I segnaposto per Natale, dolci!

Sono alle prese con una settimana difficile. Dopo il weekend via, a metà strada fra vacanza e lavoro (vedete qui il risultato, caso mai aveste bisogno di qualche idea per le vacanze), non era ancora lunedì che la varicella era piombata tra noi. Fortunatamente in una forma tutta sua sulla nuova highlander di casa: niente febbre, umore pimpante (della pupa, ovvio) ed energia da vendere (alla sottoscritta e anche a qualche altra poveretta:-)). Nel frattempo la sottoscritta tanto lavoro, una notte insonne, il telefono ko e i litigi con il corriere di turno (non riesco ancora a capire come sia possibile avere un pacco in consegna da un certo corriere ormai da un mese).  

E il Natale? Per ora fatico a capacitarmi che possa arrivare fra una manciata di giorni, anche perché siamo in attesa: della varicella di Lea. E qui pare funzioni un po’ come per le nevicate: previsioni incerte e tendenziose. 

 

 

Ieri ho impastato, giusto come forma di pallina antistress: pizza, focaccine e panini dolci. Quelli a forma di albero, scarpone e stella da schierare sulla tavola della vigilia. 

 

Buoni, morbidi e confortevoli per la colazione della mattina (ma qui, hanno avuto successo pure a merenda o come sbocconcellamento di passaggio).

L’idea di base è abbastanza smeplice, una sorta di panino brioché, con l’aggiunta di profumi e spezie che ricordino il periodo: succo di mandarino, scorzette candite di arancia fatte in casa, mirtilli rossi secchi, cannella, chiodi di garofano, zenzero e anice stellato.

Per la scorzetta d’arancia ho utilizzato un metodo veloce: ho bollito le scorze pelate a vivo e tagliate a stricse in acqua, sostituendo il liquido per tre volte. Ho quindi rimesso nel pentolino con un bel cucchiaio di zucchero e u bicchierino di acqua e fatto cucinare fino a quando il liquido si è consumato. Ho quindi fatto raffreddare e ritagliato a cubetti.

I panini invece.

Ingredienti

250 g di farina manitoba

150 g di farina 00

1 bustina di lievito secco

1 uovo

100 ml di succo di mandarino

50-70 ml di latte

un pizzico di sale

70 g di burro

90 g di zucchero

una manciata di arancia candita

una manciata di mirtilli rossi disidratati

un mix di spezie: cannella, anice, stellato, zenzero chiodi di garofano

zucchero a velo

 

Procedimento

Mescolate le due farine con il lievito, aggiungete lo zucchero, un pizzico di sale, le spezie, il burro a temperatura ambiente, aggiungete quindi l’uovo, il succo di mandarino e parte del latte tiepido. Lavorate il composto e se risultasse troppo secco unite ancora un paio di cucchiai di latte o acqua tiepidi.

Mettete a lievitare pe run paio d’ore in una ciotola coperta con un panno umido in ambiente caldo. Riprendete quindi l’impasto e unite i mirtilli e le scorze d’arancia. Lavorate a mano e formate delle palline. Ritagliate la palline con le formine o riempite degli stampi di forma natalizia con l’impasto facendo attenzione a non riempire troppo nè in altezza nè in ampiezza.

Rimettete a lievitare per 30-45 minuti. Spennellate con del latte e cuocete in forno caldo a 180° per 20-30 minuti.

Spolverate con zucchero a velo o ricoprire con glassa bianca a base di zucchero a velo e succo di mandarino.
Perfetti anche come segnaposto sulla tavola della Vigilia:-)

 

Panini a stella per Lea

La Miss "novemesenne" qui accanto pare apprezzare oltremodo pane e affini. Adora mangiucchiare, dopo essersi "sbavata" la pappa del giorno, micro pezzettini che finiscono un po’ ovunque: bocca, fronte, vestiti, capelli, seggiolone, pavimento etc (uhm, a volte pure i miei di capelli e vestiti).

