da miralda | 16 Ott 2012 | Happy Birthday!, Lil Loves!
Ho sempre adorato quando il mio compleanno cominciava il 10 e andava avanti in feste, incontri e aperitivi con le varie amiche per settimane. Capitava un sceolo fa. O quasi. Direi che Alice è sulla buona strada. Prima la candelina del mattino, a colazione, poi quella all’asilo con gli amici, e via quella della sera tra di noi. E infine il 5 lampeggiante e trattenuto nella mano domenica, con un po’ di paura.
Oggi la domanda: "Mamma, ma quando compio 6 anni?":-). E io, che mi sto ancora riprendendo dall’aver sfornato 42 cupcakes, ho detto tutta soddisfatta: "Fra un anno o quasi!".
Mi piace organizzare feste, mi piace creare e fare in modo che tutto abbia un senso. Un colore, una parola, un filo che unisca ogni cosa. Adora la gioia sulle labbre di chi amo.
Sono cinque. E sono stati gli anni di Alice. Della mia che, oltre al nome, ha in comune con quella delle Meraviglie un carattere vivave e un’indole curiosa e molto determinata.
Ho deciso quindi che sarebbe stata l’altra Alice a dettare temi e modi. E mi sono lanciata nell’idea.
Per gli amici dell’asilo ho chiesto a Miss Cia di creare un disegno speciale, ispirato al tè nel bosco, beh sì quello col Cappellaio matto, la lepre etc… Adoro quell’episodio della storia di Carroll, e ho sempre trovato un’idea geniale di organizzare 364 giorni di non compleanno all’anno. Alla fine è "Sempre l’ora del tè, e negli intervalli non abbiamo tempo di lavare le tazze".
Il disegno, arrotolato intorno a un pastello, è stato un regalo cheap&chic, perfetto, perfetto.
Poi c’è stata la torta di compleanno. Anzi le cupcakes di compleanno. Una quarantina circa per le quali Lui credo mi avrebbe potuto uccidere o almeno l’ha pensato quando ho detto "Forse ho esagerato…". Vi dico solo che sabato pomeriggio c’erano cupcakes in ogni dove della cucina. E la sottoscritta, armata di pennellino, colla di glassa e zuccheri colorati a creare. Vero relax. Perché ero sola e mi sembrava di essere a mezza strada tra la cucina e lo studio di un artista.
Per la festa ho deciso infatti per tante tortine da posizionare su un’alzata bianca: a ricordare il paese delle Meraviglie tre citazioni violette, scelte dalla sottoscritta per un augurio speciale all’Alice di casa.
Sulle cupcakes tante bandierine "Mangiami!". Rigorosamente homemade con stuzzicadenti e nastro adesivo su due lati. Trovate il pdf allegato sotto!
Per le cupcakes ho scelto una glassa semplice dopo aver sperimentato nei giorni prima con burro e philadelphia. Ho trovato i frosting (o cremine) americani un po’ troppo pesanti e ho optato alla fine per acqua e zucchero e succo di limone. Come dire, al mio solito. Però colorata con il succo di lampone o di mirtillo e una goccia di colorante alimentare rosso. E in alcuni arricchita con crema chantilly (panna fresca montata e zucchero a velo).
Per ottimizzare la risorsa tempo, già ridotta a niente, ho utilizzato la stessa base dei cupcakes per creare dei dolcetti sullo stecco. Le forme? Pesciolini, conchiglie e stelle marine. Dopotutto Alice è una creatura marina.
Mi sono aiutata con un pennello alimentare per la decorazione a base di zuccheri colorati e sfere brillanti.
Li ho lasciati asciugare tutta la notte e il giorno dopo li ho imbustati.
Infine le cupcakes. Per la base ho alleggerito la ricetta tradizionale di burro e zucchero, tenendo una proporzione di circa 50 g di burro per ogni uovo usato. E unendo all’impasto del latte aromatizzato con scorza di limone e stecca di vaniglia.
Gli ingredienti per 40 cupackes: 600 g di farina 00, 200 g di maizena, 10 uova, 400 g di zucchero, 300 ml di latte aromatizzato con scorza di limone e pezzetto di vaniglia, 500 g di burro, 2 bustine di lievito.
