Un Fiorfiore di pasta: pipette d’autunno

Ci sono un paio di ingredienti che in queste settimane sto utilizzando e utilizzando. Una sorta di tormentone gastronomico. Io credo sia colpa della stanchezza che sta diventando cronica e riduce le mie forze creative:-). Sarà, comunque i risultati non sono malvagi, soprattutto se si gioca a divagare. E io a divagare sono brava. Un pensiero qui, un sì là, e la mente altrove. Definiamola capacità multitasking. 
Bene, amo le zuppe, le minestre, le paste risottate quando arrivano i primi freddi. Mi conforta l’idea di avere qualcosa di caldo, colorato e “verdurifero” pronto per la sera. Qualcuno mi chiede come faccio. Preparo in grosse quantità, sfrutto il cestello a vapore e combino gli stessi ingredienti in modi diversi. 

Le pipette di oggi sono un esempio. Di avanzo di castagne bollite (e usate tra l’altro per un ragù e un montebianco express), zucca e patate dolci. 
Direi che la mania di queste settimane sono le patate dolci (ma quanto sono versatili!) e le castagne. Sulle seconde mi trattiene solo un aspetto. Il tempo che non ho per cimentarmi con la sbucciatura dopo cottura. 

Invece con le prime per lo più opto per il cestello a vapore: non sbuccio, sciacquo semplicemente e poi elimino l’esterno facilmente nella fase successiva, dopo una cottura veloce.
 
Le patate dolci conferiscono a minestre e zuppe quel sapore dolciastro che ci piace. E si può sempre contrastare con della panna acida, speck a cubetti o salmone affumicato a seconda dei casi. Oppure si possono usare per i dolci: fantastiche in una torta morbida con mele, cacao, uvetta e cioccolato fondente. Prima o poi ve ne parlo:-). Perfette per le prime pappe dei pupi proprio per via di quella loro consistenza morbida e dolce.
Bene, sto divagando. La ricetta di oggi.
Ho usato pipette rigate della linea Fiorfiore Coop, cotte a parte (non risottate questa volta!).
Abbinate a una minestrina che ricorda queste giornate di tepore autunnale, foglie croccanti e alberi multicolor.
 
Ho approfittato del nonno delle pupe di passaggio in Alto Adige, che mi ha portato a casa speck e funghi chiodini. 
Il risultato.
Ingredienti (per 4)
120 g di pipe rigate Fiorfiore Coop
2 patate dolci di medie dimensioni
200 g di castagne bollite e pulite
200 g di polpa di zucca
1 cipollotto
150 g di funghi chiodini
150 g di speck in un unica fetta grossa
sale
alloro
olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino di Parmigiano a piacere
 
Procedimento
Pelate le patate e riducetele a cubetti insieme alla polpa di zucca. Affettate finemente il cipollotto e pulite i funghi, eliminando la parte terrosa finale del gambo e cercando di mantenerli il più possibile interi. Sciacquateli in acqua e metteteli da parte. Fate dorare in una casseruola il cipollotto con un paio di foglie di alloro e un cucchiaio abbondante di olio. Aggiungete le patate e la zucca a cubetti, rabboccate con quattro o cinque mestoli di acqua tiepida (o brodo vegetale), mescolate, aggiustate di sale e cuocete per una ventina di minuti. Unite quindi anche i funghi e le castagne. Se necessario aggiungete ulteriore brodo: deve risultare una consistenza non troppo liquida ma nemmeno troppo asciutta. 
Cuocete a parte le pipette. Saltate lo speck affettato a listarelle sottili in padella con un filo di olio. Unite la pasta alla minestra, servite subito decorando la superficie con lo speck. 

Un Fiorfiore di pasta: linguine al pesto di arancia, il mio superlove!

Amo gli agrumi incominciando con la nota agra del limone per arrivare al dolce inaspettato di certi mandarini. E l’amore a casa è condiviso. Per noi la semplice pasta in bianco (uhm, olio extravergine, parmigiano) è completa solo con della scorza di limone grattugiato. Così come il basmati al vapore. Sì, direi che caratteristica è l’interpretazione degli agrumi in svariate preparazioni salate. Come nel pesto basilico, mandorle e arance che condisce le linguine della linea Fiorfiore Coop.

