da miralda | 27 Ott 2011 | Il Cucchiaino: il libro
Il blog è il blog, ma niente può essere paragonabile alla carta, quella stampata. Perché è come se tutto quello che fino a quel momento era virtuale, quasi fosse solo nella tua testa, all’improvviso diventasse vero. Ho sempre avuto una devozione incondizionata per i libri, fin da quando obbligavo la mia mamma a letture lunghissime prima di dormire perché non conoscevo l’ABC. E per quanto adori scorrere le pagine in rete, toccare lo schermo del mio iPad con dieci pagine diverse aperte davanti, niente per me è paragonabile al fascino della carta. Ieri ho ricevuto la prima copia del mio (dire mio, mi sa ancora di strano:-)) libro e ho cominciato a sorridere, incantata. Direi felice.
Lo so, ci sarà la paura, quella che non possa piacere quanto piace a me, a noi che ci abbiamo lavorato, il terrore di trovarci un errore orribilis, ma sono convinta di aver comunicato, fra quelle pagine, quello che sentivo nella mente. Sia con le parole sia con le ricette, sia con l’interpretazione fotografica e illustrativa di Miss Cia sia con il lavoro grafico del webguru, alias Edoardo. Ecco perché sono felice. Rileggo le parole, quelle dell’introduzione, quelle dedicate ad Alice e so che era esattamente quello che direi anche se passassero dieci anni in un botto solo.
Comunque, questo post è soprattutto per dirvi che il libro esce settimana prossima, per l’esattezza il 3 novembre in libreria. Titolo: Il Cucchiaino. Ebbene, sì da quella data potrete dirmi la vostra:-).
Nel frattempo, cover scomposta a parte, oggi si tratta di raccontarvi qualcosa attorno al libro, una sorta di backstage indentikit in versione Cucchiaino.
Il Cucchiaino / 3 novembre 2011. (uhm, questo l’avevo già detto:-)).
1) Sono fatto così!
213 pagine, 7 capitoli. Editore Gallucci
Il primo introduttivo su svezzamento, ingredienti, metodi di cottura etc…
A seguire gli altri suddivisi in momenti, che sono sia temporali ma soprattutto di sensazione, scoperta e condivisione. Ci sono la prima pappa, le stagioni, cominciando dalla primavera, dove tutto è iniziato, le feste e i pic nic, i piatti del cuore e quelli dei lettori. E poi il calendario-armadio, da ritagliare, per lo svezzamento e un gioco-illustrazione da fare col proprio pupo per ogni capitolo.
Un assaggio? Qualche foto in primavera e poi d’estate…
e quando abbiamo giocato con le foglie nel parco.
Vi ho mai detto che adoro pestacchiare le foglie scricchiolanti?
e soprattutto giocare a nascondino!
Ovviamente per ogni stagione, in progressione di mesi, ci sono le ricette (oltre un centinaio), tutte fotografate, debitamente sdoppiate anche per mamma&papà. Della serie, non è che ci siamo solo divertite:-).
2) Cucina, chiacchiera, sente gente (per lo più virtuale, aihmè:-))
Qualcuno me l’ha chiesto. Ma come crei le ricette? E la fotografia, come avviene? e poi mangiate e rimangiate?
Le ricette nascono dalla mia mente troppa irrequieta, e da quando poi scrivo di cucina non solo per il blog ma anche per altre riviste web e cartacee faccio fatica a stare dietro a quello che la mente partorisce. E perdo le fila:-). Che vengono regolarmente ordinate da Miss Cia con un calendario e un refresh via mail.
Buona parte delle foto del blog (eccetto ovviamente quelle on the road e qualche ricetta qua e là) sono scattate da Miss Cia e sue sono quelle del libro (eccetto, forse due casi due:-)).
Allora riassumendo: la mia mente pasticcia, metto su tastiera le idee, sperimento con Lui e la pupa, ne parlo a Miss Cia (che impazzisce), ci troviamo, io cucino, insieme discutiamo lo styling del piatto e poi lei fotografa e assaggia. E spesso ricavo dalle ricette fotografate delle splendide cene pronte per pranzo.
A proposito questo è il luogo. E beh sì, il grembiule a volte me lo dimentico.
E i miei strumenti. Mr KAid e Mac, entrambi virano sul bianco.
