Un fiorfiore di pasta: fusilli lunghi quasi “arriminati”

Oggi la nonna non è più quella che una volta proponeva polpette a merenda (ma che buone!) e generose porzioni di pasta ai broccoli quando capitavi a pranzo. La mente è ballerina e le forze non le permettono più di cucinare. Però i ricordi rimangono: i profumi della sua cucina, le teglie di metallo consumato e acciaccato, gli ingredienti pesati a occhio e sorriso quando preparava i dolci. 
Orecchiette, linguine e spaghetti con broccoli&co (ci entrano anche cavolfiore, cavolfiore romanesco e cime di rapa) sono un piatto di famiglia.

Ovviamente la sottoscritta l’ha declinato in modi e maniere diverse, eliminando ogni tanto alcuni ingredienti a favore di altri e alleggerendone alcuni. E strano a dirsi, alle bambine i broccoli piacciono, soprattutto nella versione che ho preparato con i fusilli lunghi Fiorfiore Coop. 
Un formato delizioso anche per giocare:-).
Un condimento fatto di poco, alla “poverella” come diceva la nonna, quando non avendo parmigiano e pecorino a  disposizione si utilizzava della semplice mollica di pane vecchio saltata con olio e uno spicchio di aglio nudo per spolverare la pasta prima di servirla. 
 
Nella ricetta originale la nonna usava abbondare con aglio, acciughe e olio, sapori forti poco adatti alle pupe. Io conservo giusto uno spicchio di aglio, elimino le acciughe (condendo solo quella di Lui con colatura di alici e peperoncino frantumato) e a volte aggiungo pinoli, mandorle o uvetta (un po’ come nella versione siciliana “arriminata”) o prosciutto crudo sfilacciato e burrata. 
La cosa buffa è che mia madre ormai replica la mia ricetta base più che quella della nonna, e l’ultima volta mi ha spiegato per filo e per segno come l’aveva proposta alle bambine che mangiavano da lei. Come fosse ormai diventata la sua:-)
Un intreccio di ricordi di famiglia che camminano e prendono di volta in volta strade nuove.
La ricetta (perfetta anche per i bambini più più piccoli)
Ingredienti (per 4)
280 g di fusilli lunghi Fior Fiore Coop
1 broccolo verde
1 panino secco
una manciata di mandorle pelate
1 spicchio di aglio
parmigiano reggiano
pecorino delicato
olio extravergine d’oliva
 
Procedimento

Pulite e lavate il broccolo, eliminando le parti più dure. Tagliate le cimette e fatele cuocere in abbondante acqua salata. Nel frattempo frullate grossolonemente il pane secco, rosolate lo spicchio di aglio intero in padella con due o tre cucchiai di olio, unite le briciole di pane.
Mescolate e lasciate dorare per qualche minuto, facendo attenzione che non brucino. Recuperate un terzo delle cimette di broccolo dall’acqua di cottura ed usate il resto per cuocere la pasta.
Frullate le cimette con un cucchiaio di parmigiano e pecorino, un cucchiaino di olio e un cucchiaio di acqua di cottura.
Scolate la pasta e fatela saltare in padella con la salsa di broccoli e il pane grattugiato. Servite con una spolverata di granella di mandorle.  

Spaghetti spaziali e cavoli rapa

Potrei dire del tempo che corre troppo veloce (ma è vero, mica è una scusa) o dei troppi impegni arrivati tutti insieme (bene, mai lamentarsi del troppo lavoro:-)), oppure di qualche giorno sull’isola giusto per ricordarsi che alla fine anche se gli anni passano vale sempre la pena festeggiare. Potrei dire di tanto ma alla fine quando qualche minuto fa ho aperto il blog, rimandando la pausa pranzo, ho pensato che proprio, ma proprio non si poteva più guardare un post che brindava all’anno vecchio e a quello nuovo.

Quindi scrivo. Veloce, giusto per non perdere traccia dei nostri pasticciamenti nella vita che va più rapida ormai dei miei pensieri:-).

Parliamo di cavoli, di rape e di una ricetta da fare a quattro mani (che Alice si è divertita rendendosi utile alla causa familiare "metti il piatto in tavola":-)).