 
Per la creazione mi sono ispirata a una ricetta dello chef siciliano la Mantia (ne avevo parlato anche qui) e ho messo insieme ingredienti del periodo con quello che rimane del raccolto di basilico dell’estate. Le prime arance, tante mandorle, olio, basilico, una manciata di pistacchi verdi a decorare il piatto insieme a della ricotta salata (un altro di quegli ingredienti semplici che mi piacciono un sacco).
Su tutto però le arance. Perché la mia smodata passione per la famiglia degli agrumi aumenta senza dubbio durante la gravidanza. E’ stato così ogni volta: per combattere la nausea, per accompagnare il resto dei mesi.
In più questa ricetta ha dalla sua la velocità e semplicità della preparazione, oltre al fatto che potete aumentare le dosi e ricavare un vasetto in più di pesto per i giorni a venire. 
Ho preparato il pesto qualche giorno prima del trasloco finale nella nuova casetta e ne avevo regalato un vasetto alla mitica “Alda”, la mia vicina (per gli affezionati de Il Cucchiaino, sua la ricetta del mio primo libro, La Polentina che conforta). Era stata Alice a consegnarlo e Alda, non avendo ben capito le spiegazioni della pupa, se l’era mangiato tutto spalmando cucchiaino dopo cucchiaino sui crostoni di pane caldo. Divagazione interessante:-)
La ricetta che entra nei miei superloves (mica ci sono solo i lil’loves:-))
piesse: nell’originale, ci sono anche i capperi che ho evitato perché troppo forti per le pupe di casa.
Ingredienti (per 4)
4 arance non trattate
un mazzetto di basilico
olio extravergine d’oliva
100 g di mandorle
1 cucchiaino di pistacchi
ricotta salata da grattugiare
sale
240 g di linguine Fiorfiore Coop
 
Procedimento
Lavate le arance, ricavate della scorza grattugiata da tenere da parte. Basterà quella di un paio di arance, non di più. Pelate le arance eliminando per bene la parte bianca. Frullate la polpa con il basilico, lavato e asciugato delicatamente, abbondante olio extravergine, le mandorle e un pizzo di sale. 

Nel frattempo cuocete le linguine. Una volta pronte saltatele in padella con un filo di olio, un paio di cucchiai di acqua di cottura e il pesto. Servitele con una spolverata di ricotta e dei pistacchi tritati grossolanamente.  

Un Fiorfiore di pasta: i rigatoni al ragù veggie e zucca

Oggi è Halloween. E anche noi ci stiamo attrezzate coi cappelli da streghetta e una lanterna a forma di zucca per tenere lontani gli spiriti cattivi. Non amo troppo la tradizione della notte più terrificante dell’anno soprattutto per quello che riguarda gli aspetti più “trash”, che per me sono travestimenti vampireschi con tanto di denti aguzzi e sangue in vista, o parlando di cucina, di cimiteri e bare da mangiare. Detto questo adoro le zucche. Di ogni tipo e foggia. Sotto forma di vellutata, zuppa e pure risottate sono il mio comfort food collezione autunno-inverno. Bene, quindi questa sera zucca ci sarà. E una delle ricette da sfornare è rigatoni della linea Fiorfiore Coop al ragù di soia e besciamella alla zucca. 

Confesso che era da tempo che volevo testare questo ragù a base di fiocchi di soia. Un po’ ero titubante sul sapore e profumo finali. Mi sono dovuta ricredere. Se fatto con tutti i rigori di un ragù è a prova di “inganno” se così vogliamo dire, o almeno l’Aliciotta ci è cascata e al primo assaggio ha detto “carne”. 

Mi chiederete: e perché proporre questa variazione se non si segue un regime veggie o vegetariano? Per sperimentare, variare e personalmente consumare una quantità minore di carne (cosa buona per noi, per l’ambiente e per gli altri). Considerate che la soia ha un alto valore nutrizionale, ossia buon apporto di proteine, ferro e sali minerali.

Ecco, questa è una cosa che pure la sottoscritta necessita di tenere sotto controllo in questo periodo di “pancia”. 

Infine il tocco “halloween”. La besciamella si tinge di giallo arancione ed è leggera, leggera e profumata di cannella. 

piesse: per chi si fosse perso gli halloween del Cucchiaino qui un veloce refresh:

Streghe, fulmini e scherzetti

Pumpinkpie del Cucchiaino

Il panino che c’è anche sul Cucchiaino libro

I pupi fantasmini

 

 

E la ricetta di oggi. 

Ingredienti (per 4)

300 g di rigatoni Fiorfiore Coop

1 cipollotto

1 carota

1 gambo di sedano

500 g di passata di pomodoro

70 g di fiocchi di soia 

1 chiodo di garofano

1 spicchio di aglio

200 g di polpa di zucca

500 ml di latte parzialmente scremato

1 pizzico di cannella

sale

olio extravergine d’oliva
brodo vegetale

100 g di latteria saporito 

1 cucchiaio di maizena (o fecola di patate)

Procedimento

Cuocete la zucca al vapore.