E le foto? Tavolino bianco, pannelli, Canon e un sacco di luce naturale del mio terrazzo:-). Uhm, e questo è il disordine ordinato che regna in cucina.
3) Il libro non è però solo testo e fotografia, e no, ci sono pure i disegni della matita di Miss Cia e la grafica del webguru. E la pazienza di Ada e i giri, e rigiri di bozze.
Spesso, anzi forse quasi sempre, per me la ricetta è anche racconto, c’è una storia, un particolare i vita quotidiana. Miss Cia ha la sorprendente capacità di prendere le mie parole, a volte arruffate, e animarle col disegno nel piatto.
Ecco perché questo è un libro unico, ma proprio unico. Lo capirete scorrendo qualche pagina.
E Miss Cia ha sviluppato, colpa della sottoscritta?, una vera mania per i cucchiaini. Ci si specchia manco fosse in una favola.
E gli oggetti non sono più quello che sembravano.
Col libro abbiamo fotografato parte delle ricette un anno fa, io ho scritto i testi per una prima bozza a inizio anno, e poi è intervenuto il webguru, che fa il grafico a impaginare. Nel frattempo ho lavorato e rilavorato sui testi con la mia editor, Ada, ossia la persona più paziente che avessi mai incontrato. Quindi piccolo stallo, ricerca del pediatra che ha rivisto e scritto la prefazione, giro finale, di nuovo giro finale, nuova cover e wow chiusura!
4) Prove e pasticci!
Si sa, non sempre tutto riesce al primo colpo. Come nel caso della copertina. Ecco queste sono tre prove che non vedrete pubblicate! Anche perché alla fine abbiamo avuto bisogno di una pupa veramente bebè, e beh grazie Anna!
E tentativi di stare seria con la pupa. Non pervenuti.
Pasticci? Tanti, soprattutto quando c’è la pupa che gira attorno al set fotografico.
5) Qualche informazione pratica
Lo voglio, come faccio? Vai in libreria dal 3 novembre, chiedi "Il Cucchiaino, Ricette per bambini dallo svezzamento ai primi anni, buone anche per mamma e papà" di Miralda Colombo, Gallucci Editore, e goditi la lettura e la sperimentazione.
Ma quanto costa? 24 euro tondi tondi, per 213 pagine, centinaia di ricette fotografate, e un sacco di chiacchiere dove credo ti possa riconoscere pure tu!
Prima o poi ci incontriamo? Io spero proprio ma proprio di sì. In questo momento ci sono già due presentazioni in agenda, e una dovrebbe aggiungersi. Come dire appena tutto è definito vi faccio sapere che a me farebbe un gran piacere che non fosse tutto solo virtuale.
Per il momento grazie, trovate qui la scheda del libro e fra qualche giorno un paio di pagine da sbirciare, ovviamente aspetto i primi commenti dal 3 novembre, compresi "non mi è piaciuto per niente!".
da miralda | 25 Ott 2011 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda, Winterzauber
Questo sarà un post direi quasi, quasi telegrafico, nel senso che sono qui alla tastiera ma fra dieci minuti dieci devo essere là, pronta a recuperare la pupa per il gioco alla danza settimanale. Però è quasi Halloween, o almeno me lo hanno ricordato sempre da là, dall’asilo, le decorazioni e l’avviso "Festa". Ammetto di non essere un’amante della ricorrenza suddetta, non amo l’aspetto "terrificanteee" e a volte un pochetto trash (non uccidetemi:-)), quindi a casa nostra niente budella squartate, cimiteri o ragni che si arrampicano, of course per finta. Ho preferito affidarmi a piccoli fantasmini arancio zucca, che somigliano molto ai pupi che crea Miss Cia.
Almeno nella faccetta e in quelle forme semplici e incantate. La base è di zucca, farina, uova, mandorle a granella, zucchero, giusto poi della glassa per dare forma al viso e una punta di marzapane viola per gli occhietti curiosi.
Questi sono fantasmini che raccontano delle gocce di pioggia che cadono oggi, che cantano vicino al nido, pupi anche loro proprio come quel bimbo che li osserva stupito:-).
Un paio sono finiti nella bento box dell’Aliciotta, perfetti per questo pomeriggio di fine ottobre, dove la massima aspirazione (almeno la mia!) sarebbe solo di farsi coccolare.
