da miralda | 30 Ott 2009 | 6-9 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda, La colazione
Lo ammetto, sono tra quelli (pochi o tanti ditemelo voi) che non amano particolarmente Halloween: con i padri pellegrini mi sento più legata per il piatto del ringraziamento (e presto lo scoprirete) piuttosto che per Jack-ò-Lantern o fantasmi e spiriti (bè giusto le streghe mi sono simpatiche). L’unica cosa che veramente mi piace di Halloween è la zucca.
Non quella grossa, grossa, arancione, bella sì da vedere ma in cucina utile zero, ma la mantovana o la rugosa verde scuro, arancio acceso, polpa dolce, divina da mangiare:-).
Ecco che, in barba alla tradizione d’oltreoceano, ho accantonato ragnetti e fantasmi dolci per sfornare un superclassico dell’infanzia di Mr B: il pane alla zucca della nonna ‘Sunta. E con questo direi che la settimana pane in omaggio al World Bread Day a cui non ho partecipato è bella che archiviata.
La ricetta me la sono un po’ rivisitata, il pane sono diventati panini piccoli, piccoli che potessero stare nella manina di Alice ed essere divorati con pochi morsi. Cosa regolarmente successa fino a quando ho detto basta, che di panini per Mr B. per la sera non ne rimanevano che tanti resti morsicati:-).
Nei panini ho aggiunto noci e semi di zucca, purtroppo questi ultimi li ho trovati all’ultimo momento solo bianchi e salati, mai più, che quelli verdi e naturali che di solito utilizzo sono un’altra cosa.
Il formato bebè? Bè se togliete noci, semi e qualche cucchiaita di latte che ci ho aggiunto io, potete tranquillamente utilizzarli già dopo qualche mese dall’inizio dello svezzamento, al posto del solito pezzettino di pane da pasticciare del panettiere. E poi pane e panini homemade col profumino che si spande per tutte le stanze (e alla sottoscritta sulla zazzera di capelli) sono una delle soddisfazioni maggiori in cucina.
Provate, magari col bebè a fianco che sbircia impasto e lievitazione! E poi: panino o scherzetto?
Ingredienti
400 gr di farina Manitoba
200 gr di farina normale 00
8 gr di lievito di birra fresco (meno della metà di un panetto)
500 gr di polpa di zucca cotta (io l’ho fatta al vapore)
semi di zucca (ricordate verdi e non salati!)
una manciata abbondante di noci
3 cucchiaiate di latte (si può farne a meno)
1 cucchiaino di zucchero o miele
sale
acqua
Procedimento
La sera prima preparate il lievitino (vi aiuta ad usare meno lievito ed evitare quel saporino chimico tanto fastidioso se non siete provvisti di pasta madre). Sciolgliete il lievito in un cucchiaio di latte e uno di acqua tiepida con i cucchiaino di zucchero (o miele). Mischiate 150 di manitoba e 50 di farina normale con il lievito sciolto e circa 70 gr di acqua. Lasciate girare il robot (o le vostre mani) per una decina di minuti. Prendete l’impasto e ponetelo in frigo (o fuori se la temperatura è bassa) per una decina di ore. La mattina riprendete l’impasto aggiungete la farina rimasta , la zucca, un pizzico di sale e impastate. A seconda del necessario aggiungete un paio di cucchiai di latte e acqua (dipende un po’ dalla vostra polpa di zucca più o meno umida e bagnata). Io ho ottenuto un impasto che si staccava dal gancio del mio Mr Aid, però bello morbido. Coprite e ponete ancora a lievitare per un paio d’ore al caldo.
Quando l’impasto sarà più che raddoppiato, formate dei panini, in alcuni potete inserire noci, in altri semi di zucca (ma volendo anche altro, tipo semi o castagne cotte o persino gocce di cioccolata, vedete un po’ in base anche al formato del vostro bebè, ad esempio niente cioccolata almeno fin dopo i due anni, alcuni manuali dicono fino a tre!). Pennellate i panini con latte e decorate con semi, noci, etc… Ponete in forno caldo a 200° per venti minuti, poi abbassate a 180° per altri 10 minuti e finite a 170° per gli ultimi 10 minuti.
da miralda | 28 Set 2009 | 12-18 mesi, L'ora della merenda, Lil Loves!
Pare che questi siano giorni da dedica, tanto che, in barba al lunedì, ho acceso il forno e complici le lilfriends dell’aliciotta ho (ops, abbiamo) sfornato una torta.
