da miralda | 02 Feb 2011 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Latito, lo so, ma passato il ciclone influenza (sì finalmente la pupa è tornata all’asilo) mi sono immersa nel labirinto, quello delle bozza dei testi del libro da riguardare. Un’apocalisse, quella della revisione, tanto che credo ci metterò più a rivedere, correggere, tagliare e aggiungere che a scrivere!
In tutto ciò, considerando anche il resto del lavoro, stiamo andando avanti ad avanzi. Beh non proprio avanzi, diciamo porzioni cucinate in abbondanza e debitamente congelate e sfoderate per la cena di ieri, oggi e domani.
In questo corro, corro, corro, mi sono però tolta un paio di curiosità, una è stata quella del brodo, di pollo, di cui ho letto effetti prodigiosi su raffreddori e malanni di stagione. Giusto per non farla troppo semplice, ci ho aggiunto i passatelli, altra cosa che mi ero segnata sull’agenda come "da fare".
Il brodo.
A casa nostra non siamo di quelli che associano la parola brodo a letti e ammalati, e per me la sera, in inverno, è abbastanza l’abitudine alternare le zuppe e vellutate a brodi, vegetali o di carne. Però di solito lo preparo con carne mista o cappone, rarissimamente di pollo.
E credo di non essere l’unica considerato che il macellaio quando gli ho chiesto l’altro giorno un pezzo di pollo per il brodo mi ha guardato un pochetto male, come avessi detto un’eresia e ha cercato di propormi gallina, come fossi una pazza della cucina.
Beh, scrollata di spalle mia, e accenno al macellaio di tanto di studio scientifico (addirittura pubblicato sulla rivista Chest da un noto pneumologo, dr. Rennardche non ha esitato a citare pure la ricetta segreta della nonna) che mette un bel timbro sul brodo come "penicillina della nonna". Cosa comunque già saputa e risaputa, appunto da nonne e bisnonne fin dai tempi del Medioevo.
Come dire bevi il brodo che ti passa e se ci fidiamo sempre dello
studio pare che aggiungendo sedano in abbondanza il tutto funzioni ancora meglio perché così è in grado di arrivare col suo profumo anche ai nasi più chiusi.
E la spiegazione del brodo di pollo? Il calore del brodo provoca un effetto fluidificante su muco e catarro, inoltre in quello di pollo vi sono proteine che accelerano il rinforzo della membrana dei globuli bianchi e di altre cellule del sistema immunitario. Per farla semplice dovrebbe aiutare a sconfiggere tutti i più cattivi e ostinati bacilli influenzali.
Vi state annoiando? E’ finita, promesso.
I passatelli. Perché? Li ho comprati belli e fatti un mesetto fa, mi sono piaciuti e ho pensato che fosse il caso di tentare una versione casalinga.
Bene, detto e fatto (dopo qualche settimana:-)). Ne sono rimasta entusiasta, pupi pure, considerato che ha cominciato ad assaggiare a passatello crudo.
Per questa prima versione mi sono tenuta ai manuali, niente divagazioni (anche se confesso ne ho già pensate un paio di alternative!).
In tutto ciò il brodo di pollo, leggero, leggero è la pozione perfetta per il bebè, a partire dai 9-10 mesi, mentre per i passatelli (considerata la presenza dell’uovo) è meglio attendere i 12 mesi.
piesse: per i passatelli, non avendo a disposizione uno schiacciapatate a fori molto larghi né un torchietto, io ho usato il tritacarne a fori superlarghi di Mr KAid, ma ce la si fa pure a mano, stendendo, tagliando e arrotolando.
Il brodo di pollo (liberamente adattato dalla ricetta del dr. Rennard)
circa 500 gr di pollo a pezzi
1 patata
1 carota
3-4 gambi di sedano bianco (ma anche verde va benissimo)
1 cipolla
1 spicchio di aglio
1 chiodo di garofano
Riempite una pentola di acqua fredda, unite il pollo togliendo la pelle esterna se volete un brodo poco grasso (infilate in un pezzo il chiodo di garofano) e le verdure che avrete lavato, nel caso pelato o raschiato.
