Un Fiorfiore di pasta: i rigatoni al ragù veggie e zucca

Oggi è Halloween. E anche noi ci stiamo attrezzate coi cappelli da streghetta e una lanterna a forma di zucca per tenere lontani gli spiriti cattivi. Non amo troppo la tradizione della notte più terrificante dell’anno soprattutto per quello che riguarda gli aspetti più “trash”, che per me sono travestimenti vampireschi con tanto di denti aguzzi e sangue in vista, o parlando di cucina, di cimiteri e bare da mangiare. Detto questo adoro le zucche. Di ogni tipo e foggia. Sotto forma di vellutata, zuppa e pure risottate sono il mio comfort food collezione autunno-inverno. Bene, quindi questa sera zucca ci sarà. E una delle ricette da sfornare è rigatoni della linea Fiorfiore Coop al ragù di soia e besciamella alla zucca. 

Confesso che era da tempo che volevo testare questo ragù a base di fiocchi di soia. Un po’ ero titubante sul sapore e profumo finali. Mi sono dovuta ricredere. Se fatto con tutti i rigori di un ragù è a prova di “inganno” se così vogliamo dire, o almeno l’Aliciotta ci è cascata e al primo assaggio ha detto “carne”. 

Mi chiederete: e perché proporre questa variazione se non si segue un regime veggie o vegetariano? Per sperimentare, variare e personalmente consumare una quantità minore di carne (cosa buona per noi, per l’ambiente e per gli altri). Considerate che la soia ha un alto valore nutrizionale, ossia buon apporto di proteine, ferro e sali minerali.

Ecco, questa è una cosa che pure la sottoscritta necessita di tenere sotto controllo in questo periodo di “pancia”. 

Infine il tocco “halloween”. La besciamella si tinge di giallo arancione ed è leggera, leggera e profumata di cannella. 

piesse: per chi si fosse perso gli halloween del Cucchiaino qui un veloce refresh:

Streghe, fulmini e scherzetti

Pumpinkpie del Cucchiaino

Il panino che c’è anche sul Cucchiaino libro

I pupi fantasmini

 

 

E la ricetta di oggi. 

Ingredienti (per 4)

300 g di rigatoni Fiorfiore Coop

1 cipollotto

1 carota

1 gambo di sedano

500 g di passata di pomodoro

70 g di fiocchi di soia 

1 chiodo di garofano

1 spicchio di aglio

200 g di polpa di zucca

500 ml di latte parzialmente scremato

1 pizzico di cannella

sale

olio extravergine d’oliva
brodo vegetale

100 g di latteria saporito 

1 cucchiaio di maizena (o fecola di patate)

Procedimento

Cuocete la zucca al vapore.

Riscaldate il brodo e cuoceteci per 5-10 minuti i fiocchi di soia, quindi scolateli e teneteli da parte. Affettate finemente il cipollotto e riducete sedano e carota a cubetti piccoli. Fate dorare le verdure con lo spicchio di aglio e la foglia di alloro (che poi eliminerete) in una casseruola dove avete aggiunto un cucchiaio abbondante di olio. Unite anche i fiocchi di soia (potete sfumare con un goccio di vino bianco secco) e il chiodo di garofano, quindi la passata di pomodoro, aggiustate di sale e cuocete a fuoco dolce per un’oretta.

Frullate la zucca con un mestolo di brodo vegetale. In una pentola lavorate con la forchetta la maizena con un cucchiaio di olio, mettete sul fuoco e aggiungete poco latte tiepido. Con la frusta amalgamate la maizena, evitando i grumi e aggiungete a poco a poco il resto del latte. Aggiustate di sale e portate a bollore, lasciando che il composto si addensi. A questo punto unite la zucca frullate e un pizzo di cannella.

Cuocete la pasta lasciandola molto al dente. Disponete in una pirofila da forno uno strato di pasta, uno di besciamella e uno di ragù. Finite con del latteria a scaglie. Passate in forno a 185° per 15 minuti circa. 

Un Fiorfiore di pasta: panissa di pasta

Immaginate il Monferrato sul finire di settembre. Pendiii dolci, morbidi, puntellati di vigneti, grappoli bianchi e scuri pronti da cogliere per la vendemmia. Un fine settimana di inizio autunno talmente tiepido e solare da parere ancora quasi estate. Un matrimonio a cui partecipare, un castello da fiaba dal quale contemplare il giorno al tramonto. E due giorni in assoluto relax, senza pupe al seguito. Il giorno dopo il matrimonio, con Lui ci siamo aggirati per i paesini vicini e siamo finiti in una delle tante sagre del periodo. Ovviamente abbiamo sperimentato: tutti piatti rigorosamente doc del territorio. Sono rimasta conquistata dalla bagna couda (e sì, sì…) e dalla panissa o “paniscia”. Un risotto contadino, accompagnato da fagioli borlotti, lardo, salsiccia e barbera. 
Al ritorno l’ho rifatto, sostituendo la pasta col riso (lo so che i vercellesi penseranno a un’eresia:-)).

