Ha decretato così il signor "I sogni non son desideri" (che d’ora in avanti chiameremo S.N.S.D), alzandosi dalla sua sedia, in compagnia del cane Rocco e regalandoci la conversazione più divertente della settimana scorsa. Premessa e avvertenza d’uso: questo non è un post "ricetta", questo non è un post "on the road", è un "ma ci sono stata, ve lo dico, ho fatto incontri, mangiato specialità (quelle che ho cucinato io all’isola e una ve la lascio), e visto pecore, tante pecore. E poooi? Niente, che dove sono stata, per l’appunto, non c’è "niente da vedè". 

 

 

Siamo partiti d’autunno: la mia idea? Freghiamo ottobre e ci facciamo un’ubriacatura di fine estate. Vero? Ma anche no.
La mia seconda idea? Andiamo a zonzo da Cagliari in su e chissà che scopriamo. Vero? Sì, a zonzo per la disperazione di Mr B. ci siamo andati qualcosa come 15 ore di auto (aiutoooo!) in tre giorni, e visto? Ci devo ancora ragionare su:-).

 

1.Cagliari: l’amarcord.
Ci ero stata la prima volta da ragazzina e di tutto ricordavo un ristorante (la prima aragosta alla catalana della mia vita) e i fenicotteri rosa. Che cosa ho fatto? Ho ricercato entrambi tra i vicoli del centro storico, un po’ sgarruppato.

Abbiamo fatto alla moda dei cagliaritani della domenica. Siamo stati al belvedere, giro al Poetto (la spiaggia bianca e enorme di città), e siamo finiti da Lillicu (il ristorante del mio buon ricordo) a mangiar su tavolacci di marmo, arselle, cernia fresca e papassinos (per la gioia di aliciotta). 

Della serie amarcord col pupo (sapete quei "vedi qui era stata mamma tua e aveva fatto, visto e mangiato, bla, bla…").

2. I fenicotteri come le anatre di Central Park. 

Ho dato dietro per ore a raccontare alla pupa di questi fenicotteri: pink, very pink. Ebbene abbiamo girato per un bel po’, chiesto ad un passeggiatore con cane che ha scrutato l’orizzonte e detto: "Sono sempre lì, che non ci sono? Strano." E io a pensare a me stessa come una novella Holden, un po’ meno giovane, si intende. 

Li abbiamo trovati? Ebbene sì. Sono rosa? Ebbene sì.
Perché io dalla macchina non li vedevo? Non sono "cecata", semplicemente li ho scambiati per boe, che quelli passano l’intera giornata col collo sotto a mangiare.
Il ritrovamento e la fotografia impossibile (che quelli erano lontani centinaia di metri) hanno messo a segno il colpo della vacanza: Mr B. ha promesso un teleobiettivo alla sottoscritta. W il fenicottero!

3.Mai fare una strada pensando a panorami e soste gastronomiche. Perché potresti trovare giusto 15 minuti di panoramica (su tre-quattro ore di auto) e il ristorante che proprio volevi provare chiuso per ferie. Della serie la prossima volta fidati dei consigli che ti danno. E non te la prendere se scorgi solo capre.

4. Le nuvole di acqua.

Ok, Piscinas è uno spettacolo, arrivi e sei solo tu (o quasi, soprattutto ad ottobre) e le dune. Non è il deserto che si aspettava la mia fantasia e il cervo sardo, che popola questi posti, non si è fatto vedere da noi (avevo suggerito a Mr B. degli appostamenti che sono stati rifiutati). Però le dune e quel mare autunnale e poi il tramonto e quella coppia che uno fa da bastone per l’altro sono uno spettacolo. La cifra di questo mare è composta da continue nuvole di acqua che vedi lontano, un vapore che avvolge tutto.

Può capitare di ritrovarvi bambini a rotolarvi con la pupa sulle colline di sabbia e poi a "ciacchettare" nell’acqua. E poi contemplare il mare, voi e pochi altri.

Il massimo del mare d’autunno, magico fino a quando non incontri il signor S.N.S.D.. N.B. si ringrazia Mr B. della foto che spunta sul mio desktop.

 

5. Le miniere. Diamo per questo la parola al signor S.N.S.D. E alla difesa qualche scatto fotografico. 

Scendo dall’auto a Montevecchio, qualche chilometro da Piscinas. E immediatamente un signore (che io a tutta prima credo cieco) chiede ad un altro "Chi arriva?". E quello "Una signora" (ossia io, che aveva visto dietro subito la pupa).

"Che è venuta a fà?" (accento romano, anzi viterbese, trapiantato in terra sarda da tre decenni)

"Me lo dica lei che devo vedè" (ho una nonna di Roma e già mi ero calata nella situazione).

"Qui non ci sta niente da vedè. Tutte "fregnacce", ci so io e Rocco". 

"E il museo? E le miniere e l’ultimo paradiso del mediterraneo e gli gnocchetti alla campidanese?"

"Che legge i giornali?".

E’ finita per l’appunto che ci siamo fatti due risate con il signor S.N.S.D., che ci ha deliziato con barzellette, aneddoti (che credo racconti ogni giorno), Alice ha usato il suo bagno e bè noi non abbiamo mangiato nel campidano gli gnocchetti.

Della serie al prossimo itinerario da sogno che leggo, faccio una pernacchia lunga, lunga. Però, bè le miniere con quella atmosfera da far west un po’ di fascino lo hanno, se solo fossero visitabili da ottobre ad aprile:-).

6. L’isola. Ovvero come Mr B. ha ritrovato Itaca.

Appena giunti in prossimità dell’attracco e saliti sul traghetto verso La Maddalena, Mr B. pareva essere come quei bambini che ritrovano il proprio giocattolo o peluche o che ne so io preferito. E sì perché lui aveva fatto comunella con i signor S.N.S.D. alla grande e concordato sul "qui non c’è niente da vedè" (che un po’ vero è ma mica così tanto).

Conclusione che vi può interessare? La ricetta che ci siamo mangiati davanti a questo panorama. Gnocchetti alla campidanese rivisitati (ho sostituito la salsiccia secca con carne di agnello tritata) con l’utilizzo dello zafferano sardo di Monreale dove avevo sognato di vedere i campi viola in fiore e invece qualcuno si è rifiutato di portarmi.

Formato 2 anni.

piesse: la foto non c’è che era ora di cena e avevo a che fare con due rompiscatole:-).

 

Ingredienti (per tre)

200 gr di gnochetti sardi

1 bustina di zafferano di Monreale

500 gr di pomodori freschi

200 gr di carne trita di polpa di agnello

1 spicchio di aglio

1 cipollotto

sale

basilico e timo

pecorino grattuggiato (poco stagionato)

 

Procedimento

Tagliate il cipollotto a fettine, lasciate imbiondire con olio, l’aglio intero che poi eliminerete, e la carne trita di agnello. Aggiungete i pomodori a pezzi. Lasciate cuocere per un’oretta abbondante, salate e profumate con basilico e timo. Bollite gli gnocchetti. Sciogliete in poca acqua calda lo zafferano. Condite gli gnocchetti prima con lo zafferano, quindi unite il sugo e servite con una bella grattata di pecorino