Crema di zucca e chips di patate dolci

L’ho risentita ieri, perfetta per questi giorni che profumano di autunno e foglie secche, colorati dall’arancione delle zucche. Note che portano indietro negli anni, note fra le mie preferite, ascoltate con Lui e la pupa qui. Ecco, se dovessi scegliere la colonna sonora per la ricetta di oggi, beh sarebbe ispirata alle parole di Prévert, cantate da Edith Piaf. 
Le foglie dell’autunno, in sottofondo, e voi lì a coccolare e coccolarvi con una di quelle zuppe classiche e superclassiche della categoria comfort food, accompagnata da fettine sottilissime di patate dolci, profumate di rosmarino.

Io adoro la zucca e questa ormai non è una novità. Alice altrettanto come credo la quasi totalità dei bambini: perfetta quindi per i primi assaggi, probabilmente per via di quel sapore dolce e vellutato.

Di zucche e zucche ne ho detto spesso e qui e qui, sono ancora in estasi per una hokkaido mangiata l’anno passato (e la missione delle prossime settimane è di sicuro procurarmene almeno un paio). 

In attesa della caccia al tesoro, il nonno dell’Aliciotta ci ha portato dal Veneto un paio di zucche nostrane e una quantità considerevole di patate dolci. L’abitudine nella famiglia paterna è di bollire le patate dolci e poi mangiarle come sorta di dolce al cucchiaio. Io ho sovvertito un pochetto la regola (ma va, direbbe qualcuno:-)) e le ho utilizzate per il primo piatto. 

In realtà non è la prima volta, ma di solito le aggiungo negli stufati oppure per la crosticina del pie alle patate. Qui invece ho deciso di farne delle vere e proprie patatine, ma di quelle delicate, affettate sottili sottili e rese croccanti dalla cottura in forno. Ho aggiunto giusto degli aghi di rosmarino, un pizzico di sale e una spennellatura di olio EVO.


Il risultato? Entusiasmante e di sicuro entrerà nella mia list da fingerfood per i prossimi aperitivi con pupa al seguito a casa, casetta. La pupa, che non ha una grande passione per patatine&co (vi pare impossibile? giuro!) ne ha mangiate una dopo l’altra,  senza naturalmente aspettare l’arrivo della vellutata.

Va beh, consiglio per la notte delle streghe. Stasera caso mai aveste anche voi una zucca che vi avanza provate la nostra ricetta dopo aver infornato i pupi-fantasmini. 

 

La ricetta. Per i pupi più piccoli (9-12 mesi) niente chips, cuocete la patata dolce al vapore con la zucca e frullate tutto insieme.
Quella di seguito è pensata anche per mamma&papà.

 

Ingredienti (per 3)

1 zucca mantovana o butternut (circa 500-700 g)

2 patate dolci
1 patata

cipollotto

olio EVO

rosmarino

sale, un pizzico di cannella

parmigiano reggiano
alloro

 

Procedimento

Affettate sottilmente il cipollotto, fate stufare in pentola con un cucchiaio di olio EVO. Pelate le patate e pulite la zucca. Tagliate tutto a tocchetti e aggiungete in pentola con una foglia di alloro (che poi eliminate). Mescolate e aggiungete brodo vegetale (o semplice acqua tiepida) e fate cuocere fino a quando le verdure si ammorbidiscono. Quindi passate tutto, aggiustando di sale (dopo i 12 mesi).

Nel frattempo preparate le chips. Pelate le patate dolci e affettatele sottili sottili, ad esempio con una mandolina o un pelapatate. Posizionatele su carta da forno, spennellate con olio, aggiungete degli aghi di rosmarino e un pizzico di sale. Fate cuocere in forno per 30 minuti circa a 175°. 

Servite la vellutata con le chips di patate dolci.

 

 

Il Cucchiaino! Dal 3 novembre.

