da miralda | 24 Gen 2010 | 6-9 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber

Di come si possa essere a Londra e parlare di porri lunghi un’Alice e un pezzo è tutto da imputare alla moderna tecnologia. Ossia scrivi un post oggi, sommersa dai bagagli e da quel trolley di giocattoli riempito, svuotato, riempito, svuotato e e ritrovatelo sul blog a distanza di due giorni e una spanna.
Non so se si era capito ma la sottoscritta è una di quelle che hanno bisogno di organizzarsi per poi permettersi il lusso, un giorno sì e uno, di finire sulle nuvole:-). In certe cose però sono precisa, precisina e in preda al dubbio "quando riavrò la mia connessione internet" ho preferito anticipare.
E poi ‘sti porri erano di rara bellezza che non ho resistito: Canon in mano, porro nelle "grinfie" della pupa e scatto libero. Suo e mio. Non è stato facile che il porro batteva l’aliciotta in altezza di un bel pezzo, tanto da sembrare più una corda da arrampicata che un ortaggio. Bè non è che tutti porri siano così: questi sono speciali arrivano da Cervere (per mano di nonna Cri) e c’è addirittura un Consorzio che tutela, protegge e coltiva (ecco qui).
Un po’ come dire il pomodoro pachino o il radicchio tardivo (per rimanere in tema dell’ultimo post).
I porri, coltivati nelle campagne cuneesi, sono più dolci, pare più digeribili e lunghi (fino a 60 cm la sola parte bianca). Si prestano quindi a diventare spade o corde o alatro per bebè interessati:-)
Io ne ho avuti in dono una bella porzione e li ho custoditi gelosamente (si conservano al fresco del terrazzo che è un piacere): ci ho fatto questa cosa qui, minestre, uova la forno con burro al tartufo (per Mr B. e la sottoscritta) e questa zuppetta semplice, semplice della serie "mi faccio da sola".
Tenete conto che i porri posso essere introdotti senza problemi già dopo i primi mesi di svezzamento, diciamo formato 9-10. Et ca va sans dire che anche questa volta il cucchiaino si è sdoppiato e ha riempito la scodella anche di mamma&papà.

Ingredienti (per tre)
1 porro di cervere (o due porri di taglia normale)
2 patate
Olio Evo
toma poco stagionata
crostini di pane
Sale, pepe nero (per mamma&papà)
Pulite i porri: togliete la parte esterna verde e più dura, eliminate la radice, lavate e tagliate a pezzetti. Pelate e tagliate anche le patate. Passate in padella con olio Evo, aggiungete acqua. Cuocete e passate a vellutata. Intanto ricavate dei crostini di pane (l’ideale è un filone toscano), mette sul piatto e coprite con toma grattuggiata. Servite la vellutata con i crostoni di pane, oppure se il bimbo fatica a masticare il pane, nella sua porzione grattuggiate semplicemente della toma poco stagionata.
Finite la vellutata di mamma&papà con sale e pepe nero.
da miralda | 21 Gen 2010 | Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
C’era una volta un certo Monsieur Van den Borre (nome difficile, difficile da pronunciarsi) che, secoli fa, pare nutrisse passione smisurata per l’imbiancamento senza pennello. Il Monsieur belga preferiva di gran lunga i fiori e non avendone a disposizione nelle fredde giornate di gennaio si munì di cespo di insalata.
Nel suo paese lontano, lontano di solito utilizzava la belga ma, invitato a rifar giardini in una di quelle ville adagiate sul Brenta, fece scorta di radicchio. Alla fine con la radice dura a far da gambo e le foglie simili a petali arricciati ecco un colpo di "pennello" e il radicchio era il suo fiore dell’inverno.
E poi col radicchio di Monsieur il cucchiaino, che quel giorno pareva non conoscere fatica (beato lui), pensò bene di creare e forgiare lo spadone fiorito. E con generosità da re creò in duplice versione: per la pupa cercò di addolcire e stemperare quel gusto non proprio da bebè e per mamma&papà si trasformò in fingerfood alle tre caramellate (dopotutto mica siamo più nel medioevo…).

