Bianco, rosso Charlotte! E sono tre:-)

Non credo ci sia stato un anno intenso come quest’ultimo. Il libro, l’arrivo di Miss Lea e una nuova casa fra qualche mese. Ci sono stati momenti di sconforto, fatica e folle entusiasmo. Perché io fondamentalmente sono così. Sempre un po’ sospesa fra cielo e terra, capace di pensare a un nuovo progetto quando si sta per chiuderne uno. E il blog è ormai diventato un angolo speciale, confortante, anche quando, come in questi ultimi mesi, il tempo scivola fra le mie dita e non è semplice afferrare e ricordare. Tanto che oggi gli anni sono tre… (sospiro) wowww!

Il blog è stata una delle scommesse meglio riuscite nella mia vita (oltre Lui:-)), e anche ora, pur faticando a tenere il ritmo nel cucinare, scrivere e raccontare, la sensazione è che faccia ormai parte di me, di noi e da buon amico vada comunque coccolato. Mi ha dato molto in termini di ricordi, entusiasmo e possibilità di ritrovarmi, mi ha permesso di mettere insieme parole e immagini che non pensavo nemmeno ci fossero. 

E ormai è impossibile farne a meno. Un po’ come quel vecchio diario che tenevo da bambina: le pagine qui però non ingialliscono, non ci sono chiavi a chiudere perché none siste solo un mio. 

Il blog, per la sottoscritta, è diventato la prova chiara e certa che a volte i sogni si realizzano, tanto più quando pensavi la strada si fosse interrotta. 

Ora sono qui a scrivere, c’è Lea che gioca sul tappeto, vicino un nuovo amico, il pupo Leonardo (grazie Miss Cia!) e mentre la guardo, penso a quanto ci sia ancora da raccontare e fare. Con lei, con Alice. Anno dopo anno. 

Un pezzo dopo l’altro che avvicina e congiunge, tiene dietro quello che ero e quello che continuo a essere pur crescendo. 

E il Cucchiaino qui a testimoniare e confortarmi. 

Grazie a voi di esserci, grazie a Miss Cia per le sue splendide immagini, grazie a Edo che riesce a metterci insieme che sia in rete o nelle pagine di un libro!

 

Piesse: la Charlotte di oggi, con quei biscotti morbidi e leggeri,  il bianco e il rosso, mi pare il simbolo migliore per condividere un pezzettino con ognuno di voi!

 

La ricetta.

Primo capitolo. I savoiardi (o come li chiamano gli inglesi, "Ladyfingers":-))

Lo so, la forma non è perfetta, ma diciamo che la mia mano non era così ferma. Li ho fatti con Lea nel marsupio, di corsa che avevao un appuntamento dieci minuti dopo. Però il gusto, la morbidezza erano eccezionali. Da vero savoiardo!

Ingredienti
3 uova
90 g di farina
circa due cucchiai di amido di mais
70 g di zucchero

50 g di zucchero a velo

 

Procedimento
Separate i tuorli dagli albumi e sbattete questi ultimi a neve, ben fermi. Aggiungete a poco a poco lo zucchero, incorporandolo agli albumi e continuando a sbattere. A parte sbattete i turoli con una forchetta e uniteli alla meringa molto delicatamente. Stemperate le due farine insieme e amalgamatele al composto poco alla volta. Fate attenzione a girare veramente delicatamente altrimenti l’impasto si smonta e i savoiardi non cresceranno.

Ora al via con la sac à poche con una punta liscia e piatta. Riempitela con il composto e formate i classici biscotti su carta da forno. 

Spolverate i biscotti con lo zucchero a velo, lasciate asciugare per qualche minuto e cospargete di nuovo. Passate quindi in forno caldo a 175° per 10-15 minuti. Devono essere appena dorati e morbidi.


La Charlotte. Crema e assemblamento.

Io ho scelto una semplicissima crema chantilly con tanti lamponi fra gli strati. E del succo di lampone e sambuco per bagnare leggermente i biscotti.

La crema. Montate 250 ml di panna fresca ben fredda aromatizzando con un pizzico di vaniglia in polvere o semi di un bacello di vaniglia. Quando è ben montata aggiungete un cucchiaio abbondante di zucchero a velo e icorporate al composto. Tenete da parte.

Ora la charlotte. Prendete uno stampo a cerchio (se apribile ancora meglio, farete meno fatica a sguantare poi il tutto) e bagnate leggermente i savoiardi nel succo (mi raccomando, non vanno imbevuti troppo!). Posizionate dei savoiardi sulla base, quindi rivestitte con altri savoiardi i bordi.