Mi piace interpretare, prendere una ricetta, trasformarla facendomi comunque ispirare. E questi sono giorni di esperimenti. Mi aggiro nella nuova cucina, felice come una bambina con il suo nuovo “giocattolo”:-)).
C’è il forno da farsi amico, i fuochi pronti ad accogliere pentole e pentole, gli spazi da riempire di risate, profumi, sapori. E di libri, che a dire che c’è anche La Forchettina (insieme a Il Cucchiaino) mi pare strano.
Al momento è il luogo che preferisco in questa casa. Lo sento mio con la piccola dispensa già stipata di ogni sorta di aggeggio, stoviglia, farina, posata, carta, macchina fotografica, etc… (uhm, ci sono finiti tutti gli strumenti di lavoro, e c’è pure chi chiede asilo per i propri, vero Miss Cia?:-)).
Ecco, prima o poi vi faccio fare un giro, che ne sono orgogliosa proprio come fosse il mio ultimo “scarrafone”!
Tornando alla ricetta. Mi sono comportata proprio come fosse un risotto. Ho preparato il brodo, vegetale, ho rimestato la pasta come fossero chicchi di risaia. E ho utilizzato gli ultimi fagioli borlotti freschi di stagione, giusto per non farci mancare la sgranatura che ci piace tanto. 
 
Il gusto è molto vicino a quello della panissa originale, ovvio con tutte le debite differenze per via della sostituzione di riso con pasta. In questo caso mezze penne rigate della linea Fiorfiore Coop, che hanno tenuto molto tempo in cottura.
 
Ingredienti (per 4)
300 g di fagioli borlotti
1 carota
1 gambo di sedano
40 g di lardo a pezzetti
1 cipollotto
200 g di salsiccia
240 g di mezze penne rigate Fiorfiore Coop
olio extravergine d’oliva
rosmarino

brodo vegetale
qualche cucchiaio di barbera
parmigiano Reggiano

Affettate finemente la carota, il sedano e il cipollotto lavati. Fate rosolare il trito con un cucchiaio di olio extravergine e il lardo a pezzetti.
Mescolate e unite i fagioli sgranati (se usate quelli secchi, dovete lasciarli a bagno per 12 ore circa in acqua prima di utilizzarli).

Rabboccate con abbondante brodo, aggiustate di sale e lasciate cuocere a fuoco dolce per 40 minuti circa o comunque fino a quando i fagioli sono morbidi. Fate attenzione a tenere i fagioli abbastanza liquidi.

Fate rosolare in un’altra pentola qualche fettina di cipollotto con un cucchiaio di olio e la salsiccia a pezzi privata del budello.
Unite anche la pasta, mescolate e sfumate con un goccio di vino (potete anche eliminarlo). Aggiungete a poco a poco i fagioli, bagnando con ulteriore brodo se necessario. Portate a cottura. Spegnete, mantecate con del parmigiano e profumate con del rosmarino fresco prima di servire.

Un fiorfiore di pasta: fideua a modo nostro

La “fideua” mi ricorda la primavera a Barcellona e il mese trascorso lì per lavoro di Lui. 
Settimane che mi richiamano il terrazzino sopra i tetti della nostra casa a Gracia, le vie e le piazze da paesino del nostro quartiere, le lunghe camminate con le bambine, i mercati multicolor e l’atmosfera piena di energia di una città mediterranea e cosmopolita. 
La ricetta, ecco, doveva far parte del capitolo “I giramondo” de La Forchettina (a proposito i testi li ho scritti proprio nel periodo barcellonese). Poi è saltata per problemi di foliazione. Come dire avevo creato e scritto troppo, non ci stava. 

Anche se paella e fideua non sono ricette catalane, a Barcellona sono diffuse e anche noi, nel nostro peregrinare per taperie, non abbiamo potuto perderci l’assaggio.

La fideua è nata grazie al genio di un pescatore valenciano, che trovandosi senza riso, in mare aperto, propose al resto della ciurma la variazione con la pasta. Dopotutto, la sottoscritta è un’appassionata di pasta risottata e, alla fine, questa è una pasta risottata:-)

Avevo letto della ricetta e ovviamente non ho potuto fare a meno di sperimentarla in uno dei ristoranti specializzati in paelle&co (in fattispecie qui: El Glop (http://tavernaelglop.com)).
I sottili spaghettini (o capelli d’angelo o “fideua” in valenciano) hanno conquistato le pupe più della classica paella di riso. 

