da miralda | 27 Ago 2010 | 18-24 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, In Viaggio, In Viaggio
Sono state settimane piene di nuvole, alcune più grandi altre meno, nuvole che mi hanno lasciato poca voglia di scrivere. Poca voglia di cucinare, giusto il desiderio di sfornare: impastare qua e là con l’aliciotta, pane, cakes e biscotti, e ritrovare uno di quei piatti che ancora oggi la nonna bis fa. Mi ha preso l’idea che riempire la casa di profumi, caldi (bè effettivamente sono stata graziata dal tempo anche lui annuvolato) e "coccolosi" fosse un ottimo rimedio per scacciare le nuvole ed essere meno inquieta. Ed è stato così che mi sono pure dimenticata di scrivere per dire buone vacanze o quasi (e pensare che Miss Cia aveva anche creato uno splendido au revoir): sarà per l’anno prossimo?:-).
Qualcuno penserà ad una grande confusione in queste fotografie, bè prendetelo un po’ come una parte del nostro agosto: i panini al farro appena sfornati, Mr B. e la pupa sulla sedia a dondolo (ne vedete mani e panini mangiucchiati:-)), il riso al forno di mia nonna (appena ne ho sentito il profumo è stato un po’ un salto all’indietro negli anni, avete presente no le madeleine proustiane?), la mano di una amica, ormai di quasi mezza vita, alle prese con la pappa del suo pupo formato 9 mesi durante una gita in montagna e il lago visto dal lago per il primo battesimo di pupi in acqua dolce.
Di questi giorni, naturalmente, vi lascio le ricette e i riflessi, simili a quelli che fanno le case sul lago. E’ strano come le cose che ti stanno tanto vicino all’improvviso le vedi con occhi diversi. Un po’ come succede quando ho iniziato a guardare con gli occhi della pupa.
I panini, il riso, il lago, risalito da Domaso (siamo sul ramo di Como) giù fino all’isola Comacina (diciamo poco prima della casetta di Clooney) e quell’acqua, per me sempre stata da guardare come fossi pure io un personaggio da "Piccolo Mondo Antico" e dove invece la pupa mi ha trascinata, con molte remore che dopotutto eravamo giusto nel mezzo fra i due rami, per un bagno che "mamma, ma non è salata!". E la sottoscritta di solito "il pericolo è il mio mestiere" ha bardato la pupa con ogni accessorio possibile che favorisse il galleggiamento.
piesse: per chi non avesse dimestichezza coi laghi, quello in alto, in apertura, è un box o garage o rimessa, come la chiamate. Della serie: "Caro, hai messo la barca a fare la nanna?":-).
E le ricette? Riso, panini e la pappa di Wonder.
Col riso non ho inventato nulla di nuovo: il piatto della nonna bis è stato rodato negli anni e tramandato nientemeno che dalla mia bisnonna:-). Io ci ho fatto giusto qualche modifica qua e là (impossibile seguire per la sottoscritta una ricetta senza ad un certo punto voler far da sè:-)). La più grossa? Aggiungere zafferano spagnolo come fosse una paella, ma voi fatene a meno.
Il formato? Due anni suonati, ma forse anche meno dipende un po’ dal pupo.
Il bello della ricetta? Il profumo appena sfornato: l’ho talmente decantato alla pupa che non ha fatto altro che annusare e annusare…
Ingredienti (per una teglia abbondante)
200 gr di riso carnaroli
2-3 patate leggermente scottate in acqua (giusto dieci minuti)
200-300 gr di pomodori freschi
basilico e timo
parmigiano (mia nonna dice sempre "in abbondanza")
aglio
olio extravergine d’oliva
pangrattato
sale
brodo vegetale
Procedimento
Mettere a bagno il riso in acqua tiepida leggermente salata (per una mezz’ora). Nel frattempo tagliate a fette sottili le patate leggermente bollite. Frullate una parte dei pomodori (eventualmente sbollentati in acqua e spellati) con olio, sale, basilico, timo e una o due fettine di aglio.