Ho preso quindi l’abitudine di far lievitare piccole focaccine quando preparo pane o pizza per noi: mi piace farlo perché mi pare di riuscire a farle condividere, in cucina, già qualcosa di quello che mangiamo noi. Ci aggiungo zucca, zucchine o carote cotte e frullate insieme a della ricotta fresca. Il risultato? Ottimo, morbido, perfetto per i suoi due denti:-). Naturale, dopo aver impastato i biscotti per il calendario della renna (ve lo ricordate?) per Alice, fare qualcosa anche per la pupetta. Come primo esperimento, simildolce o quasi, ho scelto dei panini a stellina al profumo di mela. 

L’idea è di avere qualcosa a portata delle sue manine per mangiucchiare o semplicemente trascorrere piacevolmente qualche minuto mentre noi finiamo colazione, merenda o cena (uhm, il pranzo no, perché siamo di solito sole e il problema non si pone:-)).  Diciamo un’alternativa al solito pezzetto di pane, che possa da lontano assomigliare a un dolcetto formato "Lea".

 

Qualcuno di voi, tempo fa, mi aveva chiesto una ricetta di biscotti prima infanzia homemade: giurin giuretta che presto mi cimento, nel frattempo provate coi mini panini a stellina:-)

 

Li ho spolverati con un pizzico di cannella finale "in mood natalizio" (e decorati, giusto per la foto, con della scorzetta di arancia candita fatta in casa).

In parte li ho congelati (comodo avere qualcosa del genere a portata di mano quando il bebè strilla imperterrito e voi vorreste finire quello che avete nel piatto), in parte conservati in un sacchetto (e devo dire che si conservano abbastanza morbidi per diversi giorni).  Pare che piacciano anche i più grandi, visto che Alice e Lui ne hanno attinto soddisfatti!

Potete variare il tipo di frutta usato: mela ma anche pera o banana. E sperimentare con frutta semplicemente grattugiata o cotta e passata.

Per la lievitazione ho utilizzato poco lievito fresco e aggiunto yogurt per ottenere panini belli morbidi.

Ecco la ricetta dei panini dolci prima infanzia (o inizio svezzamento!)

Ingredienti (per una decina di stelline)

150 g di farina manitoba

50 g di farina 00

1/2 mela golden grattugiata

3-4 cucchiai di yogurt

succo di mela e acqua q.b. (circa 1 bicchiere)

1/2 bustina scarsa di lievito di birra secco 

1 cucchiaino di sciroppo d’agave o d’acero

cannella

 

Procedimento

Amalgamate le due farine con il lievito secco aggiungendo il succo di mela e acqua, lo yogurt, lo sciroppo di agave L’impasto deve risultare abbastanza morbido ma non eccessivamente bagnato. Unite anche la mela grattugiata continuando ad impastare. Mettete a lievitare in una ciotola per un paio d’ore, coperto da un panno umido. Quando l’impasto è raddoppiato di volume, riprendetelo e lavoratelo a mano. Ricavate delle piccole porzioni di impasto: con una formina ritagliate ogni porzione a forma di stella (altezza di circa 2 cm). Spennellatele delicatamente con succo di mela e rimettete a lievitare per altri 30-45 minuti.

Scaldate il forno a 185° e cuocete i panini (circa 15-20 minuti).

Spolverate con della cannella o vaniglia e conservate in una scatola chiusa o in un sacchetto di plastica.

 

Cavoli che viola!

A casa ci piace il viola. In tutte le sue sfumature: violetto, viola scuro, viola uva fragola, lillà, fucsia acceso e viola mirtillo che tende al blu. La passione è nata per antipatia della sottoscritta per il rosa (e potete capire con due pupe cosa posso aver fatto nella mia pink war tutta personale): oggi, ho una pupa che adora il viola (e le sue sfumature) e un’altra che lo indossa inconsapevolmente:-)

Ecco, in questa tendenza viola Lui è chiaramente estraneo fino a quando sono arrivati i cavoli. Viola, assolutamente e assurdamente viola, che diventano blu in cottura. Cucinati con la ricetta di famiglia, quella della nonna bis che si tramanda più o meno identica a seconda dei gusti. Qui la facciamo "alleggerita", non fosse altro che c’è Alice a mangiarla con noi:-)

Qualche settimana fa mi arriva una foto via email: cavoli viola che, cotti al vapore, si tingono di blu. Li devo avere. Lo spacciatore è lo stesso della zucca hokkaido (che allieta i risotti di Lea). Detto fatto.

