I love “lemon style”

La passione non nasce oggi, tipo che "con la panza, la mia voglia di…" è questa. Però si è intensificata, senza dubbio, in questo periodo. Se la sottoscritta, già abitualmente, infila la scorzetta di limone una volta su due o quasi in qualche ricetta, ora non ha più freni, che non siano la decenza logica di una ricetta. 

Uno dei miei pesti preferiti è di sicuro quello agli agrumi di Filippo La Mantia, scoperto un sacco di anni fa e ripetuto con piccole divagazioni. Uno dei primi che mi preparo (o forse dovrei dire ci prepariamo) più sovente, quando sono sola soletta a pranzo, è la pasta (linguine, tagliolini o spaghettini) al limone. Li adoro. E sono leggeri, come dieta in gravidanza comanda:-).

Ho pensato ad un menù, dal beverone enrgetico del mattino al secondo piatto della sera, tutto per l’attesa. Of course, poi è godibile da chiunque, pupi compresi (almeno la mia adora la scorzetta di limone quando me, marchio di famiglia:-)). 

E’ un po’ come se vi invitassi a pranzo con le buone (e le cattive) abitudini della sottoscritta (sì, spesso mi trovo a mangiare davanti al Mac, bruttissssima cosa…) quando non ci sono la pupa o Lui in giro.

Si fa? Ovvio che voi no, proprio no.

Oggi cominciamo dallo smoothie, semplicissimo da fare, e dalle linguine giallo limone, prometto il resto nei prossimi giorni.

 

Meglio detox per chi ha la panza, ma anche per chi non ce l’ha.

Come si fa? Un mandarancio, un’arancia, un kiwi ben maturo e due mandarini, per chi ne sentisse proprio la necessità aggiungere un cucchiaio di zucchero di canna (io ho dolcificato con del miele agli agrumi:-)).

Sbucciate la frutta e pelate il kiwi, inserite tutto nel mixer e frullate. Io me lo sono bevuto come fosse un Manhattan, giusto per sentirmi più una Holly reduce da nottata newsyorkese che una piccola corazzata all’ottavo mese alla prese con andatura poco agile e quattro capi da far girare nel guardaroba. 

L’effetto finale? Molto agrumato (ma va?), ma per niente male con la nota e la consistenza particolare del kiwi. 

 

Ore 13, scatta il pranzo.

Questo è un primo che vi preparate in cinque minuti, cinque, mi raccomando la pasta deve essere lunga (che nessuno si azzardi a spezzare!), e i limoni bio e di qualità. Personalmente il tocco in più lo fornisce un olio extravergine al limone, che mi hanno regalato (e che uso poco, poco per il terrore che finisca:-)).

 

Come si fa? 60 g di linguine, mezzo panino bianco secco, un limone bio, olio extravergine d’oliva, quattro/cinque capperi dissalati, ricotta salata da grattugiare, sale.

Frullate il pane secco con i capperi e la scorza di mezzo limone, aggiungete circa due cucchiaini di succo di limone. Fate dorare il pangrattato ottenuto in una padella con un cucchiaio o due di olio EVO, a fuoco dolce per qualche minuto.. Preparate la pasta, quando è pronta fate saltare per un minuto in padella con il pangrattato (bagnando con due o tre cucchiai di acqua di cottura, in maniera che non asciughi troppo). Servite con una spolverata di ricotta salata e un filo d’olio (se aromatizzato al limone, ancora meglio!).

 

piesse: qualche giorno fa è uscito questo pezzo sul Corriere della Sera dove si parla anche de Il Cucchiaino. Al di là che mi ha fatto specie ritirare il sabato mattina la mia abituale copia del Corsera e beh trovarmici con Alice a colazione, 

sul sito del quotidiano si può votare tra le varie "citazioni" del pezzo. Al momento il Cucchiaino è al primo posto, sì, sì, se vi va di aiutarci a superare quota 50%, andate e votate!! 

Il profumo della tajine

"In the mood for…" (vi ricordate il film?). Credo potrebbe diventare una delle caratteristiche della sottoscritta con panza. E, sarà che è la seconda volta che mi capita, la cosa straordinaria è che il mio umore pare proprio richiedere quello di cui il mio fisico ha bisogno. Questo aspetto mi sta affascinando sempre più, sarà che emerge a mano a mano che leggo e mi informo sull’alimentazione in gravidanza, scoprendo, incredula, che quello di cui ho voglia è ciò che va bene a me e alla pupetta che scalcia imperterrita.
Ho detto della passione sfrenata per gli agrumi che, beh già esisteva, ma mai aveva raggiunto queste vette. Di quella per tutto ciò che è fresco e leggero: finocchi, sedano rapa, lattuga, soprattutto del tipo iceberg, carote. E della fissa di mangiucchiare noci (contengono acidi grassi Omega 3) e mettere a bagno legumi. E poi c’è il desiderio di etnico che ieri aveva il profumo di tajine.