Prendete una teglia, bagnate con un po’ di passata di pomodoro, ricoprite di patate sottili e poi di riso, quindi di nuovo passata, patate, pomodori a pezzi e parmigiano. Continuate così, sull’ultimo strato spolverizzate anche di una manciata di pangrattato. Bagnate con un paio di mestoli di brodo vegetale e infornate a 175° per 50 minuti (ricoprite il riso con domopak in maniera che non secchi troppo). Di tanto in tanto bagnate con brodo vegetale (come si fa con la paella). Verso fine cottura togliete la carta in maniera da creare una crosticina. E poi godetevi il profumo!
Panini al farro
E i panini? Era da tempo che volevo sperimentare un pane con farina diversa dalla tradizionale, simile ad un panino al latte (perché la pupa ne va matta:-).
La scelta è caduta sulla farina di farro. Il risultato? Bè Mr B. ha detto "eccezionale", of course potrebbe essere di parte:-). Mentre io mi sono innamorata della foto delle mani di pupi&papi.
Il formato? Dall’anno in poi.
Ingredienti
300 gr di farina di farro
200 gr di farina manitoba
12 gr di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di sale
200 ml di latte tiepido
1 cucchiaio di burro (circa 40 gr)
semi vari (sesamo, papavero…)
Procedimento
Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero. Lasciate riposare per qualche minuto. Intanto unite le due farine nella ciotola dell’impastatrice. Sciogliete il sale in due dita di acqua tiepida e unite alle farine insieme al lievito. A poco a poco aggiungete il latte tiepido regolandovi con la quantità in base all’impasto (che non deve risultare nè troppo asciutto nè troppo bagnato). Una volta che si è formata la palla di impasto coprite con un panno umido e mettete a lievitare in luogo caldo (ad esempio il forno a 35°-40°) per un paio d’ore.
Quando sarà raddoppiato di volume riprendete, reimpastate e formate tanti panini a piccole pagnotte. Spolverizzate con dei semi e spennellate con poco latte. Rimettete a lievitare in luogo caldo per un’altra oretta.
Riscaldate il forno a 210° e infornate per venti minuti, abbassate a 190° e lasciate cuocere fino a quando i panini diventano dorati.
piesse: dimenticavo la pappa da trasferta per il piccolo Wonder (il pupo della mia amica che è una meraviglia:-). Formato? 7-8 mesi.
La pappa di Wonder
una zucchina piccola
1 foglia di lattuga
1 fettina piccola, piccola di zucca
un odore di carota
giusto una fetta di patata
qualche pisellino
1 cucchiaino di formaggio grana reggiano
1 cucchiaino di olio
ricotta fresca da aggiungere
1 foglia di basilico fresco
Il procedimento? Bè qui basta bollire tutte le verdure, frullare con poca acqua, olio e parmigiano. Trasferire nel porta pappa e al momento servire con la ricotta fresca.
da miralda | 10 Ago 2010 | 18-24 mesi, Dal Mondo, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà
Una delle cose che amo dell’isola sono quei traghetti che vanno e vengono.
Per lo più non si incotrano. Ma a volte sì. E quando succede hai da una parte quelli che vanno e dall’altra quelli che arrivano. E quando tu stesso sei andato e venuto un po’ di volte, ma non così tante, immagini cosa sente chi va e cosa chi viene. E’ un incontro, dura giusto qualche attimo ma personalmente mi affascina. Proprio come le mani della pupa tra quelle della nonna ma soprattutto di mia madre. E’ stata una manciata di giorni strana, con la sottoscritta armata di mille propositi di lavorare e la mente oltremodo distratta: troppo mare, troppo vento, troppi progetti da rincorrere senza risposta, Mr B. a lavorare per davvero e una lunga estate che mi pare iniziata per lo più nella forma. Per questo ho apprezzato la tortilla, quella fatta di pochi ingredienti, assemblata velocemente e che mia madre ha decretato bassa, bassa portandomi a casa una confezione da quattro, dico quattro uova.