Il procedimento: lavorare il burro con lo zucchero fino a ottenere un composto cremoso, aggiungere le uova una per una, amalgamando ogni volta, unire farina e maizena stemperate col lievito un po’ alla volta alternando col latte, fino ad avere un impasto morbido ma non troppo liquido.
Riempire i pirottini di carta e cuocere a 175° per 20 minuti circa.
E tutte le cupcakes sono state finite con un lampone scuro della Val Martello (provateli, in questa stagione sono deliziosi!).
Infine il 5, e tutta una serie di desideri che la pupa ha messo insieme. Senza svelarli a nessuno, "perché mamma i desideri non si dicono, sono un segreto":-).
da miralda | 11 Ott 2012 | 18-24 mesi, Happy Birthday!, Li'l spoon in London
Ci stanno tutti in una mano. Gli anni ma anche i momenti. I ricordi speciali, i profumi e le immagini che sfiorano delicate, a volte intense, le mie dita.
Sono cinque e ci stanno in una mano. Il pensiero, di mia figlia, della bambina che è, mi commuove. Si muove vivace, il suo passo corre intorno a me. E dissolve veloce la fatica, i giorni lunghi. Il grigio e la monotonia.
Sono cinque e a chiudere la mano sento quasi che potrei trattenerli. Se avessi la capacità di fermarmi, trattenerli e ricordare come vorrei saper fare. Per sempre sarebbe un secondo, il tempo un secondo. E quel secondo avrebbe la possibilità di stare in una mano.
Un compleanno è sempre un momento speciale. Per rendere qualcuno felice, per ripensare e ripartire. Per contemplare i giorni e stupirsi di tanta bellezza. A volte faticosa, a volte sfuggita perché tu sei tu e a volte ti manca la solitudine, il silenzio.
Ieri eravamo in auto, Alice ed io. Ci siamo guardate stupite, forse anche lei, pensando ad oggi. Che sono cinque gli anni, e in mezzo fra le dita ci sta un mondo.
Quello che ha vissuto e imparato. Quello che ha scoperto e amato. Il suo nome che ora scrive dalla A alla E, ultimamente sempre accompagnato da quello della sorella. Il leone e la zebra, durante un viaggio. La differenza fra cipolla e cipollotto. Le uova, che ora apre e sguscia. Il tuffo in acqua alta, il mio profumo.
Il mondo delle meraviglie che in realtà non è uno ma sono tanti, per ogni storia che ci inventiamo. Il sorriso di papà da conquistare con un cenno. L’alfabeto da stendere con una canzone. La mongolfiera di Pippi e i pop corn al cinema.
I fiocchi di neve, la stagione dei cocomeri e quella dei cachi, la passione per i pomdorini e il cioccolato scuro. Le coccole del mattino e la mia faccia quando mi arrabbio. Il picnic sull’erba e l’ora dell’aperitivo. Il posto delle fragoline e la luce sull’isola. Le impronte sulla sabbia e il bau bau del cane del vicino.
Ci sono dei mondi nel cinque che sta in una mano.
Ha spento la prima candelina stamattina: occhi chiusi, cupcake sul tavolo e la mia voce stonata che canticchiava. Esprimi il desiderio, Alice! Il primo della giornata. "Mamma, tu che desiderio esprimi di solito?".
Poi c’è stata la candelina all’asilo, doppia. E poi ci sarà quella di stasera, noi quattro insieme. E ci sarà quella di domenica, con gli amici, ancora da vivere, ancora da raccontare.
Per il momento ecco la ricetta della torta di oggi: semplice, variazione al latticello di una base abbastanza classica.
piesse: per la cupcake ci rivediamo dopo la festa di domenica:-)
Ingredienti (per 20 bambini di una classe di grandi)
300 g di farina 00
200 g di maizena
4 uova + 2 tuorli
180 g di burro
300 ml di latticello (oppure latte scremato + yogurt magro + un cucchiaino di succo di limone)
200 g di zucchero
1 bustina di lievito
zucchero a velo e cacao amaro
Procedimento
Lavorate il burro con lo zucchero fino a ottenere un composto morbido e montato. Aggiungete le uova una alla volta amalgamando per bene. Quindi il latticello. Stemperate insieme farina e maizena con il lievito, e unite al resto, mescolando con cura.