Ecco l’etnico, ma più ancora la voglia di spezie e profumi di mondi lontani. Mi ha investito mentre ero in coda, di ritorno dal lavoro, qualche settimana fa. Immaginate. All’improvviso, all’incirca all’altezza dell’imbocco della Milano-Venezia, ho pensato che quella sera avrei "assolutisssssimamente" voluto cenare all’indiano. Sentivo il sapore del cumino, la fragranza della pita. Lo so, pare da matti, ma ho la scusa, no?

Chiaramente quella sera non abbiamo cenato all’indiana, anche perché avendo meno di un’ora a disposizione per e nessun ingrediente sotto il naso era pressoché impossibile. E più prosaicamente ho finito per cucinare una zuppa calda (la mia aromatizzata, ca va sans dire:-)), e prenotare una cena per la settimana  successiva, con amici, in un ristorante libanese (per la cronaca qui, e ve lo consiglio).

Però non ero ancora soddisfatta e recuperati gli ingredienti, fra i quali una miscela di spezie (nome corretto ras el hanout) durante il weekend di dicembre a Parigi, ho preparato una tajine. Non era la prima volta, però in passato mi ero cimentata con il pesce e le sole verdure. Questa volta, invece, ho deciso di seguire un po’ di più la tradizione e ho usato carne, non di agnello che come lo volevo non l’ho trovato, ma di pollo. E l’ho accompagnata con cous cous aromatizzato al cumino.

 

Ho deciso per un gusto lievemente agrodolce, unendo a carote, porri, patate, aglio e cipollotto, della frutta disidratata, avanzata dal periodo natalizio: datteri e albicocche (anche questi ottimi per la gravidanza:-)). Infine ho profumato con due foglioline di coriandolo fresco, ultima piantina un po’ striminzita, rimasta dall’estate e tenuta diligentemente sul davanzale per averne piccole dosi al momento giusto.

Per la preparazione, non avendo a disposizione la tipica pentola da tajine (che mi piace però da pazzi:-)), ho usato una casseruola che poteva finire in forno debitamente coperta a fare il suo dovere.

Ne è uscito un piatto che profumava di mondi lontani, proprio nel mio mood di oggi:-)

Ovvio, la ricetta si presta anche per i più piccoli, dai 3 anni in su, limitando l’uso delle spezie più forti.

Ingredienti (per 3-4)
500 g circa di pollo a cubetti
2 carote
1 patata
1 porro piccolo
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
una manciata di albicocche e datteri secchi
1 cucchiaino abbondante di mix di spezie (o ras el hanout), contenente alcune o tutte queste spezie: cannella, zenzero, cumino, chiodi di garofano, curcuma, peperoncino dolce, cardamomo…
coriandolo fresco

1 cucchiaino di miele
sale, olio d’oliva

cous cous per accompagnare
brodo vegetale o acqua tiepida

 

Procedimento
Lavate le verdure, pelate la patata e raschiate le carote. Affettate sottilmente il porro e il cipollotto, lasciate imboindire nella casseruola con due cucchiai di olio, aggiungete il pollo e il miele e fate dorare per qualche minuto, prima di unire le verdure a tocchetti e la frutta secca. Aromatizzate con le spezie e aggiustate di sale. Bagnate con brodo vegetale, due o tre mestoli,  coprite col coperchio e finite la cottura in forno a 180° per 25 minuti. Il brodo dovrà consumarsi senza però che la carne si attacchi, nell’eventualità unite un altro mestolo.

Servite con del coriandolo fresco sminuzzato e cous cous al cumino.  

 

 

Ah, la stampa!