Per il resto oltre ai traghetti che si incrociano, ho apprezzato il mare da lontano, le chiacchiere dei pescatori di mattina e l’abbandono di reti e barche nella luce rossastra del tramonto. E poi i palazzi, che a vederli la prima volta ti paiono brutti e poi ci passi e ripassi e apprezzi quell’aria di inizio secolo (lo scorso, naturalmente) con le scritte dei negozi anacronistiche.
E’ stato un po’ come se questi pochi giorni si concentrassero tutti in queste sensazioni, incontri e anni che non ci sono più.
Ci si sono messe persino le pagine del Corsaro Nero e Bettina, ritrovati con la pupa fra gli scaffali della biblioteca, a spedirmi indietro e indietro (bè agli anni di mia madre, mica i miei, intendiamoci).
Personalmente ho ritrovato un cult della mia infanzia (televisivo), a dondolarsi in punta d’acqua, più pesce che tigre (ai tempi, avrò avuto cinque o sei anni, adoravo la sigla di Sandokan e ci ho preso gusto a ricantarla con la pupa).
Dimenticavo la tortilla. La lista della spesa, come detto, deve essere stata di quelle non proprio precise, tanto che mia madre (poco amante della cucina) se ne è tornata con poche patate, poche uova e una manciata di fagiolini. Il divertente è che quando sul Mac le ho mostrato una foto di tortilla, ha esclamato: “Ma è una torta, alta, alta, tu mi avevi fatto intendere una sorta di frittata”. Va bè, diciamo che l’abc della cucina spagnola non è il suo forte.
In compenso l’aliciotta (che un futuro in cucina ce l’ha:-))) ha diretto, mamma&mamma hanno sbattutto e io ho leggermente cambiato i canoni di una delle mie tapas preferite.
Questa tortilla è una delle cose che ultimamente ho mangiato con più nostalgia…
Tenete conto che io ho cotto al vapore patate e fagiolini per non esagerare con l’effetto fritto della ricetta originale (vedi presenza pupi), successivamente ho giusto rosolato cipollotto e patate a cubetti (non se ne può fare del tutto a meno, no?) e ho lasciato ai fagiolini il compito di sgenare le fette (visto che assomigliava più ad una frittata che ad una tortilla da tagliare a cubotti).
La tortilla è formato 18-24 mesi, se non rosolate e limitate all’essenziale la cipolla potete pure abbassare a 12-18. Ricordate che se volete una tortilla alta, alta dovete caricare di patate e uova.
piesse: of course, il servizio (piatti, tovaglietta e bicchierini) è stato gentilmente messo a disposizione dalla nonna dell’aliciotta (mi scuso per aver rotto, causa vento e piatto posato sul cornicione del terrazzo, un pezzo:-))
Ingredienti (per tre, pensandola alta!)
6 uova
3 patate medie
una manciata di fagiolini boby
cipollotto
olio d’oliva
(timo)
poco sale
Procedimento
Io ho cotto al vapore (giusto 7-8 minuti) le patate pelate e tagliate a cubotti e i fagiolini. Quindi ho affettato il cipollotto e l’ho rosolato con le patate in olio d’oliva (circa un paio di cucchiai) in una padella antiaderente. Abbiamo sbattuto le uova con un pizzico di sale e del timo fresco e le ho aggiunte in padella. Ho aggiunto i fagiolini in maniera da segnalare le future fette. Eventualmente potete passare anche la tortilla in forno nel momento in cui aggiungete le uova e cuocerla a 175° per 15 minuti.
da miralda | 03 Ago 2010 | 18-24 mesi, Dal Mondo, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda
Oggi è una di quelle giornate che passerei a divagare, ossia? Bè pensare a tutto e niente, fare tutto e niente, buttare all’aria, in alto, mille progetti e poi passare da una nuvola all’altra. Complice è l’amaca, quella che ho trovato sull’isola ad aspettarmi, strisce bianche, blu e azzurre che la pupa soavemente apostrofa come la “umaca”. Il gioco del dondolio ha occupato una buona mezz’ora e l’aliciotta ormai dorme come fosse in Messico o giù di lì:-). Chissà perché il dondolio mi ha rimandato un po’ all’arrotolamento di un paio di settimane fa, quando in vena i “pasticciamenti” mi sono data al fru,fru, frushi.