Portate a ebollizione, quindi abbassate il fuoco e lasciate cuocere per un’ora abbondante. Spegnete, lasciate riposare e raffreddare, quindi con una spatola togliete il grasso superiore o passate il brodo al colino per filtrarlo.
I passatelli (per 3-4 porzioni)
150 gr di pangrattato
2 uova
60 gr di parmigiano (ma anche di più se vi piace)
un pizzico di noce moscata
Impastate il pangrattato con le uova e il parmigiano, se necessario aggiungete un cucchiaio di acqua tiepida. Profumate con la noce moscata. Dovete ottenere un composto abbastanza morbido che possa passare attraverso uno
schiacciapatate (o la mia griglia del Mr KAid). Appoggiate i passatelli su un piatto o vassoio infarinati e lasciate seccare per un’oretta. Quindi utilizzate per brodo o altro (a me ne sono avanzati e ho provato a prepararli anche con del sugo avanzato).
da miralda | 25 Gen 2011 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Una settimana o quasi. Assenza sì, ma giustificata:-). Perché pure da noi hanno colpito febbre e raffreddore: prima la pupa, ormai in reclusione da giovedì scorso, poi Mr B. giusto nel weekend. E infine la nonna dell’Aliciotta, come dire "e mò che faccio??".
Nonostante gli accerchiamenti da ogni lato la sottoscritta per ora è sopravvissuta fra brodi, lavoro che si sta accumulando e per il quale credo dovrò votarmi al santo che regala giorni non in calendario e starnuti, tantissimi. Ecco spiegato. La cucina come potete immaginare ha funzionato poco, poco (beh se si escludono per l’appunto i brodi&co). Ho giusto affondato e passato in forno delle meline, mignon, arrivate in regalo dalla Calabria.
In questi giorni oltre a contatti via skype, durati ore, per (finire) no, portare avanti, una serie di consegne nonostante tutto, e i testi da rivedere del libro, ho cominciato a dare un’occhiata alle ricette arrivate per il "concorso". La scelta è quasi stata fatta e nel giro di qualche giorno giurin giuretta che saprete tutto (o quasi).
Le meline: piccole e selvatiche, nulla a che vedere con la perfezione della mela di Biancaneve, ma assolutamente graziose.
Con loro avevo un conto aperto perché già l’anno scorso mi erano arrivate in regalo ma non ero riuscita a farne nulla prima che venissero mangiate.
Questa volta il pensiero è stato molto più rapido o forse ha fatto la sua parte l’influenza. Ho subito escluso la possibilità di tagliarle per torta, piuttosto che risotto o altro: che spreco estetico:-).
Volevo che rimanessero intere, perfette nel loro formato piccolo, piccolo da mangiare col cucchiaino anche se "intortate".
Una sorta di dolcetto "scaccia malanno".
Naturale potete fare lo stesso con mele più grosse (mica arrivano tutti i giorni meline selvatiche in regalo, no?) magari cambiando il contenitore, sapete però che io sono appassionata di tutto ciò che può essere servito integralmente in monodose (o personaldose:-)).
Il formato? Perfetto dall’anno in su, anche solo per quella melina dove affondare il cucchiaino una volta pronta.
piesse. se vi cimentate, il dolcetto sarà stupefacente appena tolto dal forno, una vera esplosione, fantastica da vedere anche per il pupo.
Ingredienti (per tre, ma anche più se dividete il dolcetto)
3 meline (se avete solo quelle grandi potete usarne un paio in un contenitore più grande)
50 gr di zucchero di canna
120 ml di latte + un paio di cucchiai di yogurt bianco
2 uova
60 gr di farina
30 gr di burro
mezzo cucchiaino di cannella
1/2 bustina di lievito
scorzetta di lime (o limone)
Procedimento
Sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungete il latte, lo yogurt e il burro fuso, un cucchiaino di scorza di limone o lime, sbattete di nuovo. Unite la farina dove avrete stemperato lievito e cannella. Dovrà risultare un impasto abbastanza liquido. Riempite uno stampino (da muffin o soufflè) unto con poco burro fino alla metà, tuffate la melina. Se volete potete spolverare la mela con poco zucchero grezzo e altra cannella.