Per la ricetta ho utilizzato gli spaghetti della linea Fiorfiore Coop, da spezzare con pazienza a pezzetti di un centimetro e mezzo circa. E qui ho messo al lavoro l’Aliciotta. 
Nella nostra fideua ho aggiunto più verdure e meno pesce e sostituito il brodo vegetale con quello di pesce per una questione puramente di comodità e sapore più delicato.  
Potete anche preparare la ricetta con ulteriori variazioni: sostituire il pesce con la carne, oppure optare un mix o solo verdure.
piesse: gli spaghettini così piccoli e sottili sono perfetti anche per i più piccoli, Lea docet:-). Nel caso di pupi attorno all’anno evitate i gamberi e aggiugete della polpa di pesce bianco (sogliola, gallinella, scorfano…).
Ingredienti (per 4)
350 g di spaghettini Fiorfiore Coop spezzati
2 peperoni rossi
300 g di piselli
300 g di salsa di pomodoro passata
1 cipollotto
2 spicchi d’aglio
1 decina di pistilli o una bustina di zafferano
400 g di calamari ad anelli
4-5 scampi o 400 g di code di gamberi freschi
prezzemolo (o basilico)
limone
sale
brodo vegetale (circa 400-500 ml totali)
 
Lavate i peperoni e tagliateli a piccoli quadrati. 
Mescolate i pistilli di zafferano (o la polvere) in una tazzina di brodo caldo, lasciate riposare per qualche minuto.
Prendete una padella molto larga e con il fondo spesso: vi servirà per cuocere tutti gli ingredienti, poco alla volta. 
Fate scaldare un paio di cucchiai di olio. Versate gli spaghettini spezzati e fateli tostare per qualche minuto. Toglieteli e metteteli da parte.
Nella stessa padella saltate gli scampi (o i gamberi) con un cucchiaio di olio per qualche minuto. Fate lo stesso con i calamari e teneteli in caldo, insieme ai gamberi.
Ora le verdure: fate stufare il cipollotto affettato finemente e lo spicchio di aglio con un cucchiaio di olio, aggiungete i peperoni e i piselli, lasciate cuocere per dieci minuti. Unite la salsa di pomodoro e un paio di mestoli di brodo. Versate gli spaghettini disponendoli nella padella a formare uno strato uniforme, aggiungete la tazza di brodo con lo zafferano e ulteriore brodo fino a coprire per bene. 
Cuocete per qualche minuto, senza mescolare, facendo consumare il brodo. Aggiungete gamberi e calamari e portate a cottura. Servite con il prezzemolo (o il basilico) tritato e il limone tagliato a spicchi.
 

 

Un Fiorfiore di pasta: mini pie della penna rosa

Mi piace giocare coi colori. Smalti, scarpe o primi piatti. Ieri ho recuperato le prime carote viola al banco “ortofrutticolo”: hanno trasformato la minestra “chi cerca trova” (come la chiamiamo noi da queste parti) in una piatto “fashion” e un po’ surreale. Viola, viola, pasta compresa. 
Oggi è stata la volta delle barbabietole. Ne è uscito una sorta di pie per via della crosticina a base di patate (dolci e non), candido sopra, di un fucsia acceso all’interno. 

Ovviamente visto il genere non ho resistito e ho scelto la monoporzione, mentre per la pasta ho optato per le penne trafilate in bronzo della linea Fiorfiore Coop.
 
La ricetta, alla fine, è molto più veloce di quello che a tutta prima possa sembrare. Un fattore importante, considerato che ci stiamo ancora muovendo tra scatoloni e… scatoloni, con la sottoscritta che ha parecchio la testa per aria. Ricevere dopo mesi di lavoro il frutto delle tue (nostre!) fatiche in copia cartacea è soddisfazione immensa, un po’ ci credi un po’ no. Lo contempli, lo sfogli e lo risfogli. Ricerchi possibili difetti (al momento non pervenuti:-)) ma sono ancora nella fase “ogni scarrafone etc…”), rileggi le tue parole e sorridi. Sorridi. Sorridi. 
La Forchettina è uscita giovedì scorso, giorni in cui è già andata qui e là. Ma non ho ancora ben realizzato:-) 
 