 

Il tempo pare correre molto più veloce di quanto possa fare la sottoscritta che, in questo periodo, non si distingue certo per agilità e leggerezza.
La giornata di oggi ha messo in fila una pupa ammalata, alle prime luci dell’alba, una serie di esami che proprio non si potevano rimandare (a proposito grazie all’infermiera, mai trovato di meglio, e alla corsia preferenziale per donne con panza:-)), del lavoro lasciato indietro con dimenticanze che sto rattoppando e, la stampa.
E’ un mese che mi ripromettevo di pubblicare quelli che hanno parlato intorno a "Il Cucchiaino" libro e ogni volta rimandavo. La lista si è allungata e nelle ultime due ore ho cercato di rimediare. Mi sono immersa nei pdf come fossi Arianna alla ricerca del filo, sono stata capace di perdere una pagina appena scritta e mi sono ricordata di non avere risposto a due mail, ferme lì da una settimana e più. Ok, a mia discolpa il traguardo del settimo mese ormai bello che tagliato da un po’ e una stanchezza cronica:-) 

A fare le cose come il blog comanda (e il webguru pure), la rassegna stampa avrebbe la sua sezione ordinata (là su in alto, per la cronoca "press"), ma per ora c’è questa pagina dedicata solo al libro e a chi ne ha parlato.
Ed era tempo di creare la lista non fosse altro che per ringraziare chi ne ha parlato (e Francesca, la voce stampa di Gallucci, ovvero l’editore del Cucchiaino, che ha avuto una pazienza infinita con la sottoscritta).

Quindi eccomi impazzire con i link che non vogliono diventare pdf come si deve, l’umore nero e i capelli più arricciati del solito (e per la cronaca l’illustrazione di Miss Cia era già stata scomodata ai tempi della sezione links:-)). 

 

Ovvio, a noi, che attorno al libro ci abbiamo lavorato, ha fatto piacere leggere le parole di tanti, anche di quelli che mi hanno scritto mail dopo aver comprato, ricevuto o essersi imbattuti ne "Il Cucchiaino". 

Così come chi ha pubblicato, in giro per l’Italia, foto del libro in vetrina o sullo scaffale, giusto per capire che esiste veramente e che, beh sì, pure a Rieti c’è una libreria con Il Cucchiaino!
(Come in questo caso: grazie Elisa!)

Ecco la lista, speriamo on progress:-) e ancora thanks!

 

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Picci 

 

In tivvi: Tg2 EatParade

In radio: Decanter Radio Rai2

 

 

 

 

Di rose, mare e compleanno

Sto guardando il mare mentre scrivo, la luce è piena, come lo può essere di inverno da queste parti, un cielo terso e azzurro che sa di vento. E’ una giornata come non si trovano dove vivo, quando capita è caso raro e fai subito paragoni con altri posti, come questo sull’isola. E’ la giornata del mio compleanno che solo a dirlo mi sembra strano, anche se gli gli auguri sono cominciati ad arrivare dal mattino a ricordare e mettere in fila (anche gli anni:-)). Quando sei bambino aspetti il compleanno in maniera assoluta, una gioia e una conta che non ti sta sulle dita, nella mente. Perché il tempo è ora, sfocato nel passato, difficile da raffigurare. E’ l’incanto dell’infanzia. Ora il compleanno è il privilegio di una giornata quasi qualunque, da trascorrere con chi ami. O almeno per me è questo.

Quest’anno ho faticato come non mai a rendermi conto del suo arrivo, la testa è distratta da mille pensieri, l’anno appena passato è stato speciale per tanti motivi e per il fisico la solita irrequitezza ed energia di calarsi in mille progetti è in questo momento, ammetto, impraticabile. Godo di quello che ho, della pupa che canta e balla in riva al mare, soffiando sulle bolle di sapone, di Lui che lancia il pane ai gabbiani. E di lei, che deve arrivare e fa capriole e sfarfallii nella pancia.

 

Confesso che stamattina, molto presto, ho pensato di fare un dolce, ma alla fine la giornata ha avuto il sopravvento, e ho finito per ordinare una torta a base di agrumi (è il leit motiv del periodo) e crema pasticcera. 

E il tortino in foto? Ovvio, l’ho fatto io, ma qualche settimana fa, utlizzando gli avanzi fotografici di mini Kugelhupf cucinati per altri. 

Un paio erano cresciuti troppo e per le foto non andavano e al momento ho pensato quindi di tagliarli, come fossero una mini tortina stellata, spalmarci una crema di cioccolato, profumata dal succo di arancia, e rifinire con petali di rosa acquistati durante il viaggio a Parigi.

Oggi ho subito pensato che sarebbero stati perfetti per mio compleanno, ma qui sarebbe stato impraticabile prepararli (ho giusto una tortiera in questa cucina e nulla altro:-)).