Infornate a 175° per una buona mezz’ora.
da miralda | 19 Gen 2011 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Già a chiamarlo così, con quel diminutivo, "ino", mi pare che ci guadagni il mio umore. Perché lo stufato conforta, quasi come una zuppa o purè, gli animi "afflitti":-). O in fase di settimana da lunedì perenne: quando non ne riesce una giusta e sai che va beh è lunedì (e io "odio il lunedì") e questa cosa continua, martedì e mercoledì.
Io, memore del profumino da stufato serio alla Julia Child, mi sono cimentata con una versione che a dire il vero con il "boeuf bourguignon" ha poco a che vedere. Tipico della sottoscritta. A mia discolpa due fattori: la pupa e la nonna (la "bis" dell’aliciotta per intenderci). La prima ancora a dieta bianca, la seconda a dieta light, causa diabete fuori controllo.
Voi cosa amate degli stufati? Personalmente adoro il profumo, la lunghezza di cottura (son matta??) e quel "calduccio consistenza brodosa" che finisce nel piatto. Poi che siano di carne, o pesce (magari in versione tajine o ) o di sole verdure per me è poco importante.
Per farla breve mi conforta quella casseruola (il mio sogno sarebbe una vera, vera Le Creuset total white) che borbotta sul fuoco, rigorosamente basso, a cui puoi dedicare un’attenzione abbastanza saltuaria in quel paio d’ore circa di cottura. E per me che appartengo alla categoria di chi ogni tanto si dimentica la pentola sul fuoco, preparare lo stufato è "tranquillizzante".
Se poi optate per la versione infornata, sulla scia di Julia Child, diventa ancora più semplice:-).
Trovo incredibile la capacità dello stufato di diventare diverso a seconda dei paesi e delle tradizioni, tanto che una ricetta a tutta prima molto casalinga e dai sapori "nostrani", con l’aggiunta di spezie o la variazione della modalità di cottura si trasforma in un soggetto culinario altamente esotico.
Beh per me è affascinante e oltremodo divertente, considerato che in cucina sono "irriverente" ai percorsi tradizionali:-).
Ergo, quando si parla di stufato non andate immediatamente a pensare al solito spezzattino con qualche verdura e molta "puciacca" perché in realtà c’è un mondo davanti di gulash, "boeuf bourguignonne", carbonade, tajine, Irish stew, per non parlare di tutti gli stufati speziati thai&co.
Chiusa la digressione, veniamo al nostro "stufatino".
Io ho scelto tutte verdure rigorosamente bianche, perché? Una mania di questo periodo, a cui si è aggiunto il fatto che sono partita dal topinambur, che doveva assolutamente essere presente. Dalle sue proprietà pare infatti che grazie all’inulina contenuta possa avere effetti positivi sul diabete (quasi miracolosi, stando agli ultimi studi scientifici), abbassando i livelli di glicemia.
E siccome ho cercato di convincere più volte mia nonna all’assaggio (e uso) del tubero, ho provato a proporglielo a cena da noi:-).
Naturale poi che il topinambur sia perfetto pure per i pupi, anche di piccolo formato.
Ladies&Gentlemen, et voilà "il nostro stufatino invernale". Bon Appetit!
piesse. le porzioni sono per quattro (noi tre+nonna), se volete la porzione per singolo pupo dividete per cinque-sei le quantità e ricavate.
Ingredienti (per quattro)
400 gr di carne di vitello (tipo noce o spalla)
300 gr di topinambur
1 patata
1 spicchio di sedano rapa (circa 150 gr)
1/2 mela
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
erbe aromatiche (alloro, rosmarino, salvia in mazzetto poi da togliere)
olio EVO
brodo vegetale
bacche di ginepro, chiodi di garofano
(eventuale sale)
Procedimento
Tagliate la carne a pezzi (tipo spezzattino) e pulite le verdure, tagliandole tutte a pezzetti, e affettando il cipollotto. Lasciate stufare lo spicchio d’aglio intero (che poi toglierete) e il cipollotto con il mazzetto di erbe aromatiche, aggiungete la carne e le spezie, rosolate leggermente. Unite il resto delle verdure e bagnate con il brodo fino a raggiungere metà dell’altezza del vostro stufato. Coprite con coperchio, abbassate il fuoco. La cottura deve essere lenta, lenta, ogni tanto girate e controllate che non si sia consumato troppo brodo. I vostro stufato sarà pronto quando la carne sarà bella morbida e il tutto ben saporito:-).