Anche qui una divagazione, molto, molto lontana parente della cucina giapponese, considerando che assomiglia, poco, poco, al sushi e che pure quest’ultimo è poi giusto una virgola del capitolo “come si cucina nel Sol Levante” (a questo proposito leggetevi qualche appunto sparso del Cavoletto:-)).
L’idea mi è venuta perché faceva molto, molto caldooo (che qualche blogger appassionato di food si è dimenticato di ricordarlo?:-) e volevo fare un dolce ridotto all’essenziale. Ossia frutta, ancora frutta e giusto il tempo di bollire il riso.
E qui apro parentesi: ho letto che ci vogliono mesi per imparare a cucinare in maniera perfetta solo il riso che va nel sushi, personalmente ci credo e ammetto che avrei bisogno di ripetizioni (della serie nodo al fazzoletto e in autunno mi ci iscrivo a un corso serio di cucina giapponese, ma autentica). Oppure di un ricecooking japp (e su questo prego quell’amico di Mr B. che se ne sta a Tokio di portarne uno in dono alla sottoscritta o di invitarci a comprarlo sul posto:-)).
La faccenda si è complicata perché non ho quei simpatici tappettini “fai sushi facile” e mi sono trovata ad arrotolare munita di tovaglietta di pupi rigida e pellicola.
I primi erano parecchio brutti a vedersi, poi rotola e arrotola gli ultimi erano quantomeno presentabili per i posteri (e ammetto no ho resistito allo stereotipo del piatto black e della bacchetta).
Risultato? A voi l’ardua sentenza:-).
Che cosa ho amato del frushi? Allora la prima volta che l’ho sentito nominare mi ha giusto colpito il nome (da storpiare e ristorpiare:-)) ma mi è sembrata l’ennesima moda a stelle e strisce da bar sulla spiaggia.
In realtà è divertente da mangiare (almeno se ci fate due o tre intingoli in cui affondare il rotolino) e poi una genialata per i pupi. Vi dà l’occasione di cambiare, assemblare riso (cotto dolcemente come fosse un risolatte) e tanta, tantissima frutta. E alla mano del pupo di tuffare rituffare e sgranellare chicco a chicco.
piesse: io ho cotto il riso con vaniglia, acqua, un paio di cucchiai di latte (di riso) e giusto un cucchiaino di sambuco. Naturally potete variare, ad esempio con latte di cocco o mandorla.
Ingredienti (per una quindicina di rotolini)
250 gr di riso per sushi
vaniglia (ho usato quella in polvere)
due cucchiai di latte di riso
un goccio di sambuco
mirtilli
lamponi
fragole
strisce di melone e pesca gialla
yogurt naturale
30 gr di zucchero di canna
succo di limone
sciroppo d’acero
Procedimento
Sciacquare e cuocere portando a bollore il riso in acqua, zucchero, latte di riso, un cucchiaino scarso di vaniglia in polvere e un goccio di sambuco. Il liquido si dovrà consumare (fate attenzione però a non far attaccare il tutto!). A questo punto fate raffreddare. Nel frattempo preparate una coulisse: schiacciate buona parte dei lamponi e metteteli in un pentolino con un cucchiaino di zucchero e succo di limone. Riscaldate per qualche minuto poi passate la salsina al colino e mettete in una ciotolina. In un’altra ciotola riempite invece con lo yogurt, scorza grattuggiata di limone e un cucchiaino di sciroppo d’acero. Ora il riso. Stendetelo su una tovaglietta da sushi o una improvvisata (come ho fatto io) con della pellicola. Bagnate le mani con acqua fredda (così non si attacca il riso). All’interno dello strato di riso posizionate mirtilli, fettine di fragola o pesca (volendo potete stendere anche parte della salsina di lamponi). Ora arrotolate e tagliate i rotolini. Potete rivestirli all’esterno con melone giallo tagliato sottile, sottile. Lasciate riposare un’oretta in frigo e poi servite con le salsine. Consiglio: evitate le bacchette per i pupi, meglio la mano libera:-).