La ricetta. Ho cercato di contrastare la nota dolciastra della barbabietola con una salsina a base di yogurt e striscioline di salmone affumicato (qui a casa ci sono delle vere appassionate del suddetto articolo). Il risultato? Inaspettato e delizioso, soprattutto adorabile per via del colore (che qui alla fine siamo ancora molto girlish). 
Ingredienti (per 4)
250 g di penne rigate Fiorfiore Coop
1 barbabietola cotta al vapore
250 g di yogurt greco 
150 g di panna fresca
200 g di salmone affumicato
1 cipollotto
1 patata dolce
2 patate bianche
1 pizzico di aneto
sale
olio extravergine d’oliva
 
Pelate le patate e cuocetele a vapore o bollite. 
Tagliate la barbabietola a cubetti piccoli e saltatela in padella con del cipollotto affettato finemente e stufato con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Aggiustate di sale e tenete da parte.
Nel frattempo scaldate abbondante acqua salata e portate a bollore per cuocere le penne. Tenete le penne molto al dente.
Frullate la barbabietola con lo yogurt e la panna, lasciando da parte di entrambi, panna e yogurt, un paio di cucchiai.
Passate le patate nello schiacciapatate, salate e unite panna e yogurt con un pizzico di aneto. 
Condite le penne con la salsa alla barbabietola, aggiungete il salmone tagliato a strisce sottili. Prendete delle ciotole singole (o un’unica pirofila) disponete la pasta sul fondo. Con una sac à poche o semplicemente con il cucchiaino ricoprite la pasta con la purea di patate. Infornate per 15-20 minuti a 185° e servite. 
 

La Forchettina!

E’ bellissimo. Ed è proprio quello che volevo raccontare, comunicare, trasmettere. Sfogliarlo mi emoziona. Mi fa sorridere. E parla di me, di noi. Della mia famiglia che cresce. Che mi circonda, sostiene, abbraccia. Capace di non farmi sentire sola, di riempire la cucina di casa di risate, sensazioni, profumi. Ecco, vi presento La Forchettina. Il mio secondo libro da oggi in tutte le librerie (uhm, sì è uscito prima!). 

Qualcuno l’ha già definito il naturale proseguimento de Il Cucchiaino, il fratello maggiore. Forse è così. Forse è anche qualcosa di altro, diverso, come è stato differente il periodo in cui è nato e cresciuto. 

In breve:-)

 

Chi ci ha lavorato?

La sottoscritta (con pupe e Lui al seguito), Miss Cia, in grado di tradurre in immagini e foto le mie parole in maniera "commovente" (grazie!), Edo (il webguru, che ha curato nuovamente la grafica), Ada (l’editor che tutti sognano di avere al proprio fianco).

E ovviamente tutta la redazione del mio editore, Carlo Gallucci, che ha scommesso nuovamente su di noi:-)



Come è fatto?

Sei capitoli, un centinaio di ricette, tutte rigorasamente fotografate e spesso illustrate, per cucinare coi bambini per tutta la famiglia.

Tutti i capitoli sono caratterizzati dalla presenza di una ricetta interamente illustrata nel procedimento.

Ogni capitolo è dedicato a tematiche diverse: il primo con qualche consiglio per costruire la propria dispensa ideale e un menù settimanale (salva pranzo e cena e magari anche colazione!), il secondo rivolto a chi ha intollerenze reali e virtuali (come dire qui ci sta chi non può avvicinarsi a glutine e latticini ma anche a chi inorridisce davanti alle verdure).
Nel terzo si parla di "Giramondo" (e considerata la mia passione per trolley e itinerari on the road non vi stupirete) con ricette che si ispirano a ingredienti e procedimenti di mondi altri.

Nel quarto ho sfogato la mia passione per storie e fiabe (inventate di snaa pianta dalla sottoscritta) che diventano lo spunto per creare in cucina (a proposito in un paio di casi sono state scritte a due teste con Alice). 

Non mancano le ricette per feste&co nel capitolo 5 ("Principi e Piratesse") dove abbiamo addirittura improvvisato una festa di non compleanno (sotto Miss Cia fotografata al lavoro!).


Infine il sesto capitolo che, come già sapevate per via della raccolta ricette, è "Cucino con papà": ricette di Lui e tre contributi speciali, due di lettori, uno dello chef-papà Gianfranco Morelli.

 

Quando, dove e come?

Ci abbiamo lavorato a partire dall’inizio primavera, abbiamo cucinato e fotografato tra il prima e dopo Barcellona, ho scritto durante il mese in Spagna, mentre Miss Cia rielaborava foto e preparava i disegni. 

E l’ultimo scatto, quello della copertina, è stato fatto a fine agosto nella mia nuova casa. Mentre la vecchia, cucina compresa, ha ospitato tutto il resto:-)

Giochi durante il set e pasticciamenti miei!



