Mini pan briochè nel vasetto. (3. Io lo dico coi fiori)

La passione per i vasetti di coccio è antica. Amo i vivai e i fiori, andarci mi rilassa e mi conforta, un po’ come quando cucino. Purtroppo quest’anno (o per fortuna:-)), non essendoci per ben due mesi a casetta ho evitato di riempire balcone e terrazzo di piante. I gelsomini, poveretti, sono definitivamente morti dopo un inverno in cui la padrona era presa dalla sua panza. E si è deciso, considerato che col prossimo anno ci sarà un trasloco, di non rimpiazzarli.

Sarà per questo che ho tirato fuori i vasetti dei fiori, mini mini, e ci ho cucinato il pane dolce. Un po’ come avevo fatto per un 21 a primavera.

Credo che non ci possa essere ricetta migliore di questi panini per chiudere il giveaway "Io lo dico coi fiori. E voi?". Panini nei vasetti da piantina e fiori nei panini. Un divertente gioco che conforta in questi giorni che tanto allegri non sono. Per il nostro paese e per quelli che hanno perso molto.

 

Per questo nuovo esperimento nei vasetti ho voluto provare a renderli "antiaderenti o quasi":-). Li ho passati con olio e "cotti" in forno per un’oretta. 

E devo dire che i panini briochè si sono staccati con più facilità, senza passare burro o farina.

Ne ho fatti di dimensioni medie e anche mini, mini (uhm, vasetti da piantine grasse micro…).

Pere renderli particolarmente morbidi ho usato ricotta e yogurt nell’impasto. E ho unito mezzo bicchiere di infuso ai fiori e scorzetta di limone per profumarli. 

Per il resto con Alice abbiamo atteso pazienti (hum, forse per lei meglio un "im" all’inizio) che l’impasto lievitasse, abbiamo formato delle piccole palle da inserire nei vasetti e aspettato un’altra oretta di lievitazione.

Ecco la ricetta.

piesse: avete tempo fino al 3 giugno per inviare i vostri commenti qui sotto o via mail a info@ilcucchiainodialice.it e lasciare il vostro messaggio per vincere una confezione di fiori commestibili da Flowers2eat. 

 

Ingredienti (per 10-12 panini briochè)

300 g di farina 

200 g di farina manitoba

100 g di ricotta

50 ml di latte e 50 ml di infuso di fiori

50 ml di yogurt bianco 

una manciata di viole

2 uova

80 g di zucchero

12 g di lievito di birra fresco o in bustina

granella di mandorle

un pizzico di sale

scorza di limone

 1 uovo e zucchero per glassare i fiori

 

Procedimento

Sciogliete il lievito con qualche cucchiaino di latte tiepido e un cucchiaino di zucchero. Mescolate le due farine, lo zucchero, il pizzico di sale, versate il lievito, il resto del latte, l’infuso di fiori e la scorza di limone. Impastate. Aggiungete le uova, lo yogurt e la ricotta, continuando a impastare, se fosse troppo secco aggiungete ancora uno o due cucchiai di latte.

Fate riposare l’impasto per un paio di ore. Una volta lievitata, riprendete e dividetela in piccole palle. Posizionate ogni palla in un vasetto, facendo attenzioni che non occupi poco più della metà del volume.

Rimettete a lievitare per un’oretta. Quindi spennellate ogni panino con del tuorlo sbattuto con zucchero e granella di mandorle. Infornate a 190° per dieci minuti, quindi abbassate a 180° per altri 10-15  minuti.

Intanto glassate i fiori. Con un pennello (o il dito) spalmateli di albume sbattuto, appoggiateli su carta da forno e spoverateli di zucchero. Lasciate riposare per un’ora o due, fino a quando si solidificano.

