Edo!

Edo di Edo. E’ una delle cose che ho ripetuto più volte da quando è arrivato, il 9 gennaio, quasi puntuale, scegliendo il giovedì, proprio come le due pupe (chi ne sa di astrologia mi dica che cosa mi devo aspettare dal fatto che siano nati tutte e tre sotto il pianeta di Giove:-)). Non Edoardo, ma proprio Edo. Non un diminutivo ma il suo nome. Perché Edo ha un significato e un senso tutta suo. Tanto che quando l’ho scoperto mesi fa, ho deciso per questo nome: “colui che rallegra”. Saperlo e sceglierlo in un momento in cui stavo camminando a passi pesanti mi ha aiutato. 

Le settimane stanno volando veloci. Il suo arrivo, il mio compleanno (unico nel suo genere) in ospedale (il 10 gennaio) e noi, io e i miei tre figli (che a dirlo mi fa ancora molto effetto, come parlassi di qualcun altro) in sequenza di nascita: l’8, il 9, il 10 e l’11. Il ritorno a casa dalla mia famiglia, i primi giorni, la sorpresa di trovare qualcosa che già sai ma anche tutto nuovo, il profumo di un neonato, il sonno che vorresti e non hai, il primo riconoscersi attraverso sorrisi che paiono smorfie. E tutto il resto via, quasi fastidioso, di sicuro troppo rumoroso. 

Ogni bambino è una nuova isola da scoprire nonostante tutto: nostalgie, ricordi e respiri da collezionare. Il primo è forte e intenso come un primo amore, ma gli altri non sono da meno. Edo, poi, come ho detto spesso, è un po’ come fosse il primo, un piccolo Lui, dopo due primavere.
Un figlio. Qualcuno dice che è gioia e amore che si moltiplica, che è un modo per non lasciare soli i nostri figli. Io non lo so. Credo sia soprattutto un’opportunità di condividere vita e strade. In due, tre, quattro… 

Piesse: si ringrazia Miss Cia che ha tradotto la mia idea di Edo (prima che nascesse) su un taccuino dei ricordi per il pupo. C’è un panda (simbolo del Giappone, perché Edo è anche il nome antico della città di Tokio), c’è un cetaceo portafortuna e c’è l’inverno. Quasi fosse un haiku tradotto in immagini. Merci:-)

La Forchettina vola e va!

La Forchettina corre, corre e mai si ferma, mentre la sottoscritta sta cercando di ritagliarsi tempi lenti ma ancora non ha centrato l’alta aspirazione del momento. Il risultato? Fra poco più di un mese arriva un pupetto ma qui siamo ancora molto impreparati. Dalla cameretta al corredo a tutta quella serie di riti che con le pupe erano stati coscientemente onorati. A mia discolpa, al di là del lavoro che pare non arrestarsi, gli ultimi strascici del trasloco e assestamenti nella casa nuova, che vedranno una concentrazione di persone (e polvere) occupare il nostro salotto lunedì (l’ho già detto che odio il lunedì, no?): io non ci sarò, causa lavoro, e questa dopotutto può rivelarsi una fortuna.

Intanto La Forchettina è quella che se la cava meglio. Si è messa un bel paio di ali che le invio oltremodo in questo periodo in cui pur facendo tanto, forse troppo, mi sento ferma, statica. 

Negli ultimi giorni tutte le uscite de La Forchettina sono state diligentemente passate su Facebook (a proposito ci trovate qui e se non volete perdere proprio nulla basta dire "Mi Piace":-)), in attesa che trovi il tempo di aggiornare la rassegna stampa sul blog (sigh…). Come la gallery che ci ha dedicato D di Repubblica. Ovvio che son soddisfazioni, che questo secondo "figlio" mi piace proprio un sacco!

 

Appuntamenti. Della serie la Forchettina vola e va.

Dopo aver impastato i biscotti per il calendario dell’avvento delle pupe (sto perdendo colpi ma a certi riti qui è impossibile sottrarsi!), domenica 1 dicembre, alle 17, La Forchettina sarà ospite di Librogiocando a Monza: si chiacchiererà e i più piccoli saranno coinvolti in un laboratorio creativo. 

Secondo appuntamento da segnarsi in agenda per i romani. 

Sabato 7 dicembre, in occasione della Fiera Più Libri Più Liberi,  sarò ospite di Eataly Roma per un laboratorio gratuito di cucina dedicato ai bambini: impasteremo insieme i biscotti di Natale (tutte le info  qui)

 

Terzo appuntamento? Uhm, decorazione del nostro albero di Natale con sottofondo di White Christmas domenica 8 a casetta nostra!

