Quando ci ho affondato il Cucchiaino mi sono ritrovata bambina, mi è parso di sentire forte il sapore di quelle corse, di quella felicità di sporcarsi e ritrovarsi chiazzati, mani, lingua e naso. E poi ho sentito l’autunno (lo so, l’ho già detto, manca ancora qualche giorno) intenso come il profumo dell’uva fragola.
Ed è strano, molto strano, perché di solito mi porto l’estate dietro, quasi che tenendola stretta possa farla durare di più. E quest’anno è stato tutto il contrario. Saranno state le nuvole dell’estate, sarà stata l’uva, sarà che ho passato un paio di giorni a lavorare sul Natale, sfornando biscotti e scrivendo di Santa Klaus e dintorni. Bè per me è già autunno e poco ci manca che senta pure le sante feste vicine (e di queste nei prossimi giorni mi devo assssolutamenteee disintossicare che non è cosa buona:-)).
Ho aspettato un anno, un intero anno di cimentarmi col sugo di uva fragola. L’idea mi è stata messa in testa da una di voi (Elisabetta, mi riferisco proprio a te) che me ne ha parlato nei commenti più di una volta. E devo dire che mi era venuta una gran curiosità.
Se penso budino non è che abbia ricordi di "alta cucina", certo penso alla mia infanzia che mia madre (bravissima in tante cose ma non in cucina:-)) di preparazioni pomeridiane in bustina non me ne ha mai fatte mancare (se legge, mi spara!). E i budini parevano perseguitarmi: pomeriggi di studio dalle amiche, e la mamma di casa che propinava? Bè budino.
Bene, cancellate tutto e fate rewind sul budino di uva fragola: è un’altra cosa. C’è l’infanzia dentro, ma quella che sa di pergolati, campagna e lingua colorata da mostrare (e su questo confesso di aver ingaggiato gara con la pupa al suo rientro dall’asilo con riprovazione di Mr B.).
Dunque questa è la prima delle ricette dove ho utilizzato il mosto "stellare" e di quella la preparazione ve la andate a vedere qui.
Per la preparazione del budino mi sono affidata alla ricetta che mi aveva segnalato Elisabetta, anche se ammetto che non ho resistito e un paio di modifiche le ho fatte.
Durante la cottura dell’uva non ho resistito e ci ho aggiunto una piccola stecca di vaniglia, mentre ho preferito sostituire alla farina la maizena (che mi pare più neutra come sapore finale).
Il bello della ricetta? Facile da fare, bè ci vuole un po’ di tempo a sgranare gli acini e poi schiacciare ma se vi ci mettete con un pupo vi assicuro passa più in fretta.
Il formato? Dall’anno in su è perfetto per la merenda di metà pomeriggio e non solo:-).
Ingredienti
400 ml di mosto di uva fragola
2-3 cucchiai di maizena
1 cucchiaino di zucchero di canna
Procedimento
Mettete il mosto in una pentola e stemperate la maizena, aggiungete il cucchiaino di zucchero di canna. Fate scaldare a fuoco dolce fino a bollore. Lasciate raffreddare e poi riempite delle ciotole o stampini. A riposo per qualche ora e poi via col cucchiaino:-)
Anche io adoro l’uva fragola,
Anche io adoro l’uva fragola, ne ho fatto una gelatina e coperto una cheese cake…davvero deliziosa!!!Bacio
l’idea della gelatina
x cheesecake mi sa che te la copio, ci hai messo anche qualche chicco poi?
Ciao!
Ti ho mandato una e-mail per un progetto di collaborazione, sperando che possa farti piacere. Aspetto una tua risposta!
visto, ti scrivo
appena riesco
E se l’uva fragola è bianca
E se l’uva fragola è bianca vale lo stesso?
direi che vale ancora di più
nella cesta io ne avevo giusto un grappolo, era ancor meglio di quella nera:-) prova e mi saprai dire.
grazie!
…per la citazione e per aver realizzato e pubblicato la “mia” ricetta proprio il 17/9, data che mi ricorda il mio caro nonno paterno, che tanto amava il budino d’uva…
bellissime le foto ed i disegni di Miss Cia! ottima anche l’idea della stecca di cannella (o di vaniglia? nell’articolo precedente, relativo alla realizzazione del mosto, hai scritto vaniglia) e della maizena, però io nella ricetta avevo parlato di fecola (di patate), non di farina, sicuramente poco adatta 🙂 ! buona serata ed un bacio alla pupa
che va di fretta
fa errore:-) allora sì trattasi di stecca di vaniglia (e non cannella e ora correggo), e la mia mente ha ricordato senza andar a rivedere, perfetta quindi anche la fecola, anche se per il budino forse comunque opterei per la maizena.
Grazie Elisabetta, e sorry per gli errori:-)
ok,
…e vaniglia sia! però sai che io con il mosto ci vedrei bene anche la cannella e magari i chiodi di garofano (giusto 2/3)…un po’ alla vin brulé! che ne pensi? buona giornata
bè sì così
diventa simile ad un vin brulè:-) forse io preferirei solo cannella, però si può provare, no?:-)
che nostalgia!
i “sughi”, come li chiamavano a casa di mia nonna, mi portano di filato una quarantina d’anni indietro nel tempo, a casa di mia nonna appunto, che dopo la vendemmia preparava questo dolce semplicissimo e delizioso, nel quale sarei affondata per intero.
bello ritrovarlo qua!