Decorate i panini con i fiori glassati, come dire panino-viola=pensiero per te

 

My hamburger: elogio alla lentezza

Credo sia scritto nei miei geni l’essere costantemente in movimento. Non sono mai riuscita a stare ferma. Ricordo, da piccola, i pomeriggi all’asilo quando la maestra faceva buio nella stanza e si sistemavano le copertine per terra. Era il momento della nanna: ore che mi parevano interminabili e, per me, una vera perdita di tempo. Avrei preferito correre, giocare o colorare. L’irrequietezza mi ha accompagnato negli anni, costante e tenuta a bada con difficoltà. Adoro essere in un aereoporto, le ruote del trolley che vanno veloci e il pensiero di andare. Amo pensare a tre cose contemporaneamente, mentre ascolto Lui che me ne racconta una alla volta. Mi mette euforia ogni nuovo progetto. Ho sempre faticato a rallentare, sedermi e pazientare. La lentezza è sempre stata un abito poco confacente al mio spirito. Questo non significa che non l’apprezzi. Ho praticato yoga per anni per domare la velocità e obbligarmi ad andare lenta. 

Se c’è però un luogo e un momento in cui mi riesce il movimento lento è la cucina. O meglio non il cucinare ma il mangiare. 

Ammetto di non apprezzare il fastfood, perché mi piace scegliere con cura gli ingredienti, sentire e scoprire i sapori e vivere la preparazione. Tutto ciò è diventato ancora più accentuato con l’arrivo di Alice. Con gusti per il momento non proprio da fastfood:-)

Della serie la pizza sì, sì, ma fatta a regola d’arte, possibilmente a casa impastando insieme.  Gli spaghetti sì, sì, ma con pomodorino e cipollotto. 

E l’hamburger sì, ma poco fast. Con Alice ho scoperto tutta una serie di salsine alternative, visto che la pupa non ama maionese&co. 

Sono nate così la gialla, la verde e la bianca. E una serie di versioni di hamburger. Questa di oggi è una ma ce ne sono molte altre:-).

Non capita sempre di fare i panini fatti in casa per accompagnare l’hamburger (soprattutto in questo periodo dove il tempo non avanza mai) però se vi riesce il risultato è molto gustoso! Da mangiare, rigorosamente, con movimento lento!

Per l’hamburger Lui aveva comprato un paio di anni fa un vero aggeggio da professionisti. L’avevo guardato con sufficienza, ammetto di aver sbagliato. Funziona e l’effetto è da hamburger American style. Perfetto sia nella versione carne, sia in quella pesce che in quella veggie. E il colpo secco devo dire che è alquanto liberatorio nelle giornate più difficili.

Per l’hamburger di carne solitamente mi faccio preparare un mix di carne tritata grossa dal macellaio, in questo caso due terzi di manzo e un terzo di tacchino. 

Mescolo con un paio di cucchiai di albume, cipollotto affettato finissimo, pizzico di sale e qualche goccia di salsa Worcester. 

Per le salse invece schiero yogurt greco, avocado, mais e una patata bollita. Perfette per intingolare e accompagnare i panini. Le preferite di Alice? salsa allo yogurt e guacamole rivisitata.

Le ricette. I Panini.

piesse: io ho fatto un esprimento aromatizzando con semi di anice, cumino e finocchio. Buonooo!

Ingredienti

300 g di farina manitoba

200 g di farina ai cereali mista

300 ml di latte

1 uovo e 1 tuorlo

40 g di burro

1 cucchiaino di zucchero

1 cucchiaio di sale

sesamo

1 panetto di lievito di birra fresco o una bustina 

semi di cumino, finocchio e anice

 

Procedimento

Sciogliere il lievito in poco latte tiepido con l’aggiunta di un cucchiaino di zucchero.

Stemperare insieme le due farine, unire il burro, il sale e amalgamare. Aggiungere il lievito e l’uovo, impastare aggiungendo il latte. Dovete ottnere un impasto mobido ma compatto. Lasciate lievitare per un’oretta. Riprendete quindi, formate tanti piccoli panetti da posizionare su carta da forno. 

Rimettete a lievitare per un’altra ora. 

Spennellate la superficie con del tuorlo sbattutto con un cucchiaio di latte, cospargete di semi di sesamo e cuocete in forno a 200° per i primi dieci minuti, quindi abbassate a 185° per altri 10-15 minuti.

 

L’hamburger.