Un Fiorfiore di pasta: farfalle carbonare al forno

farfalle al forno coop disegnata 02

Adoro la pasta (e ho indubbiamente apprezzato l’opportunità della collaborazione con Coop per linea Fiorfiore, soprattutto in questa seconda fase, dedicata proprio ai primi piatti). Ovvio ho come tutti i miei formati preferiti. E in questo caso non sfuggo allo stereotipo dell’italiano: la mia passione sono gli spaghetti. Posso divagare, verso chitarra, mafalde e linguine, ma gli spaghetti, rigorosamente lunghi, anche conditi nella maniera più semplice sono il mio “I love”. A proposito di che formato siete? E i vostri pupi? Da me vige il regno dello spaghetto (Lea si diverte a fare strani allungamenti dall’alto con le mani:-)) e dell’orecchietta (quella fresca, di grano duro).

Ecco, la confessione, invece. Non amo le farfalle. Belle esteticamente, sì, ma ne apprezzo la consistenza e il modo che hanno di legare con il condimento.
Con questa ricetta, ultima della serie Fiorfiore, mi sono in parte ricreduta. Una carbonara sui generis, ma proprio sui generis che ha mantenuto uovo, parmigiano e pecorino dell’originale, un ottimo legante per le farfalle. E ci ho aggiunto biete, tenere e piccole e pomodorini dolci e succosi.
Non ho resistito e con il formato ci abbiamo giocato. Disegnando sulla carta da forno farfalle leggere e colorate. Qui è stata la mano di Alice a mettere e pasticciare, mentre qualche avanzo finiva in bocca alla Miss di casa che, dall’alto dei suoi ormai 20 mesi, vuole partecipare al gioco della cucina (uhm, cosa non semplice, che tutto finisce all’assaggio, impasti compresi, lol!).
Di solito le farfalle sono indicate più condimenti a freddo, lo so. In quel caso però io solitamente preferisco buttarmi su altro. Pennette, su tutto o gnocchetti sardi.
Però trovo che possano funzionare bene anche a caldo, a patto di spezzare quella loro anima dura centrale e renderle gustose e ben legate.
Uhm, sto facendo filosofia sulla pasta, ora la smetto e passo in cucina!
La ricetta. Il piatto è completo e può essere proposto anche ai pupi più piccoli, eventualmente usando farfalle più piccole o altro formato.
Ingredienti (per 4)
280 g di farfalle della linea Fiorfiore Coop
200 g di pomodorini
400 g di biete tenere
2 uova e 1 tuorlo
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano
2 cucchiai di pecorino non troppo forte
1 spicchio di aglio
sale
olio extravergine d’oliva
Procedimento
Lavate le biete e i pomodorini. Eliminate la parte più dura del gambo delle biete e tagliatele a pezzetti. Tagliate i pomodorini a metà. Lasciate appassire uno spicchio di aglio con un paio di cucchiai di olio in una padella. Aggiungete i pomodorini e le biete e fate cuocere mescolando per quindici minuti circa.
Nel frattempo portate a ebollizione abbondante acqua, salatela e cuocete la pasta molto al dente.
Sbattete le uova con il parmigiano e il pecorino, salate leggermente e mettete da parte.
Prendete della carta da forno e appoggiatela sulla leccarda del forno. Scolate le farfalle, conditele con il composto di verdure e uova e con un cucchiaio aiutatevi ad appoggiarle sulla carta da forno disegnando delle forme a farfalla.
Passate in forno a 185° per 10 minuti abbondanti e servite.

Un Fiorfiore di pasta: caserecce al ragù bianco

L’avevo detto che è un periodo in cui ritornano spesso in cucina gli stessi ingredienti. Oggi della serie “graditi ritorni” ci sono le castagne. In un’interpretazione in tono con questa giornata che sto guardando dalla finestra mentre scrivo. Bagnata di grigio acceso solo dai rossi tiziano e giallo oro degli alberi. Qualche giorno fa mi sono stupita a guardare il calendario scoprendo di essere entrata nell’ottavo mese. I passi di questo periodo sono stati troppo concitati e faticosi, facile, quasi banale, dimenticarsi persino della “panza”:-).
E oggi ho deciso di prendermi cura anche di me, di noi. Con una ricetta che entra nel periodo dell’attesa. Caserecce sempre della linea Fiorfiore Coop con un ragù bianco e leggero ma saporito d’autunno.

In questi giorni a casa nostra non mancano mai le castagne. Perché Alice ha sviluppato una vera e propria passione per le caldarroste (che preparo al forno), mentre la sottoscritta  le infila in minestre, primi piatti o carni arrosto. 

