Fidanzati con peperoni confit, crumble di pane e pistacchi e pesto aromatico

Fidanzati ai peperoni confit, crumble di pane e pistacchi e pesto di erbe aromatiche

Il venerdì è diventato un giorno diverso. Un po’ speciale. C’è l’esercizio della gratitudine. Quello che mi fa rammentare le cinque cose per cui dire grazie quella settimana. Mi aiuta a non dare nulla per scontato ma soprattutto a volere bene alla mia vita, riconciliandomi con la mia insoddisfazione cronica. E c’è il pranzo, non più veloce e consumato davanti allo schermo del Mac perché torna a casa Alice. Quindi cucino. Un esempio? I fidanzati con peperoni confit, un crumble di pane e pistacchi e un pesto messo insieme inserendo nel mortaio erbe aromatiche del terrazzo in ordine sparso.

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Una volta a Karpathos, sempre a Karpathos

Il paesaggio è arido, quasi arso dal sole e sferzato dal vento che soffia implacabile sul mare punteggiato dalle vele colorate dei windsurf. Siamo appena scesi dal piccolo aereo che ci ha trasportati in poco meno di un’ora dal fascino medioevale e cosmopolita di Rodi alla solitudine fuori dal tempo di Karphatos. La prima impressione non è di incanto. E mai impressione si rivelerà più lontana dalla realtà. Perché una volta a Karpathos, sempre a Karphatos. Almeno col cuore.

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Insalata ai frutti di bosco, funghi e tofu grigliato

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Mettici una settimana senza pupi. Lui ed io. Cene a bordo lago, apericena con amici al seguito, lume di candela sulla terrazza di casa. E il resto? Beh lavoro in tutta solitudine a rincorrere nuovi progetti, con la cucina però praticamente chiusa. Se non fosse per le insalate da sperimentare sola soletta a pranzo. Che io adoro, soprattutto quando il caldo sale. L’insalata ideale?  Una combinazione perfetta di agrodolce, nota aromatica, croccantezza e profumo di stagione. Et voilà il proprio Lui, uhm, insalata perfetta a base di frutti di bosco, funghi, pomodori neri, mandorle e tufo grigliato.

Oggi che è lunedì e la pupa grande è tornata, pare che i giorni siano volati. E’ stato emozionante rivedere Alice dopo una intera settimana trascorsa in montagna con la scuola. Come se soli sette giorni potessero già trasformare i tratti e la luce e riconsegnarmi un’Alice diversa. Molto simile a me, ma già così lei verso il suo volo.

Fra una manciata di giorni recuperati gli altri due pupi al mare, si parte. Grecia, di nuovo, perché lì nuove isole è uguale nuovo viaggio.

Ritorniamo all’insalata. Che ho mangiato in religioso silenzio dopo aver fatto le foto venerdì e ho riproposto sabato sera per la cenetta Lui ed io, abbinata a un risottino ai mirtilli, funghi e timo limonato.

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In un angolo della terrazza quest’anno ho sistemato tre bei vasoni per ospitare pomodori, fragole e insalate… Non avendo un orto vero e proprio mi sono dovuta contenere e ho scelto pomodori un po’ particolari. Come quelli neri, che sono finiti nell’insalata di oggi.

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Ultimamente capita spesso che l’insalata sia per me una combinazione di verdura e… frutta. Con le fragole ma anche i lamponi o le arance preparo il condimento stesso, oltre ad aggiungerle a pezzetti.

Un altro particolare che amo molto è l’aggiunta delle erbe aromatiche (anche queste in abbondanza sulla terrazza:-)): non solo basilico ma anche timo, limoncina, finocchietto selvatico, aneto…

E poi la croccantezza: frutta secca, semi o pane secco a dadini.
Infine il tofu: in versione completamente veglie ho sostituito il formaggio che a volte unisco con del tofu, che si presta bene anche ad essere grigliato con un filo leggero di olio aromatico (limone, basilico etc…).

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La ricetta (per due)

  • 250 g di insalata mista (per me misticanza mista con rucola, vieta rossa e soncino)
  • 100 g di tofu
  • 50 g di funghi tipo champignon
  • 50 g di lamponi
  • 50 g di more
  • 50 g di mirtilli
  • una manciata di mandorle
  • qualche pomodorino (per me nero)
  • olio extravergine d’oliva
  • fluer de sel (per me aromatizzato alla vaniglia)
  • due fette di pane tipo pugliese o ai cereali a grano duro
  • erbe aromatiche: per me timo limonato, timo e basilico greco

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Come si fa

Per prima cosa lava l’insalata e lasciala asciugare in un panno da cucina senza strizzarla o altro. Affetta a lamine sottile i funghi dopo averli puliti e lavati. Ricava dal tofu dei cubetti, ungili leggermente di olio (per me al limone) e falli grigliare per un minuto per lato. Quindi recuperali e mettili da parte.