 

Il blog è il blog, ma  niente può essere paragonabile alla carta, quella stampata. Perché è come se tutto quello che fino a quel momento era virtuale, quasi fosse solo nella tua testa, all’improvviso diventasse vero. Ho sempre avuto una devozione incondizionata per i libri, fin da quando obbligavo la mia mamma a letture lunghissime prima di dormire perché non conoscevo l’ABC. E per quanto adori scorrere le pagine in rete, toccare lo schermo del mio iPad con dieci pagine diverse aperte davanti, niente per me è paragonabile al fascino della carta. Ieri ho ricevuto la prima copia del mio (dire mio, mi sa ancora di strano:-)) libro e ho cominciato a sorridere, incantata. Direi felice.

Lo so, ci sarà la paura, quella che non possa piacere quanto piace a me, a noi che ci abbiamo lavorato, il terrore di trovarci un errore orribilis, ma sono convinta di aver comunicato, fra quelle pagine, quello che sentivo nella mente. Sia con le parole sia con le ricette, sia con l’interpretazione fotografica e illustrativa di Miss Cia sia con il lavoro grafico del webguru, alias Edoardo. Ecco perché sono felice. Rileggo le parole, quelle dell’introduzione, quelle dedicate ad Alice e so che era esattamente quello che direi anche se passassero dieci anni in un botto solo. 

Comunque, questo post è soprattutto per dirvi che il libro esce settimana prossima, per l’esattezza il 3 novembre in libreria. Titolo: Il Cucchiaino. Ebbene, sì da quella data potrete dirmi la vostra:-).
Nel frattempo, cover scomposta a parte, oggi si tratta di raccontarvi qualcosa attorno al libro, una sorta di backstage indentikit in versione Cucchiaino.

Il Cucchiaino / 3 novembre 2011. (uhm, questo l’avevo già detto:-)).

1) Sono fatto così!

213 pagine, 7 capitoli. Editore Gallucci

Il primo introduttivo su svezzamento, ingredienti, metodi di cottura etc… 

A seguire gli altri suddivisi in momenti, che sono sia temporali ma soprattutto di sensazione, scoperta e condivisione. Ci sono la prima pappa, le stagioni, cominciando dalla primavera, dove tutto è iniziato, le feste e i pic nic, i piatti del cuore e quelli dei lettori. E poi il calendario-armadio, da ritagliare, per lo svezzamento e un gioco-illustrazione da fare col proprio pupo per ogni capitolo.

Un assaggio? Qualche foto in primavera e poi d’estate…

e quando abbiamo giocato con le foglie nel parco.

Vi ho mai detto che adoro pestacchiare le foglie scricchiolanti?

e soprattutto giocare a nascondino!

Ovviamente per ogni stagione, in progressione di mesi, ci sono le ricette (oltre un centinaio), tutte fotografate, debitamente sdoppiate anche per mamma&papà. Della serie, non è che ci siamo solo divertite:-).

 

2) Cucina, chiacchiera, sente gente (per lo più virtuale, aihmè:-))

Qualcuno me l’ha chiesto. Ma come crei le ricette? E la fotografia, come avviene? e poi mangiate e rimangiate?

Le ricette nascono dalla mia mente troppa irrequieta, e da quando poi scrivo di cucina non solo per il blog ma anche per altre riviste web e cartacee faccio fatica a stare dietro a quello che la mente partorisce. E perdo le fila:-). Che vengono regolarmente ordinate da Miss Cia con un calendario e un refresh via mail. 

Buona parte delle foto del blog (eccetto ovviamente quelle on the road e qualche ricetta qua e là) sono scattate da Miss Cia e sue sono quelle del libro (eccetto, forse due casi due:-)).

Allora riassumendo: la mia mente pasticcia, metto su tastiera le idee, sperimento con Lui e la pupa, ne parlo a Miss Cia (che impazzisce), ci troviamo, io cucino, insieme discutiamo lo styling del piatto e poi lei fotografa e assaggia. E spesso ricavo dalle ricette fotografate delle splendide cene pronte per pranzo. 

A proposito questo è il luogo. E beh sì, il grembiule a volte me lo dimentico.