Prendete circa 250 g di lamponi, schiacciatene un terzo e posizionateli sulla base, quindi coprite con uno strato di crema chantilly. Di nuovo dei lamponi interi e schiacciati, di nuovo crema chantilly.  Passate in frigo per un’oretta o due, togliete lo stampo a cerchio, decorate con una bella manciati di lamponi interi e servite.

 

 

 

Oho so girlish! Biscotti per mami

Ultimamente le settimane mi scorrono fra le dita veloci, veloci. Oggi Miss Lea è una pupa di due mesi, ma la sottoscritta ha un tale affollamento di idee e progetti per la testa che fatica a distinguere le otto settimane che sono passate. Se potessi esperimere un desiderio per la prossima festa (sì, pure la mia che ormai sono bis:-)) è di avere la possibilità di andare lenta, accarezzare i momenti senza la sensazione di non riuscire pienamente a fotografarli. Ci ho pensato negli ultimi sette giorni, trascorsi all’isola, con la prima immersione di mare e l’ebbrezza di sentirmi l’estate addosso. 

Ho adorato il cielo così terso, un azzurro che non vedevo da tempo, le spiagge deserte e i fiori sparsi ovunque. E poi le corse di Alice dietro ai gabbiani e il battesimo di Lea con l’acqua di mare. Gli aperitivi in terrazzo a quattro (ognuno ovviamente a modo suo) e una totale atmosfera "pink", perché ormai siamo in tre e Lui a resistere, ogni tanto:-). 

Nella mia lista "girlish" un’abbuffata di fragole, sarde doc, tra le variazioni quelle di Arborea hanno scalato la nostra personalissima classifica.

I fiori "fuchssssia", come li chiama Alice, disseminati tra terra e mare, in questa stagione, a La Maddalena.

Il loro sfondo migliore? Ovviamente dipinto di blu.

Ho ricominciato a fotografare, con Lea posizionata nel marsupio. Era impossibile resistere all’assalto di luce.

Il ritmo lento, cadenzato solo dall’andare  e venire dei traghetti, mi ha aiutato a concentrarmi su cose piccole, quasi banali, che poi però il ricordo rende uniche, speciali. 

Possono essere incontri fortuiti, sorprendenti agli occhi di chi trova per la prima volta. Come la stella e Alice.

Oppure di chi si ritrova, come la sottoscritta e il gabbiano, sempre in bilico fra terra e aria, veloce a volare sotto le gocce di pioggia. 

L’occhio si ritrova a osservare particolari che nella fretta avrebbe degnato di uno sguardo veloce. E ritrova gli stessi giorno dopo giorno, felice di tanta abitudine. 

Saranno queste sensazioni, i colori, o forse le due pupe, per la festa che verrà ho sfornato biscotti che a vederli paiono più per la casa delle bambole che per la tazza di tè delle cinque.

Sono pink, sono girlish e hanno il profumo delle rose.

La ricetta si ispira molto, ma molto, alla lontana ai biscotti di Reims, per via del colore rosa. Il mio infatti è un impasto dalla consistenza della frolla, per via del fatto che volevo poterli ritagliare alla forma di vestitino. Ho utilizzato olio al posto del burro, per un risultato più leggero.

Per il colore rosa, oltre a metterci dello sciroppo di rose, ho usato dello zucchero rosa acquistato mesi fa nel weekend parigino, aromatizzato alla vaniglia.

Infine ho trasformato i biscotti in una sorta di "pink lolli pops" con degli stecchi di legno.

Il risultato? So chic!

Ingredienti

150 g di farina

100 g di farina di riso

50 g di farina di mandorle

120 g di zucchero rosa (oppure zucchero bianco e colorante rosa naturale, ad esempio alla barbabietola)

semi di vaniglia

1 pizzico di cremor tartaro e lievito

1 uovo e 1 tuorlo

2 cucchiai di sciroppo alla rosa

80 ml di olio di mais o semi delicato

 

Procediemento

Mescolate insieme gli ingredienti secchi, unite l’uovo e il tuorlo, quindi l’olio e lo sciroppo di rosa. Dovete ottenere un composto omogeneo, lavorabile a mano. Avvolgete la palla in una pellicola e posizionate in frigo per 20 minuti. Ritirate e stendete, quindi ritagliate i biscotti. Posizionate delicatamente all’interno del biscotto uno stecco di legno, partite dal centro della base e arriva quasi al centro. 