da miralda | 27 Lug 2010 | 24-36 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà
Questi sono giorni in cui la cucina assomiglia molto a quella di un single, chiaramente dotato di qualche cognizione in merito, ma anche rapito da lavoro, impegni più o meno mondani e così via. Sì perché quando la pupa è in vacanza, può capitare di sentirsi giusto un pochino su di giri per tutto quel tempo a disposizione. E allora che fai, cucini come se niente fosse? No, assolutamente no. Prendi appuntamenti, vedi gente, ti spalmi ogni sorta di crema rimasta lì abbandonata e carburi che eri rimasta giusto indietro di pezzi da scrivere, progetti da consegnare e aperitivi da fare.
L’altra sera a cena da amici è stato pure ammirato il mio fucsia splendeur ai piedi: era da un po’ che non mi capitava di cambiar colore con tanta leggerezza:-). E poi c’è l’avocado. Ecco la ricetta.
Non è che oggi non si parli per nulla di cucina per bebè e pupi, visto che parte degli ingredienti del piatto, mescolati e frullati, sono una delle passioni di Alice. Diciamo che è un piatto freddo (mica siamo usciti dalla serie fa caldo, ma che caldo!) e veloce: arrivata a casetta dopo un ritorno apocalittico da Milano (ma qualcuno ci va in vacanza??) è bastato sbucciare, tagliare a pezzettini e giusto bollire due manciate abbondanti di grano saraceno.
Andiamo con ordine. L’avocado. Confesso: è una di quelle poche cose che compro non a chilometro zero e che adoro. A volte ci vuole pazienza (almeno in Italia, perché a Londra, ad esempio, era sempre maturo al punto giusto): lo acquisti che è duro come un sasso e devi dimenticarti della sua esistenza per una settimana. E poi diventa perfetto. Da tagliare a piccoli pezzetti o ridurre in crema: per la sottoscritta il massimo è avocado, lime, coriandolo, cipollotto, sale e olio poco, poco, tipo guacamole, Alice invece adora la combinazione avocado e tonno frullato, sempre con goccia di olio limone. Dimenticavo: si diverte ad aggiungere il nocciolo alla sua collezione di palline. Ad ognuno le sue mani:-).
In alcuni paesi (vi cito di nuovo Gran Bretagna, ma anche in Asia) è utilizzato fin dai primi mesi dello svezzamento, perché è digeribile, si presta ad essere frullato sia con il dolce sia con il salato. In Italia invece difficile trovare bebè che assaggi avocado:-), per tutta una serie di ragioni (la più razionale mi pare non sottoporre il formato a frutta/verdure che vengono da lontano e non maturano perfetti a stagione nostra).
Il resto della ricetta. Tonno. Ingrediente che faccio fatica ormai ad acquistare fresco, pur piacendomi alla follia nella versione appena scottata o a crudo, per la cattura selvaggia che ci è stata negli ultimi anni. Ammetto di comprare ancora la versione scatoletta, ma facendo attenzione a come riempiono questa scatoletta. Greenpeace ci ha fatto una campagna di sensibilizzazione.
Infine il grano saraceno. Lo potete utilizzare sotto forma di crema fin dal sesto mese, perché è privo di glutine. Oppure provarlo sotto forma di chicchi (come farro o orzo) per zuppe o insalate fredde.
piesse: ma voi l’avocado come lo pulite?