E i miei strumenti. Mr KAid e Mac, entrambi virano sul bianco.

E le foto? Tavolino bianco, pannelli, Canon e un sacco di luce naturale del mio terrazzo:-). Uhm, e questo è il disordine ordinato che regna in cucina.

3) Il libro non è però solo testo e fotografia, e no, ci sono pure i disegni della matita di Miss Cia e la grafica del webguru. E la pazienza di Ada e i giri, e rigiri di bozze.

Spesso, anzi forse quasi sempre, per me la ricetta è anche racconto, c’è una storia, un particolare i vita quotidiana. Miss Cia ha la sorprendente capacità di prendere le mie parole, a volte arruffate, e animarle col disegno nel piatto. 

Ecco perché questo è un libro unico, ma proprio unico. Lo capirete scorrendo qualche pagina. 

E Miss Cia ha sviluppato, colpa della sottoscritta?, una vera mania per i cucchiaini. Ci si specchia manco fosse in una favola. 

E gli oggetti non sono più quello che sembravano. 

Col libro abbiamo fotografato parte delle ricette un anno fa, io ho scritto i testi per una prima bozza a inizio anno, e poi è intervenuto il webguru, che fa il grafico a impaginare. Nel frattempo ho lavorato e rilavorato sui testi con la mia editor, Ada, ossia la persona più paziente che avessi mai incontrato. Quindi piccolo stallo, ricerca del pediatra che ha rivisto e scritto la prefazione, giro finale, di nuovo giro finale, nuova cover e wow chiusura!

4) Prove e pasticci!

Si sa, non sempre tutto riesce al primo colpo. Come nel caso della copertina. Ecco queste sono tre prove che non vedrete pubblicate! Anche perché alla fine abbiamo avuto bisogno di una pupa veramente bebè, e beh grazie Anna!

E tentativi di stare seria con la pupa. Non pervenuti.

Pasticci? Tanti, soprattutto quando c’è la pupa che gira attorno al set fotografico.

 

 

5) Qualche informazione pratica

Lo voglio, come faccio? Vai in libreria dal 3 novembre, chiedi "Il Cucchiaino, Ricette per bambini dallo svezzamento ai primi anni, buone anche per mamma e papà" di Miralda Colombo, Gallucci Editore, e goditi la lettura e la sperimentazione. 

Ma quanto costa? 24 euro tondi tondi, per 213 pagine, centinaia di ricette fotografate, e un sacco di chiacchiere dove credo ti possa riconoscere pure tu!

Prima o poi ci incontriamo? Io spero proprio ma proprio di sì. In questo momento ci sono già due presentazioni in agenda, e una dovrebbe aggiungersi. Come dire appena tutto è definito vi faccio sapere che a me farebbe un gran piacere che non fosse tutto solo virtuale. 

Per il momento grazie, trovate qui la scheda del libro e fra qualche giorno un paio di pagine da sbirciare, ovviamente aspetto i primi commenti dal 3 novembre, compresi "non mi è piaciuto per niente!". 

 

I pupi fantasmini, so sweet:-)

Questo sarà un post direi quasi, quasi telegrafico, nel senso che sono qui alla tastiera ma fra dieci minuti dieci devo essere là, pronta a recuperare la pupa per il gioco alla danza settimanale. Però è quasi Halloween, o almeno me lo hanno ricordato sempre da là, dall’asilo, le decorazioni e l’avviso "Festa". Ammetto di non essere un’amante della ricorrenza suddetta, non amo l’aspetto "terrificanteee" e a volte un pochetto trash (non uccidetemi:-)), quindi a casa nostra niente budella squartate, cimiteri o ragni che si arrampicano, of course per finta. Ho preferito affidarmi a piccoli fantasmini arancio zucca, che somigliano molto ai pupi che crea Miss Cia.  

Almeno nella faccetta e in quelle forme semplici e incantate. La base è di zucca, farina, uova, mandorle a granella, zucchero, giusto poi della glassa per dare forma al viso e una punta di marzapane viola per gli occhietti curiosi. 