L’idea di partenza non è mia. Mesi fa avevo visto una foto dove il solito wustel veniva reinventato in una veste creativa: tagliato a fettine e infilzato con gli spaghetti. A prova di bambino, di quelli duri e puri che la fame non sanno bene cosa sia. 

Noi di wustel ne consumiamo pochi. Per Alice è un piatto che si collega con i monti, dell’Alto Adige soprattutto. 

Qauclhe settimana fa però andavo di fretta: nel frigorifero avevo ancora dei wustel e dei cavoli rapa acquistati a inizio dicembre durante un weekend a Zurigo, a trovare zii e cuginetti. Mi è venuta in mente quella foto. E ho messo Alice al lavoro. Un modo per stare insieme mentre preparavo la cena. Mamma e figlia (ormai sempre più brava, devo ammetterlo).

Ho tagliato i wustel a tocchetti e Alice ha spezzato degli spaghettini e li ha infilati nelle fette: parevano degli oggetti spaziali.

Dal primo esperimento ne sono nati altri (bisogno di dirlo?:-)) con tocchetti di prosciutto cotto tirolese e persino salmone (vedete qui). Il tutto mai semplicemente bollito ma inserito in basi di verdura passata. 

Col wustel, visto il contesto molto "germanico" ho abbinato dei cavoli rapa (in tedesco li chiamano Kohlrabi) acquistati al mercato Viaduckt di Zurigo, posto da segnarsi se siete da quelle parti: direi molto "svizzero" e interessante soprattutto per la location (un vero e proprio viadotto ferroviario) più che per il mercato stesso (ecco niente di paragonabile al Borough di Londra:-).

 

 

La ricetta.

Per smorzare il gusto da rapa ci ho aggiunto metà mela e una patata e ho utilizzato due o tre cucchiai di vellutata per Lea (10 mesi). Ottimo!

Ingredienti (per 3+ un bebè)

3 cavoli rapa

1 patata

1/2 mela

cipollotto

2 wustel tipo wiener o una fetta di prosciutto cotto tirolese (o Praga) tagliato a un cm di altezza

una manciata di spaghettini (circa 50 g)

olio extravergine d’oliva

sale, cumino

 

Procedimento

Pelate il cavolo rapa e la patata, sbucciate la mela. Tagliate tutto a tocchetti, lasciate stufare un cipollotto affettato sottilmente con un cucchiaio di olio extravergine e unite le verdure e la mela. Rabboccate con acqua tiepida e lasciate cuocere lentamente fino a quando risulteranno morbide. Passate al mixer. A questo punto io ho tolto un mestolo per Lea e ho aggiustato il resto con sale e un cucchiaio di cumino. 

Con Alice ho preparato gli spaghetti. Ho tagliato i wustel a tocchetti e li ho fatti saltare in padella per un minuto con un cucchiaio di olio. Li ho quindi ripresi, fatti raffreddare per qualche minuto. Abbiamo spezzato gli spaghettini (lunghezza di circa 3-4 cm) e li abbiamo infilati nei pezzi di wustel. 

Ho fatto cuocere gli spaghetti nella vellutata di rapa e srevite ben calda. 

Happy new year!

Non so bene come andrà l’anno nuovo, per il momento sto ancora cercando di tenere la traccia di quello che finisce oggi. E ringraziando di essere sopravvissuta (che con due pupe, un lavoro mai interrotto e diversi progetti nella testa non è sempre facile:-)). Però ci sono, e seppur molto stanca, un po’ nervosetta e irrequieta dopotutto sono ancora io. La me che conosco o quasi. Vorrei fare, essere di più (soprattutto per le mie figlie, lol) e correre e tanto altro ma come dicevo non è proprio la cosa più semplice in questo momento. Guardo la mia famiglia, quella che danza intorno a me e cresce e ride e dopotutto, ecco, sono felice. 

Non so bene che anno nuovo augurarmi o augurarci… o forse sì. Felice, of course, pieno di sorprese (piacevoli:-)), fortunato ma soprattutto spensierato, non sempre, ma almeno qualche volta. Un po’ come quando eravamo bambini e sapevamo di avere tutto il meglio nelle nostre mani, come non ci fosse un domani. E non fosse importante contare i giorni ma viverli.

