da miralda | 30 Gen 2014 | L'Attesa
Edo di Edo. E’ una delle cose che ho ripetuto più volte da quando è arrivato, il 9 gennaio, quasi puntuale, scegliendo il giovedì, proprio come le due pupe (chi ne sa di astrologia mi dica che cosa mi devo aspettare dal fatto che siano nati tutte e tre sotto il pianeta di Giove:-)). Non Edoardo, ma proprio Edo. Non un diminutivo ma il suo nome. Perché Edo ha un significato e un senso tutta suo. Tanto che quando l’ho scoperto mesi fa, ho deciso per questo nome: “colui che rallegra”. Saperlo e sceglierlo in un momento in cui stavo camminando a passi pesanti mi ha aiutato.
Le settimane stanno volando veloci. Il suo arrivo, il mio compleanno (unico nel suo genere) in ospedale (il 10 gennaio) e noi, io e i miei tre figli (che a dirlo mi fa ancora molto effetto, come parlassi di qualcun altro) in sequenza di nascita: l’8, il 9, il 10 e l’11. Il ritorno a casa dalla mia famiglia, i primi giorni, la sorpresa di trovare qualcosa che già sai ma anche tutto nuovo, il profumo di un neonato, il sonno che vorresti e non hai, il primo riconoscersi attraverso sorrisi che paiono smorfie. E tutto il resto via, quasi fastidioso, di sicuro troppo rumoroso.
Ogni bambino è una nuova isola da scoprire nonostante tutto: nostalgie, ricordi e respiri da collezionare. Il primo è forte e intenso come un primo amore, ma gli altri non sono da meno. Edo, poi, come ho detto spesso, è un po’ come fosse il primo, un piccolo Lui, dopo due primavere.
Un figlio. Qualcuno dice che è gioia e amore che si moltiplica, che è un modo per non lasciare soli i nostri figli. Io non lo so. Credo sia soprattutto un’opportunità di condividere vita e strade. In due, tre, quattro…
Piesse: si ringrazia Miss Cia che ha tradotto la mia idea di Edo (prima che nascesse) su un taccuino dei ricordi per il pupo. C’è un panda (simbolo del Giappone, perché Edo è anche il nome antico della città di Tokio), c’è un cetaceo portafortuna e c’è l’inverno. Quasi fosse un haiku tradotto in immagini. Merci:-)
da miralda | 24 Dic 2013 | Winterzauber
Sto scrivendo davanti al camino, il lieve crepitio all’interno e le gocce di pioggia che cadono fitte fuori. E’ una strana Vigilia. Uno dei giorni che ho sempre amato e preferito durante l’anno. C’è Alice che disegna: i colori, i fogli hanno il potere di rapirla e renderla silenziosa come non le appartiene. Amo questa cosa, il suo mondo, il suo essere sospesa fra cielo e terra proprio come me.
Lui è fuori con Miss Lea, una quasi duenne con l’energia di una vera leoncina:-).
E io sono qui, dopo mesi che sono stati una corsa a ostacoli, puntellati da un continuo mantra di "un passo alla volta" (ehm, poco consono alla mia natura irrequieta).
Ho scritto poco in questo periodo, ma non potevo non aprire la mia pagina di diario per la Vigilia.
Oggi, nel pomeriggio, le pupe cucineranno con Lui (per la cronaca pare mi aspetti della pasta home made alle castagne, passatelli in brodo, cappone ripieno e del sorbetto al mandarino per farcire il nostro panettone). E io? Direi che a meno di due settimane dall’arrivo dell’omino di casanon ho le mie solite forze per fare, correre e pasticciare pare non averne. Mi godo il riposo, preparo il nido: tutine e maglioncini che sanno già di neonato, parole da lasciare sul suo diario di nascita, questa doppia attesa che cerco di afferarre prima che mi sfugga tra le dita.
E la ricetta? Uhm, in giro per il blog di Natali del Cucchiaino ce ne sono tanti, alcuni li abbiamo ricondivisi sul nostro profilo Facebook, altri li ritrovate girando e rigirando.
Noi come da nostra tradizione prepareremo latte alla cannella, biscotto e carota per Santa Claus e la sua renna dal naso rosso, cioccolata calda fatta in casa ai frutti rossi per la nostra merenda e piccole delizie pe rla cenetta a quattro, quasi cinque di stasera. Poi domani sarà già Natale, fuori dalle mura di casa, con nonni, cuginetti e amici…
Il mio omino di Pan Pepato.
Ingredienti
200 g di farina 00
100 g di farina integrale
100 g di nocciole finemente tritate
1 cucchiaino di spezie: cannella, anice stellato, chiodi garofano, zenzero (tutto in polvere)
2 uova
150 g di miele agli agrumi
1 cucchiaino di scorzetta di arancia e 1 cucchiaio di succo di arancia
glassa e frutti canditi per decorare
mezza bustina di lievito
latte condensato per lucidare
Procedimento
Mescolate la farina con il lievito, le nocciole tritate, la scorza di arancia e le spezie. Aggiungete le uova e il miele e lasciate riposare l’impasto per qualche ora.
