissimo.
ciao miralda,
gli scones sono
ciao miralda,
gli scones sono una mia piccola passione fin da quando ero piccola. la prima volta in cui ne sono venuta a conoscenza ero una bimba che leggeva le pagine di cucina delle riviste femminili di mia madre ( le mie preferite erano quelle dell’allora AnnaBella, a cura, mi sembra, della mitica Elena Spagnol) e sognavo di preparare piatti prelibati, visto che a casa mia era completamente bandita ogni forma espressione culinaria!
complimenti per questo blog che ho scoperto da poco e che consulto già spesso, inoltre le tue dritte su londra sono interessanti e posono rivelarsi molto utili..
ciao
valentina
mizzega mi ricordo anche io
AnnaBella, a distanza di anni ne ho trovate delle copie da una mia prozia terribilmente anni ’80, un’altra epoca e che vestiti e pettinature:-)
Bè allora gli scones devi proprio farli se ti eri ancora cimentata, invece se non è così e magari sei superesperta aspetto qualche tuo segreto!
Londra mi sta appassionando e se fosse per me e le centomila foto fatte ne parlerei ancora di più (ma qualcosa uscirà ancora), ma dopotutto diamo al cucchiaino quello che gli compete e qui di cucina si deve parlareeee
Una alternativa a così tanta farina???
Dopo tanto tempo ti rileggo e non mi sono persa nemmeno un post. Grazie per i consigli sull’eglefino e i biscotti di riso ci sono piaciuti tanto (anche se alcuni sono stati farciti di non proprio sanissima nutella…).
Ma torniamo al seminato: io sono celiaca e quindi cerco sempre delle ricette che prevedono delle farine alternative… Gli scones mi piacevano tantissimo, ma non li ho mai fatti da quando ho scoperto di essere celiaca, per via di così tanta farina da utilizzare. Ma lì in Inghilterra, non esiste una versione gluten free???
Ciao
Stefania
la nutella è peccato comunque a cui nessuno
è immune:-).
Non so se in Gran Bretagna esista la versione glutenfree, certo di sicuro esistono nei supermercati (vedi Whole Foods) farine gluten free, le ho proprio adocchiate l’altro giorno, quindi credo che non sia un grosso problema farne una versione per celiaci.
Una possibilità alternativa sarebbe utilizzare farina di riso e integrale (senza grano) ecco quest’ultima in Italia mi pare di averla trovata una volta. A quel punto invece dell’uvetta ci metterei dei mirtilli secchi e come marmellata utilizzerei una bella marmellata ai frutti di bosco.
Fammi sapere poi se hai trovato la farina, sono curiosa.