Happy New Year!

E caso mai aveste un pupo con voi, e voleste qualcosa di caldo, profumato e per nulla alcolico, ecco il nostro glogg!

Ingredienti

1/2 litro di succo di mela

il succo di un’arancia fresca

2 bicchieri di succo di ribes (o lampone)

1 scorza d’arancia

3 cucchiai di frutti rossi canditi

1 cucchiaino di mix di spezie (cannella, chiodi di garofano, anice stellato, zenzero)

 

Mescolate il succo di mela con quello di arancia e ribes e aggiungete i frutti rossi, il mix di spezie e la scorzetta d’arancia. Lasciate riposare in frigo per qualche ora (o tutta la notte). Riprendete il tutto, mettete sul fuoco e scaldate. Servite caldo con un lungo cucchiaio per pescare i frutti:-)

 

I segnaposto per Natale, dolci!

Sono alle prese con una settimana difficile. Dopo il weekend via, a metà strada fra vacanza e lavoro (vedete qui il risultato, caso mai aveste bisogno di qualche idea per le vacanze), non era ancora lunedì che la varicella era piombata tra noi. Fortunatamente in una forma tutta sua sulla nuova highlander di casa: niente febbre, umore pimpante (della pupa, ovvio) ed energia da vendere (alla sottoscritta e anche a qualche altra poveretta:-)). Nel frattempo la sottoscritta tanto lavoro, una notte insonne, il telefono ko e i litigi con il corriere di turno (non riesco ancora a capire come sia possibile avere un pacco in consegna da un certo corriere ormai da un mese).  

E il Natale? Per ora fatico a capacitarmi che possa arrivare fra una manciata di giorni, anche perché siamo in attesa: della varicella di Lea. E qui pare funzioni un po’ come per le nevicate: previsioni incerte e tendenziose. 

 

 

Ieri ho impastato, giusto come forma di pallina antistress: pizza, focaccine e panini dolci. Quelli a forma di albero, scarpone e stella da schierare sulla tavola della vigilia. 

 

Buoni, morbidi e confortevoli per la colazione della mattina (ma qui, hanno avuto successo pure a merenda o come sbocconcellamento di passaggio).

L’idea di base è abbastanza smeplice, una sorta di panino brioché, con l’aggiunta di profumi e spezie che ricordino il periodo: succo di mandarino, scorzette candite di arancia fatte in casa, mirtilli rossi secchi, cannella, chiodi di garofano, zenzero e anice stellato.

Per la scorzetta d’arancia ho utilizzato un metodo veloce: ho bollito le scorze pelate a vivo e tagliate a stricse in acqua, sostituendo il liquido per tre volte. Ho quindi rimesso nel pentolino con un bel cucchiaio di zucchero e u bicchierino di acqua e fatto cucinare fino a quando il liquido si è consumato. Ho quindi fatto raffreddare e ritagliato a cubetti.

I panini invece.

Ingredienti

250 g di farina manitoba

150 g di farina 00

1 bustina di lievito secco

1 uovo

100 ml di succo di mandarino

50-70 ml di latte

un pizzico di sale

70 g di burro

90 g di zucchero

una manciata di arancia candita

una manciata di mirtilli rossi disidratati

un mix di spezie: cannella, anice, stellato, zenzero chiodi di garofano

zucchero a velo

 

Procedimento

Mescolate le due farine con il lievito, aggiungete lo zucchero, un pizzico di sale, le spezie, il burro a temperatura ambiente, aggiungete quindi l’uovo, il succo di mandarino e parte del latte tiepido. Lavorate il composto e se risultasse troppo secco unite ancora un paio di cucchiai di latte o acqua tiepidi.

Mettete a lievitare pe run paio d’ore in una ciotola coperta con un panno umido in ambiente caldo. Riprendete quindi l’impasto e unite i mirtilli e le scorze d’arancia. Lavorate a mano e formate delle palline. Ritagliate la palline con le formine o riempite degli stampi di forma natalizia con l’impasto facendo attenzione a non riempire troppo nè in altezza nè in ampiezza.