Riscaldate il brodo e cuoceteci per 5-10 minuti i fiocchi di soia, quindi scolateli e teneteli da parte. Affettate finemente il cipollotto e riducete sedano e carota a cubetti piccoli. Fate dorare le verdure con lo spicchio di aglio e la foglia di alloro (che poi eliminerete) in una casseruola dove avete aggiunto un cucchiaio abbondante di olio. Unite anche i fiocchi di soia (potete sfumare con un goccio di vino bianco secco) e il chiodo di garofano, quindi la passata di pomodoro, aggiustate di sale e cuocete a fuoco dolce per un’oretta.

Frullate la zucca con un mestolo di brodo vegetale. In una pentola lavorate con la forchetta la maizena con un cucchiaio di olio, mettete sul fuoco e aggiungete poco latte tiepido. Con la frusta amalgamate la maizena, evitando i grumi e aggiungete a poco a poco il resto del latte. Aggiustate di sale e portate a bollore, lasciando che il composto si addensi. A questo punto unite la zucca frullate e un pizzo di cannella.

Cuocete la pasta lasciandola molto al dente. Disponete in una pirofila da forno uno strato di pasta, uno di besciamella e uno di ragù. Finite con del latteria a scaglie. Passate in forno a 185° per 15 minuti circa. 

Un Fiorfiore di pasta: panissa di pasta

Immaginate il Monferrato sul finire di settembre. Pendiii dolci, morbidi, puntellati di vigneti, grappoli bianchi e scuri pronti da cogliere per la vendemmia. Un fine settimana di inizio autunno talmente tiepido e solare da parere ancora quasi estate. Un matrimonio a cui partecipare, un castello da fiaba dal quale contemplare il giorno al tramonto. E due giorni in assoluto relax, senza pupe al seguito. Il giorno dopo il matrimonio, con Lui ci siamo aggirati per i paesini vicini e siamo finiti in una delle tante sagre del periodo. Ovviamente abbiamo sperimentato: tutti piatti rigorosamente doc del territorio. Sono rimasta conquistata dalla bagna couda (e sì, sì…) e dalla panissa o “paniscia”. Un risotto contadino, accompagnato da fagioli borlotti, lardo, salsiccia e barbera. 
Al ritorno l’ho rifatto, sostituendo la pasta col riso (lo so che i vercellesi penseranno a un’eresia:-)).

Mi piace interpretare, prendere una ricetta, trasformarla facendomi comunque ispirare. E questi sono giorni di esperimenti. Mi aggiro nella nuova cucina, felice come una bambina con il suo nuovo “giocattolo”:-)).
C’è il forno da farsi amico, i fuochi pronti ad accogliere pentole e pentole, gli spazi da riempire di risate, profumi, sapori. E di libri, che a dire che c’è anche La Forchettina (insieme a Il Cucchiaino) mi pare strano.
Al momento è il luogo che preferisco in questa casa. Lo sento mio con la piccola dispensa già stipata di ogni sorta di aggeggio, stoviglia, farina, posata, carta, macchina fotografica, etc… (uhm, ci sono finiti tutti gli strumenti di lavoro, e c’è pure chi chiede asilo per i propri, vero Miss Cia?:-)).
Ecco, prima o poi vi faccio fare un giro, che ne sono orgogliosa proprio come fosse il mio ultimo “scarrafone”!
Tornando alla ricetta. Mi sono comportata proprio come fosse un risotto. Ho preparato il brodo, vegetale, ho rimestato la pasta come fossero chicchi di risaia. E ho utilizzato gli ultimi fagioli borlotti freschi di stagione, giusto per non farci mancare la sgranatura che ci piace tanto. 
 
Il gusto è molto vicino a quello della panissa originale, ovvio con tutte le debite differenze per via della sostituzione di riso con pasta. In questo caso mezze penne rigate della linea Fiorfiore Coop, che hanno tenuto molto tempo in cottura.
 
Ingredienti (per 4)
300 g di fagioli borlotti
1 carota
1 gambo di sedano
40 g di lardo a pezzetti
1 cipollotto
200 g di salsiccia
240 g di mezze penne rigate Fiorfiore Coop
olio extravergine d’oliva
rosmarino

brodo vegetale
qualche cucchiaio di barbera
parmigiano Reggiano

Affettate finemente la carota, il sedano e il cipollotto lavati. Fate rosolare il trito con un cucchiaio di olio extravergine e il lardo a pezzetti.
Mescolate e unite i fagioli sgranati (se usate quelli secchi, dovete lasciarli a bagno per 12 ore circa in acqua prima di utilizzarli).

Rabboccate con abbondante brodo, aggiustate di sale e lasciate cuocere a fuoco dolce per 40 minuti circa o comunque fino a quando i fagioli sono morbidi. Fate attenzione a tenere i fagioli abbastanza liquidi.