Prendete una teglia da 24 cm, unta di burro, e trasferite l’impasto. Cuocete in forno caldo a 185° per 30 minuti circa.
Una volta pronta decorate con il cacao (circa 100 g) mescolato con un paio di cucchiaini circa di zucchero a velo.
da miralda | 03 Ott 2012 | 18-24 mesi, 6-9 mesi, L'ora della merenda
Non ho ancora trovato il ritmo. Forse perchè ho poca pazienza, mi piace correre e non ho imparato a camminare. Al passo delle mie figlie. Spesso mi perdo nei farò, dovrò e sarò e non vedo il momento. Eppure con Lea credo di esserne consapevole come non mai. Di come ti sorrida per poi subito fuggire. Vorrei essere capace di fermarmi e vivere più lentamente. Come quando prepari la frutta da conservare. Giri, giri e ascolti il borbottio sul fuoco. La casa tace e ti godi la pupa che dorme. Il suo profumo, di latte. L’abbandono totale. L’impasto di frolla che accoglierà chi arriva. Felice quasi per nulla.
Mettere in fila i vasetti, lavarli per bene, cuocere la frutta, riempire e rifare bollire ha avuto su di me un effetto confortante.
Perché ho conservato un piccolo pezzetto di estate per Lea, da gustare in pieno autunno e mi sono concentrata su operazioni semplice mentre la mente scivolava altrove.
Ho usato pere coscia, dolci e tenere, pere cotogne (scovate sull’isola) e prugne settembrine.
Queste ultime si sono rivelate un po’ asprine in cottura: ho aggiunto allora un tocchetto di banana per addolcire insieme a un cucchiaio di succo di mela 100%.
Gli omogeneizzati di Lea sono nati così, un pomeriggio che sa di marmellata nell’aria, di sole tiepido e foglie che si staccano.
Ho pensato ad Alice, a questi mesi in cui tanto è cambiato, al suo sorriso quando arrivo trafelata sulla porta dell’asilo, alla mia fatica di esserci come prima, di rispettare i nostri piccoli riti che lei adora. A lei che ora ha quasi gli anni che stanno su una mano.
Ho deciso di impastare. Una frolla veloce e leggera, a base di farina 00 e farina di riso, farcita con la mousse di frutta cucinata per Lea. Una manciata di cuoricini di lillà per conquistarla.
Gli omogeneizzati. E’ molto semplice farli, la frutta cuoce praticamente da sola. E se avete a disposizione le pere o mele del nonno o scovate dal contadino è un ottimo modo per proporre una merenda veloce al bebè di casa (che non sia la frutta grattugiata:-)). Ammetto di contemplare molto soddisfatta i vasetti nella dispensa.
Come si fa? Procuratevi dei vasetti mignon (giusto per massimo un paio di porzioni) con coperchi non usurati. Lavate e bollite i vasetti in acqua per sterilizzarli.
Nel frattempo la frutta.
Ho sciacquato semplicemente le prugne ed eliminato solo il nocciolo. Le ho messe a cuocere in una pentola dal fondo spesso tagliate a metà con un cucchiaio di succo di mela e una banana aggiunta a metà cottura (dopo l’assaggio).
Quando hanno cominciato a sfaldarsi le ho ritirate dal fuoco e passate al passaverdura, eliminando così la buccia esterna. Ho rimesso sul fuoco per addensare ancora un po’ per una manciata di minuti e ho quindi riempito i vasetti. Chiuso ermeticamente e fatto ribollire in acqua per 30 minuti.
Stesso procedimento per le pere, ho solo aggiunto un micro pezzettino di stecca di vaniglia in cottura, poi eliminata.
La crostatina di Alice con l’omogeneizzato di Lea.
Ho impastato 200 g di farina 00, 100 g di farina di riso e un pizzico di bicarbonato con 120 g di burro, ottenendo un impasto a piccoli grumi. Ho quindi unito lo zucchero, poi due uova e un tuorlo e della scorzetta di limone.