Cuocete in forno a 175° per 10-15 minuti. Decorate con una glassa a base di zucchero a velo, un goccio di limone e un goccio di acqua e, se a disposizione, con penne colorate alimentari.  

 

 

L’uovo nel nido. Buona Pasqua!

Mi sono accorta solo pochi giorni fa che la Pasqua era veramente dietro l’angolo. Colpa del raffreddore che ha colpito la sottoscritta e la pupetta, della pioggia e della luce, che pare non aver compreso che il 21 a primavera è passato ormai da qualche settimana. Ho messo insieme giusto ieri i piatti per il pranzo di domanica, spedito stamattina Lui e Alice al mercato e messo via, che era ormai ora, i gingilli autunno-inverno in giro per casa. Come dire i cuscini con le renne a Pasqua anche no. E mi sono concetrata su uova, profumi e giallo-verde che sanno di stagione. E’ stato allora che ho pensato al nido. Quello da cucinare e quello in cui sono immersa in questo periodo. Completamente e senza rimpianti, senza dito puntato sul mappamondo per pensare e sognare o programmare di essere altrove. Una vera Pasqua di primavera.

Perché Pasqua per me è sinonimo di vita nuova, rinascita. Ogni volta come fosse la prima. Questa è la cosa incredibile, ce la portiamo dentro quando la luce cambia, gli alberi si rivestono e nei parchi si risentono le corse dei bambini. Non importa quante primavere abbiamo già vissuto: se apri gli occhi e guardi attentamente puoi ritoccare tutto come quando da bambino hai iniziato a contare i mesi sul calendario e a comprendere che le fragole arrivano a primavera. Se poi hai accanto, ora, un bimbo ripeschi tutto al volo. 

 

Ecco nella lista delle cose semplici e veloci da preparare per il nostro pranzo, ci sono oltre alle immancabili uova colorate (domani le farò con Alice che me lo chiede ormai da giorni) anche dei piccoli nidi al sapore di parmigiano, colorate di verde primavera con un piccolo uovo posato. Belli da vedere, buoni da mangiare e divertenti da pasticciare pr i più piccoli:-)

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Happy Easter a tutti!

piesse: per i cestini di parmigiano due o tre consigli pratici, pratici, per non fare un pasticcio come la sottoscritta:

– Usate esclusivamente Parmigiano Reggiano (fidatevi, il Padano non funziona)

– Aiutatevi con carta da forno da posizionare subito dopo attorno a una tazzina o ciotola per dare la forma e premere con carta assorbente (a meno che il caldo forte, forte sulle vostre mani non vi faccia un baffo o abbite una buona dose di automasochismo:-))

– Uova di quaglia: sode in 3 minuti!

 

La ricetta (per 4 cestini)

9-10 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattuggiato (io qui ci ho aggiunto poca, poca scorza di limone per aromatizzare)

100 g di fave

100 g di piselli

una decina di asparagi (selvatici)

4 uova di quaglia

sale, olio Evo

timo, menta

 

Procedimento

Bollite fave e piselli sgusciati (se come me utilizzate quelli freschi) in acqua salata. Ci vorranno circa 20 minuti, negli ultimi 5 minuti inserite anche gli asparagi. Scolate e passate in una padella con un cucchiaio di olio le verdure (affettate finemente gli asparagi, aromatizzando con timo e menta. 

Preparate i cestini. In una padella antiadarente posizionate un cerchio di carta da forno leggermente più grande della base della tazzina o ciotola che userete. Metteteci sopra due cucchiai abbondanti di parmigiano e lasciate sciogliere a fuoco dolce. Ora trasferite la carta da forno sulla tazzina rovesciata, premete attorno (ricordate carta assorbente) e lasciate che prenda la forma. Fate raffreddare quindi togliete la carta da forno e rovesciate il cestino.

Ora le uova: mettete in acqua che bolle a cuocere per 3 minuti.

Ora componiamo: sulla base del cestino posizionate le verdure, inserendo le punte in verticale, al centro l’uovo di quaglia.

Di rose, mare e compleanno

Sto guardando il mare mentre scrivo, la luce è piena, come lo può essere di inverno da queste parti, un cielo terso e azzurro che sa di vento. E’ una giornata come non si trovano dove vivo, quando capita è caso raro e fai subito paragoni con altri posti, come questo sull’isola. E’ la giornata del mio compleanno che solo a dirlo mi sembra strano, anche se gli gli auguri sono cominciati ad arrivare dal mattino a ricordare e mettere in fila (anche gli anni:-)). Quando sei bambino aspetti il compleanno in maniera assoluta, una gioia e una conta che non ti sta sulle dita, nella mente. Perché il tempo è ora, sfocato nel passato, difficile da raffigurare. E’ l’incanto dell’infanzia. Ora il compleanno è il privilegio di una giornata quasi qualunque, da trascorrere con chi ami. O almeno per me è questo.