E giusto per non farci mancare nulla i cavoli fanno tris. In brodo, per un risultato viola fragola da far arrossire facilmente il più candido risotto, al vapore per finire in vellutata e pennette (ecco, qui la nonna docet spaghetti massimo linguine, ma ho voluto rivoluzionare e mi sono data alla pennetta:-)).

 

Ho cominciato dal brodo, per sbaglio. Nel senso che messi a lessare i broccoli ho atteso paziente che diventassero blu senza nessun risultato. Viola erano e viola rimanevano. Magari giusto un po’ sbiaditi. Ovvio, colpa del liquido. Che però pare una pozione magica (uhm, presente il brodo con le carote viola?) tanto che la strega di casa ha diligentemente messo da parte per futuri esperimenti con risi e affini:-)

Seconda cottura, quindi, al vapore. Con i broccoli che da viola, minuto dopo minuto, cominciano a diventare di un bel blu mirtillo. Ok, non è un blu cobalto o cielo, ma sempre tendenza blu è.

Perché concentrarsi sul viola? Bene è questione di proprietà di cavoli. Che nella varietà violetta concentra un vero e proprio elisir. Come tutti i frutti e verdure di questo colore il cavolfiore violetto ha proprietà antiossidanti: ossia contrasta in maniera naturale l’invecchiamento cellulare e l’insorgenza di malattie cancerogene. Un po’ come le carote viola, che si stanno sempre più diffondendo.

Il sapore? Molto simile al cavolfiore bianco, ma con il valore aggiunto cromatico (almeno a casa nostra:-)).

 

Le ricette? Per la vellutata (3-4 porzioni) cucinate a vapore un cavolfiore e una patata, quando sono cotti passateli a tocchetti in padella con del cipollotto affettato finemente e un cucchaio di olio d’oliva. Mescolate e coprite con brodo vegetale, aggiustate di sale e profumate con un pizzico di cumino.  Frullate tutto e servite con una manciata di nocciole tritate e cubetti di pane nero tostato in padella con uno spicchio di aglio.

Versione Lea: senza aglio, sale, nocciole e cubetti di pane non tostato:-)

Le pennette? 3 porzioni: 200 g di pennette, 1 cavolfiore circa cotto al vapore, mollica di pane secco bianco, 1 spicchio di aglio, olio EVO, eventuale colatura di alici (per adulti, personale variazione alla ricetta della nonna che usava circa un vasetto di alici sotto’olio:-)), pecorino e parmigiano.

 

Lavate e cuocete il cavolfiore al vapore (per circa 15 minuti). Usate l’acqua di cottura per lessare la pasta (aggiungendo altra acqua se necessario). Fate tostare del pane grattigiato grossolamente in una padella con olio e uno spicchio di aglio.  Fate saltare le pennette di padella con il cavolfiore a cimette: servite con una spolverata di parmigiano e pecorino ed eventuale colatura.

Il Cucchiaino e la sua ristampa!

Sarà il Natale, sarà il vostro supporto Il Cucchiaino è tornato in libreria con un’edizione nuova, nuova. Non è che proprio non ci fosse più negli ultimi mesi ma ormai le copie si contavano su pochi palmi di mano. Ed è stato così che settimana scorsa è arrivata la ristampa, col suo profumo di piccolà novità. Alla sottoscritta, a Mis Cia e a tutti quelli che l’anno passato ci hanno lavorato con passione la cosa ha fatto estremamente piacere. Un piccolo successo ma soprattutto la sensazione di aver raggiunto tante cucine e le vite che ci girano attorno. 

Mi è già capitato di dirlo a chi in questi mesi mi ha scritto per raccontarmi della sua esperienza, della sua storia o semplicemente per farci i complimenti per Il Cucchiaino. Un libro è come un figlio, o quasi. La cosa incredibile è che quando pensi di averlo lasciato andare ti torna indietro qualcosa di più grande e speciale, grazie a chi scorre le pagine e sperimenta le nostre ricette. 

