Una volta era il roseto del re Laurino e dei suoi nani. O almeno le leggende raccontano così. Perché l’alpe di Siusi, uno dei paradisi naturalistici più belli dell’AltoAdige, vanta tutta una serie di storie, più o meno vere, di principesse, nanetti, guerrieri e streghe.
Le sue cime frastagliate ricordano nella luce del tramonto il fiabesco roseto (e si chiamano per l’appunto Rosengarten). Sarà per queste leggende, sarà che per la seconda volta ci siamo capitati Alice, Mr B. ed io sul finire della primavera, io sono letteralmente “caduta in estasi” (senza sindrome di stendhal, che qui c’era da trottare) per l’innumerevole quantità di fiori, erbe e relativi cromatismi presenti in questa stagione.
Risultato? Non ho fatto altro che fotografare ranuncoli, arnica, melissa, stella alpina & Co. (ma il mio preferito è stato di sicuro il soffione che, candido e leggero come qui, non ne avevo mai visti).
Mentre canticchiavo per Alice di un fantomatico elefante senza proboscide in partenza per il Congo (sapete com’è, per aver un po’ di quiete si fa di tutto), ripensavo a quei versi “Per fare un prato ci vuole un filo d’erba e un’ape, un filo d’erba e un’ape, e un sogno”, che, da quando sono mamma, nello sdoppiarmi (e nel frattempo rispondere anche uhm, uhm a Mr B.) non mi batte più nessuno.
Memore di un delizioso latticello (si ricava dalla trasformazione della panna in burro, Buttermilch), bevuto l’anno prima dopo una camminata fino a 2600 metri (con tanto di foto che documenta l’Aliciotta nello “zainone”, sulle spalle di Mr B.), ho voluto fermarmi in una malga sulla via di ritorno (che pranzato avevamo purtroppo già pranzato).
Scelta non fu mai più indovinata (fortunata, visto che, a questo giro, proprio non mi ero informata) perché la malga Schweige di Franz Mulser è una delle tappe gastronomiche più interessanti dell’altipiano.
Lo chef, grembiulone blu (che più altoadige non si può) e cucina due metri per due, è conosciuto per la sua creatività che mette erbe e fiori di montagna in “pentola”.
Ed è qui che mi è venuta l’idea di utilizzare un mix di erba e fiori per creare qualcosa per i più piccoli (che dopotutto è l’Alicina la protagonista delle ricetteJ
Veniamo ai consigli… Andateci: dicono che “chi vede l’Alpe di Siusi in fiore, non può che rifiorire”, credetemi è vero. Andateci: i bambini impazziranno per gli animali liberi, mucche, cavalli, puledri e asini. Alice era tutto un additare e fare sì, sì: per lei, felicità al massimo grado.
Andateci: Fiè è uno dei paesini lì vicini, piccolo, piccolo, pare sospeso, il campanile, un’antica pieve e le montagne. E in centro un ristorante-albergo, il Turm, che è una favola (ha avuto successo persino con l’Aliciotta formato dieci mesi).
Infine dicono che la montagna aiuti a meditare ( l’esperienza di Nietszche & Co. insegna). Magari vi chiedete da dove venite e dove state andando, ma soprattutto, come la sottoscritta, "Chi ha fregato la marmellata"?. Chissà mai che troviate la vostra risposta.
All’Alpe di Siusi potete comodamente salire con la cabinovia e poi camminare senza troppe difficoltà sull’altipiano (altezza 1930 metri), oppure scegliere di salire fino ad uno dei rifugi più in alto (e noi l’anno prima, Alice al seguito, l’abbiamo fatto). Se invece preferite (causa bambini piccoli e consigli pediatra & Co) rimanere più in basso, ci sono delle belle passeggiate attorno al laghetto di Fiè (col passeggino ci andate che è un piacere, non come noi che ci muoviamo sempre con il fatidico zainone, per la felicità di Mr B:-)
Per saperne di più www.seiseralm.it
Lasciando da parte strudel, canederli e speck che dopotutto è difficile non conoscerli e per i bebè non sono tanto indicati, il mio souvenir è tutto “vedo primavera”:-)
Risotto della strega di Siusi (per i piccoli)
Zuppa di fieno e speck (per mamma e papà)