Rigorosamente senza un sacco di cose (avete presente la without) però pensata dopo l’anno per tutti quelli che “vade retro latticini, glutine & affini”.
L’idea era lì che frullava da tempo per tutta una serie di coincidenze: c’è stato il mare, un paio di mesi fa, con Miss Kia e la sua allergia ai latticini (tanto carina e simpatica quest’amica di Alice, non foss’altro per l’indubbio apprezzamento alle mie realizzazioni culinarie), c’è stata Miss Sofi che all’allergia latticini aggiunge una sana indifferenza per il cibo e c’è stata la passione di Alice per le prugne prima estive e ora settembrine delle coltivazioni casalinghe (uno dei suoi lilloves:-).
Al momento che ho ripreso la ricetta dall’agenda che mi ostino ad usare come taccuino, c’è stata la mia mania di esagerare (sì, sono di quelli che proprio non si accontentano mai, dice Mr B.).
Ecco che oltre ai latticini, sono scomparsi un paio di altri ingredienti: la farina di grano ha ceduto il passo a quella di riso appena acquistata durante l’on the road a Birago (leggi qui) e l’uovo, bè, si è visto soppiantare da un mix di banana schiacciata, fecola di patate e semi di lino.
Quando mi faccio prendere la mano funziona sempre così: mi metto in rete e leggo (anzi scrollo, scrollo) siti sull’argomento. In questo caso ho scoperto da fonti vegane che l’uovo si può sostituire con una serie di soluzioni.
L’uovo vi serve per legare o deve fornire un aiutino in lievitazione? Nel primo caso potete usare purea di banana, mela o pera (dipende da voi e dal sapore che siete disposti ad ottenere), o un paio di cucchiai di fecola di patate insieme a latte o yogurt di soia, semi di lino lasciati in acqua per un paio d’ore (le quantità 1/3 di semi e 2/3 di acqua da frullare insieme), tofu schiacciato, o semplicemente un paio di cucchiai di acqua e olio, nel secondo caso aumentate lievito e bicarbonato. In alternativa ho scoperto che si trovano anche dei preparati chiamati No Egg da aggiungere nei dolci.
Se contate poi che nella ricetta non c’è zucchero, la tortina potrebbe funzionare anche sotto l’anno (eventualmente eliminate le spezie).
A proposito, come scritto, ho esagerato un pochino: sarà la paura che il tutto non legasse o sarà che proprio volevo provare, ci ho messo banana, yogurt di soia, fecola di patata e semi di lino (ma questi poco, poco che avevo paura per il sapore).
Questi ultimi li lascerei perdere nel dolce e li userei, se avete voglia di cimentarvi in qualche altro no egg, in polpette o impanature vegane.
Last, but not least, la mini tarte è stata sfornata da Alice, per disperazione di Miss Cia che era dietro l’obiettivo:-)
Ingredienti
150 gr di farina di riso
2 cucchiai di fecola di patate
1 barattolo scarso di yogurt di soia
2-3 cucchiai di latte di soia
4 prugne settembrine (quelle viola, viola)
½ banana schiacciata
3 cucchiai di sciroppo d’acero
½ bicchiere di olio
cannella e, anice stellato e chiodi di garofano in polvere
1 cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di lievito (o l’equivalente di cremor tartaro)
Pulite e tagliate le prugne a pezzetti (lasciatevi qualche fettina per decorare). Mescolate lo yogurt con olio, latte e sciroppo d’acero. Aggiungete le spezie, le prugne a pezzetti e la banana schiacciata, quindi lentamente farina e fecola. Terminate con il lievito e il bicarbonato. Versate il composto, che dovrebbe risultare abbastanza morbido, in una tortiera, decorate con le fettine di prugna e infornate a 175° per 20-30 minuti. Se permettete l’assaggio al vostro bebè, attenzione alla superficie, pericolo toccata e morso.
da miralda | 29 Ago 2009 | 12-18 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, In Viaggio, L'ora della merenda
Cosa succede se in una domenica di agosto il gelato al fico galleggia su foglia di ninfea? Idea assurda, un po’ irriverente, che ho suggerito alla mano di Miss Cia. Perché volevo parlare di un gelato al fico (senza dosi né ricetta che in cucina si sono messi Mr B. e Alice) e di ninfee, o meglio delle ninfee ammirate a Palazzo Reale. Come dire di necessità virtù:-).