Grazie!

piesse: come suggerito da qualcuno, in allegato trovate una paginetta da scaricare, con i tre refusi corretti alla prima edizione. Come dire chi ha la prima edizione con i suoi tre errorini ha una copia da collezione (o speriamo sia così:-)). 

ripiesse: ne approfitto per ricordare che Il Cucchiaino di Alice è anche su Facebook, caso mai voleste seguirci anche lì!

 

 

Crostata con la torta dentro e la melina sopra

Negli ultimi mesi mi capita spesso di contare le ore durante la notte. Il sonno che arriva tardi, i risvegli qua e là e la mente che invece di quietarsi approfitta per giocare brutti e scherzi. Risultato? Uhm, mi ricorderanno come una che avrebbe voluto dormire tanto. Avrebbe. Ma non potè:-)

A volte capita che nascono anche delle idee, delle più disparate: shopping virtuale da fare, viaggi intorno al mondo, arredo della casa che verrà,  progetti di lavoro. O torte. Come quella di oggi. Pensata e creata di notte, preparata il giorno dopo, con attesa fino alla sera (avevamo una cena…) per potersela mangiare. Sembra niente, ma se una aspetta dalla notte prima, beh diventa lunga la faccenda.

Comunque, per dire che questa è la crostata con la torta dentro e la melina sopra. Adorabile:-)

 

Sa di autunno con la pasta sucrée, più fine e leggera della frolla, e il ripieno "tortoso", profumato di cannella, uvetta e mele all’interno. Tiepida con una tazza di tè fumante riconcilia il pomeriggio che ormai comincia a durare un nonnulla.

Ho utilizzato mele grattugiate all’interno e una melina sopra della misura amata dai folletti che, dice Alice, affollano i boschi in questo periodo. Amano le foglie croccanti sotto i piedi, proprio come noi:-)

Questa la storia raccontata sabato sui sentieri dove abbiamo raccolto foglie da far seccare per i collages della pupa, mentre Lea, nel marsupio, sorrideva e "chiacchierava" di continuo .  

Un multicolor pieno di luce nell’aria ancora tiepida che ti fa innamorare di questa stagione.

E niente fa così autunno come i dolci con le mele, non trovate? 

Per la torta all’interno ho messo da parte burro e latte e ho sostituito con olio e yogurt e qualche cucchiaio di succo di mela.

Per il resto ho seguito la ricetta della mia infanzia, quella che preparava la nonna senza badare a pesi e bilance, con tanta uvetta e mele che diventano tutt’uno con l’impasto.

 

La ricetta.

 

Ingredienti

Pasta sucrée

250 g di farina 00
100 g di burro

90 g di zucchero a velo

un pizzico di sale
2 uova

 

Per la torta
150 g di farina
40 g di maizena
1 barattolo di yogurt naturale (150 g)

80 ml di olio di semi delicato

4 cucchiai di succo di mele 100%

90 g di zucchero di canna
3 uova
2 cucchiai di uvetta

2 mele renette o Golden

spezie miste (cannella, chiodi di garofano, zenzero, anice stellato)

1 bustina di lievito

 

1 melina

zucchero bianco, acqua, glucosio

 

Procedimento

Preparate la pasta sucrée. Mescolate la farina con il burro, tagliato a dadini a tempetarura ambiente, il sale e lo zucchero a velo. Lavorate con le punta delle dita fino a quando l’impasto diventa a grumi. Incorporate le uova, una alla volta e continuate a lavorare l’impasto fino a ottenre una palla. Avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigo per 30 minuti circa.

Intanto la torta. Mettete le uvette a macerare in una ciotola con il succo di mela. Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete l’olio, lo yogurt, quindi l’uvetta con il suo liquido e le mele, sbucciate e grattugiate. Unite la farina e la mazienza stemperate con le spezie e il lievito. 