Ingredienti (per 3-4)

300 g di carne trita di manzo

100 g di carne trita di tacchino

1 albume scarso

fettine di cipollotto

pizzico di sale

(eventuale salsa Worcester)

Procedimento

Mescolate insieme le due carni insieme all’albume e al cipollotto. Aggiustate di sale. Formate gli hambuerg con le mani oppoure riempite l’apposito aggeggio con l’impasto di carne. Schacciate per bene e ricavate l’hamburger. Riscaldate una piastra unta con poco olio. Quando è rovente mettete l’hambuger, lasciate andare per qualche minuto, quindi girate e grigliate dall’altra parte. Finite di cuocere spostando l’hamburger sui lati della piastra, dove è meno rovente.

 

Le salse.

Ingredienti

1 avocado

una scatola di mais dolce

2 barattoli di yogurt greco

succo di lime

olio EVO

1 patata bollita e schiacciata

pizzico di sale

coriandolo

 

Procedimento

Mescolate lo yogurt con un cucchiaio di olio, qualche goccia di lime e un pizzico di sale.

Pulite l’avocado, schiacciatelo a forchetta oppure frullate delicatamente con un cucchiaio di olio, un paio di cucchiaini di lime, un pizzico di sale. Unite qualche foglia di coriandolo.

Frullate il mais con la patata, lasciando da parte qualche chicco. Aggiungete lo yogurt, un pizzico di sale e un pizzico di curry dolce. Servite con qualche chicco intero.

 

E ora? Via col panino!

 

Oho so girlish! Biscotti per mami

Ultimamente le settimane mi scorrono fra le dita veloci, veloci. Oggi Miss Lea è una pupa di due mesi, ma la sottoscritta ha un tale affollamento di idee e progetti per la testa che fatica a distinguere le otto settimane che sono passate. Se potessi esperimere un desiderio per la prossima festa (sì, pure la mia che ormai sono bis:-)) è di avere la possibilità di andare lenta, accarezzare i momenti senza la sensazione di non riuscire pienamente a fotografarli. Ci ho pensato negli ultimi sette giorni, trascorsi all’isola, con la prima immersione di mare e l’ebbrezza di sentirmi l’estate addosso. 

Ho adorato il cielo così terso, un azzurro che non vedevo da tempo, le spiagge deserte e i fiori sparsi ovunque. E poi le corse di Alice dietro ai gabbiani e il battesimo di Lea con l’acqua di mare. Gli aperitivi in terrazzo a quattro (ognuno ovviamente a modo suo) e una totale atmosfera "pink", perché ormai siamo in tre e Lui a resistere, ogni tanto:-). 

Nella mia lista "girlish" un’abbuffata di fragole, sarde doc, tra le variazioni quelle di Arborea hanno scalato la nostra personalissima classifica.

I fiori "fuchssssia", come li chiama Alice, disseminati tra terra e mare, in questa stagione, a La Maddalena.

Il loro sfondo migliore? Ovviamente dipinto di blu.

Ho ricominciato a fotografare, con Lea posizionata nel marsupio. Era impossibile resistere all’assalto di luce.

Il ritmo lento, cadenzato solo dall’andare  e venire dei traghetti, mi ha aiutato a concentrarmi su cose piccole, quasi banali, che poi però il ricordo rende uniche, speciali. 

Possono essere incontri fortuiti, sorprendenti agli occhi di chi trova per la prima volta. Come la stella e Alice.

Oppure di chi si ritrova, come la sottoscritta e il gabbiano, sempre in bilico fra terra e aria, veloce a volare sotto le gocce di pioggia. 

L’occhio si ritrova a osservare particolari che nella fretta avrebbe degnato di uno sguardo veloce. E ritrova gli stessi giorno dopo giorno, felice di tanta abitudine. 

Saranno queste sensazioni, i colori, o forse le due pupe, per la festa che verrà ho sfornato biscotti che a vederli paiono più per la casa delle bambole che per la tazza di tè delle cinque.

Sono pink, sono girlish e hanno il profumo delle rose.