E dato che domani è ancora agosto, e forse Milano non è ancora Milano (caotica, affollata, senza parcheggi), forse la capatina in centro può ancora avere un senso.
Mr B., Alice e la sottoscritta si sono cimentati domenica scorsa con partenza tarda, tarda (è nel nostro DNA, purtroppo) perché dopo una colazione lenta, lenta, ci si sono messi di mezzo un chilo circa di fichi piccoli, verdi e dolci.
Io ho scelto di fotografarli, Mr B e Alice hanno voluto produrre il loro gelato. Che era buono e leggero, visto che senza alcuna ricetta ci hanno messo solo fichi, zucchero (poco, poco che la mamma conta ancora un po’), due cucchiai di miele al limone e un cucchiaio di succo di limone. Peccato che tendeva ad essere più un sorbetto che un gelato e la tenuta non era delle migliori (l’ho sperimentato quando ho cercato di tirarne fuori una foto).
Mentre il sorbetto (o gelato) riposavano in freezer, per la seconda volta ci siamo avventurati ad una mostra con la pupa.
La prima volta non conta, che fu oltre un anno fa alla Triennale con Alice debitamente sedata dal marsupio (che bei tempi:-) e genitori in visita tranquilla.
La prima vera prova (per noi, intendo) è stata qualche mese fa, sempre a Palazzo Reale a vedere
Magritte (avete presente C’est ne pas une pipe? il mio preferito però rimane
L’impero della luce): inizio brillante, curiosità e spiegazioni per la piccoletta, con “vedi che dopotutto” e poi il caos.
In realtà quella volta fummo fortunati: ci salvò la nanna:-).
E poi ci è stato Monet, senza la grazia.
Inizio brillante, che vedere l’Aliciotta consegnare il biglietto all’omino che sta all’ingresso dà soddisfazione, curiosità per le acque di Giverny (no cara, non è mare, non è lago, è uno stagno), il caos. La salvezza è stata solo per la sottoscritta, perché ho scoperto di aver sposato un CGD (ossia un Caregiver Daddies) come ho letto
qui .
In altre parole Mr B. ha fatto da baby sitter mentre io ho potuto intrattenermi con Baricco (in audioguida). A proposito al bookshop ho scoperto un libricino dedicato da Proust ai pittori, una sorta di sua lettura di Monet, Rembrandt & co. Se non conoscete questo aspetto dell’autore della Recherche ve lo
consiglio.
Se avete un bimbo relax (in mostra ne ho visti di bebè piacevolmente intrattenuti in un passeggino, mentre il nostro giaceva all’ingresso snobbato dalla proprietaria) oppure se al vostro fianco c’è un CGD vi consiglio un giro in mostra, anche se fate spallucce e le ninfee le avete già viste a Parigi:-).
Le ninfee di Giverny , ripetute e ripetute fino all’ossessione da Monet (non en plein d’air come magari viene naturale pensare) per “arrivare a dipingere il niente” si intrecciano in mostra all’arte giapponese (amata da Monet) in 50 stampe di
Hokusai (avete mai visto La grande onda?) e Hiroshige.
E se il vostro bebè si è addormentato, o fondamentalmente è uno che guarda ma non tocca (o non finge di osservare per poi toccare come la mano più veloce di casa mia) fate una capatina in Rinascente al – 1, soprattutto per i patiti del design, come la sottoscritta.
Noi ci siamo avventurati e sempre coadiuvata dal mio CGD sono riuscita anche a fare un acquisto:-) al Design supermarket. In caso di fame invece salite al + 8 e godetevi la vista sopra il Duomo ad altezza Madonnina.
E i fichi? Io avendone quantità abbondanti grazie alle coltivazioni casalinghe in questi giorni li ho preparati anche in versione salata.
Mi sono divertita a metterli sulla pizza focacciata: dopotutto ho sempre una nonna romana e niente è meglio di “pizza e fichi” no?.
Ho preso ispirazione dal Gambero Rosso e li ho passati in padella con scalogno, aceto balsamico e prosciutto di Parma condendoci le linguine (con grattata finale di parmigiano!). Ho fatto dei triangoli di pasta sfoglia, li ho spennellati con una salsa senapata ai fichi (acquistata al + 8), ho messo al centro un fico pulito con del pecorino, richiuso e passato in forno a 175° per 25 minuti.
Tutte idee in versione mamma e papà. Per il gelato vi lascio la ricetta dosata e rivisitata di Mr B.& Alice, formato bebè 12-18 mesi.