La ricetta, che vado di fretta! Prendete 150 g di farina 00, 50 g di fecola, 100 g di polpa i zucca lessata e schiacciata per bene, 100 g di burro, 1 tuorlo e 90 g di zucchero, una manciata di granella di mandorle. Impastate tutto con cura, fino a ottenere una palla che mettete 30 minuti circa in frigo a riposare. Riprendete, stendete e ritagliate, magari proprio a pupo goccia. Cuocete in forno caldo a 175° per 15 minuti circa.
Preparate la glassa con 70 g di zucchero a velo, un cucchiaino di acqua e una goccia di succo di limone. Mescolate e date forma alla faccetta. Con del marzapane viola o del semplice colorante viola da aggiungere alla glassa disegnate i due occhietti.
da miralda | 21 Ott 2011 | 9-12 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Questa settimana mi è sfuggiata fra le dita con la chiara sensazione, lunedì, che i quattro giorni che mi separavano dal venerdì fossero troppo pochi per riuscire a incastrare tutto. Però oggi è venerdì, c’è questa giornata che calza come un vestito su misura, almeno al mio stato mentale, e uno smalto blu Cina che fa tic tic sulla tastiera, reduce dal matrimonio di amici di ieri.
E il pensiero che c’era qualcosa di importante da ricordare e l’idea che dopotutto farlo in ritardo è sempre meglio che non farlo. Ecco allora spuntare la polentina tinta di viola col nastro rosa.
Il nastro rosa è quello della campagna di prevenzione al tumore alla mammella della Lega Italiana Lotta Contro i Tumori, che anima col suo nastro rosa tutto il mese di ottobre. Di solito il giorno dedicato dai blog alla campagna è il 18 ottobre… Il Cucchiaino quindi si accoda con un po’ di ritardo.
E’ una ricetta di memoria e scoperta. La memoria si riferisce alla farina di mais bianca per la polenta, tipica del Veneto, preparazione abituale e amata nella famiglia del papà della pupa. E da me scoperta qualche anno fa. Caratteristiche? Beh, bianca come il latte e molto delicata.
Per l’occasione si è tinta di viola lillà grazie alla magia di un brodo preparato con carote viola, appena scovate al banco "verdurifero". In realtà le conoscevo, ma mai trovate in Italia. Felice del loro arrivo:-).
Ovvio che la ricetta facile, facile e semplice negli ingredienti è perfetta per il bebè, quello di inizio svezzamento (già dai sette mesi per intenderci), sostituite solo il formaggio latteria con un cucchiaino di parmigiano reggiano ed eliminate il sale. Per le quantità dividete quelle indicate sotto per 4-5 per avere una porzione per bebè.
Ingredienti (per tre cocottine)
200 g di farina di mais bianca
3 carote viola
1 patata
100 g di formaggio tipo latteria (o semplice parmigiano)
eventuale tocchetto di burro e sale (dopo i 12 mesi)
Procedimento
Preparate il brodo: mettete a bollire tre carote raschiate e pulite e una patata pelata e a tocchetti in circa 2 litri di acqua. Fate cuocere per una mezz’ora abbondante. Preparate la polenta: eliminate dal brodo le verdure (che potete frullare e servire a parte) e usate l’acqua per cuocere la farina di mais (mescolate bene con una frusta per evitare grumi). Una volta pronta trasferite la polenta (aggiustate eventualmente di sale) in tre cocotte da forno, infilate all’interno del formaggio a pezzetti o semplice parmigiano e passate in forno per cinque minuti. Servite.
da miralda | 14 Ott 2011 | 24-36 mesi, Dal Mondo, In Viaggio, In Viaggio
Sì, sono di quelle organizzate (o almeno qualcuno mi descrive così:-)), che ha sempre ricordato ogni cosa a memoria, pur appuntandosela sulla Moleskine del momento (tempo ante pupa), che poteva passare da un progetto all’altro e dare l’impressine di farcela senza troppa fatica, decisa, beh, sì, e convinta sull’obiettivo. Sono anche quella che rimane sul treno non perché ignori la fermata ma semplicemente perché troppo presa dalla lettura, sono quella che è stata capace di presentarsi alle 5 di mattina senza passaporto prima di un viaggio di lavoro importante e organizzato nei particolari (uhm, sono partita grazie a Lui che ha fatto to&back a una velocità su cui è meglio soprassedere), e sono quella che a volte dice sì ma è su Marte.