Quest’anno però niente raccolta per via di fine settimana sempre troppo occupati ancora da scatoloni da fare di là e sistemare di qua.
Al momento finisce tutto nella cameretta del pupo che prima o poi dobbiamo assolutamente sgombrare per sedare la mia sindrome del “nido” che nel corso delle settimane peggiora sempre più:-). Ho scoperto che abbiamo tanti, tantissimi libri, la notizia mi ha spaventato considerando che ho una lunga lista di “vorrei leggere”.
Il risultato è che mi aggiro per casa progettando mensole quasi invisibili dove appoggiare libri e libri, navigo in internet ricercando armadi in stile “pupetto” e smonto e rimonto, tutto virtualmente si intende, letti a soppalco per le pupe. 

Ritorniamo in cucina. Per le caserecce ho scelto un ragù a base di carne di tacchino, ricca di ferro quasi quanto manzo e vitello, molto digeribile e leggera (vedi necessità del periodo). Abbinata a castagne, erbe fresche (per me timo, rosmarino e alloro) e un trito di verdure ha un gusto delicato ma caratteristico che è piaciuto pure alle pupe dopo il primo assaggio, nonostante la dipendenza quasi totale di Alice per ragù+pomodoro.
Ingredienti (per 4)
250 g di caserecce Fiorfiore Coop
400 g di macinato di tacchino
1 scalogno
3 carote di medie dimensioni
2 gambi di sedano
200 g di castagne bollite (se siete in vena di far veloce potete optare per quelle sottovuoto)
1 chiodo di garofano
un mazzetto di timo, rosmarino e alloro
brodo vegetale
olio extravergine d’oliva
sale
parmigiano reggiano
 
Procedimento
Affettate lo scalogno a fettine sottili, raschiate le carote, tagliatele a pezzetti con il sedano, quindi con la mezzaluna ricavate un trito grossolano. Fate appassire lo scalogno, unite le verdure e le erbe, mescolate, infine aggiungete la carne. Potete anche sfumare con un goccio di vino bianco secco. Fate cuocere per qualche minuto, quindi bagnate con un mestolo di brodo vegetale, coprendo con un coperchio. A metà cottura unite anche le castagna a pezzetti. fate attenzione che il ragù non rimanga troppo asciutto, eventualmente bagnate con ulteriore brodo. Aggiustate di sale. Cuocete la pasta, scolatela e fatela sl

saltare in padella con il ragù per un paio di minuti. Servite le caserecce con una spolverata di parmigiano. 

Un Fiorfiore di pasta: pipette d’autunno

Ci sono un paio di ingredienti che in queste settimane sto utilizzando e utilizzando. Una sorta di tormentone gastronomico. Io credo sia colpa della stanchezza che sta diventando cronica e riduce le mie forze creative:-). Sarà, comunque i risultati non sono malvagi, soprattutto se si gioca a divagare. E io a divagare sono brava. Un pensiero qui, un sì là, e la mente altrove. Definiamola capacità multitasking. 
Bene, amo le zuppe, le minestre, le paste risottate quando arrivano i primi freddi. Mi conforta l’idea di avere qualcosa di caldo, colorato e “verdurifero” pronto per la sera. Qualcuno mi chiede come faccio. Preparo in grosse quantità, sfrutto il cestello a vapore e combino gli stessi ingredienti in modi diversi. 

Le pipette di oggi sono un esempio. Di avanzo di castagne bollite (e usate tra l’altro per un ragù e un montebianco express), zucca e patate dolci. 
Direi che la mania di queste settimane sono le patate dolci (ma quanto sono versatili!) e le castagne. Sulle seconde mi trattiene solo un aspetto. Il tempo che non ho per cimentarmi con la sbucciatura dopo cottura. 

Invece con le prime per lo più opto per il cestello a vapore: non sbuccio, sciacquo semplicemente e poi elimino l’esterno facilmente nella fase successiva, dopo una cottura veloce.
 
Le patate dolci conferiscono a minestre e zuppe quel sapore dolciastro che ci piace. E si può sempre contrastare con della panna acida, speck a cubetti o salmone affumicato a seconda dei casi. Oppure si possono usare per i dolci: fantastiche in una torta morbida con mele, cacao, uvetta e cioccolato fondente. Prima o poi ve ne parlo:-). Perfette per le prime pappe dei pupi proprio per via di quella loro consistenza morbida e dolce.
Bene, sto divagando. La ricetta di oggi.
Ho usato pipette rigate della linea Fiorfiore Coop, cotte a parte (non risottate questa volta!).
Abbinate a una minestrina che ricorda queste giornate di tepore autunnale, foglie croccanti e alberi multicolor.
 