da miralda | 13 Gen 2011 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Prendete una pupa. Una, a caso o quasi. Perché questa un pochino la conoscete. Almeno in cucina. Mangia pressoché tutto, più o meno con passione. Sperimenta volentieri, di solito e va assolutamente matta per una lovelist che conta in topfive di sicuro formaggi, pomodorini e uovo (quello alla coque). Bene la pupa è a dieta per sette, dico sette giorni.
E dopo aver contato sulla mano quello che potevo proporle, aver cucinato sull’isola diversi brodi e vellutate a base di poche verdure stagionali, oggi è arrivato il tortino a base dei semi amati dai canarini, il miglio.
Tutto è cominciato sabato scorso durante i giorni di vacanza. Pic-nic a pranzo, approfittando di un sole quasi primaverile. E l’aliciotta a godersi burrata e pomodorini (ammetto è una delle pochissime verdure non di stagione che alla fine ogni tanto compro pure a gennaio). Ebbene è stato l’ultimo pranzo di passione, consumato su seggiolina fronte mare.
Perché giusto due minuti dopo sui piedi nudi della pupa abbiamo notato puntini e punti rossi. E non riuscendo Mr B. a proclamare diagnosi chiara e certa, siamo andati come tutti al pronto soccorso.
La cosa divertente è che con la pupa mi è capitato solo due volte di ricorrere a un "presidio medico esterno", in entrambi i casi eravamo a La Maddalena.
Bene qui il pediatra decretò: orticaria virale. E Alice cominciò a contare gli alimenti aboliti dal suo menù in questi giorni.
C’è stato un pianto, improvviso quando nella conta spuntò anche la burrata che Mr B. si affrettò a consumare in fretta dietro lo sportello del frigo:-).
L’orticaria ormai è passata e gli alimenti della lista nera stanno in piccole dosi ritornando.
Coincidenza vuole che proprio in questi giorni io abbia lavorato ad un servizio su intolleranze e allergie. E tra le altre cose abbia intervistato un esperto allergologo (giusto per conoscenza, nel caso vogliate cercare info in più sul tema, è il dott. Attilio Speciani).
No, che pensate! Non ho approfittato per una consulenza, però ho scoperto una serie di cose inaspettate. Come il concetto di costruzione della tolleranza alimentare: per farvela breve non si tratta nel caso delle intolleranze di abolire e eliminare in toto, ma di dosare gradualmente, impostare nuovamente l’alimentazione, far adattare il sistema immunitario introducendo a piccole dosi. Una sorta di secondo svezzamento, ho pensato.
Un approccio che ad esempio ho adottato con la pupa nel caso del pomodoro o del parmigiano: piccole dosi, con piccole interruzioni.
Voi che ne pensate?
Beninteso l’orticaria della pupa non era dovuta a un’intolleranza alimentare ma era un fenomeno virale che chiaramente peggiorava con alimenti per lei più difficili da tollerare (da qui la decisione di eliminare per pochi giorni).
Per tornare al tortino che qui la questione si fa lunghissssssima e la palpebra cede, trattasi di ricetta senza formaggio alcuno, miglio e verdure e poco più.
Ingredienti (per tre tortini)
100 gr di miglio
200 gr di spinaci
2 carote
1 fetta di zucca
olio extravergine d’oliva
erbe aromatiche (tipo timo, alloro, salvia)
(eventuale prosciutto cotto, pizzico di sale dopo l’anno)
Procedimento
Lavate le verdure e cuocetele al vapore, prima carote e zucca, verso la fine, solo per cinque minuti gli spinaci. Nell’acqua di cottura potete aggiungere una foglia di alloro. Sciacquate il miglio e lessatelo nell’acqua di cottura delle verdure, scolate e condite con un trito di erbe aromatiche e un cucchiaio di olio. Schiacciate le carote e la zucca a forchetta e mischiate con il miglio.