La ricetta. Si adatta a bimbi di 18-24 mesi, perché sono molto morbidi, evitando la crema di cioccolato e spalmandoci, ad esempio, una confettura di frutta (magari anche fresca!).

I petali, ovviamenti, lasceteli a me per questa giornata di compleanno:-))

 

Ingredienti (per 6 mini tortine)
150 g di farina manitoba
50 g di farina 00
50 g di zucchero
1 cucchiaio di miele agli agrumi 
1 uovo
50 g di burro
1/2 bicchiere di latte e 1/2 bicchiere di succo d’arancia fresco
1/2 bustina di lievito di birra secco
scorzetta di limone non trattato
confettura o crema di cioccolato fondente per guarnire
 
Procedimento
Mescolate in una planetaria o a mano con frusta e cucchiaio di legno il latte, appena riscaldato dove avrete sciolto il miele, il burro a temperatura ambiente, lo zucchero e la scorza di limone.
Unite all’impasto, quando omogeneo, l’uovo e il succo d’arancia, quindi le due farine nelle quali avete stemperate il lievito secco. Sbattete e mescolate: l’impasto sarà pronto quando si arrotolerà attorno al gancio della planetaria o comunque sarà morbido ed elastico.
Mettete a lievitare in un luogo tiepido per un paio d’ore. Riprendete l’impasto, dividetelo in piccole porzioni e con queste riempite per due terzi pirottini o stampini. Lasciate lievitare ancora per una quarantina di minuti. Nel caso utilizzate pirottini di carta, posizionateli in uno stampo da cake o muffin così da essere più sicuri della tenuta.

 

Riscaldate il forno a 180° e cuocete i vostri mini pandorini per 20-30 minuti: la superficie dovrà dorarsi leggermente, nel caso copritela con carta da forno o alluminio per evitare che diventi troppo scura.
Sfornate e una volta tiepidi decorate la superficie.

 

 

 

Chicchi di melagrana in insalata

Sono giorni che devo scrivere, non fosse altro per regalare Nino e libro. Ma con la pupa a casa,  le merende e gli aperitivi natalizi con gli amici, giusto quelle due scadenze lavorative che non posso non rispettare, ho faticato a riaprire il blog. Bene, oggi ci sono e scandalosamente in ritardo (ma io sono una ritardataria dopotutto:-)) annuncio che Random ha decretato il commento 18 come vincitore (aspetto da Diletta indirizzo per l’invio!). Io li avrei premiati tutti!

Al di là di assegnazioni etc, è stato un vero regalo per me scorrere i vostri desideri. E’ vero i desideri dovrebbero rimanere segreti, custoditi come tesori, eppure leggere i commenti e condividere è come sentire più vicine persone lontane,  è come se si aprissero altri mondi e non ci fossimo solo noi, ma mille voci che soffiano leggere. Chissà magari anche  voi a leggere degli altri ha fatto questa sensazione, così magica e positiva. Grazie:-)

 

La ricetta. Sta diventando il tormentone di questo inverno a casa nostra, tanto che lui, mentre preparavo per una cena con amici l’altra sera, ha annuito quasi sconsolato all’ennesimo: "Prendi un paio di finocchi e li affetti con la mandolina?". 

Per la sottoscritta sono un po’ come le carote grattugiate alla prima panza.

Alla fine è naturale: è inverno, impazzisco per gli agrumi (non chiedetemi quanti mandarini sono in grado di mangiare in una giornata) e ho bisogno di qualcosa di leggero e rinfrescante. Ebbene il finocchio è fantastico e per di più appassiona anche Alice, soprattutto a crudo, in unione con arance e kiwi (ne ho un intero cesto raccolto dal nonno due mesetti fa e giunti da qualche settimana a maturazione, ovviamente per lei dieci volte più buoni di ogni altro kiwi). 

 

Senza contare che, per la serie in gravidanza mangia tante verdure e attenzione, superattenzione a calorie e zuccheri (come il mio ginecologo ripete ogni volta), sì il finocchio ha dopotutto il suo fascino:-).

Se come me avete qualcuno che si diverte a fare pirolette nella vostra pancia abbinatelo a succo di melagrana, ricco di acido folico, fondamentale per prevenire patologie del feto (come ad esempio la spina bifida)

E cosa non meno interessante, a sostegno della mia insalata, è un articolo apparso ieri in prima pagina del Corsera (qui forse riuscite a leggerlo se vi interessa) legato a un libro che voglio leggere, "Origins" di Annie Murphy Paul. In estrema sintesi noi siamo anche quello che nostra madre mangia, come dire che il gusto nasce in pancia.