Questi sono fantasmini che raccontano delle gocce di pioggia che cadono oggi, che cantano vicino al nido, pupi anche loro proprio come quel bimbo che li osserva stupito:-).

Un paio sono finiti nella bento box dell’Aliciotta, perfetti per questo pomeriggio di fine ottobre, dove la massima aspirazione (almeno la mia!) sarebbe solo di farsi coccolare.

 

La ricetta, che vado di fretta! Prendete 150 g di farina 00, 50 g di fecola, 100 g di polpa i zucca lessata e schiacciata per bene, 100 g di burro, 1 tuorlo e 90 g di zucchero, una manciata di granella di mandorle. Impastate tutto con cura, fino a ottenere una palla che mettete 30 minuti circa in frigo a riposare. Riprendete, stendete e ritagliate, magari proprio a pupo goccia. Cuocete in forno caldo a 175° per 15 minuti circa.

Preparate la glassa con 70 g di zucchero a velo, un cucchiaino di acqua e una goccia di succo di limone. Mescolate e date forma alla faccetta. Con del marzapane viola o del semplice colorante viola da aggiungere alla glassa disegnate i due occhietti. 

La polentina col nastro rosa

Questa settimana mi è sfuggiata fra le dita con la chiara sensazione, lunedì, che i quattro giorni che mi separavano dal venerdì fossero troppo pochi per riuscire a incastrare tutto. Però oggi è venerdì, c’è questa giornata che calza come un vestito su misura, almeno al mio stato mentale, e uno smalto blu Cina che fa tic tic sulla tastiera, reduce dal matrimonio di amici di ieri.

E il pensiero che c’era qualcosa di importante da ricordare e l’idea che dopotutto farlo in ritardo è sempre meglio che non farlo. Ecco allora spuntare la polentina tinta di viola col nastro rosa.

 

Il nastro rosa è quello della campagna di prevenzione al tumore alla mammella della Lega Italiana Lotta Contro i Tumori, che anima col suo nastro rosa tutto il mese di ottobre. Di solito il giorno dedicato dai blog alla campagna è il 18 ottobre… Il Cucchiaino quindi si accoda con un po’ di ritardo.

E’ una ricetta di memoria e scoperta. La memoria si riferisce alla farina di mais bianca per la polenta, tipica del Veneto, preparazione abituale e amata nella famiglia del papà della pupa. E da me scoperta qualche anno fa. Caratteristiche? Beh, bianca come il latte e molto delicata.

Per l’occasione si è tinta di viola lillà grazie alla magia di un brodo preparato con carote viola, appena scovate al banco "verdurifero". In realtà le conoscevo, ma mai trovate in Italia. Felice del loro arrivo:-).

 

Ovvio che la ricetta facile, facile e semplice negli ingredienti è perfetta per il bebè, quello di inizio svezzamento (già dai sette mesi per intenderci), sostituite solo il formaggio latteria con un cucchiaino di parmigiano reggiano ed eliminate il sale. Per le quantità dividete quelle indicate sotto per 4-5 per avere una porzione per bebè. 

Ingredienti (per tre cocottine)

200 g di farina di mais bianca

3 carote viola
1 patata

100 g di formaggio tipo latteria (o semplice parmigiano)

eventuale tocchetto di burro e sale (dopo i 12 mesi)

 

Procedimento

Preparate il brodo: mettete a bollire tre carote raschiate e pulite e una patata pelata e a tocchetti in circa 2 litri di acqua. Fate cuocere per una mezz’ora abbondante. Preparate la polenta: eliminate dal brodo le verdure (che potete frullare e servire a parte) e usate l’acqua per cuocere la farina di mais (mescolate bene con una frusta per evitare grumi). Una volta pronta trasferite la polenta (aggiustate eventualmente di sale) in tre cocotte da forno, infilate all’interno del formaggio a pezzetti o semplice parmigiano e passate in forno per cinque minuti. Servite.