La ricetta.
Ingredienti (per due)
100 gr di grano saraceno
1 avocado
1 scatola di tonno
olio EVO
scorza e succo di lime
cipolla rossa di tropea
eventuale coriandolo fresco
sale
Procedimento
Tagliate a pezzetti piccoli l’avocado (io semplicemente lo sbuccio, taglio a metà, tolgo il nocciolo interno), fate lo stesso con la cipolla. Schiacciate il tonno e aggiungete al resto. Condite con un cucchiaino di succo di lime e dell’olio EVO.
Sciacquate e poi bollite in acqua salata il grano saraceno, scolate e condite con olio EVO. Mescolate con il resto del condimento, unite anche la scorza di lime grattuggiata e il coriandolo a pezzetti. Prendete un coccapasta, riempite con il composto e impiattate.
Oggi è l’ultimo giorno ( e devo dire che l’aliciotta mi manca).
da miralda | 22 Lug 2010 | 24-36 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà
Può essere che una serie di circostanze, sommate e assemblate, facciano una mattonella. Prendiamo il mio caso. Mi chiedono un articolo con ricetta a base di cioccolato per l’autunno. E giù col cioccolato: bianco, fondant e au lait. Tutto ben sciolto. Troppo. Ci sarebbe la pupa (che in realtà non c’è), ormai impazzita per la menta. C’è Mr B., passato per caso in cucina. E poi lo yogurt, bianco e naturale che da noi non manca mai. Infine il fattore x: ossia non ti azzardare ad accendere il forno, che sei matta?? Ecco così nasce una mattonella.
La ricetta è di quelle in absentia, ossia fatta tra la montagna e la partenza della pupa per l’isola, che un momento alla sottoscritta manca moltissimoo e quello dopo, tipo giornata lavoro e relax serale aperitivo e film, si sente in euforia da troppa libertà (sono matta, ehe??).
Vediamo i fatti, quelli dell’altra settimana.
Mentre la sottoscritta impazziva dietro alla creazione al cioccolato, Mr B. si è gentilmente prestato ad assecondare le mie idee "qui non si butta nieeente".
L’ho armato di biscotti, tipo integrale al muesli, da pestare e impastare con il cioccolato (avete presente come si fa con biscotti e burro per la base del cheesecake?).
Per la felicità dell’adepta della menta ho mescolato yogurt e concentrato di menta naturale (scovato, 100% home made in Val Sarentino).
Lo yogurt ha presa una bella tinta verde sfumato, di quelle lievi, gentile da vedere.
Detto menta, Alice è corsa alla raccolta, veloce verso la mia povera piantina. "Ecco, mamma due foglioline". Chiamale due, qui il concentrato potrei farlo io stessa. Le foglie sono state gentilmente e molto delicatamente cacciate all’interno delle mie bottigliette da collezione nostalgica "succo di frutta" e il tutto poi selvaggiamente agitato.
E il resto della ricetta? Il mix di biscotti ai cereali e cioccolato è stato utilizzato come base negli stampini (schiacciate bene, mi raccomando, sempre come per il già nominato cheesecake), poi è stato disposto lo yogurt aromatizzato alla menta. Il tutto poi si passa in frigorifero o freezer (se volete una versione più iced) per un paio d’ore. Basta poi sgusciare dagli stampini (io ho utilizzato quelli in silicone), capovolgere, guarnire con foglie di menta fresca e scaglie di cioccolato).
Naturalmente con la presenza del cioccolato questo è un dolce per un formato di 24 mesi suonati (tipo l’aliciotta), potete però eliminarlo nella base e anche sottoporre a formato di 12 mesi e poco più.
Gli ingredienti (per tre mattonelle)
una decina di biscotti ai cereali
70 gr di cioccolato fondente sciolto a bagnomaria
200 gr di yogurt bianco naturale
1 cucchiaio abbondante di concentrato di menta
foglie di menta, scaglie di cioccolato