Quest’anno ho faticato come non mai a rendermi conto del suo arrivo, la testa è distratta da mille pensieri, l’anno appena passato è stato speciale per tanti motivi e per il fisico la solita irrequitezza ed energia di calarsi in mille progetti è in questo momento, ammetto, impraticabile. Godo di quello che ho, della pupa che canta e balla in riva al mare, soffiando sulle bolle di sapone, di Lui che lancia il pane ai gabbiani. E di lei, che deve arrivare e fa capriole e sfarfallii nella pancia.

 

Confesso che stamattina, molto presto, ho pensato di fare un dolce, ma alla fine la giornata ha avuto il sopravvento, e ho finito per ordinare una torta a base di agrumi (è il leit motiv del periodo) e crema pasticcera. 

E il tortino in foto? Ovvio, l’ho fatto io, ma qualche settimana fa, utlizzando gli avanzi fotografici di mini Kugelhupf cucinati per altri. 

Un paio erano cresciuti troppo e per le foto non andavano e al momento ho pensato quindi di tagliarli, come fossero una mini tortina stellata, spalmarci una crema di cioccolato, profumata dal succo di arancia, e rifinire con petali di rosa acquistati durante il viaggio a Parigi.

Oggi ho subito pensato che sarebbero stati perfetti per mio compleanno, ma qui sarebbe stato impraticabile prepararli (ho giusto una tortiera in questa cucina e nulla altro:-)).

La ricetta. Si adatta a bimbi di 18-24 mesi, perché sono molto morbidi, evitando la crema di cioccolato e spalmandoci, ad esempio, una confettura di frutta (magari anche fresca!).

I petali, ovviamenti, lasceteli a me per questa giornata di compleanno:-))

 

Ingredienti (per 6 mini tortine)
150 g di farina manitoba
50 g di farina 00
50 g di zucchero
1 cucchiaio di miele agli agrumi 
1 uovo
50 g di burro
1/2 bicchiere di latte e 1/2 bicchiere di succo d’arancia fresco
1/2 bustina di lievito di birra secco
scorzetta di limone non trattato
confettura o crema di cioccolato fondente per guarnire
 
Procedimento
Mescolate in una planetaria o a mano con frusta e cucchiaio di legno il latte, appena riscaldato dove avrete sciolto il miele, il burro a temperatura ambiente, lo zucchero e la scorza di limone.
Unite all’impasto, quando omogeneo, l’uovo e il succo d’arancia, quindi le due farine nelle quali avete stemperate il lievito secco. Sbattete e mescolate: l’impasto sarà pronto quando si arrotolerà attorno al gancio della planetaria o comunque sarà morbido ed elastico.
Mettete a lievitare in un luogo tiepido per un paio d’ore. Riprendete l’impasto, dividetelo in piccole porzioni e con queste riempite per due terzi pirottini o stampini. Lasciate lievitare ancora per una quarantina di minuti. Nel caso utilizzate pirottini di carta, posizionateli in uno stampo da cake o muffin così da essere più sicuri della tenuta.

 

Riscaldate il forno a 180° e cuocete i vostri mini pandorini per 20-30 minuti: la superficie dovrà dorarsi leggermente, nel caso copritela con carta da forno o alluminio per evitare che diventi troppo scura.
Sfornate e una volta tiepidi decorate la superficie.

 

 

 

Festa, festa e ancora festa! Sorpresa:-)

Ho sempre adorato le feste a sorpresa. Perché trovo ci sia un’emozione, una gioia così inaspettata, che è impossibile sperimentare se sai tutto per filo e per segno. E’ un po’ come nella vita con tutte quelle strade da prendere o a Natale, con l’attesa e la magia del risveglio la mattina dopo. Lo so, a tanti pare caratteristica quasi infantile, ma personalmente questo tratto da bambini me lo tengo bello stretto. Naturale organizzare per il compleanno della pupa una festa a sorpresa, appena ha avuto gli anni sufficienti per godersi ogni momento.