Ho messo la palla a riposare in frigo per 30 minuti. Ho ripreso, steso, rivestendo delle piccole tartellette, bucherellato il fondo e riempito con la mousse di pera. Con l’impasto avanzato ho ricavato delle losanghe con le quali decorare la crostata. Nei buchi centrali ho aggiutno della mousse di prugna e infornato a 175° per 20-25 minuti.
piesse: mi fa piacere segnalarvi un’iniziativa di Unicef in collaborazione con P&G, il viaggio in Camerum di Claudia Porta, aka La casa nella prateria. Perché, anche se sono convinta che difficilmente qualcosa possa realmente cambiare, credo fermamente che questa non sia una scusa per non fare nulla. Perché in Africa mi sento, ogni volta che ci ritorno, come se fosse un po’ casa.
ripiesse: a breve partirà su www.nostrofiglio.it (che ospita al momento una rubrica di ricette de Il Cucchiaino) una rubrica mia (e di Lea!) dedicata allo svezzamento. Solo per dire, seguiteci anche lì se siete anche voi alle prese con le prime pappe:-)
da miralda | 25 Set 2012 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Lil Loves!, Winterzauber
Questa è in assoluto, ma proprio assoluto la nostra torta dell’autunno. Perché è sufficiente affondarci la forchetta per essere trasportati tra filari d’uva e foglie multicolor. Rustica abbastanza per essere in sintonia con la nuova stagione, con questa luce che si fa più tenue, l’odore di marmellata nell’aria e il rito ritrovato del tè del pomeriggio. E soprattutto perfetta col suo ripieno di uva fragola (che Alice ed io adoriamo!).
Confesso che sto faticando come non mai a ritrovarmi in queste settimane di ritorno. Per me settembre, l’autunno hanno sempre coinciso con una sorta di inizio anno, tutto personale. Una serie di sarò, farò e progetti che mi facevano ripartire con un’entusiasmo che aveva dentro l’energia dell’estate: era come risalire sulla giostra, biglietto nella mano e velocità nei capelli.
Questa volta, invece, è molto più difficile. Già ritagliare del tempo per creare e pensare è un’impresa tanto che oggi mi sono ritrovata persino a godermi del primo tragitto fino a Milano per lavoro, traffico compreso. Poche ore per concentrarmi ed essere in assoluta solitudine:-)
Sarà la stanchezza (uhm, i risvegli notturni non aiutano:-)), la voglia di esserci comunque e il più possibile per non perdere quei momenti che poi vanno, saranno una serie di cambiamenti e progetti da far partire. Questo per dire che avevo bisogno di qualcosa che mi permettesse di mordere l’autunno, impiastricciandomi mani e bocca come solo l’uva fragola sa fare.
E poi mi piace vedere Alice mangiucchiare gli acini proprio come faccio io e mostrare la lingua ridendo. Sa di autunno, mosto e casa.
Naturale che appena sono incappata nella ricetta della torta Bertolina, non ho resistito e tempo un paio di giorni mi sono ritrovata a impastare e riempire con gli acini viola scuro.
La preparazione è tipica della città di Crema (e io che ero rimasta alla Sbrisolona:-)), ovviamente ci ho messo del mio e non avendo a disposizione farina di mais e non convincendomi la versione con sola farina 00, ho scelto una combinazione con la farina di grano saraceno.
Il pensiero è corso a un altro dolce, rustico e molto autunnale, di memoria austriaca, la Linzer Torte.
Il risultato? Eccezionale se vi piacciono combinazioni simili, il dolce dell’uva fragola bilanciato dalla nota della farina di grano saraceno.
E bella da vedere, con quelle gobbette, appena accennate, che ho dovuto per forza, ma proprio per forza spolverare di neve.
La torta, fotografata nel pomeriggio, è finita con la colazione del giorno dopo:-)
piesse: la torta suddetta crea dipendenza, preparate impasto in quantità (soprattutto se come la sottoscritta siete in perenne affanno) e congelate. Appena avrete il desiderio dir conciliarvi con la stagione, scongelate, riempite e infornate!