Fate rosolare in un’altra pentola qualche fettina di cipollotto con un cucchiaio di olio e la salsiccia a pezzi privata del budello.
Unite anche la pasta, mescolate e sfumate con un goccio di vino (potete anche eliminarlo). Aggiungete a poco a poco i fagioli, bagnando con ulteriore brodo se necessario. Portate a cottura. Spegnete, mantecate con del parmigiano e profumate con del rosmarino fresco prima di servire.

Un fiorfiore di pasta: fideua a modo nostro

La “fideua” mi ricorda la primavera a Barcellona e il mese trascorso lì per lavoro di Lui. 
Settimane che mi richiamano il terrazzino sopra i tetti della nostra casa a Gracia, le vie e le piazze da paesino del nostro quartiere, le lunghe camminate con le bambine, i mercati multicolor e l’atmosfera piena di energia di una città mediterranea e cosmopolita. 
La ricetta, ecco, doveva far parte del capitolo “I giramondo” de La Forchettina (a proposito i testi li ho scritti proprio nel periodo barcellonese). Poi è saltata per problemi di foliazione. Come dire avevo creato e scritto troppo, non ci stava. 

Anche se paella e fideua non sono ricette catalane, a Barcellona sono diffuse e anche noi, nel nostro peregrinare per taperie, non abbiamo potuto perderci l’assaggio.

La fideua è nata grazie al genio di un pescatore valenciano, che trovandosi senza riso, in mare aperto, propose al resto della ciurma la variazione con la pasta. Dopotutto, la sottoscritta è un’appassionata di pasta risottata e, alla fine, questa è una pasta risottata:-)

Avevo letto della ricetta e ovviamente non ho potuto fare a meno di sperimentarla in uno dei ristoranti specializzati in paelle&co (in fattispecie qui: El Glop (http://tavernaelglop.com)).
I sottili spaghettini (o capelli d’angelo o “fideua” in valenciano) hanno conquistato le pupe più della classica paella di riso. 

Per la ricetta ho utilizzato gli spaghetti della linea Fiorfiore Coop, da spezzare con pazienza a pezzetti di un centimetro e mezzo circa. E qui ho messo al lavoro l’Aliciotta. 
Nella nostra fideua ho aggiunto più verdure e meno pesce e sostituito il brodo vegetale con quello di pesce per una questione puramente di comodità e sapore più delicato.  
Potete anche preparare la ricetta con ulteriori variazioni: sostituire il pesce con la carne, oppure optare un mix o solo verdure.
piesse: gli spaghettini così piccoli e sottili sono perfetti anche per i più piccoli, Lea docet:-). Nel caso di pupi attorno all’anno evitate i gamberi e aggiugete della polpa di pesce bianco (sogliola, gallinella, scorfano…).
Ingredienti (per 4)
350 g di spaghettini Fiorfiore Coop spezzati
2 peperoni rossi
300 g di piselli
300 g di salsa di pomodoro passata
1 cipollotto
2 spicchi d’aglio
1 decina di pistilli o una bustina di zafferano
400 g di calamari ad anelli
4-5 scampi o 400 g di code di gamberi freschi
prezzemolo (o basilico)
limone
sale
brodo vegetale (circa 400-500 ml totali)
 
Lavate i peperoni e tagliateli a piccoli quadrati. 
Mescolate i pistilli di zafferano (o la polvere) in una tazzina di brodo caldo, lasciate riposare per qualche minuto.
Prendete una padella molto larga e con il fondo spesso: vi servirà per cuocere tutti gli ingredienti, poco alla volta. 
Fate scaldare un paio di cucchiai di olio. Versate gli spaghettini spezzati e fateli tostare per qualche minuto. Toglieteli e metteteli da parte.
Nella stessa padella saltate gli scampi (o i gamberi) con un cucchiaio di olio per qualche minuto. Fate lo stesso con i calamari e teneteli in caldo, insieme ai gamberi.
Ora le verdure: fate stufare il cipollotto affettato finemente e lo spicchio di aglio con un cucchiaio di olio, aggiungete i peperoni e i piselli, lasciate cuocere per dieci minuti. Unite la salsa di pomodoro e un paio di mestoli di brodo. Versate gli spaghettini disponendoli nella padella a formare uno strato uniforme, aggiungete la tazza di brodo con lo zafferano e ulteriore brodo fino a coprire per bene. 
Cuocete per qualche minuto, senza mescolare, facendo consumare il brodo. Aggiungete gamberi e calamari e portate a cottura. Servite con il prezzemolo (o il basilico) tritato e il limone tagliato a spicchi.