Ingredienti
700 gr di fichi puliti
75 gr di zucchero e 3 cucchiai di miele al limone diluito in acqua (o 50 gr di zucchero invertito o glucosio-fruttosio per mantecare meglio, leggi qui)
1 cucchiaio di succo di limone
Procedimento
Passa al mixer i fichi con zucchero/miele o zucchero inverito e il succo di limone. Metti il composto in gelatiera o come me in ciotola refrigerante Mr K.Aid.
da miralda | 28 Ago 2009 | 12-18 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda
Affondate il cucchiaino, ascoltate il profumo, sentite il sapore e capirete il frutto. E’ il segreto della gelatina.
Ammetto che non sono mai stata una fan di quei composti mollicci e insapori che racchiudono patè&Co.
Fino a quando, dopo i ghiaccioli (vi ricordate i fruttini on ice), mi sono data alle gelatine.
Complice una quantità considerevole di agar agar, in grado di gelatificare qualsiasi riduzione, sciroppo, bavarese o budino che sia nel giro di due ore (ci vuol pazienza ma fidatevi, funziona).
E’ stato così che nelle ultime settimane quello che non finiva in ciotola refrigerante (sì, sì, ciotola che la nostra non è una lady gelatiera) si trasformava in gelatina.
Veloce, pratica, colorata e divertente: vuoi mettere tutti quei bicchierini colorati da osservare in trasparenza?. Mi ricordano i jelly inglesi, che sbatti di qua, sbatti di là non si rompevano e dai colori così improbabili che mi sono sempre chiesta con che diavolerie facessero il verde marziano (e voi?).
Dopo la gelatina alla zucchina, quella al pomodoro, al melone e all’albicocca l’altro giorno è arrivata la pesca. Perché quest’estate di pesche, pesche non è trovate molte. Ieri giravo in bicicletta con l’Aliciotta tra le poche bancarelle superstiti di agosto al mercato di zona (altrimenti col cavole che potevo procedere in sella) ho adocchiato delle pesche mentre cercavo l’uva (è l’ultima passione di Alice).
Ne ho comprate tre, che con i soldi contati in tasca non ce ne venivano di più (mi dimentico sempre di rimpinguare il mio borsellino per la disperazione di Mr B.).
A casa non ho resistito: ho assaggiato uno spicchio, anzi mezzo, perché l’altro è stato preteso dalla pupa.
Sbucciate le altre, passate al mixer e poi al colino, mescolato e riscaldato solo con l’agar agar (ma se volete potete aggiungerci uno o due cucchiai di acqua o di succo, ad esempio di sambuco), ho ottenuto la gelatina per la merenda del pomeriggio. E per aggiungervi una nota fragrante e croccantosa ho frullato fiocchi di avena, un paio di biscotti ai cereali, una manciata di mandorle, scorza di limone e un pizzico di estratto di vaniglia naturale.
Il formato bebè? Almeno 12 mesi. Le sue proprietà? Fibre, tanta acqua, potassio e vitamina A, oltre ad un profumo che ha l’estate dentro.
Divertitevi a sostituire il tipo di frutta a seconda del calendario di svezzamento. Esempi? Aranciomelone, candido pescabianca con tocco al lampone, verde kiwi.
Vi lascio gli ingredienti, in quantità per tre.
3 pesche
2 cucchiaini di agar agar
2 cucchiai di fiocchi di avena
tre biscotti ai cereali
una manciata di mandorle
1 goccio di estratto di vaniglia naturale
scorza di limone
da miralda | 13 Ago 2009 | 6-9 mesi, Estate, L'ora della merenda, La colazione, Lil Loves!
Di sicuro è il lil loves di Alice di quest’estate, sia in viola sia goccia d’oro pare proprio che la prugna vinca la sfida persino con il cocomero. Tanto da spingere la sottoscritta ad inutili sforzi di interpretazione: marmellata, gelato e torta (ma questo è un caso di "Alice oggi sforno io", ne daremo conto in seguito).
Tutto per capire che in realtà la forma più semplice, frutto in mano, morso libero e consegna del nocciolino è la più apprezzata dalla piccoletta. La sua capacità di assimilazione? Miss LilWonder è arrivata a quota +6 in un solo round. Certo erano di quelle piccole, piccole, che il raccolto è di gentile concessione dei coltivatori di famiglia:-)
A proposito di interpretazioni, qui le prugne viola si sono accoppiate coi fiocchi di avena (sì sono sempre di quelli che affollano ancora la mia dispensa). Non si tratta probabilmente di un porridge, che i fiocchi di avena sono solo ammollati nello yogurt e soprattutto di porridge avevamo già parlato.
