Crostata con la torta dentro e la melina sopra

Negli ultimi mesi mi capita spesso di contare le ore durante la notte. Il sonno che arriva tardi, i risvegli qua e là e la mente che invece di quietarsi approfitta per giocare brutti e scherzi. Risultato? Uhm, mi ricorderanno come una che avrebbe voluto dormire tanto. Avrebbe. Ma non potè:-)

A volte capita che nascono anche delle idee, delle più disparate: shopping virtuale da fare, viaggi intorno al mondo, arredo della casa che verrà,  progetti di lavoro. O torte. Come quella di oggi. Pensata e creata di notte, preparata il giorno dopo, con attesa fino alla sera (avevamo una cena…) per potersela mangiare. Sembra niente, ma se una aspetta dalla notte prima, beh diventa lunga la faccenda.

Comunque, per dire che questa è la crostata con la torta dentro e la melina sopra. Adorabile:-)

 

Sa di autunno con la pasta sucrée, più fine e leggera della frolla, e il ripieno "tortoso", profumato di cannella, uvetta e mele all’interno. Tiepida con una tazza di tè fumante riconcilia il pomeriggio che ormai comincia a durare un nonnulla.

Ho utilizzato mele grattugiate all’interno e una melina sopra della misura amata dai folletti che, dice Alice, affollano i boschi in questo periodo. Amano le foglie croccanti sotto i piedi, proprio come noi:-)

Questa la storia raccontata sabato sui sentieri dove abbiamo raccolto foglie da far seccare per i collages della pupa, mentre Lea, nel marsupio, sorrideva e "chiacchierava" di continuo .  

Un multicolor pieno di luce nell’aria ancora tiepida che ti fa innamorare di questa stagione.

E niente fa così autunno come i dolci con le mele, non trovate? 

Per la torta all’interno ho messo da parte burro e latte e ho sostituito con olio e yogurt e qualche cucchiaio di succo di mela.

Per il resto ho seguito la ricetta della mia infanzia, quella che preparava la nonna senza badare a pesi e bilance, con tanta uvetta e mele che diventano tutt’uno con l’impasto.

 

La ricetta.

 

Ingredienti

Pasta sucrée

250 g di farina 00
100 g di burro

90 g di zucchero a velo

un pizzico di sale
2 uova

 

Per la torta
150 g di farina
40 g di maizena
1 barattolo di yogurt naturale (150 g)

80 ml di olio di semi delicato

4 cucchiai di succo di mele 100%

90 g di zucchero di canna
3 uova
2 cucchiai di uvetta

2 mele renette o Golden

spezie miste (cannella, chiodi di garofano, zenzero, anice stellato)

1 bustina di lievito

 

1 melina

zucchero bianco, acqua, glucosio

 

Procedimento

Preparate la pasta sucrée. Mescolate la farina con il burro, tagliato a dadini a tempetarura ambiente, il sale e lo zucchero a velo. Lavorate con le punta delle dita fino a quando l’impasto diventa a grumi. Incorporate le uova, una alla volta e continuate a lavorare l’impasto fino a ottenre una palla. Avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigo per 30 minuti circa.

Intanto la torta. Mettete le uvette a macerare in una ciotola con il succo di mela. Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete l’olio, lo yogurt, quindi l’uvetta con il suo liquido e le mele, sbucciate e grattugiate. Unite la farina e la mazienza stemperate con le spezie e il lievito. 

Riprendete la pasta sucrée e stendetela a 3-4 mm. Rivestite una teglia da crostata, leggermente imburrata, con la pasta, pareggiate i bordi e svuotate all’interno l’impasto della torta. Ritagliate una forma di mela (o altro) dalla pasta sucrée e mettete al centro. Cuocete a 185° per 25-30 minuti.

Ora la mela.  

Ho fatto u paio di esprimenti col caramello. Nel primo ho usato acqua e zucchero, ma il risultato non mi piaceva, troppo bruno (ecco proprio caramello:-)). Nel secondo ho usato zucchero, acqua e glucosio: 100 g di zucchero semolato, 40 g di acqua e 40 g di glucosio liquido. 

Ho messo tutto a bollire in un pentolino antiaderente, raggiunti 140-150° (volevo un effetto abbastanza candido, altrimenti potete arrivare anche a 155°-160°) ho spento. E immerso la mela infilata su un bastoncino. 