Rimettete a lievitare per 30-45 minuti. Spennellate con del latte e cuocete in forno caldo a 180° per 20-30 minuti.

Spolverate con zucchero a velo o ricoprire con glassa bianca a base di zucchero a velo e succo di mandarino.
Perfetti anche come segnaposto sulla tavola della Vigilia:-)

 

Cavoli che viola!

A casa ci piace il viola. In tutte le sue sfumature: violetto, viola scuro, viola uva fragola, lillà, fucsia acceso e viola mirtillo che tende al blu. La passione è nata per antipatia della sottoscritta per il rosa (e potete capire con due pupe cosa posso aver fatto nella mia pink war tutta personale): oggi, ho una pupa che adora il viola (e le sue sfumature) e un’altra che lo indossa inconsapevolmente:-)

Ecco, in questa tendenza viola Lui è chiaramente estraneo fino a quando sono arrivati i cavoli. Viola, assolutamente e assurdamente viola, che diventano blu in cottura. Cucinati con la ricetta di famiglia, quella della nonna bis che si tramanda più o meno identica a seconda dei gusti. Qui la facciamo "alleggerita", non fosse altro che c’è Alice a mangiarla con noi:-)

Qualche settimana fa mi arriva una foto via email: cavoli viola che, cotti al vapore, si tingono di blu. Li devo avere. Lo spacciatore è lo stesso della zucca hokkaido (che allieta i risotti di Lea). Detto fatto.

E giusto per non farci mancare nulla i cavoli fanno tris. In brodo, per un risultato viola fragola da far arrossire facilmente il più candido risotto, al vapore per finire in vellutata e pennette (ecco, qui la nonna docet spaghetti massimo linguine, ma ho voluto rivoluzionare e mi sono data alla pennetta:-)).

 

Ho cominciato dal brodo, per sbaglio. Nel senso che messi a lessare i broccoli ho atteso paziente che diventassero blu senza nessun risultato. Viola erano e viola rimanevano. Magari giusto un po’ sbiaditi. Ovvio, colpa del liquido. Che però pare una pozione magica (uhm, presente il brodo con le carote viola?) tanto che la strega di casa ha diligentemente messo da parte per futuri esperimenti con risi e affini:-)

Seconda cottura, quindi, al vapore. Con i broccoli che da viola, minuto dopo minuto, cominciano a diventare di un bel blu mirtillo. Ok, non è un blu cobalto o cielo, ma sempre tendenza blu è.

Perché concentrarsi sul viola? Bene è questione di proprietà di cavoli. Che nella varietà violetta concentra un vero e proprio elisir. Come tutti i frutti e verdure di questo colore il cavolfiore violetto ha proprietà antiossidanti: ossia contrasta in maniera naturale l’invecchiamento cellulare e l’insorgenza di malattie cancerogene. Un po’ come le carote viola, che si stanno sempre più diffondendo.

Il sapore? Molto simile al cavolfiore bianco, ma con il valore aggiunto cromatico (almeno a casa nostra:-)).

 

Le ricette? Per la vellutata (3-4 porzioni) cucinate a vapore un cavolfiore e una patata, quando sono cotti passateli a tocchetti in padella con del cipollotto affettato finemente e un cucchaio di olio d’oliva. Mescolate e coprite con brodo vegetale, aggiustate di sale e profumate con un pizzico di cumino.  Frullate tutto e servite con una manciata di nocciole tritate e cubetti di pane nero tostato in padella con uno spicchio di aglio.

Versione Lea: senza aglio, sale, nocciole e cubetti di pane non tostato:-)

Le pennette? 3 porzioni: 200 g di pennette, 1 cavolfiore circa cotto al vapore, mollica di pane secco bianco, 1 spicchio di aglio, olio EVO, eventuale colatura di alici (per adulti, personale variazione alla ricetta della nonna che usava circa un vasetto di alici sotto’olio:-)), pecorino e parmigiano.

 

Lavate e cuocete il cavolfiore al vapore (per circa 15 minuti). Usate l’acqua di cottura per lessare la pasta (aggiungendo altra acqua se necessario). Fate tostare del pane grattigiato grossolamente in una padella con olio e uno spicchio di aglio.  Fate saltare le pennette di padella con il cavolfiore a cimette: servite con una spolverata di parmigiano e pecorino ed eventuale colatura.