Non c’è dubbio: prugne e fiocchi di avena insieme potenziano a mille le proprie proprietà lassative, come a dire se il vostro bebè ha l’intestino pigro (si dice così?) questa ricetta cade proprio a fagiolo.
Vitamine, potassio, fosforo e proteine a parte (che lista, sarà per quello che sono l’immancabile ingrediente di barrette healthy&diet), i fiocchi di avena pare donino energia, allegria e longevità. Come dire più ne mangiate più vivrete:-) o almeno così la pensavano i nostri fratelli d’oltralpe, celti e galli (Hasterix e Obelix per intenderci).
In attesa di riaccendere il forno e farci torte e biscotti, accontentatevi della passatina. Formato? Dai 9 mesi in sù.
Ingredienti
2 prugne
1/2 barottolino di yogurt naturale
40 gr di fiocchi di avena
Procedimento
Passare le prugne al mixer (potete togliere la buccia, soprattutto se non bio). In una ciotola mischiare i fiocchi di avena allo yogurt: ammollarli per una decina di minuti. Disporre in un bicchierino la composta di yogurt e cereali, al di sopra mettere la passatina. Servire.
da miralda | 01 Ago 2009 | 12-18 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'ora della merenda
Il nome non gli fa granché onore, che melone "piel de sapo" o "pelle di rospo" non è esattamente termine che evochi fantasie da "gastronauta". Eppur questo caso pare proprio essere una di quelle eccezioni ad un giochetto "nomen omen" in cui mi sono sempre ritrovata .
Se poi aggiungiamo che, a differenza di Cantalupi & co., il melone bianco è una varietà che cresce in estate ma si conserva fino in inverno, tanto da essersi guadagnata l’appellattivo di melone invernale, la proposta di oggi potrebbe sembrare uno scherzo.
In realtà pensare a neve, freddo e inverno oggi mi pare oltremodo piacevole, soprattutto se il tutto ha la dolcezza di questi meloni, formato palla da rugby verde intenso.
Di solito riesco a recuperare il melone bianco da trasferte sarde mie o di amici, cosa capitata anche in questo ultimo caso (vi ricordate le ciliegie di Orgosolo, le pesche gallette e la due giorni Milano-Olbia?).
Da quel viaggio, la sottoscritta, era tornata, oltre con le già citate pesche e ciliegie, anche munita di palla da rugby (a proposito, nessun problema al check in:-).
Il melone è stato abbandonato a se stesso per quache settimana, poi è arrivata in soccorso la macrobiotica unita alle alghe. Detta così pare arcana, in realtà è semplice semplice.
Ho trovato in un libricino di macrobiotica una ricetta di spuma al melone giallo, mi è piaciuta, l’ho maturata a modo mio e l’ho cambiata in parte mentre ero all’opera (che avevo deciso di fotografarla e nuda e cruda mi sembrava "una tristezza").
Tenete conto che per la spuma ho utilizzato l’agar agar che, oltre ad essere di origine del tutto vegetale e quindi perfetto per i bebè dopo l’anno, è ricca di minerali, leggera e ideale per il periodo estivo.
Aggiungeteci il succo di mela 100%, il 90% di acqua dellla palla da rugby e una stella di yogurt ice: è uscito un budino estivo (summer kanten) con melone d’inverno.
Nota a margine di Mr B.: pare che il succo di mela coprisse troppo il gusto delicato del melone…se la pensate come lui, diminuite la quantità di succo e sostituite con acqua.
Ingredienti (per tre)
1/2 melone bianco
2,5 gr di agar agar
250 ml di succo di mela
2 cucchiaini di sciroppo d’acero
1 cucchiaino di mandorle tritate
Per le stelle (se proprio le volete fare:-))
yogurt naturale
1 cucchiaino di miele
Procedimento
Tagliate a cubetti il melone e passatelo al mixer con le mandorle. Riscaldate il succo di mela, facendoci sciogliere l’agar agar e lo sciroppo d’acero. Fate raffredare e mescolate alla purea di melone. Passate in stampini, tipo budino, in freezer per un paio d’ore. Nel frattempo mescolare yogurt e miele, mettere il composto in stampini da ghiaccio (vanno bene anche i classici cubetti) e porre in freezer. Servire il kanten con la sua stella (Alice l’ha ciucciata molto soddisfatta).