Prendete questa personcina, shackerate, mettete insieme circa 600 foto scattate con diligenza e maniacalità, una sera tarda, tanta stanchezza, il pensiero su almeno un paio di altre questioni e un Mac che nell’ultimo periodo imita la sua padrona. Bene, ora capirete perché vi racconto di un viaggio in Normandia e Bretagna con una manciata di poche foto.
Il mio dito, per nulla collegato alla parte corretta del cervello, leggero e sbarazzino ha schiacciato elimina (esempio di autodistruzione da oca del villaggio) e via tilt del Mac e foto bye-bye (eccetto poche sopravvissute degli ultimi due giorni). Poi ho pianto, o quasi.
Niente ninfee immortalate in ogni possibile angolatura (credetemi bellissimo il giardino di Moneta Giverny e simpatica la giapponese che ci ha voluto fotografare, ovviamente con la mia reflex), niente Honfleur o Saint Malo, e nessun ricordo di quell’andare sotto la pioggia (bardati con superimpermeabili) per le vie del Mont Saint Michel su fino e dentro all’abbazia, noi e pochi altri a sera tarda (ecco, se capitate da quelle parti scegliete la sera per addentrarvi, spettacolare e tenetevi lontani dalla pazza folla del giorno). Nemmeno un’immagine a dimostrare che sì, lì piove, piove, raggio di sole, e ripiove, piove e pioviggina, ma che ti può capitare di finire in un paese che condivide il nome con un formaggio (oui, le Camembert). E poi le secche che lasciano le barche in precario equilibrio mentre tu cerchi di indovinare cosa si nasconda in quel miscuglio di terra e sabbia. E la pupa, deliziosa con in testa le righe bianche e blu, caratteristiche dei tessuti di queste parti.
Bene, inutile dire senza mostrare:-). Vi lascio giusto l’impressione dei paesaggi di luce,vento e mare di quella parte della Francia dove tanti paesini paiono usciti dalle pagine di una Madame Bovary o da un racconto di fari, naufragi e tempeste.
E la cucina? Personalmente un pochetto pesantuccia negli assemblaggi, ma deliziosa negli elementi base, della serie a volte meglio una galette e sidro (proprio come un vero bretone!), piuttosto che cozze, far breton o baguette con camembert ( o livarot, il preferito di Alice!) che affrontare più portate pensando di sopravvivere:-).
Tornata a casa, vi ho già detto dei financiers, ma c’è stata anche la gallette, una crepe a base di farina di grano saraceno, completata con quello che più aggrada, benchè la tradizione raccomandi per “une galette complète prosciutto, formaggio e uovo al tegamino nel bel mezzo.
Solitamente viene ripiegata ricavando così quattro lati e creando l’effetto sorpresa per il ripieno interno (almeno per Alice).
All’inizio non ne sono rimasta granché entusiasta, ma era dovuto al fatto che non era preparata a regola d’arte. A Dinan, dall’atmosfera intensamente medioevale con le tipiche case a graticcio, ce ne siamo innamorati in uno di quei locali che offrono solo ed esclusivamente galette e sidro, servito nelle scodelle basse bianche con bordatura rossa.
Ecco la ricetta. Danno il meglio in versione salata, in quella dolce meglio le classiche crepes. La ripiegatura le trasforma in bauletti dei segreti o di caccia al tesoro o annua sa e indovina, perfetti per incuriosire la pupa:-).
La nostra versione non è “complète”, considerato che ho eliminato l’uovo e inserito all’interno gli ultimi pomodorini di stagione dell’orto dei nonni.
piesse. Comunicazione di servizio:-). Se avete voglia dire la vostra su quel passeggino troppo pesante, su quel libro che ha risolto la nanna del vostro pupo o sul vostro/i blog preferiti (uhm, uno a caso? Il Cucchiaino… va beh, va beh…) fatevi un giro su Mums up!