piesse: l’Aliciotta ha assaggiato sia la versione addolcita con zucca sia quella con giusto uno spicchio di mela e patata. Devo ammettere che il radicchio non è un suo lil’loves, giusto con la zucca è andata più in là dell’assaggio. Ultimo tentativo il risotto con "tantoooo formaggiiooo" : e lì la pupa cedette al fiore:-)
Vellutata di radicchio e pallina
Ingredienti
1 cespo di radicchio tardivo
1 fettina di zucca bella dolce
1 cucchiaino di olio EVO
40 gr di robiola fresca
erbe per profumare (alloro, etc.. che poi buttate)
cipollina o aglio se volte
Che fare? Semplice, è una vellutata. Pulite le verdure, passate in padella con olio, eventuale spicchio d’aglio (ricordate di toglierlo!) e cipollina e erbe (poi eliminate) e allungate con acqua. Portate a cottura, passate e servite con robiola frseca (fate delle palline piccole, piccole).
Radicchio alle tre caramellate
Ingredienti
2 cespi di radicchio tardivo
1 patata piccola
1 spicchio di mela
olio EVO
gamberi
1 fetta di zucca
1 pezzetto di petto d’anatra
sciroppo d’acero
scalogno
burro
succo arancia
gomasio o sesamo
vino bianco secco
Preparate le verdure e lo spicchio: lavate, fate a pezzetti e rosolate in padella con olio EVO. Aggiungete acqua e lasciate cuocere. A fine cottura passate e tenete da parte. Intanto preparate le tre caramellate. Tagliate a fettine sottili lo scalogno e passate in padella con una noce di burro e le code di gambero. Bagnate con sciroppo d’acero (1 cucchiaino) e una spruzzata di vino bianco secco. Fate saltare in padella e portate a cottura con un pizzico di sale.
Ora il petto d’anatra: tagliate a fettine sottili, passate nel succo di arancia e quindi nel gomasio (o sesamo). Fate saltare in padella con un cucchiaino di olio e di miele al limone.
E la zucca: tagliate a cubotti la zucca già semicotta e passate in padella con lo sciroppo d’acero, un cucchiaino di olio, sale e pepe.
Servite la passatina al radicchio con le tre caramellate.
da miralda | 19 Gen 2010 | 9-12 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
La settimana non è iniziata splendida, splendente. E pensare che quella appena passata si era conclusa con il miracolo, sì, proprio il miracolo: pregato, implorato, aggiustato, seguito con tanta fatica e infine bè chiosato anche con una sonora risata. Che sarà mai: il santo graal? Ecco trovare un buco di casa a Londra è come andare alla ricerca del santo Graal.
Che la casa doveva essere "close to" l’asilo dell’aliciotta, "close to" la metro comoda per il doc in modo da riuscire a tornare almeno per cena dall’ospedale, "close to" qualcosa di verde, interessante da fotografare e su cui scrivere per moi, etc, etc… Aggiungeteci il budget, non dei più brillanti (abbiamo avuto modo di scoprire) e potete comprendere come le mie giornate da inizio dicembre a ieri si sono consumate tra pupi, lavoro, googlemaps London, telefonatelefona (benedetto skype), pupi, lavora, consulta le ultime cento offerte overbudget, smetti che è l’una passata.
E poi ecco, ormai stremati, presi dalla paura e "ora che si fa, dormiamo con pupi sotto il ponte, in riva al Tamigi o imploriamo sua altezza the queen di ospitarci" ci siamo arresi e abbiamo trovato.
Perché alla partenza del cucchiaino per Londra manca poco, giusto quattro giorni: nebbia e pioggia "fumodilondra" ci vedranno lì per un mese e un pezzo.
Di come si può impazzire per una one bedroom a Londra, prometto di scrivere appena arrivo con tanto di documentazione fotografica, fosse mai che qualcuno di voi abbia la brillante idea di trasferirsi per un periodo così short quando tutti gli affitti in qualche modo umani, si sa, sono long.
Oggi però visto che la settimana è iniziata maluccio e io non sono in quella che si dice una "splendida forma", ho deciso che almeno il piatto fosse allegro: zucca che adoro, ceci (quanto fanno bene i legumi), tofu (oggi vedo veggies).
Formato per il pupo? Nove, dieci mesi: se ci sono problemi di masticazione potete anche frullare il tutto. Tenete conto che con tofu e ceci il bebè fa un bel pieno di proteine vegetali, minerali come potassio e ferro e fibre. Una perfetta combinazione che può sostituire agevolmente la carne.