Con il resto del caramello ho preparato dei lecca lecca, ma questa è un’altra storia che vi racconterò:-)

Sfornata la torta, ho messo al centro la mela e spolverato con zucchero a velo. E atteso, atteso, atteso prima di mangiarla:-)

 

Orzotto alla mela e la sua insalata

Sono reduce da un weekend di stanchezza accumulata con domenica forzata al riposo, causa tendinite fulminante al piede destro. Talmente fulminante che oggi è passata (in compenso la "madicina", benedetta Pippi che lo disse, ha preso ha martellate il mio stomaco). Così com’era venuta. Fenomeni strani, qui da noi, dice Lui. 

Passando alla cucina, come vi avevo anticipato qui è il tempo delle mele (uhm, con la festa anni ’80 poco o nulla in comune, vi ricordate no il ritornello "dreams are my reality" di Vic?:-)). E oggi, caso mai foste in ritardo con la cena e aveste a disposizione grosso modo gli ingredienti, beh seguitemi. C’è cena per voi, ok ora la pianto:-).

L’orzotto, le mele e la pasta di salame "brianzola"

L’ozo perlato è uno di quegli ingredienti che sto utlizzando con maggior frequenza nell’ultimo periodo. Perché? Ci piace, è versatile e più comodo del risotto, ma con un piacere simile. Quindi "orzotto" spesso.

 

Una delle versioni di qualche giorno fa è stata a base di mele, quelle acquistate qui.  Con Lea, poi, ho fatto un’incursione alla Botanica, per acquistare ricotta e crescenza fresca e sono tornata con la sporta piena. Tra le altre cose, la pasta di salame, prodotto tipico delle nostre zone. Perfetto per il mio orzotto con le mele.

La ricetta? Ingredienti per 3: 250 g di orzo perlato, 1 mela, 100 g di pasta di salame, olio extravergine d’oliva, qualche fettina di scalogno, 1 cucchiaino di Parmigiano Reggiano, succo di mela, sale, brodo vegetale

 

Procedimento

Fate appassire lo scalogno con un cucchiaino di olio, aggiungete la pasta di salame e la mela, sbucciata a tocchetti, mescolate e unite l’orzo. Sfumate con un bicchiere di succo di mele e rabboccate con del brodo vegetale. Portate a cottura, aggiustate di sale, mantecate con del Parmigiano e servite con qualche fettina di mela affettata con la mandolina molto sottile.

 

Avete voglia di qualcosa di fresco, dal sapore però autunnale, da accompagnare all’orzotto?

Et voilà, l’insalata di belga con mele (sì, sì ancora loro) e raspadura (pure questa nel bottino del giretto alla Botanica)

Ingredienti (per 3): due cespi di insalata belga, 1 mela rossa, una bella manciata di raspadura, olio extravergine d’oliva, succo di melograno, sale, succo di limone 

Facilissimo! Tagliate al belga a fettine e lavatela. Lavate la mela e affetattatela a fettine sottili, sottili. Spruzzate di succo di limone. Preparate il condimento.

Emulsionate l’olio con un pizzico di sale e il succo di melograno. Servite l’insalata con le fettine di mela, condite con l’emulsione e finite con la raspadura. 

 

 

 

Primavera d’autunno, Torggelen e mele

Ci sono i momenti, quelli belli, che ti rimangono fra i pensieri come bolle di sapone fra le dita. Cerchi di afferrarli, trattenerli o portarli alla luce del giorno quando c’è qualche nuvola. A volte volano via, proprio come le bolle, a volte scoppiano dietro alle giornate grige, faticose. A volte sono chiari, profumati, frizzanti come quei giorni di primavera in pieno autunno.

Sussurro spesso ad Alice di conservare le giornate speciali. Quelle in riva al mare o dei prati in montagna, quelle in cui siamo vicine e giochiamo a rincorrere le onde. 

Oggi è primavera in autunno, qui da noi. E ho ripensato a due giorni speciali, qualche settimana fa. Perché sono stanca, parecchio assonata, con tanto lavoro e poca lucidità, in compagnia di una pupa ammalata e una settemesenne con tanta voglia di strisciare per tutta la casa. 

Ho ripensato ai "torggelen", a Chiusa e alle bimbe in quei due giorni. Aria di primavera in autunno.

E ho deciso che dovevo trovare dle tempo per accarezzare un ricordo recente e ritornare sorridente:-). 

Lo so, ormai i torggelen sono passati (per chi non lo sapesse è quella splendida abitudine altoatesina di andare per masi, bere il mosto e mangiare castagne nelle prime giornate d’autunno), ma il racconto introduce le ricette dei prossimi giorni. A base di mele, ancora mele, e sempre mele. Perchè durante quei giorni ne ho comprate parecchie andando a zonzo.