La ricetta si ispira molto, ma molto, alla lontana ai biscotti di Reims, per via del colore rosa. Il mio infatti è un impasto dalla consistenza della frolla, per via del fatto che volevo poterli ritagliare alla forma di vestitino. Ho utilizzato olio al posto del burro, per un risultato più leggero.

Per il colore rosa, oltre a metterci dello sciroppo di rose, ho usato dello zucchero rosa acquistato mesi fa nel weekend parigino, aromatizzato alla vaniglia.

Infine ho trasformato i biscotti in una sorta di "pink lolli pops" con degli stecchi di legno.

Il risultato? So chic!

Ingredienti

150 g di farina

100 g di farina di riso

50 g di farina di mandorle

120 g di zucchero rosa (oppure zucchero bianco e colorante rosa naturale, ad esempio alla barbabietola)

semi di vaniglia

1 pizzico di cremor tartaro e lievito

1 uovo e 1 tuorlo

2 cucchiai di sciroppo alla rosa

80 ml di olio di mais o semi delicato

 

Procediemento

Mescolate insieme gli ingredienti secchi, unite l’uovo e il tuorlo, quindi l’olio e lo sciroppo di rosa. Dovete ottenere un composto omogeneo, lavorabile a mano. Avvolgete la palla in una pellicola e posizionate in frigo per 20 minuti. Ritirate e stendete, quindi ritagliate i biscotti. Posizionate delicatamente all’interno del biscotto uno stecco di legno, partite dal centro della base e arriva quasi al centro. 

Cuocete in forno a 175° per 10-15 minuti. Decorate con una glassa a base di zucchero a velo, un goccio di limone e un goccio di acqua e, se a disposizione, con penne colorate alimentari.  

 

 

Barrette ai cereali? Fast&easy

Non sono stata rapita e, aihmè, non mi sono neppure allontanata molto da casa. Ho cucinato poco, lavorato poco (uhm, e c’è una lista di to do che mi mette in ansia!), accumulato lavatrici, dimenticato quelle due o tre cose fondamentali e starnutito parecchio tra inalazioni in coppia (Lea&io) e aeresol solitari. Ho capito che mi manca l’estate, il mare e il cielo blu. Ma il tempo non pare pensarla come la sottoscritta. Oggi è lunedì (iniziato di corsaaa), piove e io ho bisogno di dormire (ma va?). In questo momento però è pace assoluta, c’è solo una musica leggera nell’aria (questo brano di Satie, che io amo e Lea parrebbe anche). Adoro quando io e la pupetta siamo a casa sole. Lei è una neonata relax, io una mamma poco relax ma che aspirerebbe a diventarlo. 

A proposito di cucina, tanto facile da sembrare un gioco, oggi è tempo di barrette.

Personalmente mi piacciono molto cereali e frutta secca (noci e nocciole, in primis), che tra l’altro ho scoperto particolarmente indicati durante l’allattamento per il loro contenuto di ferro (noci) e calcio. E da tempo volevo sperimentare le barrette home made

L’occasione è nata qualche settimana fa dalla proposta di Imaginarium (azienda che in realtà produce soprattutto giochi per i più piccoli) di testare un loro prodotto che, a vederlo, pare più un giocattolo (per l’appunto) ma a usarlo è perfetto anche in cucina. Ovviamente ho coinvolto Alice (che non ama le barrette, a essere sinceri e nemmeno la frutta secca, per lei ad esempio lo yogurt è e deve essere sempre all white).

Le barrette le ho mangiate tutte io ma la preparazione l’ha divertita, soprattutto nello "schiacciamento" degli ingredienti. 

Naturalmente mi sono armata di una grande quantità di ingredienti possibili: dal riso soffiato ai frutti rossi esseccati a un paio di mieli a noci, nocciole, mandorle&co, goccie di cioccolato fondente. Ho schierato tutto in ciotoline e Alice ci ha tuffato allegramente le mani. Per legare il tutto noi abbiamo usato succo di mela e yogurt.

Ovviamente in mancanza dell’aggeggio potete usare comodamente il forno, porzionando gli ingredienti col cucchiaio o inserendo in stampini rettangolari e bassi appositi oppure mettendo tutto l’impasto in uno stampo rettangolare e, a cottura avvenuta, tagliare a pezzi con un coltello (io voterei per questa soluzione, veramente fast&easy). Inutile dire che è un ottimo rimedio alla merenda quotidiana o allo snack da portarsi in giro. 