Tosta leggermente anche le fette di pane e mettile da parte.
Lava i pomodorini e i frutti di bosco.
Ora prepara la citronette di lamponi: frulla 5-6 lamponi con 3-4 cucchiai di olio Evo, un pizzico di sale (per me alla vaniglia) e due o tre foglioline di timo limonato e basilico (per me greco).

Assembla i vari ingredienti: l’insalata, i frutti di bosco, i funghi a lamelle sottili, le erbe aromatiche a foglioline, i pomodorini (se sono piccoli lasciali interi), il tufo e qualche mandorla (lasciane un paio da parte). Mescola e condisci con la citronette ai lamponi e un paio di mandorle grattugiate. Servi l’insalata su una fetta di pane tostato.

Riso selvaggio, fragole e asparagi bianchi

Riso selvaggio

Riso selvaggio e fragole

Una giornata tutta mia. O quasi. Con la casa silenziosa e il lavoro a farmi compagnia. E poi il pranzo, meno veloce del solito, ma già un investimento per la cena della sera: preparato con le note sul fondo a riempire la cucina. Riso selvaggio e basmati, citronette di fragole, asparagi a nastro, mandorle e feta. La foto è arrivata veloce, giusto un attimo senza anemone prendere la reflex, prima di affondare la forchetta.

Lo so, se dico che è un giugno strano, la maggior parte pensa all’estate procrastinata all’anno prossimo. O così ora pare, se luglio non arriva come un cavalier servente a salvarci. Forza luglio, io tifo per te:-)

In realtà per me è un giugno che sa di cambiamenti, come solo un settembre o un gennaio possono essere. C’è l’unno dall’espressione da piccola peste e faccia d’angelo insieme che a breve comincia l’asilo, giusto un assaggio in vista di settembre: e la sottoscritta un po’ fa la sola (finalmente quelle giornate lunghe per lavorare senza pensieri) e un po’ continua a dirsi “che forse potevamo aspettare” (perché il piccoletto sarà nel gruppo dei grandi un anno prima…). C’è l’Aliciotta che, capo due settimane, per la prima volta parte in vacanza, da sola (sì, beh con la scuola, in montagna, però cuore di mamma si sta rendendo conto ora di aver detto sì). C’è la farfalla di casa che è sempre più farfalla: meno male che qualcuno vive leggero!

Ci sono io con tanti di quei pensieri irrequieti in testa, di progetti e possibili progetti che vi prego fatemi scendere o almeno accendiamo la luce così vedo più chiaramente:-).

C’è Miss Cia travolta da un pupetto meraviglia di un mese o poco più.

La cucina. Ieri ho deciso di utilizzare buona parte degli asparagi bianchi arrivati giorni fa. Pensavo di andare molto veloce per il pranzo ma loro (gli asparagi) mi guardano con quell’espressione ora o mai più.

Riso selvaggio

Già qualche settimana fa avevo sperimentato la combinazione di fragole e asparagi bianchi in un risotto, di quelli da mescolare a lungo. E poi con il cous cous, in bicchierini da fingerfood per un pranzo domenicale con nonno al seguito.
Ieri l’idea iniziale era di provarci un’insalata, io adoro mescolare frutta di stagione a lattuga&co. Poi ho trovato in dispensa una porzione abbondante di riso selvaggio e cambiato rotta. Ne è venuta fuori una sorta di insalata tiepida dalle note profumate con pezzi di feta a stemperare il dolce della citronette di fragole.

Un piatto da “sono single a pranzo” ma anche ci “sfamo” la famiglia questa sera. L’idea in più? Prendete delle foglie di lattuga e riempitele come fossero tante barchette con il riso, finite con i festoni di asparagi magari infilati in stuzzicadenti a dare fiato ai piccoli velieri.

La ricetta

Ingredienti (per uno)

  • 80 g di riso selvaggio e basmati
  • 3 asparagi bianchi
  • 100 g di fragole (io ho utilizzato fragole del Trentino, perfette anche le Candonga)
  • 50 g di feta greca
  • 30 g di mandorle a fette
  • timo limonato
  • basilico
  • olio extravergine d’oliva
  • sale e sale alla vaniglia

Come si fa

Lava gli asparagi, taglia la parte finale più dura e utilizzala per preparare un brodo vegetale leggero (basta far bollire i gambi per circa 15 minuti). Taglia il resto degli asparagi a nastro aiutandoti con una mandolina giapponese o un coltello a lama fine: falli cuocere in una padella con un cucchiaio di olio a fuoco lento fino a quando si ammorbidiscono, aggiungi un paio di cucchiai di acqua tiepida o brodo se necessario, profuma con un paio di foglioline di timo e sala. Sciacqua il riso in acqua fredda e fallo cucinare nel brodo vegetale (dopo aver eliminato i gambi). Aggiusta di sale.

Ora la citronette. Frulla un paio di fragole con due cucchiai di olio, un pizzico di sale alla vaniglia (o semplice sale e vaniglia in polvere) e due foglie di basilico (io avevo del basilico greco e ho utilizzato quello). Affetta il resto delle fragole sottilmente.
Scola il riso, condiscilo con un cucchiaino di olio, la feta sbriciolata, il timo il basilico tagliuzzati, le fragole a fettine. Mescola. Disponi sul piatto il riso, aggiungi gli asparagi a nastro, decora con la citronette rosso fragola e servi.