Oggi solo foto e qualche parola, per portare anche voi nella nostra giornata di primavera che sa di foglie croccanti e multicolor, mele rosso biancaneve e castagne calde. 

Con i verdi dei prati che sono ancora verdi mentre il foliage attorno canta di gialli, arancioni e ambra rossa.

A Chiusa, è bastato mescolarsi alla folla, nella festa, tra i vicoli circondati dalle facciate medioevali, per sentirsi lontani.

Ai tavoli, per le strade, abbiamo mangiato pane dolce, bretzel salati, castagne profumate di fuoco, nei bicchieri mosto dolce e birra dei piccoli (uhm, succo di mele). 

E se si è stanchi della moltitudine, è sufficiente andare, zaino, scarpe comode, una storia da raccontare alla pupa accanto, i lamponi scuri d’autunno da afferrare, un "Gruss Gott" da scambiare con l’uno o il due che si incontrano sul sentiero.

Respirare a boccate la solitudine, diventare euforici per il silenzio. 

Per le fino su Chiusa e dintorni vi rimando qui, per le ricette a base di mele invece stay tuned:-)

La vellutata di zucca e le sue varianti

E’ senza dubbio tra le due o tre verdure autunno/inverno che preferisco. Questo significa di conseguenza che la cucino o la uso come ingrediente una volta su tre e che i miei conquilini (Lui, la pupa e la Miss piccola) se la trovano nel piatto con maggior frequenza rispetto a tutta la collezione verdurifera di stagione. 

Come mai? Perché ha un colore che riconcilia l’umore, una consistenza e sapore morbidi e confortanti come devono essere i cibi in questo periodo. Ha la capacità di riconciliarmi con il grigio, il freddo e la fatica di fine giornata.

Definitivamente, amo la zucca. E quest’anno, complice lo svezzamento di Lea, ho un repertorio da invidia.

All’inizio sono arrivate le zucche dal Veneto. Verdi di scorza, sapore dolce e colore deciso. E’ una tradizione che non manca mai, grazie al nonno.

Poi la sottoscritta si è messa in mente di rintracciare le zucche hokkaido, colore arancione "Halloween" e vago retrogusto di castagna. Dopo assidua ricerca, del tutto infruttuosa, sono state rintracciate presso un’azienda agricola di zona. Che me le ha procurate:-).

La provvidenza però conosce vie infinite. E la serie si è allungata, merito della cognata a Zurigo che ha sfoderato un repertorio infinito. Foto al super e ordine deciso in un battibaleno. Consegna di pochi giorni fa durante un rientro nel weekend di zii e cuginetti. E’ stato così che ho scoperto la Biomandarin (che ci sta in una mano) e la zucca di Halloween (da mangiare e non solo ornamentale). 

Di queste ultime due, in quanto a sapore vi dirò, per il momento ho dato fondo alla scorta di hokkaido (5 acquistate 5 finite, con brodi per Lea a volontà:-)).

La zucca è difatti perfetta per le prime pappe da svezzamento, soprattutto se si comincia da autunno (e la zucca è nel suo splendido splendore), la bocuccia fatica a passare dal latte al cucchiaino (il suo spaore dolce vince i più ostinati) e l’intestino è di quelli pigri.

E dato che la zucca la amo in mille modi (dal risotto alla pasta alla torta al soufflè) ma l’uso che al momento gestisco con più facilità è quello fast di una vellutata la ricetta è di conseguenza. Con una piccola variante da servire al cucchiaio (o cucchiaino). L’interpretazione è corale, nel senso che qui ce n’è per Lea, per Alice e pure per la sottoscritta e Lui.

La base per tutte e tre le vellutate è identica: zucca hokkaido a pezzi cotta la vapore con due patate gialle e una americana, aromatizzando l’acqua con un paio di foglie di alloro. 

La pappa di lea: 50 g di zucca, 25 g di patate e un mestolo di brodo (ho usato l’acqua di cottura a vapore). Frullato tutto e mescolato della farina di riso. Ho mantecato con un cucchiaio di olio, un cucchiaino di crescenza fresca e una spolverata di parmigiano Reggiano.

 

E per noi ed Alice? Ho fatto stufare del cipollotto affettato sottilmente con un cucchiaio di olio, ho aggiunto la zucca e le patate, mescolato e aggiunto il brodo. Ho frullato tutto, aggiustando di sale e aggiungendo qualche cucchiaio di latte (o panna fresca, io ho messa quest’ultima). 