Ingredienti
200 g di farina di grano saraceno fine
1 uovo
50 ml di acqua fredda
sale
prosciutto, formaggio (emmental o camembert…) e pomodorini
Procedimento
Mescolate la farina con l’uovo, aggiungete quindi acqua e sale. Girate con una frusta o una forchetta per amalgamare, quindi lasciate riposare per una mezz’oretta. Ungete una padella con del burro, riscaldate e versate un cucchiaio abboandante di pastella. Aspettate un paio di minuti e voltate dall’altra parte con una spatola. Inserite nel mezzo del formaggio per l’ultimo minuto, passate su un piatto e ripiegate i bordi.
da miralda | 11 Ott 2011 | 24-36 mesi, Happy Birthday!, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda, La colazione
E’ una giornata che sa d’autunno, frizzante e multicolor. Ma con un cielo e una luce che non hanno dimenticato l’estate. Una vera meraviglia. Un po’ come ciò che sento guardando mia figlia. Meraviglia, intensa e inaspettata. Perché quando gli anni cominci a contarli e ci vuole quasi una mano, è impossibile sfuggire alla meraviglia. Almeno per me. I ricordi, proprio i ricordi, sono fili teneri, morbidi, e c’è la sensazione di vedere Alice e vedere me, e scoprirci tanto simili. E le diversità, le sue, sono un concentrato di quello che è la sua natura ma anche di quello che stiamo costruendo insieme.
Ci pensavo, mentre ieri mescolavo a mano (sì a mano per una mezz’ora e più) l’impasto della torta che allude al Paradiso, e osservavo più tardi sulla mano i mirtilli, quattro, finiti sulla Tenerina.
Non credo ci sia un momento della vita in cui da figli ci si trasforma irrevocabilmente in genitori. Ci ho riflettuto in questi giorni, mentre leggevo un romanzo di Iréne Némirosky (per la cronaca "Due").
Sono convinta invece che ricordare quello che abbiamo sentito, provato e vissuto come figli, come bambini, sia il segreto per capire i nostri di figli. E, inutile dire, conservare l’incanto.
Ci sono stati momenti, e ci sono momenti in cui, complice la mia irrequietezza, cerco di sfuggire ad Alice. Credo che anche questo sia normale, per non dimenticare che siamo altro rispetto ai nostri figli. E so che, dopotutto, è una maniera per tornare ed essere con lei al meglio di quanto posso dare.
Ieri sera ho fatto tardi. Mi sono ostinata a preparare all’ultimo momento la torta per la merenda all’asilo, e beh, doveva essere semplice ma speciale. Presa dall’entusiasmo (ho già detto che adoro il compleanno di chi amo?) ho deciso che non ci si può alzare il giorno dei propri quattro anni e non spegnere una prima candelina a colazione. Detto e (quasi) fatto. Seconda mini torta con divagazione formato Aliciotta.
Stamattina ho fotografato veloce la giornata che si alzava e la tortina prima dell’arrivo della pupa. E ho pensato che era una vera meraviglia, proprio come lei.
La torta? Paradiso, la ricetta l’ho presa qui, pari, pari per la torta seria, seria da portare all’asilo, e introducendo giusto una piccola variazione per la minitorta da colazione "esprimi il desiderio" ( e altrimenti senza desideri che compleanno è?). Ho frullato mirtilli rossi essiccati e li ho aggiunti all’impasto alla fine. Il risultato? Una meraviglia:-).
A proposito, fa capolino anche il primo regalo di oggi: una tazza gattosa e tisaniera, considerato che la pupa preferisce il rooibos al latte.
Mentre la torta Paradiso si è giusto arricchita di caramelline colorate di zucchero (ma dall’interno inaspettatamente morbido), scovate domenica.
E il desiderio? Non so se i bambini in generale non hanno desideri, al contrario di tutti i vorrei di noi adulti. Forse sono semplicemente felici di ciò che vivono, ora e adesso, senza i domani. Fatto sta che la mia, oltre a non rispettare la regola del silenzio ha trasformato il desiderio in una dichiarazione d’amore per la mamma…
E infine la torta per la cena di stasera, solo noi tre (in attesa delle festicciola di domenica con gli amici, beh vi racconterò, promesso).
Ho trovato una prima versione in un libro (seconda cronaca, "Dolci e fiori" di Néderlants e Angela Odone) che mi ha regalato una cara amica e sono rimasta conquistata dall’unione morbida e cioccolatosa coi mirtilli. Ho pensato che era perfetta per l’Alice di oggi.
Ho quindi studiato in rete e ho scoperto che altro non era che la torta Tenerina. Sapete, no, che i nomi hanno su di me una presa tutta loro, e Tenerina si scioglie già in bocca come una caramella morbida. Un po’ come il pensiero di Alice quando siamo lontane, un po’ come Alice quando dorme e la guardi, un po’ come questa giornata o il ricordo di Miralda bambina.