 

Come è mio solito, ho elaborato le mie personalissime ricette, nonostante all’interno ce ne fossero una decina. 

La mia preferita è a base di riso soffiato, miele agli agrumi, mix di noci e nocciole e frutti rossi. Poco olio di semi e un’aggiunta di yogurt (pure questo home made:-)). 

Piesse: comodo per chi va di corsa, ha improvvisi langurini e vuole sedarli in maniera poco pericolosa:-)

 

Le quantità? Sono andata a occhio, ammetto, comunque: mescolate circa 100 g di cereali misti o riso soffiato con un cucchiaio o due di frutta secca a pezzetti e un cucchiaio di frutti rossi. Aggiungete un cucchiaio abbondante di miele (agli agrumi, ma anche al tiglio o millefiori, comunque delicato), uno o due cucchiai di yogurt e un cucchiaio di olio di semi delicato. 

Inserite tutto nell’apposito aggeggio seguendo le istruzioni oppure foderate uno stampo con carta da forno, riempite con l’impasto (circa 1,5 cm di altezza) e trasferite in forno per 20-25 minuti a 175°. Lasciate riposare qualche minuto e poi tagliate a rettangoli dando forma di barretta. Conservatele (se non ve le mangiate prima come ho fatto io) in una scatola di chiusa.

 

 

 

 

 

 

 

L’uovo nel nido. Buona Pasqua!

Mi sono accorta solo pochi giorni fa che la Pasqua era veramente dietro l’angolo. Colpa del raffreddore che ha colpito la sottoscritta e la pupetta, della pioggia e della luce, che pare non aver compreso che il 21 a primavera è passato ormai da qualche settimana. Ho messo insieme giusto ieri i piatti per il pranzo di domanica, spedito stamattina Lui e Alice al mercato e messo via, che era ormai ora, i gingilli autunno-inverno in giro per casa. Come dire i cuscini con le renne a Pasqua anche no. E mi sono concetrata su uova, profumi e giallo-verde che sanno di stagione. E’ stato allora che ho pensato al nido. Quello da cucinare e quello in cui sono immersa in questo periodo. Completamente e senza rimpianti, senza dito puntato sul mappamondo per pensare e sognare o programmare di essere altrove. Una vera Pasqua di primavera.

Perché Pasqua per me è sinonimo di vita nuova, rinascita. Ogni volta come fosse la prima. Questa è la cosa incredibile, ce la portiamo dentro quando la luce cambia, gli alberi si rivestono e nei parchi si risentono le corse dei bambini. Non importa quante primavere abbiamo già vissuto: se apri gli occhi e guardi attentamente puoi ritoccare tutto come quando da bambino hai iniziato a contare i mesi sul calendario e a comprendere che le fragole arrivano a primavera. Se poi hai accanto, ora, un bimbo ripeschi tutto al volo. 

 

Ecco nella lista delle cose semplici e veloci da preparare per il nostro pranzo, ci sono oltre alle immancabili uova colorate (domani le farò con Alice che me lo chiede ormai da giorni) anche dei piccoli nidi al sapore di parmigiano, colorate di verde primavera con un piccolo uovo posato. Belli da vedere, buoni da mangiare e divertenti da pasticciare pr i più piccoli:-)

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Happy Easter a tutti!

piesse: per i cestini di parmigiano due o tre consigli pratici, pratici, per non fare un pasticcio come la sottoscritta:

– Usate esclusivamente Parmigiano Reggiano (fidatevi, il Padano non funziona)

– Aiutatevi con carta da forno da posizionare subito dopo attorno a una tazzina o ciotola per dare la forma e premere con carta assorbente (a meno che il caldo forte, forte sulle vostre mani non vi faccia un baffo o abbite una buona dose di automasochismo:-))

– Uova di quaglia: sode in 3 minuti!