Ingredienti (per tortiera diametro 20 cm)
300 g di farina 00
150 g di farina di grano saraceno
circa 60 ml di olio di semi o di oliva delicato
2 uova
50 g di zucchero
700-800 g di uva fragola
una manciata di zucchero di canna e zucchero a velo
2 cucchiai di miele (particolare mutuato dalla Bertolina di Sara, io ho usato un miele sardo agli agrumi comprato sull’isola)
1 bustina di lievito
Procedimento
Mescolate le due farine con lo zucchero e il lievito. Sbattete le uova con l’olio e unite al resto dell’impasto con il miele. Lavorate fino a ottenere una palla compatta ma morbida, che metterete a riposare una mezz’oretta in frigo. Riprendete l’impasto e stendetelo a un’altezza di circa 1 cm, ricavandone due dischi. Rivestite con il primo la tortiera, riempite con gli acini di uva e ricoprite con il secondi disco. Spolverate con una manciata di zucchero e passate in forno a 180° per circa 50 minuti. Sfornate, decorate con zucchero a velo e servite tiepida.
da miralda | 20 Set 2012 | 6-9 mesi, Winterzauber
E’ stata una settimana di nuovi inizi che, però, assomigliano al passato. La cosa sorprendetemente buffa? Pensare di avere poco o nulla di nuovo da scoprire e invece ritrovarsi emozianata, sentirsi inadeguata e pasticciona con mille domande al seguito, e il costante pensiero "ma mica me lo ricordavo, era così o forse no?".
Con Miss Lea sono cominciati i riti, le piccole abitudini che ora so vanno accarezzate e conservate perché fuggono fin troppo in fretta.
Pappa compresa. Con tanti cucchiaini schierati tra i quali il suo, l’ultimo arrivato che imparerà a riconoscere, proprio come è stato per Alice.
I primi assaggi, a dire il vero, ci sono stati qua e là durante le ultime settimane di vacanza. Qualche cucchiaino di acqua da bere (che qui il bibe proprio no, lol!), una prugna del mercato con la quale impastricciarsi tutta la faccia, il tocchetto di pane da ciucciare con noi a tavola.
Perché Lea ci osservava curiosa, impaziente di afferrare e assaporare. E accompagnarla in questo suo viaggio di scoperta è fantastico.
Non so ancora che cosa le piacerà, cosa detesterà, se amerà melone e yogurt e carote come Alice, se sarà come noi un’adepta del cioccolato fondente con un’antipatia costante per quello al latte, se amerà impastare e mangiucchiare uva fragola e lamponi.
So che sarà lei a dettare i suoi tempi, a me il compito di aiutarla nella scoperta con ingredienti che parlano dell’estate che sta finendo, dei colori dell’autunno o confortano ai primi freddi dell’inverno. Basta raccontare, mostrare e creare nel piatto. Mamma e figlia insieme.
In questi giorni di fine estate hanno ricominciato a bollire sul fuoco le verdure, in brodi profumati dove carote, zucca o patate quasi si sfaldano.
E’ tornato il seggiolone (non quello della foto, che ha più di mezzo secolo alle spalle, essendo della nonna delle pupe:-)) che ormai era stato dimenticato, ed è diventato già una presenza fissa e riconoscibile. Sono tornate le mille bavaglie, le stoviglie e la gioia di assietere a questo spettacolo meraviglioso.
Lea ha scelto per la sua prima pappa zucca, una foglia di lattuga, zucchina, patata, farina di riso e un cucchiaino di olio EVO. Un po’ d’estate, un po’ d’inverno nel piatto. Una pappa di inizio svezzamento che parla di settembre.
Come si fa? Scegliete verdure bio se possibile, lavate per bene, pelate la patata e bollite in acqua abbondante per una buona ora e anche più. Mescolate 40 g di farina di riso con un mestolo di brodo (aiutatevi con una piccola frusta per evitare i grumi), unitevi un cucchiaino di olio a crudo e servite.
Una scodella di brodo è stata conservata in frigo per la pappa del giorno dopo, il resto debitamente congelato in mini barattolini per i giorni in cui andiamo di fretta.
Per i primi assaggi io ho evitato Parmigiano Reggiano (introdotto solo oggi) e ho lasciato da parte le verdure.
Queste ultime sono state usate in svariati modi, vedi sotto.
1) Mangiucchiate con soddisfazione dalla sorella (che ha persino chiesto se poteva assaggiare la pappa rimasta nel piatto:-))
2) Per un tortino al forno, aggiungendo uova, formaggio e prosciutto cotto (preparato, sempre con grande soddisfazione, da Alice)
3) Per una frittata diversa dal solito, alla quale oltre alle uova è stata unita una scodella di quinoa cotta
4) Per una pastina risottata (yummi, che buona!)
5) Per la ricetta che devo fotografare domani con Miss Cia:-))