Aperanto galazio. Blu immenso. Per me un’ubriacatura di bianco e blu:-)

Lo so, quando si pensa alle isole grece, tanto più le Cicladi, l’immagine che immediatamente si associa sono le case, in calce bianca e imposte blu.
Fa talmente parte dell’immaginario collettivo, tipo il sushi per i japp, gli spaghetti per gli italiani e cicale e lavanda per la Provenza da diventare uno stereotipo. Cosa che solitamente mi costringe a cambiare direzione e cercare altro. Ma questa volta, stereotipo o no, mi sono lasciata prendere dall’ubriacatura di bianco e blu. Sarà che sono in pieno periodo bianco (l’ho detto no che mi piace sottrarre, sottrarre, riassumere, riassumere, e il bianco vi assicuro è talmente perfetto dal design all’abbigliamento allo stato mentale che ne ho fatto il mio ultimo credo), sarà che il blu placa la mia ansia di spazio poco circoscritto, sarà che con l’Aliciotta tutto si vede con occhi nuovi… bè benedetto stereotipo, grazie di esistere:-)

Tra l’altro ho scoperto che c’è persino una legge che obbliga al doppio cromatismo (anche se pare che negli ultimi anni almeno  sulle imposte ci si possa sbizzarrire). Figuratevi una legge: chissà una cosa del genere cosa avrebbe potuto in Italia:-)

Una lunga premessa per dire che siamo in Grecia, Mr B., Alice ed io, abbiamo già girato due isole più una – che Delos è un grande museo archeologico all’aperto disabitato e conta la metà:-)

Dopo una sosta a Mikonos (osteggiata da Mr B,, imposta dalla sosttoscritta per la già citata Delos), ora stiamo a villeggiare a Naxos (definisco così l’essere stanziali a 50 metri da una spiaggia, comunque abbastanza isolata, per Mr B. la vera vacanza, che ognuno ha il suo punto di vista)… I miei due compagni di viaggi, ognuno per i suoi motivi, pare abbiano apprezzato i primi giorni. 

Alice ha capito che i leoni le incutono un certo timore anche se hanno perso la voce da qualche millennio, che le statue la affascinano incredibilmente e che bè, sarà ancora un po’ bebè, ma l’assaggio di moussaka e tatzichi (per l’orrore di mamma e la gioia di papà) è stato un vero piacere… Mr B., a corto di una valigia, ha apprezzato il passaggio nella Piccola Venezia greca per munirsi del minimo necessario per sopravvivere (arrivato a Naxos ha affermato felice che ormai sa di poter viaggiare con non più di due cambi, beato lui:-) 

 

Mikonos: c’è troppa gente, troppo caos e i prezzi, lasciamo perdere. Però se vi capita di farci scalo fermatevi. Giusto il tempo per un rapido giro ad Hora: il centro tutto bianco e blu è affascinante, la Piccola Venezia non ha nulla a che vedere con la Serenissima ma il tramonto vale un aperitivo a base di mezedes. Se avete qualche ora che vi avanza, spingetevi fino a Fokos, pranzate alla Taverna omonima e godetevi un bagno lontano dalla folla di Mikonos.

E poi Delos, la ragione per la quale ho voluto fermarmi a Mikonos: è l’antica isola sacra al dio Apollo a dare il nome "cicladi" alle isole che appunto descrivono un cerchio attorno ad essa. Qui vita e morte in epoca ellenistica erano bandite: era una città di luce dedicata al dio del sole e della musica. Andateci e capirete perché.  P.S. L’Aliciotta (formato un anno e un pezzo) era uno dei visitatori più giovani (che dopotutto Mr B. è abbastanza stoico e io temeraria) e nel suo indicare e sgambettare uno dei più soddisfatti.

Wireless permettendo, a breve i prossimi aggiornamenti sulla cucina greca (credo di aver mangiato mai così tanta feta in così pochi giorni, annaffiata da ouzo e dolci, vedi baklava e kataifi (questi sono i simili ai primi ma direi che si riesce ad affrontarne almeno la metà in solitaria), che più dolci non si può, e un paio di chicche su Naxos (mica pensavate che stavamo veramente fermi, fermi, no?)

E poi Koufonissi, l’isola piccola, piccola, dove sogno di riuscire a smaltire tramite bicicletta tutti gli assaggi che ho voluto fortissimamente fare da quando sono arrivata (che devo pur provare se poi voglio sperimentare at home).