In realtà non abbiamo fatto nulla di complicato: una semplice domenica pomeriggio a casa del nonno con una serie di amici, suoi e nostri. Però ho voluto che ogni cosa fosse magica:-). Dalle decorazioni, rigorosamente create a mano dalla zia dell’Aliciotta (grazie!) al lato "cucinifero", al regalo finale per ogni bimbo arrivato. Il tutto innaffiato da bolle di sapone giganti, palloncini a forma di fiore e corse in giardino. 

 

La fatica è stata cancellata dalla risata e dall’urlo della pupa quando è arrivata. E la cosa meravigliosa, è che so esattamente cosa ha provato:-).

 

Proprio la scorsa settimana mi è capitato di imbattermi in una chiacchierata su facebook, fra mamme (partita da Barbara, aka Mamma Felice), sull’opportunità di organizzare una festa di compleanno con tutto ciò che ne deriva (soprattutto con costi, spesso quasi proibitivi). 

In generale ammetto di essere d’accordo: non amo le feste con animatori, in sale anonime. So anche che noi siamo fortunati, visto che abbiamo potuto approfittare del giardino del nonno… Però magari esistono altre soluzioni: una merenda al parco, ad esempio, rigori invernali permettendo o il giardino di un’amica:-). Alla fine penso anche che non sia necessario invitare un numero eccessivo di persone, ma quelli che sono cari a noi e amici dei nostri figli.

E voi che ne pensate?

Intanto mi fa piacere mostrare quello che abbiamo fatto noi, giusto per un paio di idee che magari potete  ricreare a vostra immagine e festa:-).

 

That’s a party: le decorazioni.

Adoro gli origami, per quella loro leggerezza tutta giapponese. Però sono totalmente negata in piegature e ripiegature. La zia dell’Aliciotta invece è bravissima:-). E ha creato una serie infinita di gru, di tantissimi colori che abbiamo appeso nella taverna del nonno.

Il risultato? Incantevole.

Che cosa è poi una festa senza re e regine? Ovviamente senza distinzioni:-). Ogni bimbo al suo arrivo ha scelto l’animaletto preferito, è stato scritto il suo nome e quindi via a giocare (la selvaggia scatenata sotto? Ovviamente la pupa).

 

Qualcosa da magiare, qualcosa da portare via.

Le cupcakes al cioccolato sono stata l’unica cosa che Alice aveva visto a casa al mattino. Anzi le abbiamo decorate insieme. E il segreto? Uhm, le ho detto che servivano al nonno per una cena con amici (ed era pure vero:-)).

E si è pure prestata alla foto, beata innocenza:-).

 

La sottoscritta ama lasciare un ricordo quando organizza una festa. E’ un po’ come se la gioia condivisa durasse ancora un poco e potesse essere ricordata anche il momento dopo. E’ stato così che mi sono ritrovata il sabato a tarda sera a infornare biscotti e glassare col nome di ogni bimbo invitato. 
Qualcuno in realtà non è arrivato a casa, ma è stato mangiato subito dopo la consegna:-). La ricetta? La classica da biscotto bimbo: farina (io faccio un mix farina 00 e farina di riso), burro, zucchero, scorzetta di limone e uovo. 

 

Dimenticavo. Le cupcakes hanno riscosso un gran successo, ecco la ricetta per chi la voleva assolutisssssimammmente.

 

Ingredienti (per una decina, di dimensioni diverse)

150 g di farina

50 g di farina di riso
3 uova
1/2 bicchiere di latte

50 g di burro

100 g di cioccolato fondente

90 g di zucchero

2 cucchiai di cacao amaro

1 pizzico di vaniglia in polvere

1 bustina di lievito per dolci

lamponi

zucchero a velo e succo di limone per la glassa

 

Procedimento

Sciogliete il cioccolato con il burro a bagnomaria. Sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete il cioccolato fuso, fatto raffreddare qualche minuto, e il latte, quindi  stemperate le due farine, il lievito, il cacao e la vaniglia insieme e unite agli ingredienti liquidi.

Riempite dei pirottini o uno stampo da muffin, per poco più di due terzi.

Cuocete in forno caldo a 180° per 20 minuti circa.

Preparate la glassa con zucchero a velo, goccia di limone e un cucchiaino circa di acqua fredda. Infilate in una siringa e via con la decorazione. Posizionate un lampone al centro.

4 anni, che meraviglia!

