E’ ormai diventata una tradizione. Il primo giorno dell’anno sul lago. Ogni volta benedetto da una luce abbagliante da togliere il fiato e farti sentire leggero, quasi perfettamente felice. Il nostro anno è cominciato così, come l’anno scorso poco prima che arrivasse Edo, e quello prima ancora.
“Pieds dans l’eau” sul lago di Como, così vicino ma lontano dal rumore delle nostre giornate. E abbiamo celebrato insieme il tempo passato e quello a venire, da condividere.
Appena abbandonata la macchina, c’eravamo noi e pochi altri, per lo più coppiette in là con gli anni. Superata la via di paese stretta e oscura si apriva il lago, intenso perso nel cielo terso come se fosse una giornata di primavera in inverno.
Avrei potuto passare ore lì, seduta a ascoltare tutta quella vita. E celebrare il nuovo anno.
Un anno che per me comincerà veramente fra qualche giorno, quando col piccolo Lui festeggeremo il compleanno (il suo uno tris e il mio, beh, dimentichiamo quanto…).
Mi piacciono le tradizioni, quelle che consolidano i ricordi e si assomigliano quasi a confondersi. Sono un po’ come i profumi di quei piatti che ci fanno stare bene perché ci rammentano di quando eravamo bambini o di qualcuno che amiamo.
Prendete il ragù. E’ il classico delle feste, di una volta. Una preparazione lenta che va all’incontrario rispetto alla velocità di oggi.
Ho ripreso quella lentezza e l’ho rivoluzionata qualche giorno fa. Nei colori e negli ingredienti. Tanto arancione e solo verdure. Magnifico perché ho pensato che avrei potuto mangiarne oggi anche domani.
L’ho utilizzato per le lasagne e poi per condire i pici che mi aveva portato tempo fa un’amica dalla Toscana. E i maccheroncini, mini mini, di Edo.
Io ho optato per la versione veggie, le bambine ci hanno aggiunto del parmigiano.
Per la base ho utilizzato dei pomodorini gialli in conserva che ho intensificato con tanti cubetti di zucca. Ci ho aggiunto castagne, lenticchie rosse e noci frantumate, oltre a chiodo di garofano (che per me non c’è nulla di più che mi rimandi al ragù di questa spezia), un pizzico di cannella, qualche seme di finocchio, alloro e rosmarino.
Ingredienti (per 4)
250 g di pici (o spaghetti a chitarra)
800 g di pomodorini gialli in conserva
300 g di zucca a dadini
una ventina di castagne bollite
150 g di lenticchie rosse (decorticate)
qualche noce frantumata finemente
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
olio extravergine d’oliva
sale
2 foglie di alloro
semi di finocchio
1 chiodo di garofano
1 pizzico di cannella
1 rametto di rosmarino
brodo vegetale
Procedimento
Affetta a fettine sottili il cipollotto e fallo stufare in una padella con lo spicchio di aglio, le foglie di alloro e il chiodo di garofano. Aggiungi la zucca pulita e tagliata a cubetti, mescola per qualche minuto (puoi sfumare con del vino bianco secco, ne bastano un paio di cucchiai) e unisci le lenticchie sciacquate.
Mescola nuovamente, versa infine la conserva di pomodoro . Fai cuocere a fuoco lento per un’oretta circa bagnando di tanto in tanto con brodo vegetale se il ragù si asciuga troppo. Verso fine cottura aggiungi le castagne a pezzetti e aggiusta di sale. Ovviamente, per il piccolo di casa non ho usato vino e sale.
Cuoci i pici, falli saltare in padella con il ragù e via in tavola con qualche aghetto di rosmarino fresco (a piacere spovera con parmigiano grattugiato).
Per Edo, ho schiacciato a forchetta il ragù (ma potete anche frullare il tutto) e servito con maccheroncini mignon.