Frullate parte degli spinaci con poca acqua di cottura e un cucchiaino di olio. Intanto con il miglio riempite una piccola teglia (da minitortina o quiche) poco unta. A metà potete inserire una fetta di prosciutto cotto. Passate in forno caldo per 10-15 minuti. Sfornate e servite con la passata di spinaci.
da miralda | 04 Gen 2011 | 9-12 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Iniziamo dalle comunicazioni di servizio. Pare, come mi ha fatto notare qualcuno, che "Una ricetta per il libro del Cucchiaino" abbia una scadenza troppo a ridosso della Befana. Della serie le feste non hanno giovato alla raccolta e considerato che la sottoscritta chiuderà la cucina per qualche giorno (ma la riaprirà sull’isola), beh la scadenza è prorogata di una settimana (14 gennaio).
E nel frattempo riepilogo.
Che tipo di ricetta posso mandare?
Niente di alta cucina, il segreto è di essere proprio semplici. Scegli un piatto che al tuo pupo piace particolarmente, lo ha coinvolto e magari ha salvato parecchie volte pranzo e cena.
La maggior parte delle amiche alle quali ho detto "perché non ci provate?", hanno replicato "ma che sei pazza, mandare una ricetta per un libro e che ti mando?". Ebbene non funziona così:-). Semplici, ingredienti semplici, preparazione semplice: importante è quello che ci sta attorno (voi, i vostri ricordi e il vostro pupo).
Dove spedirla?
Mandami ingredienti, procedimento, nome e segnalazione se vuoi dei mesi o anni:-), a info@ilcucchiainodialice.it
Dopo l’interruzione ecco la ricetta di oggi.
Nonostante a casa nostra non si siano susseguite troppe cene e pranzi e tè pomeridiani, e il massimo dei botti siano state due "pizzipizzi" (voi come li chiamate, a proposito quei bastoncini che si accendono con effetto stelline?) accesi davanti al camino, il risultato è che comunque io ho il terribile desiderio di stare leggera, leggera. E poi c’è il tempo grigio e freddo, e questo già per me si traduce in un’equazione naturale: passati, brodi e vellutate.
Come quella di oggi, rigorosamente a base di verdure bianche e sedano rapa.
Il tutto è nato con la pupa che con me contemplava la palla (di sedano) bitorzoluta in cucina. Fascino del soggetto? Pari a meno zero.
Poi è arrivato un nano (si fa per dire) cercatore di sedano rapa (tipo cane da tartufo, ma molto più loquace) e con la fissa di andare alla ricerca di palle bitorzolute. Ha trovato nel paese lontano, lontano il suo personale "santo graal" grazie ad un contadino con la fissa della rotazione stagionale delle verdure: da parte sua si è impegnato a fare previsioni sul raccolto (perché il nano è magggicooo) e in cambio ne ha avuto una cassetta di sedano rapa, un anno sì e uno no.
La ricetta preferita del nano? Passato di sedano rapa con scaglie di sedano rapa, proprio come fosse tartufo:-).
La storia è durata giusto il tempo di tagliare le verdure e mettere sul fuoco.
La vellutata si è appropriata di tutto il bianco possibile a disposizione in casa (e commestibile), ne è uscita una ricetta formato 9 mesi con variazione per mamma&papà grazie ad alcune mele secche reduci delle gite in montagna estive. (per un bebè dividete per quattro le quantità).
Ingredienti (per tre)
300 gr di sedano rapa
mezzo porro
1/2 mela
1 patata piccola
1 cucchiaio di olio extravergine
finocchietto selvatico
1 cucchiaino di parmigiano
(per mamma&papà: sale, cubetti di pane bianco, poco burro, fettine di mele essiccate)
Procedimento
Pulite il sedano rapa. Tagliatelo a pezzi e pelatelo. Pelate la patata e la mela. Tagliate il porro a fettine sottili e date una sciacquata anche a quelle.