E Alice? No problem, la pupa ha le idee chiare e la partenza non la coglie impreparata: il suo mini trolley "orsacchiotto" è da ormai dieci giorni pronto all’entrata con il stretto necessario. Qualche costruzione, due pentolini (caso mai mamma non avesse il necessario per cucinare lì), il posto per gli amici (Pippi finta, Fiore, papera e Orsacchiotta made in… London).
Ingredienti
50 gr di tofu
100 gr di zucca mantovana
i50 gr di ceci secchi toscani
1 carotina
1 cucchiaino di olio EVO
p1/4 di cipollotto
rosmarino
Mettere in ammollo i ceci per 1 ore (io di solito preferisco quelli secchi e aggiungo a bagno un pezzetto piccolo di alga kombu che in cottura aiuta la digestione e riduce i gonfiori). Sciacquarli e cucinarli per un’ora e mezza. Pulire le altre verdure, tagliarle a pezzetti e cuocerle in padella con due cucchiaini di olio extravergine, il rametto di rosmarino (che poi eliminate). Aggiungete i ceci e continuate la cottura fino a quando le verdure si ammorbidiscono. A questo punto unite anche i tofu tagliato a cubetti, mescolate ancora un po’ sul fuoco e servite. Naturalmente potete anche scegliere di farci un passato e finirlo con cubetti di tofu (come fosse formaggio).
piesse: per mamma&papà consiglio di passare il tofu in sesamo, sale e un goccio di salsa di soia o aceto di riso.
da miralda | 12 Gen 2010 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
A volte ritornano. Questa volta nel giro di un post. Vi avevo parlato delle carote rosse gelosamente custodite dopo il viaggio a Lucerna? Sì, sì. Con le rosse ci ho fatto il consommé "chiarificato" color lampone e poi le carote dovevo pur consumarle. Una vellutata? Bon, era troppo banale. Ecco allora che l’ho pensata come fosse l’ora del tè ma senza tè.
Nonostante fosse lunedì e io di solito faccia oltremodo fatica ad acclimatarmi all’inizio di settimana (tanto più dopo weekend passato lontano, lontano nel paese della neve) ho deciso che valeva la pena di sfornare i biscotti. Ma Natale è bello che archiviato, la Befana ha avuto la sua pinza, e la pupa, bè, di dolci ha fatto il bis:-).
E allora è nato il biscotto salato che si è impastato con l’avanzo di farina di mais (da polenta) giusto quel po’ che è rimasto in dispensa dopo la pinza. Morbido, vagamente esotico (per via del coriandolo) e dalla consistenza particolare per via di quel mix di farina bianca e farina di mais.
Alice ha gradito sia prima sia dopo vellutata. La pupa pare aver confuso e mischiato i tempi e il biscotto era già "cotto e mangiato" nel tardo pomeriggio. Giusto all’ora del tè, 17.00 o’ clock. Non me ne vogliano gli inglesi, abituati a composti più dolci e burrosi per quell’ora:-).
Le carote rosse, una volta raschiate e cotte, assumono un colore più aranciato, a quanto pare la tonalità lampone finisce nell’acqua di cottura. La vellutata è venuta di un color mattone, inutile dire che non ho resistito e ci ho buttato sopra una manciata di semi di sesamo neri.
Nei biscotti è finito del coriandolo, giusto per aromatizzare un pochino il suo "tè" da intingolo. In quella di Alice diciamo che il tuffo selvaggio l’ha fatta da padrone, qualcuno non è sopravvissuto, di altri sono rimasti qua e là gli "amabili" resti.

La vellutata così semplice semplice è formato inizio svezzamento, togliete i semi, aggiungete un cucchiaino di parmigiano reggiano e avrete la vostra pappa. Per il morso al biscotto attendete l’anno a causa di burro e latte e tuorlo d’ovo. Per il lancio e intingolata, lascio a discrezione vostra.
Per la vellutata (tre porzioni)
500 gr di carote (rosse o gialle o arancioni)
olio EVO
parmigiano (per il pupo)
sesamo nero, sale e pepe al limone (per mamma e papà)
Il procedimento? Pulire, mettere in acqua, cuocere e passare. Sapete no fare un passato?:-)
Biscotti dell’ora di cena
Ingredienti
200 gr di farina autolievitante
100 di farina di mais
100 gr di burro
1 tuorlo d’uovo
mezzo bicchiere di latte
formaggio grattuggiato (potete usare parmigiano o un latteria un po’ stagionato)
coriandolo (o un’altra erba che vi piaccia)
un pizzico di sale
Mescolate le due farine e il formaggio a scaglie, impastate con il burro, aggiungete uovo e latte. Aggiungete il coriandolo tagliuzzato fine e un pizzico di sale. Prendete l’impasto e mettetelo in frigo per 20 minuti così che rimanga più semplice da stendere. Fate i biscotti.
Mettete in forno per 10 minuti a 175°. I biscotti sono pronti appena dorati, non devo indurirsi troppo.
Servite vellutata e biscotti.
da miralda | 10 Gen 2010 | Happy Birthday!
Ho guardato fuori dalla finestra. Neve, neve, bianco e il silenzio. Non è cambiato nulla dopo un anno. Mi pare che i mesi non siano nemmeno passati. Eppure lo so: ogni cosa è diversa, in maniera lieve e leggera, quasi non lo avverti.
Quello che amo non è cambiato, come i lamponi, così rossi sulla neve bianca.
"Happy birthday, mamma": la voce di Alice mi riporta qui. E la palla lanciata sempre troppo in alto, così difficile da afferrare, oggi poco importa. Oggi.
P.S. Chiaramente la cucina is closed, e la sottoscritta, con pupa e pupo é on the road in una valle incantata, solo neve, neve e nulla più:-)
da miralda | 05 Gen 2010 | 12-18 mesi, L'ora della merenda, La colazione, Winterzauber