Riprendete la pasta sucrée e stendetela a 3-4 mm. Rivestite una teglia da crostata, leggermente imburrata, con la pasta, pareggiate i bordi e svuotate all’interno l’impasto della torta. Ritagliate una forma di mela (o altro) dalla pasta sucrée e mettete al centro. Cuocete a 185° per 25-30 minuti.

Ora la mela.  

Ho fatto u paio di esprimenti col caramello. Nel primo ho usato acqua e zucchero, ma il risultato non mi piaceva, troppo bruno (ecco proprio caramello:-)). Nel secondo ho usato zucchero, acqua e glucosio: 100 g di zucchero semolato, 40 g di acqua e 40 g di glucosio liquido. 

Ho messo tutto a bollire in un pentolino antiaderente, raggiunti 140-150° (volevo un effetto abbastanza candido, altrimenti potete arrivare anche a 155°-160°) ho spento. E immerso la mela infilata su un bastoncino. 

Con il resto del caramello ho preparato dei lecca lecca, ma questa è un’altra storia che vi racconterò:-)

Sfornata la torta, ho messo al centro la mela e spolverato con zucchero a velo. E atteso, atteso, atteso prima di mangiarla:-)

 

Orzotto alla mela e la sua insalata

Sono reduce da un weekend di stanchezza accumulata con domenica forzata al riposo, causa tendinite fulminante al piede destro. Talmente fulminante che oggi è passata (in compenso la "madicina", benedetta Pippi che lo disse, ha preso ha martellate il mio stomaco). Così com’era venuta. Fenomeni strani, qui da noi, dice Lui. 

Passando alla cucina, come vi avevo anticipato qui è il tempo delle mele (uhm, con la festa anni ’80 poco o nulla in comune, vi ricordate no il ritornello "dreams are my reality" di Vic?:-)). E oggi, caso mai foste in ritardo con la cena e aveste a disposizione grosso modo gli ingredienti, beh seguitemi. C’è cena per voi, ok ora la pianto:-).

L’orzotto, le mele e la pasta di salame "brianzola"

L’ozo perlato è uno di quegli ingredienti che sto utlizzando con maggior frequenza nell’ultimo periodo. Perché? Ci piace, è versatile e più comodo del risotto, ma con un piacere simile. Quindi "orzotto" spesso.

 

Una delle versioni di qualche giorno fa è stata a base di mele, quelle acquistate qui.  Con Lea, poi, ho fatto un’incursione alla Botanica, per acquistare ricotta e crescenza fresca e sono tornata con la sporta piena. Tra le altre cose, la pasta di salame, prodotto tipico delle nostre zone. Perfetto per il mio orzotto con le mele.

La ricetta? Ingredienti per 3: 250 g di orzo perlato, 1 mela, 100 g di pasta di salame, olio extravergine d’oliva, qualche fettina di scalogno, 1 cucchiaino di Parmigiano Reggiano, succo di mela, sale, brodo vegetale

 

Procedimento

Fate appassire lo scalogno con un cucchiaino di olio, aggiungete la pasta di salame e la mela, sbucciata a tocchetti, mescolate e unite l’orzo. Sfumate con un bicchiere di succo di mele e rabboccate con del brodo vegetale. Portate a cottura, aggiustate di sale, mantecate con del Parmigiano e servite con qualche fettina di mela affettata con la mandolina molto sottile.

 

Avete voglia di qualcosa di fresco, dal sapore però autunnale, da accompagnare all’orzotto?

Et voilà, l’insalata di belga con mele (sì, sì ancora loro) e raspadura (pure questa nel bottino del giretto alla Botanica)

Ingredienti (per 3): due cespi di insalata belga, 1 mela rossa, una bella manciata di raspadura, olio extravergine d’oliva, succo di melograno, sale, succo di limone 

Facilissimo! Tagliate al belga a fettine e lavatela. Lavate la mela e affetattatela a fettine sottili, sottili. Spruzzate di succo di limone. Preparate il condimento.

Emulsionate l’olio con un pizzico di sale e il succo di melograno. Servite l’insalata con le fettine di mela, condite con l’emulsione e finite con la raspadura.