Riscaldate il forno a 180°, riprendete la pasta e stendetela all’altezza di circa 1 cm: ritagliate i vostri omini (io ho utilizzato degli stampini deliziosi acqusitati l’anno passato a Zurigo, con tanto di cappellino, cravattino etc…).
Appoggiate i biscotti su carta da forno e spnnellateli con del latte condensato. Infornate per 15-20 minuti. Lasciate raffreddare, quindi decorate con una glassa a base di zucchero a velo, acqua e limone (per circa 100 g di zucchero prevedete un cucchiaio di acqua scarso e un cucchaiio di succo di limone).
da miralda | 29 Nov 2013 | 6-9 mesi, Il Cucchiaino: il libro
La Forchettina corre, corre e mai si ferma, mentre la sottoscritta sta cercando di ritagliarsi tempi lenti ma ancora non ha centrato l’alta aspirazione del momento. Il risultato? Fra poco più di un mese arriva un pupetto ma qui siamo ancora molto impreparati. Dalla cameretta al corredo a tutta quella serie di riti che con le pupe erano stati coscientemente onorati. A mia discolpa, al di là del lavoro che pare non arrestarsi, gli ultimi strascici del trasloco e assestamenti nella casa nuova, che vedranno una concentrazione di persone (e polvere) occupare il nostro salotto lunedì (l’ho già detto che odio il lunedì, no?): io non ci sarò, causa lavoro, e questa dopotutto può rivelarsi una fortuna.
Intanto La Forchettina è quella che se la cava meglio. Si è messa un bel paio di ali che le invio oltremodo in questo periodo in cui pur facendo tanto, forse troppo, mi sento ferma, statica.
Negli ultimi giorni tutte le uscite de La Forchettina sono state diligentemente passate su Facebook (a proposito ci trovate qui e se non volete perdere proprio nulla basta dire "Mi Piace":-)), in attesa che trovi il tempo di aggiornare la rassegna stampa sul blog (sigh…). Come la gallery che ci ha dedicato D di Repubblica. Ovvio che son soddisfazioni, che questo secondo "figlio" mi piace proprio un sacco!
Appuntamenti. Della serie la Forchettina vola e va.
Dopo aver impastato i biscotti per il calendario dell’avvento delle pupe (sto perdendo colpi ma a certi riti qui è impossibile sottrarsi!), domenica 1 dicembre, alle 17, La Forchettina sarà ospite di Librogiocando a Monza: si chiacchiererà e i più piccoli saranno coinvolti in un laboratorio creativo.
Secondo appuntamento da segnarsi in agenda per i romani.
Sabato 7 dicembre, in occasione della Fiera Più Libri Più Liberi, sarò ospite di Eataly Roma per un laboratorio gratuito di cucina dedicato ai bambini: impasteremo insieme i biscotti di Natale (tutte le info qui)
Terzo appuntamento? Uhm, decorazione del nostro albero di Natale con sottofondo di White Christmas domenica 8 a casetta nostra!
da miralda | 14 Nov 2013 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Adoro la pasta (e ho indubbiamente apprezzato l’opportunità della collaborazione con Coop per linea Fiorfiore, soprattutto in questa seconda fase, dedicata proprio ai primi piatti). Ovvio ho come tutti i miei formati preferiti. E in questo caso non sfuggo allo stereotipo dell’italiano: la mia passione sono gli spaghetti. Posso divagare, verso chitarra, mafalde e linguine, ma gli spaghetti, rigorosamente lunghi, anche conditi nella maniera più semplice sono il mio “I love”. A proposito di che formato siete? E i vostri pupi? Da me vige il regno dello spaghetto (Lea si diverte a fare strani allungamenti dall’alto con le mani:-)) e dell’orecchietta (quella fresca, di grano duro).
Ecco, la confessione, invece. Non amo le farfalle. Belle esteticamente, sì, ma ne apprezzo la consistenza e il modo che hanno di legare con il condimento.
Con questa ricetta, ultima della serie Fiorfiore, mi sono in parte ricreduta. Una carbonara sui generis, ma proprio sui generis che ha mantenuto uovo, parmigiano e pecorino dell’originale, un ottimo legante per le farfalle. E ci ho aggiunto biete, tenere e piccole e pomodorini dolci e succosi.
Non ho resistito e con il formato ci abbiamo giocato. Disegnando sulla carta da forno farfalle leggere e colorate. Qui è stata la mano di Alice a mettere e pasticciare, mentre qualche avanzo finiva in bocca alla Miss di casa che, dall’alto dei suoi ormai 20 mesi, vuole partecipare al gioco della cucina (uhm, cosa non semplice, che tutto finisce all’assaggio, impasti compresi, lol!).
Di solito le farfalle sono indicate più condimenti a freddo, lo so. In quel caso però io solitamente preferisco buttarmi su altro. Pennette, su tutto o gnocchetti sardi.
Però trovo che possano funzionare bene anche a caldo, a patto di spezzare quella loro anima dura centrale e renderle gustose e ben legate.