Quindi ho preparato le polpette di polenta di mais (a dire il vero con avanzi della sera prima, fatta per il brasato). 

Ho mescolato circa 200 g di polenta cotta fredda con due cucchiai di farina, un uovo e 1 tuorlo, un paio di cucchiai di latte, due cucchiai di parmigiano e 100 g di latteria semistagionato (potete sostituire con altro formaggio, consiglio però un pochetto saporito) e della salvia sminuzzata. 

Dovete ottenere un composto dal quale poter ottenere delle polpette. Ho passato quelle di Alice in pangrattato e sesamo, le nostre invece in un mix di pangrattato e paprika. 

Parte delle polpette sono state cotte la forno altre fritte, giusto per capire cosa funzionava meglio:-) (uhm, personalmente ho preferito quelle fritte:-)).

 

Ovviamente la ricetta è perfetta per la prossima notte di spiriti e streghette. Buon Halloween:-)

 

 

Streghe, fulmini e scherzetti. Halloween!

Lo confesso, per me di solito Halloween significa zucca, zucca e ancora zucca, magari preparata con un copricapo da streghetta. E al giorno giusto questa giurin giuretta arriverà, anche perché ho un repertorio di zucche da far invidia al miglior banco "verdurifero". Però quest’anno, complice un lavoro per qualcun altro, ci ho provato gusto e ho sfoderato il repertorio di fantasmi, ragnatele e ossa. Divertente e un po’ trash:-) E dato che le ricette si sono accumulate e la notte spaventosa si avvicina (da giorni sono perseguitata da Alice che mi spiega che all’asilo stanno preparandosi per Halloween…), mi pare cosa buona e giusta condividere. Caso mai voleste cimentarvi pure voi. 

Che notte tempestosa sarebbe senza sangue di drago? Pare fortifichi e renda invincibili, consigliato a chi come me è in astinenza di sonno (sì, mi ricorderanno come una che varebbe voluto dormire ma poco potè, poverina:-)).

 

Halloween. Sangue di drago.

Ingredienti

1 cestino di fragole

1 banana

3 arance rosse

 

2 albumi

100 g di zucchero a velo

qualche goccia di succo di limone

caramelle di cioccolato colorate (vedi smarties:-))

 

Procedimento

Montate gli albumi a temperatura ambiente in una terrina a velocità media con due gocce di succo di limone, quando cominciano a gonfiarsi aumentate la velocità, senza smettere di sbattere incorporate lo zucchero a velo. Quando sarà incorporato del tutto, avrete la meringa liscia e brillante: ora prendete della carta da forno e con una sac à poche formate delle piccole meringhe. Cuocete in forno a 90°-100° per un’ora e mezza circa.

Frullate le fragole con la banana e il succo delle arance. Servite il beverone con una meringa decorata con un occhietto colorato.

Halloween. Ovvero la notte degli spiriti.

Fantasmi, fantasmi e ancora fantasmi. La ricetta è adatta pure per Miss Lea, visto che ho sostituito il latte con semplice yogurt bianco. Al posto delle solite patate io ho utilizzato un mix fra quelle tradizionali e quelle americane dolci. 

E ho posizionato i fantasmini su una vellutata di zucca (tanto per cambiare:-))

Per chi amasse il soggetto consiglio i fantasmini anche dell’Halloween che è stato. 

 

Ingredienti

2 patate gialle

1 patata americana

1 cucchiaio di Parmigiano Reggiano
1 cucchiaio di ricotta
2-3 cucchiai di yogurt naturale

1 cucchiaino di olio EVO

una manciata di lenticchie nere o beluga (ma anche quelle tradizionali vanno benissimo!) cotte

aneto, cumino

 

Procedimento

Pelate le patate e cuocetele nel cestello a vapore con una foglia di alloro. Passate le patate allo schiacciapatate e mscolate con la ricotta, il parmigiano e lo yogurt. Profumate eventualmente con un pizzico di aneto. Inserite il composto in una sac à poche e ricavate dei piccoli mucchietti simili a fantasmini da appoggiare su carta da forno. Passate in forno a 175° per 10 minuti. Servite con una vellutata di zucca:-)

 

E nella vellutata cosa volete intingolare? Ossa, ossa e ancora ossa. Ovvio focacciose. Niente ricetta qui, semplicemente munitevi di pasta di pane ben lievitata e formate delle ossa, spennelate con una salamoia di olio, acqua, sale e rosmarino e cuocete in forno!