La principessa col cuore di vetro

C’era una volta una principessa senza cuore. Non era cattiva ma non sapeva amare.
Osservava il suo regno da una finestra e sorrideva triste coi suoi occhi che avevano il colore dei laghi d’inverno pcoo prima che una sottile lastra di ghiaccio li nasconda al cielo. Quando cadeva lenta la neve, avvolgendo come una coperta ogni cosa, appoggiava la sua mano esile al vetro: non avvertiva il freddo. E quando il sole accarezzava le prime viole non sentiva il tepore della primavera nell’aria.

Molti avrebbero voluto l’amore della principessa ma tutti si arrendevano al suo primo sguardo. Erano spaventati da una vita senza cuore. E tornavano nei loro castelli sospirando per la sconfitta.

La principessa sussurrava al vento i suoi pensieri: “Vorrei un cuore, un cuore che si potesse spezzare, che fosse capace di ridere e soffrire…”.
La sua voce volava lontano, lontano, là dove il suo regno finiva e si confondeva con altri regni. 
La fata dell’acqua la sentì, giorno dopo giorno, anno dopo anno e ne ebbe compassione. 
Raccolse la sua voce e la mescolò ai torrenti e poi ai fiumi che andavano fino al mare. E il suo desiderio riuscì ad arrivare fino all’altra parte del mondo: un principe lo raccolse fra le sue mani.

Era leggero, lieve e aveva un profumo che gli ricordava la sua infanzia. Sapeva di nostalgia.

Camminò per mesi e mesi seguendo i torrenti, e poi i fiumi e navigando i mari.
I suoi occhi videro la gioia e il dolore: le sue spalle si incurvarono sotto il peso della fatica, i suoi capelli ingrigirono nelle tempeste, ma i suoi occhi impararono a vedere la luce nel buio e le sue mani ad accarezzare senza perdere la loro forza. 
Arrivò nel regno della principessa senza cuore. Era inverno e il principe affondava i suoi passi, lenti e affaticati, nel manto candido.
Osservò il suo volto dalla finestra: non aveva visto niente di più bello nella sua vita. Si sentì triste come mai lo era stato: dai suoi occhi cadde una lacrima. E poi un’altra ancora: era arrivato a casa.
Le sue lacrime si mescolarono alla luce del tramonto: parevano un arcobaleno di vetro. Lui le raccolse e le lacrime diventarono un cuore.  
La principessa per la prima volta sentì il freddo e poi il caldo. Il suo volto sorrise: ora aveva un cuore anche lei.
piesse: il post "favola" inaugura una nuova rubrica, uhm, "Favole da mangiare":-), che ne dite?
ripiesse: sotto la ricetta "24 giorni a Natale"!

La ricetta dei biscotti di vetro. 

Ingredienti
200 g di farina 00

50 g di farina di riso
125 g di burro
90 g di zucchero
1 tuorlo
semi di vaniglia
un pizzico di sale
caramelle dure alla frutta

Procedimento
Lavorate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Unite quindi le farine e il pizzico di sale con il tuorlo. Profumate con la vaniglia e continuate a lavorare: dovrete avere una palla morbida e compatta. Avvolgetela nella pellicola e lasciate raffreddare in frigo per 30 minuti circa.

Ora prendete le caramelle. Io le ho pestate in un mortaio suddividendo i vari colori, in mancanza va benissimo un sacchettino di plastica e un batticarne.

Riprendete l’impasto e stendetelo a circa 3 mm di altezza, ritagliate la vostra forma. Quindi ritagliate l’interno con una forma identica ma più piccola o altro a vostro piacimento. Passate i biscotti per 5 minuti in forno a 175°, riprendeteli e rimepite l’interno con la polvere di caramella e rimetteteli in forno per latri 5 minuti circa.

Trasferite i biscotti su un piano e lasciateli raffreddare fino a quando l’interno si indurisce. 

Nel caso vogliate utlizzarli per decorare l’albero di Natale, potete incidere prima di cuocerli un piccolo foro nella parte alta.