Uhm, sto facendo filosofia sulla pasta, ora la smetto e passo in cucina!
La ricetta. Il piatto è completo e può essere proposto anche ai pupi più piccoli, eventualmente usando farfalle più piccole o altro formato.
Ingredienti (per 4)
280 g di farfalle della linea Fiorfiore Coop
200 g di pomodorini
400 g di biete tenere
2 uova e 1 tuorlo
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano
2 cucchiai di pecorino non troppo forte
1 spicchio di aglio
sale
olio extravergine d’oliva
Procedimento
Lavate le biete e i pomodorini. Eliminate la parte più dura del gambo delle biete e tagliatele a pezzetti. Tagliate i pomodorini a metà. Lasciate appassire uno spicchio di aglio con un paio di cucchiai di olio in una padella. Aggiungete i pomodorini e le biete e fate cuocere mescolando per quindici minuti circa.
Nel frattempo portate a ebollizione abbondante acqua, salatela e cuocete la pasta molto al dente.
Sbattete le uova con il parmigiano e il pecorino, salate leggermente e mettete da parte.
Prendete della carta da forno e appoggiatela sulla leccarda del forno. Scolate le farfalle, conditele con il composto di verdure e uova e con un cucchiaio aiutatevi ad appoggiarle sulla carta da forno disegnando delle forme a farfalla.
Passate in forno a 185° per 10 minuti abbondanti e servite.
da miralda | 12 Nov 2013 | 12-18 mesi, L'Attesa, Winterzauber
L’avevo detto che è un periodo in cui ritornano spesso in cucina gli stessi ingredienti. Oggi della serie “graditi ritorni” ci sono le castagne. In un’interpretazione in tono con questa giornata che sto guardando dalla finestra mentre scrivo. Bagnata di grigio acceso solo dai rossi tiziano e giallo oro degli alberi. Qualche giorno fa mi sono stupita a guardare il calendario scoprendo di essere entrata nell’ottavo mese. I passi di questo periodo sono stati troppo concitati e faticosi, facile, quasi banale, dimenticarsi persino della “panza”:-).
E oggi ho deciso di prendermi cura anche di me, di noi. Con una ricetta che entra nel periodo dell’attesa. Caserecce sempre della linea Fiorfiore Coop con un ragù bianco e leggero ma saporito d’autunno.
In questi giorni a casa nostra non mancano mai le castagne. Perché Alice ha sviluppato una vera e propria passione per le caldarroste (che preparo al forno), mentre la sottoscritta le infila in minestre, primi piatti o carni arrosto.
Quest’anno però niente raccolta per via di fine settimana sempre troppo occupati ancora da scatoloni da fare di là e sistemare di qua.
Al momento finisce tutto nella cameretta del pupo che prima o poi dobbiamo assolutamente sgombrare per sedare la mia sindrome del “nido” che nel corso delle settimane peggiora sempre più:-). Ho scoperto che abbiamo tanti, tantissimi libri, la notizia mi ha spaventato considerando che ho una lunga lista di “vorrei leggere”.
Il risultato è che mi aggiro per casa progettando mensole quasi invisibili dove appoggiare libri e libri, navigo in internet ricercando armadi in stile “pupetto” e smonto e rimonto, tutto virtualmente si intende, letti a soppalco per le pupe.
Ritorniamo in cucina. Per le caserecce ho scelto un ragù a base di carne di tacchino, ricca di ferro quasi quanto manzo e vitello, molto digeribile e leggera (vedi necessità del periodo). Abbinata a castagne, erbe fresche (per me timo, rosmarino e alloro) e un trito di verdure ha un gusto delicato ma caratteristico che è piaciuto pure alle pupe dopo il primo assaggio, nonostante la dipendenza quasi totale di Alice per ragù+pomodoro.
Ingredienti (per 4)
250 g di caserecce Fiorfiore Coop
400 g di macinato di tacchino
1 scalogno
3 carote di medie dimensioni
2 gambi di sedano
200 g di castagne bollite (se siete in vena di far veloce potete optare per quelle sottovuoto)
1 chiodo di garofano
un mazzetto di timo, rosmarino e alloro
brodo vegetale
olio extravergine d’oliva
sale
parmigiano reggiano
Procedimento
Affettate lo scalogno a fettine sottili, raschiate le carote, tagliatele a pezzetti con il sedano, quindi con la mezzaluna ricavate un trito grossolano. Fate appassire lo scalogno, unite le verdure e le erbe, mescolate, infine aggiungete la carne. Potete anche sfumare con un goccio di vino bianco secco. Fate cuocere per qualche minuto, quindi bagnate con un mestolo di brodo vegetale, coprendo con un coperchio. A metà cottura unite anche le castagna a pezzetti. fate attenzione che il ragù non rimanga troppo asciutto, eventualmente bagnate con ulteriore brodo. Aggiustate di sale. Cuocete la pasta, scolatela e fatela sl
saltare in padella con il ragù per un paio di minuti. Servite le caserecce con una spolverata di parmigiano.