 

La ricetta (per 4 cestini)

9-10 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattuggiato (io qui ci ho aggiunto poca, poca scorza di limone per aromatizzare)

100 g di fave

100 g di piselli

una decina di asparagi (selvatici)

4 uova di quaglia

sale, olio Evo

timo, menta

 

Procedimento

Bollite fave e piselli sgusciati (se come me utilizzate quelli freschi) in acqua salata. Ci vorranno circa 20 minuti, negli ultimi 5 minuti inserite anche gli asparagi. Scolate e passate in una padella con un cucchiaio di olio le verdure (affettate finemente gli asparagi, aromatizzando con timo e menta. 

Preparate i cestini. In una padella antiadarente posizionate un cerchio di carta da forno leggermente più grande della base della tazzina o ciotola che userete. Metteteci sopra due cucchiai abbondanti di parmigiano e lasciate sciogliere a fuoco dolce. Ora trasferite la carta da forno sulla tazzina rovesciata, premete attorno (ricordate carta assorbente) e lasciate che prenda la forma. Fate raffreddare quindi togliete la carta da forno e rovesciate il cestino.

Ora le uova: mettete in acqua che bolle a cuocere per 3 minuti.

Ora componiamo: sulla base del cestino posizionate le verdure, inserendo le punte in verticale, al centro l’uovo di quaglia.

Zagare per il 21 a primavera

Non esiste un’altra stagione che mi metta una simile ebbrezza. C’è l’inverno con la sua magia bianco candido,l’autunno in multicolor e l’estate con i cieli senza nuvole e la luce sfacciata, assoluta. Ma la primavera è unica per quel suo senso di attesa, rinascita, di vita nuova. Ogni volta aspetto il 21, impaziente, annusando l’aria, spiando gli alberi, ascoltando dalla finestra socchiusa i segnali. Quest’anno sono stata meno fedele all’attesa, ho avuto la fortuna di cogliere il 21 nell’8 marzo e oggi, ho la chiara sensazione di trovarmi la primavera in casa. Di accarezzarla e contemplarla con un’ebbrezza tutta nuova. Intensa come i fiori di arancio.

Sono nate così le frolle per Lea, leggere e profumate di primavera, di vita nuova. Hanno preso le forme della piccola leoncina, scomposte e ricomposte, i profili di aria, liquidi e fluidi. L’idea di creare qualcosa che mi ricordasse la primavera, in realtà, risale a settimane fa. La memoria del colore e della luce ha richiamato il profumo, quello potente delle zagare, essenza liquida dei fiori di arancio.

E navigando in rete ho trovato l’acqua di fiori di arancio 100%, di origine libanese.
Per i biscotti ho testato due impasti: il primo simile a una ricetta presente nel libro ("I biscotti del sor-riso), a base di un mix di farina 00 e farina di riso, burro, panna e zucchero, il secondo in sostanza identico, ma con l’olio di mais al posto del burro. E ovviamente in entrambi i casi l’acqua di fiori di arancio. Devo dire che la frolla con l’olio mi ha soddisfatto parecchio, leggera, leggera e molto friabile.
Con Miss Cia ci siamo poi divertite a disegnare impronte e musi di leoncina, come omaggio alla nuova pupa.
Felice 21 marzo di primavera!
La ricetta. 
Ingredienti
200 g di farina 00
100 g di farina di riso
80 g di burro (o la stessa quantità di olio di semi di mais o oliva delicato)
circa 80 ml di panna fresca 
2 cucchiaini di acqua di fiori di arancio
80 g di zucchero


Per la glassa: zucchero a velo, acqua, succo di limone (o acqua di fiori di arancio)
 
Procedimento
Mescolate lo zucchero con burro o olio. Aggiungete la panna e l’acqua di fiori di arancio, quindi le due farine stemperate insieme. Regolatevi con le quantità: se il composto risultasse troppo morbido, unite ancora della farina. Dovete ottenere una palla morbida ma compatta. Lasciate riposare in frigo per una buona mezz’ora, quindi riprendete, stendete e ritagliate i biscotti (con uno stampino a piacere, non fate come noi che siamo andate a mano in mancanza di stampi a leoncina:-)).
Decorate con la glassa.