Strozzapreti primavera: fave, piselli e asparagi selvatici

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Non so bene dove si sia cacciata la primavera, probabilmente ha deciso di farsi un giro da qualche altra parte. O forse è proprio primavera in quell’essere sospesi su un’altalena di grigio e azzurro, una mezza stagione che si vorrebbe sempre più simile all’estate. Sul banco “verdurifero” però non ci sono dubbi, tanto che nell’ultimo giro al mercato ho fatto incetta di bacelli  per un piatto di strozzapreti “risottati” con fave, piselli, asparagi selvatici e … fiori.

E’ impossibile per la sottoscritta resistere a primavera ai bacelli freschi tanto più che qui da noi vige il rito della sgranatura. Perché adoro il gusto di piselli e fave freschi (e questi strozzapreti primavera erano veramente notevoli tanto più che ho scelto di risottarli) ma non altrettanto la sgranatura a meno che non ci si faccia dare una mano da aiutanti valorosi. Negli anni ne ho collezionati ben tre.

L’ultimo certo, poco meno di un metro, assomiglia più a un tornado unno che a un piccolo chef. Ovvio, lui ce la mette tutta. Prendiamo fave e piselli: si è issato sulla sedia e ha cominciato a servirsi di mani, denti e bocca per la sgranatura (devo dire stile unico, mai visto con le pupe). E una volta riuscito nell’impresa, non si accontentato di riempire scodelle e tuffare mani ma ha cominciato a bersagliare la cucina di destri e sinistri senza racchetta.

Fava, pisello e ancora fava. Ed è stato lì che mi sono chiesta se dopotutto sia valsa la pena avere un aiutante:-).

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L’orticello sul mio terrazzo non ha invece alcun dubbio sulla primavera: pomodori, fragole, insalatina sono un chiaro invito a farsi da parte all’inverno, mentre l’angolo “erbe aromatiche” è un trionfo di verde e fiori. Sì, fiori color violetto  di erba cipollina, da far invidia a rose e tulipani.

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Impossibile resistere a infilarli in cucina, dopotutto col loro vago sentore di cipolla e aglio ben si sposano qui e là. Ieri, ad esempio, hanno decorato dei bicchierini fingerfood molto veloci, con asparagi bianchi a nastro, fragole a dadini e la loro citronette, mandorle e pane croccante.

Oggi sono finiti anche negli strozzapreti. Tagliuzzati qui e là prima di servire il piatto.

“Risottare” la pasta è ormai diventata quasi un’abitudine che esercito con piacere: spesso la preparo con risoni o ditalini mantecando alla fine con del formaggio fresco: è veloce e pratico, ai bambini piace molto.

Avevo dei dubbi sugli strozzapreti, un formato molto più grosso e consistente, in realtà il brodo di cottura di fave e piselli ha compiuto il suo miracolo consegnando un piatto verde primavera, con tanti legumi,

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La ricetta. Per 4-5.

Ingredienti

  • 300 g di strozzapreti freschi
  • 1 kg di bacelli di piselli (circa 200 g di piselli)
  • una decina di asparagi selvatici
  • 800 g di bacelli di fave (per avere circa 100-150 g di fave)
  • cipollotto
  • mandorle in granella
  • parmigiano Reggiano a scaglie
  • sale
  • olio extravergine d’oliva
  • scorza di limone
  • erbe aromatiche (per me timo ed erba cipollina in fiori)

 

Come si fa

Prima fase. Sgranatura di piselli e fave: premi leggermente lungo il macello con pollice e indice e apri delicatamente. Ricordati che una volta sgranati puoi anche scegliere di fare scorta: basta congelarli. Una volta sgranati e lavati, cucina i piselli e le fave: io ho deciso di bollirli per poter poi utilizzare il brodo per la cottura della pasta. Possono però anche essere cotti al vapore (circa 10-15 minuti). Per la bollitura non li ho portati del tutto a cottura per poter poi termine mentre risottavo la pasta.  Recupera i legumi, elimina la pellicina esterna delle fave.
Sciacqua gli asparagi, elimina la parte più dura (che ho buttato nell’acqua di cottura dei legumi) e tagliali in due o tre pezzi (quelli selvatici sono molto fini potresti addirittura tenerli interi)

Fai appassire qualche fettina di cipollotto con due cucchiai di olio EVO, aggiungi gli asparagi. Mescola e lascia cuocere con qualche cucchiaio di brodo di cottura per qualche minuto. Unisci quindi la pasta, bagnala con il brodo vegetale e aggiungi anche i legumi. Continua a mescolare e aggiungere brodo all’occorrenza. Aggiusta di sale.

Profuma a fine cottura con poca scorza di limone e qualche fogliolina di timo, decora il piatto con della granella di mandorle, scaglie di Parmigiano e i fiori (se disponibili) di erba cipollina. Buona primavera nel piatto!