In una pentola mettete il cucchiaio di olio e aggiungete tutte le verdure a pezzi, mescolate sul fuoco e aggiungete dell’acqua tiepida (circa un litro). Fate cuocere fino a quando le verdure divengono morbide. Frullate tutto, tenendo un pezzetto di sedano rapa e profumate con del finocchietto selvatico.
Nel frattempo in una padella saltate i cubetti di pane e le fettine di mele con poco burro.
Togliete la porzione del pupo, grattuggiate sopra a scaglie il pezzetto di sedano rapa lasciato da parte, salate il resto della vellutata e servite per mamma&papà con i cubetti di pane e le mele).
da miralda | 30 Dic 2010 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Ripenso all’anno quasi passato e mi pare di prendere una lunga boccata d’aria e fare immersione. Riemergo in un attimo: il tempo è volato. Metto in fila i ricordi, quelli belli e quelli che lo sono stati un po’ meno. E’ facile, da qualche giorno mi sono messa a riguardare mille foto per regalare alla pupa il calendario 2011 e un libro di immagini 2010. E ogni foto è un tuffo, unico, dove ti immergi, ti perdi e ti ritrovi. E’ pazzesco come tutto sembra essere una danza, veloce, veloce, e oggi che ti fermi, giusto un giorno prima che sia l’anno nuovo, ho l’impressione che la tristezza, la fatica, e il dolore siano quasi dimenticati. Deve essere Alice, credo, e la magia dei bambini, della mia pupa che posso quasi accarezzare nelle immagini.
Strano per me, chiudo il 2010 in pace, con me stessa, con quello che avrei voluto fare, che avrei voluto vedere. Senza se e senza ma: non mi capita spesso.
A voi lascio i nostri auguri, il cucchiaino, a cui devo tanto e una stella, beluga "doc" in un certo senso:-).
La ricetta è formato 18-24 mesi in sù, io ho scoperto le lenticchie "beluga" (sì, proprio come il caviale) per caso. Ne sono rimasta conquistata e le ho volute utilizzare per una ricetta di Capodanno speciale.
C’è stato naturalmente chi ha improvvisato coi suoi di pentolini, e anche questo qualcuno ne è rimasto terribilmente conquistato:-)
Le ho unite al bianco, nere com’erano, perché mi piacciono gli opposti, si completano e compensano, e mi paiono, bianco e nero, tanto evocativi di questi dodici mesi.
Munita di formine a stelle di diverse fogge (una notate è quella per l’uovo, a stella) ci ho giocato nel piatto così, e così.
Buon 2011 e… la ricetta!
Ingredienti (per tre)
250 gr di lenticchie nere
150 gr di miglio in grani (ma potete sostituire con cous cous)
300 gr di coda di rospo o pescatrice
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
erbe aromatiche (rosmarino, salvia, menta, alloro)
olio extravergine d’oliva
sale (o gomasio)
brodo vegetale
Procedimento
Tagliate il cipollotto a fettine sottili e fate dorare in padella con lo spicchio di aglio, il mazzetto di erbe aromatiche e l’olio. Stufate dolcemente e aggiungete le lenticchie, bagnate con brodo vegetale (o acqua tiepida). Fate cuocere per 30 minuti circa, aggiungendo brodo se necessario. Insaporite con un pizzico di sale o gomasio. Cuocete il pesce a vapore in un cartoccio per 10-15 minuti, profumando con una foglia di alloro. Nel frattempo fate cuocere il miglio. Sciacquate i grani e appena l’acqua bolle unite il miglio. Dovrà cuocere per cinque minuti o poco più. Appena pronto scolate, e sgranate a forchetta con un cucchiaio di olio, profumate con la scorza di limone. Ora mescolate le lenticchie con il miglio, usate delle formine per creare delle stelle sul piatto. Schiacciate anche il pesce, condite con una goccia di olio e un pizzico di sale e formate anche con questo delle stelline nel piatto. Basta riempire le formine del composto, schiacciare leggermente con le mani e togliere la forma.