 

Divagazioni a parte, ma nemmeno tanto che questo post rientra nelle ricette per le panze, ecco qui ingredienti e preparazione (ovviamente semplicissima!).

Per tre persone, prendete un paio di finocchi teneri, un cespo di belga, 2 arance, 2 kiwi, 1 melagrana, olio extravergine d’oliva, sale.

Aprite la melagrana e spremetene il succo utilizzando un cucchiaino o semplicemente uno spremiagrumi. Unitelo (circa mezzo bicchiere) a tre cucchiai abbondanti di olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale, emulsionate il tutto con una forchettina o un mini frustino.

Lavate i finocchi e affettateli finemente con una mandolina giapponese, otterrete delle fettine fini e leggere (delicious!!). Lavate la belga e affettatela con un coltello, pelate le arance a vivo, eliminando le parti bianche con cura e tagliatele a cubetti. Pelate i kiwi e tagliate a fettine sottili.

Mescolate tutto, frutta e verdure e condite con l’emulsione di olio e melagrana.

Piesse: attenzione può originare assuefazioni nelle donne con panza proprio come il cioccolato:-)

Pops di panettone, ovvero stelle per il nuovo anno!

La sensazione a fine anno è sempre un po’ la stessa: ci arrivo quasi incredula, come avessi trattenuto tanto il fiato, i mesi che ormai paiono correre al pari di gazzelle e io dietro. Non ho mai amato quell’entusiasmo agitato per l’anno nuovo in arrivo, credo per il mio pessimismo latente, però negli ultimi anni mi sono impegnata a guardarmi indietro con più consapevolezza, a non credere che il nuovo debba per forza realizzare tutto ciò che il vecchio ha dimenticato. Il passato alla fine ha valore in se stesso, più o meno positivo, e quello che verrà è soprattutto un’opportunità, non una lotteria. Un po’ come quando si parte per un viaggio. 

E’ chiaro poi ci sono i desideri, simili a queste stelline da mordere, uno dopo l’altro.

Quest’anno mi ha portato tanto, ammetto che, colpa del mio carattere, sono già qui a pensare a nuove corse. Ma sono io, impossibile fare e dire diversamente. 

Alcuni di voi hanno lasciato i propri desideri, almeno uno, due post fa, è bello leggerli e pensare che li avete condivisi con il Cucchiaino (a proposito avete tempo fino alla mezza del 31 per vincere il nostro regalo:-)). Mi piace perché alla fine il libro e questo blog, nato per caso, in un momento in cui ero in difficile equilibrio, mi hanno dato tanto ed è anche grazie a voi, che ci seguite e leggete.

Giusto per dire che la fortuna di questo 2011 è merito anche vostro:-)

 

Non so bene cosa augurarmi per il nuovo anno, anzi no. Vorrei che tutto pur mutando continuasse ad assomigliarmi. E voi?

La ricetta. L’ho testata oggi per il tè in vista del Capodanno. 

E’ un’ottima soluzione per consumare pandoro e panettone in eccesso, ma anche un modo per accendere in tavola tanti desideri. E cosa non poco importante è estremamente semplice da preparare.

Due accortezze, comprese work in progress. Le fette che tagliate dal dolce devono essere belle spesse (anche 3-4 cm), in modo da sostenere il peso del cioccolato e munitevi di una spatolina per spalamare e limare bene:-) 

Ovvio io ho scelto di ritagliare con forma a stella, ma potete scegliere anche dei facili, facili cubotti belli spessi.

Come si fa? Panettone o pandoro, cioccolato fondente, un goccio di panna fresca, eventuale cucchiaino di glucosio liquido, fiocchi di zucchero e frutta candita per decorare, bastoncini di legno.

Tagliate il dolce a fette belle spesse e ritagliatele della forma preferita. Sciogliete a bagnomaria circa 100 gr di cioccolato fondente, con un cucchiaio di panna fresca e un cucchiaino di glucosio liquido (che potete anche omettere, serve a lucidare di più il cioccolato).

Infilzate le stelle (o altro) nel bastoncino e spalmate col cioccolato fuso, fate aderire a una delle due superfici (o entrambe) le decorazioni di zucchero e la frutta candita. Fate asciugare al fresco per una buona mezz’ora.