Tutto è partito da lei. Alice vive di meraviglia. I bambini dopotutto sanno di magia. La toccano, la vivono naturalmente. Non hanno nemmeno bisogno di pensarci. E questo di per sé è già magico, soprattutto per chi diventato grande deve ricordarsi di cercarla, la meraviglia.
E’ stato così che ho deciso di regalare un compleanno di magia e meraviglia all’Aliciotta di casa per i suoi nove anni. Nove, che stanno ormai quasi su due mani. 
“All is magic” diceva il biglietto di invito, afferrato con un grido di gioia, “seguimi ed entra nel Paese delle Meraviglie”.

Si sa, a casa nostra, i compleanni sono una cosa seria. Dopotutto sono fermamente convinta che “celebrare” sia l’opportunità per condividere la gioia con chi amiamo.
Ecco quindi che un viaggio (anche di soli due giorni) diventa un regalo per il festeggiato e non solo.
Soprattutto se hai tre bambini e la prima tappa è Gardaland!

Gardaland
La mia prima (e ultima) volta nel parco giochi più famoso d’Italia è stata ben 18 anni fa. Mi ci aveva portato Lui, stupito che non ci fossi mai stata in vita mia:-)
Ricordavo quindi poco o nulla, se non la discesa mozzafiato dalle montagne russe e la montagna di zucchero filato in cui mi ero persa.
Ricordi veramente sbiaditi che non rendono l’idea di quanto ci sia oggi, ma probabilmente questo lo sapete meglio di me, lol!
Ammetto che avevo qualche dubbio, dopotutto i pupi sono tre e vanno dai due ai nove anni. Ebbene ho sbagliato, considerato che in una giornata non siamo nemmeno riusciti a goderci tutte le attrazioni dove i tre potevano salire.
Altro errore. Pensavo che ottobre non fosse poi il mese migliore per il parco, e che dalla sua avesse le code non troppo code per le attrazioni. Sbagliato, perché l’atmosfera Halloween del periodo è veramente fantastica!


I bambini erano perennemente col naso all’insù e il dito puntato per correre qui e là e non perdersi nulla fra corsari, zucche, odalische, trenini e discese sul Colorado.
Qui è là è scattata la foto ricordo con le pose più improbabili, fai “cheeeeeese” e faccia buffa del Cavaliere.

 

 

 

Dopo il primo immancabile giro alla Giostra dei Cavalli (o Carosello, per me!) e la visita di Prezzemoland (che consiglio se avete pupi di pochi anni) ci siamo immersi nel resto del Parco: dal Baby Corsaro al Baby Pilota alla Doremifarm al Funny Express, per tutti e tre, alla Magic House (wow!) con Alice e Lea, mentre Edo riposava con Lui.

E non sono mancate nemmeno per loro le montagne russe, seppure in versione Ortobruco:-)
Tra un’attrazione e l’altra ci siamo riposati sedendoci al circo, animato da numeri di trapezisti, giocolieri e acrobati (sempre in versione Halloween:-)) e poi sedendoci alla tavola di Dracula, intrattenuti dai suoi ospiti, tutti provetti cantanti, acrobati ed esperti di magia.


All’uscita, la domanda di rito: “Torniamo domani ai giochi?”. magico, direi, è stato magico:-).

Magia è anche dormire in una camera che è una tenda. Ci si arriva tramite un sentiero verde di bambù, attorno solo cielo, stelle e campagna veneta, alle porte della laguna veneziana. In mezzo alla stanza, un albero di gelso che illumina la notte. Per cena un pic-nic da consumare seduti sul pavimento di legno, riscaldati dalla stufa.

E la meraviglia è continuata al mattino, quando è bastato sollevare le chiusure della tenda per immergersi nel suono verde della natura attorno.
Una camera con vista fuori dall’ordinario così come la colazione, dove il tavolo pareva uscito dall’ora del Tè di Cappellaio, Lepre e Coniglio e beh, i miei tre piccoli accompagnatori erano altrettanto matti:-).

Da lì il salto verso Venezia è durato poco più di una manciata di minuti. E si sa a Venezia ogni cosa è unica, niente è come ci si aspetta: di per sé una sorta di paese delle Meraviglie per i più piccoli, che lunedì era illuminato da un cielo azzurro, dove il vento aveva spazzato via tutte le nuvole.
E’ bastato salire sul primo vaporetto che attraversava la città, fermandosi a Canal Grande e portandoci fino al Museo Peggy Guggenheim, per vedere gli occhi spalancarsi per la sorpresa e rispondere a una serie di perché.

Abbiamo camminato e camminato e camminato, per quanto possa essere possibile con tre bambini al seguito, di cui un duenne pure lui appiedato (dopo l’esperienza di qualche anno fa con il passeggino questa volta abbiamo preferito fare senza:-)). Dopotutto camminare e guardare è l’unico modo per immergersi nella magia veneziana.
Abbiamo speso un’oretta al Museo Guggenheim, sono rimasta colpita dall’atmosfera informale e molto poco italiana (sarà che alla biglietteria per farmi capire ho dovuto parlare inglese?:-)):  io e le pupe abbiamo ammirato le linee astratte di Mirò, Pollock, Kandisky e l’Impero delle Luci di Magritte, mentre Lui rincorreva il terribile pirata nel giardino, vietandomi, appena siamo uscite, l’entrata in qualsiasi altro museo:-)
Ci siamo allora dati ai bacari, proprio come fossimo autentici veneziani. E i bambini hanno apprezzato molto ombrette (analcoliche) e soprattutto cicheti, sedendosi al banco all’aperto. Qui al Bacaro Risorto, un nome una garanzia:-).

 

 

 

 

 

 

Vista la giornata, ci siamo messi in coda e siamo saliti sopra la città, arrampicandoci con l’ascensore sul Campanile di San Marco. Anche per me era la prima volta. E sono rimasta letteralmente senza fiato. Ai nostri piedi tutta la meraviglia della laguna, calle dopo calle, isolotto dopo isolotto, piazza dopo piazza. E la sensazione di sentirsi per una volta giganti in miniatura.

Il resto del pomeriggio è corso veloce fino alla sera, tra i vicoli dimenticati dai turisti, il gioco dei riflessi fra un Ponte dei Sospiri e non e la sposa orientale in gondola.

E devo dire che mi sono definitivamente appassionata al potere dell’acqua e di quello che ti fa vedere, ma dopotutto qui siamo a Venezia, dove le acque sono tutt’uno con i palazzi, i ponti, le strade. E basta allungarsi da un ponticello per afferrare la luna.

Dopotutto basta fermarsi e guardare per sentirsi circondati dalla meraviglia. Buon Compleanno, all is magic Alice!