La preparazione della Tenerina è semplice, semplice, badate solo a diminuire o aumentare i tempi di cottura a seconda della vostra teglia e forno per assicurarvi un esterno croccantino e un interno ancora morbido.
La sottoscritta (ovvio, no?) ha voluto apportare un paio di modifiche, diminuendo zucchero e burro, e introducendo farina di riso e farina di mandorle, per dare ancora più morbidezza e una nota delicata in più.
Il risultato finale è stato simile nella forma a un fiore, dai petali poco definiti con i punti di viola ricoperti di zucchero, perfetta per dire, sentire e raccontare "Buon compleanno, Alice!".
La ricetta.
Ingredienti (per 4)
120 g di cioccolato fondente
80 g di burro
2 uova
70 g di zucchero
1 cucchiaio di farina di riso e 1 cucchiaio di farina di mandorle
1 confezione di mirtilli
Procedimento
Fondete a bagnomaria il cioccolato a pezzi e il burro, mescolando. Montare i tuorli con lo zucchero, quindi unire cioccolato e burro fusi (lasciati raffreddare per un paio di minuti). Incorporate i due cucchiai di farine, amalgamate quindi delicatamente i due albumi montati a neve.
Ungete una teglia (o ricoprite con carta da forno) e passate in forno.
Io ho poi infornato a 175° per 20-25 minuti circa.
Quando la torta è raffreddata, decorate con mirtilli passati per qualche minuto in freezer e rotolati quindi in zucchero bianco.
da miralda | 02 Ott 2011 | Il Cucchiaino: il libro
Sono state due settimane intense, molto intense. Perché pare che quando si sta per chiudere un libro il giro finale diventi febbrile nonostante l’impressione fosse stata quella di aver già lavorato per mesi. Il momento, però, in cui ho potuto tirare fuori la penna delle grandi occasioni e leggere per l’ultima volta le 200 e oltre pagine (è vero, no è l’ultima???) è stato di grande soddisfazione. Stanati gli ultimi "orrori" con l’aiuto della mitica Ada, la mia editor, aggiustate di nuovo foto dalla ormai maniacale Miss Cia, assillato il webguru (che nella vita reale è una bravissimo grafico e molto altro) finalmente ci siamo. Nel giro di una manciata di settimane vedrò il nostro libro in libreria (e l’idea mi pare già pazzesca:-)).
I piccoli ritardi accumulati alla fine hanno reso la prossima uscita più speciale, considerato che avrà la mia copia proprio a ottobre, per il compleanno della pupa. Uno splendido regalo, spero, considerato che il libro parla di noi, di me e lei, in cucina ma non solo.
L’aspetto sorprendente? Avere un blog, Il Cucchiaino di Alice, è un’avventura inaspettata, poterlo vedere fare capolino fra pagine scritte è la realizzazione di un sogno.
Solitamente per me settembre è il mese dei farò, dovrò, correrò, è quasi come iniziasse il mio anno, un po’ come quando avevo i calzettoni e mi mettevo la cartella in spalla. Mai, come in questo inizio di autunno, ci sono così tante e importanti novità che, beh, l’effetto è elettrizzante ma senza la mia solita irrequietezza. Avete presente quando componete un puzzle e i pezzi finiscono con poche ansie al loro posto? Ecco, questo è il mio stato umorale, oggi:-).
Rispetto a quanto raccontato mesi e mesi fa, il libro si è ampliato un pochetto. C’è una prefazione, seria, seria (non è la mia, ovvio:-)), un’introduzione (sì questa è mia, pare che ogni autore debba scriverne una), un capitolo dedicato allo svezzamento con tanti consigli pratici, su ingredienti, metodi di cottura e attrezzi supernecessari, e poi le ricette. Tante, tantissime, tutte fotografate, naturalmente, in buona parte accompagnate dalla versione per mamma&papà (un classico di questo blog, e un must anche per il libro). Tutte suddivise in momenti di vita (lo so è un po’ fumoso, ma mica si può dire proprio tutto, no?).
E infine qualche suggerimento bibliografico (classico e virtuale), visto che più volte mi avete scritto chiedendomi se avevo una mia booklist preferita da indicare sul tema.
Tanto c’è ancora da raccontare, ma aspetto di potervi mostrare la mia prima copia con copertina:-). Dopottutto è anche grazie a voi che oggi il blog è diventato un libro!