Perché La Forchettina?

E’ il naturale strumento che i bambini (oltre le mani:-)) utilizzano per mangiare dopo Il Cucchiaino. E’ stato da subito il mio titolo. Grazie alla nonna delle pupe, che ora è in cielo: sua l’idea, ormai tre anni fa, scherzando sull’arrivo di un secondo figlio/libro.

 

Mi piace. Lo voglio.

160 pagine, 19,50 euriii per tante, tante ricette, foto, disegni e momenti da condividere.

Lo potete acquistare in tutte le librerie, quelle grandi e piccole, quelle dell’amico, oppure on line sui soliti noti. Per chi volesse risparmiare sulle spese di spedizione e avere da subito uno sconto (del 15%), consiglio l’acquisto facile e veloce sul sito della mia casa editrice, Gallucci Editore. Tempi di consegna? Massimo il sonno di due notti.

 

Grazie a…

Ovviamente a tutti coloro che hanno reso possibile questo secondo "regalo" e a tutti voi che ci seguite ormai da anni:-). Grazie alla mia famiglia, Lui e le pupe, che hanno camminato con me in un periodo non facile della mia vita. 

E grazie al libro che mi ha sostenuto e occupato la testa quando la strada ha fatto curve inaspettate negli ultimi mesi.

 

Un fiorfiore di pasta: fusilli lunghi quasi “arriminati”

Oggi la nonna non è più quella che una volta proponeva polpette a merenda (ma che buone!) e generose porzioni di pasta ai broccoli quando capitavi a pranzo. La mente è ballerina e le forze non le permettono più di cucinare. Però i ricordi rimangono: i profumi della sua cucina, le teglie di metallo consumato e acciaccato, gli ingredienti pesati a occhio e sorriso quando preparava i dolci. 
Orecchiette, linguine e spaghetti con broccoli&co (ci entrano anche cavolfiore, cavolfiore romanesco e cime di rapa) sono un piatto di famiglia.

Ovviamente la sottoscritta l’ha declinato in modi e maniere diverse, eliminando ogni tanto alcuni ingredienti a favore di altri e alleggerendone alcuni. E strano a dirsi, alle bambine i broccoli piacciono, soprattutto nella versione che ho preparato con i fusilli lunghi Fiorfiore Coop. 
Un formato delizioso anche per giocare:-).
Un condimento fatto di poco, alla “poverella” come diceva la nonna, quando non avendo parmigiano e pecorino a  disposizione si utilizzava della semplice mollica di pane vecchio saltata con olio e uno spicchio di aglio nudo per spolverare la pasta prima di servirla. 
 
Nella ricetta originale la nonna usava abbondare con aglio, acciughe e olio, sapori forti poco adatti alle pupe. Io conservo giusto uno spicchio di aglio, elimino le acciughe (condendo solo quella di Lui con colatura di alici e peperoncino frantumato) e a volte aggiungo pinoli, mandorle o uvetta (un po’ come nella versione siciliana “arriminata”) o prosciutto crudo sfilacciato e burrata. 
La cosa buffa è che mia madre ormai replica la mia ricetta base più che quella della nonna, e l’ultima volta mi ha spiegato per filo e per segno come l’aveva proposta alle bambine che mangiavano da lei. Come fosse ormai diventata la sua:-)
Un intreccio di ricordi di famiglia che camminano e prendono di volta in volta strade nuove.
La ricetta (perfetta anche per i bambini più più piccoli)
Ingredienti (per 4)
280 g di fusilli lunghi Fior Fiore Coop
1 broccolo verde
1 panino secco
una manciata di mandorle pelate
1 spicchio di aglio
parmigiano reggiano
pecorino delicato
olio extravergine d’oliva
 
Procedimento

Pulite e lavate il broccolo, eliminando le parti più dure. Tagliate le cimette e fatele cuocere in abbondante acqua salata. Nel frattempo frullate grossolonemente il pane secco, rosolate lo spicchio di aglio intero in padella con due o tre cucchiai di olio, unite le briciole di pane.
Mescolate e lasciate dorare per qualche minuto, facendo attenzione che non brucino. Recuperate un terzo delle cimette di broccolo dall’acqua di cottura ed usate il resto per cuocere la pasta.
Frullate le cimette con un cucchiaio di parmigiano e pecorino, un cucchiaino di olio e un cucchiaio di acqua di cottura.
Scolate la pasta e fatela saltare in padella con la salsa di broccoli e il pane grattugiato. Servite con una spolverata di granella di mandorle.