Ho approfittato del nonno delle pupe di passaggio in Alto Adige, che mi ha portato a casa speck e funghi chiodini. 
Il risultato.
Ingredienti (per 4)
120 g di pipe rigate Fiorfiore Coop
2 patate dolci di medie dimensioni
200 g di castagne bollite e pulite
200 g di polpa di zucca
1 cipollotto
150 g di funghi chiodini
150 g di speck in un unica fetta grossa
sale
alloro
olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino di Parmigiano a piacere
 
Procedimento
Pelate le patate e riducetele a cubetti insieme alla polpa di zucca. Affettate finemente il cipollotto e pulite i funghi, eliminando la parte terrosa finale del gambo e cercando di mantenerli il più possibile interi. Sciacquateli in acqua e metteteli da parte. Fate dorare in una casseruola il cipollotto con un paio di foglie di alloro e un cucchiaio abbondante di olio. Aggiungete le patate e la zucca a cubetti, rabboccate con quattro o cinque mestoli di acqua tiepida (o brodo vegetale), mescolate, aggiustate di sale e cuocete per una ventina di minuti. Unite quindi anche i funghi e le castagne. Se necessario aggiungete ulteriore brodo: deve risultare una consistenza non troppo liquida ma nemmeno troppo asciutta. 
Cuocete a parte le pipette. Saltate lo speck affettato a listarelle sottili in padella con un filo di olio. Unite la pasta alla minestra, servite subito decorando la superficie con lo speck. 

Un Fiorfiore di pasta: linguine al pesto di arancia, il mio superlove!

Amo gli agrumi incominciando con la nota agra del limone per arrivare al dolce inaspettato di certi mandarini. E l’amore a casa è condiviso. Per noi la semplice pasta in bianco (uhm, olio extravergine, parmigiano) è completa solo con della scorza di limone grattugiato. Così come il basmati al vapore. Sì, direi che caratteristica è l’interpretazione degli agrumi in svariate preparazioni salate. Come nel pesto basilico, mandorle e arance che condisce le linguine della linea Fiorfiore Coop.

 
Per la creazione mi sono ispirata a una ricetta dello chef siciliano la Mantia (ne avevo parlato anche qui) e ho messo insieme ingredienti del periodo con quello che rimane del raccolto di basilico dell’estate. Le prime arance, tante mandorle, olio, basilico, una manciata di pistacchi verdi a decorare il piatto insieme a della ricotta salata (un altro di quegli ingredienti semplici che mi piacciono un sacco).
Su tutto però le arance. Perché la mia smodata passione per la famiglia degli agrumi aumenta senza dubbio durante la gravidanza. E’ stato così ogni volta: per combattere la nausea, per accompagnare il resto dei mesi.
In più questa ricetta ha dalla sua la velocità e semplicità della preparazione, oltre al fatto che potete aumentare le dosi e ricavare un vasetto in più di pesto per i giorni a venire. 
Ho preparato il pesto qualche giorno prima del trasloco finale nella nuova casetta e ne avevo regalato un vasetto alla mitica “Alda”, la mia vicina (per gli affezionati de Il Cucchiaino, sua la ricetta del mio primo libro, La Polentina che conforta). Era stata Alice a consegnarlo e Alda, non avendo ben capito le spiegazioni della pupa, se l’era mangiato tutto spalmando cucchiaino dopo cucchiaino sui crostoni di pane caldo. Divagazione interessante:-)
La ricetta che entra nei miei superloves (mica ci sono solo i lil’loves:-))
piesse: nell’originale, ci sono anche i capperi che ho evitato perché troppo forti per le pupe di casa.
Ingredienti (per 4)
4 arance non trattate
un mazzetto di basilico
olio extravergine d’oliva
100 g di mandorle
1 cucchiaino di pistacchi
ricotta salata da grattugiare
sale
240 g di linguine Fiorfiore Coop
 
Procedimento
Lavate le arance, ricavate della scorza grattugiata da tenere da parte. Basterà quella di un paio di arance, non di più. Pelate le arance eliminando per bene la parte bianca. Frullate la polpa con il basilico, lavato e asciugato delicatamente, abbondante olio extravergine, le mandorle e un pizzo di sale. 

Nel frattempo cuocete le linguine. Una volta pronte saltatele in padella con un filo di olio, un paio di cucchiai di acqua di cottura e il pesto. Servitele con una spolverata di ricotta e dei pistacchi tritati grossolanamente.