Ho iniziato stamattina di buon’ora, Alice issata sullo sgabello, tazzona di latte e spruzzo libero. L’impasto era fantastico: se quel "furbone" di Babbo Natale aveva avuto biscotto e tisana, bè la vecchia, alcuni dicono con le calze tutterotte, avrebbe avuto la pinza da bagnare in latte e vaniglia.
Ero tutta felice e contenta, quando in preda al dubbio consulto veloce il mac sul break della cucina (sì a casa nostra siamo tipi strani…). Brivido: ma come la polenta andava cotta? Perchè quel maledetto sito dell’altra sera, in veneziano, non me l’aveva detto.
Con internet devo smetterla, me l’ero già ripromesso con il regalo di Mr B.: a prosposito oggi le renne di Babbo Natale si sono degnate di suonare alla nostra porta e consegnare il fantastico libro di Pino Ninfa (prometto: l’anno prossimo andrò sulle mie gambe in libreria!).
Corro al telefono, mentre Alice continua la gara di spruzzi. Mia suocera, la salvezza. La pinza è ricetta di famiglia per Mr B., arriva benedetta ogni Epifania (un po’ come il panettone per il resto d’Italia). E nonna Cri stava giusto impastando i soliti quattro o cinque chili casalinghi.
Ho la conferma: la polenta, maledizione, va cotta, mica si tratta di fare i biscotti con la farina di mais (in ‘ste vacanze ne ho fatti a più riprese e vi dirò:-)). Ho cominciato a caricare di latte nel timore che questa polenta assorbisse tanto liquido e lasciasse la mia pinza secca, secca.

"Voglio vedere l’impasto, voglio girare": la pupa incalza, mentre io, sciagurata, penso alla mia eresia. Bene la mia sarà una pinza torta monodose (ho giusto quattro stampini da tartellette da inaugurare).
Il risultato? Al primo morso la farina da polenta mi ha dato un po’ fastidio, inutile negarlo, si sentiva. Poi è passato e nel raffreddamento è andata sempre meglio. Tanto che nel pomeriggio Mr B., reduce da giorno superlavorativo di ritorno, ha affermato che era la migliore pinza (torta) mai mangiata (cosa fa l’amour).
Chissà che ne penserà la vecchietta e come verrà ribattezzata dall’aliciotta quando la pupa vedrà volatilizzata la tortina a lei lasciata:-)
piesse: la mia pinza torta ha latte e uova che nella ricetta originaria si possono agevolmente aggirare (basta dice mia suocera lasciare la polenta bella liquida). Eventualmente caricate di poco zucchero (avete uvetta e mela ad addolcire) e potete sottoporre a formato sotto l’anno.
Se invece optate per la versione eretica, alzate il formato almeno ai 12 mesi.

Ingredienti (4 tortine)
350 gr di farina da polenta
100 gr di farina bianca
1 uovo (questo potete eliminare per l’altra pinza)
semi di finocchio
semi di anice
80 gr di uvetta (bella abbondante)
1 manciata di pinoli
scorza di limone e arancia
1 mela grattuggiata (per un risultato più morbido e addolcire se optate per poco, poco zucchero)
30 gr di burro
50 gr di zucchero di canna
150 ml di latte (ma forse nella disperazione ne ho messo di più!)
1 bustina di lievito
Ho mischiato le due farine con lo zucchero, unito finocchio, anice e scorze. Ho ammollato l’uvetta in acqua tiepida. Nell’impasto ho unito l’uovo e il burro. A quel punto è scattata la telefonata. E ho cominciato a versare…latte. L’impasto ha inizato ad ammorbidirsi, ho aggiunto la mela grattuggiata e i pinoli. Alice ha voluto chiudere con il lievito.
Ho infornato a 175° per 25 minuti.
Nel caso in cui invece utilizzate polenta vera e propria, cotta con tutti i suoi santi modi, unitela alla farina bianca, a semi e frutta secca, mela, lievito senza burro, uova e latte (giusto magari potete bagnare con un goccio di succo di mela) che dopotutto è una pinza mica una torta!