E’ una giornata che sa d’autunno, frizzante e multicolor. Ma con un cielo e una luce che non hanno dimenticato l’estate. Una vera meraviglia. Un po’ come ciò che sento guardando mia figlia. Meraviglia, intensa e inaspettata. Perché quando gli anni cominci a contarli e ci vuole quasi una mano, è impossibile sfuggire alla meraviglia. Almeno per me. I ricordi, proprio i ricordi, sono fili teneri, morbidi, e c’è la sensazione di vedere Alice e vedere me, e scoprirci tanto simili. E le diversità, le sue, sono un concentrato di quello che è la sua natura ma anche di quello che stiamo costruendo insieme.
Ci pensavo, mentre ieri mescolavo a mano (sì a mano per una mezz’ora e più) l’impasto della torta che allude al Paradiso, e osservavo più tardi sulla mano i mirtilli, quattro, finiti sulla Tenerina. 

Non credo ci sia un momento della vita in cui da figli ci si trasforma irrevocabilmente in genitori. Ci ho riflettuto in questi giorni, mentre leggevo un romanzo di Iréne Némirosky (per la cronaca "Due").
Sono convinta invece che ricordare quello che abbiamo sentito, provato e vissuto come figli, come bambini, sia il segreto per capire i nostri di figli. E, inutile dire, conservare l’incanto. 

Ci sono stati momenti, e ci sono momenti in cui, complice la mia irrequietezza, cerco di sfuggire ad Alice. Credo che anche questo sia normale, per non dimenticare che siamo altro rispetto ai nostri figli. E so che, dopotutto, è una maniera per tornare ed essere con lei al meglio di quanto posso dare. 

Ieri sera ho fatto tardi. Mi sono ostinata a preparare all’ultimo momento la torta per la merenda all’asilo, e beh, doveva essere semplice ma speciale. Presa dall’entusiasmo (ho già detto che adoro il compleanno di chi amo?) ho deciso che non ci si può alzare il giorno dei propri quattro anni e non spegnere una prima candelina a colazione. Detto e (quasi) fatto. Seconda mini torta con divagazione formato Aliciotta. 

Stamattina ho fotografato veloce la giornata che si alzava e la tortina prima dell’arrivo della pupa. E ho pensato che era una vera meraviglia, proprio come lei.

 

La torta? Paradiso, la ricetta l’ho presa qui,  pari, pari per la torta seria, seria da portare all’asilo, e introducendo giusto una piccola variazione per la minitorta da colazione "esprimi il desiderio" ( e altrimenti senza desideri che compleanno è?). Ho frullato mirtilli rossi essiccati e li ho aggiunti all’impasto alla fine. Il risultato? Una meraviglia:-).

A proposito, fa capolino anche il primo regalo di oggi: una tazza gattosa e tisaniera, considerato che la pupa preferisce il rooibos al latte.

Mentre la torta Paradiso si è giusto arricchita di caramelline colorate di zucchero (ma dall’interno inaspettatamente morbido), scovate domenica.

E il desiderio? Non so se i bambini in generale non hanno desideri, al contrario di tutti i vorrei di noi adulti. Forse sono semplicemente felici di ciò che vivono, ora e adesso, senza i domani. Fatto sta che la mia, oltre a non rispettare la regola del silenzio ha trasformato il desiderio in una dichiarazione d’amore per la mamma…

E infine la torta per la cena di stasera, solo noi tre (in attesa delle festicciola di domenica con gli amici, beh vi racconterò, promesso). 

Ho trovato una prima versione in un libro (seconda cronaca, "Dolci e fiori" di Néderlants e Angela Odone) che mi ha regalato una cara amica e sono rimasta conquistata dall’unione morbida e cioccolatosa coi mirtilli. Ho pensato che era perfetta per l’Alice di oggi. 

Ho quindi studiato in rete e ho scoperto che altro non era che la torta Tenerina. Sapete, no, che i nomi hanno su di me una presa tutta loro, e Tenerina si scioglie già in bocca come una caramella morbida. Un po’ come il pensiero di Alice quando siamo lontane, un po’ come Alice quando dorme e la guardi, un po’ come questa giornata o il ricordo di Miralda bambina.

La preparazione della Tenerina è semplice, semplice, badate solo a diminuire o aumentare i tempi di cottura a seconda della vostra teglia e forno per assicurarvi un esterno croccantino e un interno ancora morbido.
La sottoscritta (ovvio, no?) ha voluto apportare un paio di modifiche, diminuendo zucchero e burro, e introducendo farina di riso e farina di mandorle, per dare ancora più morbidezza e una nota delicata in più.

Il risultato finale è stato simile nella forma a un fiore, dai petali poco definiti con i punti di viola ricoperti di zucchero, perfetta per dire, sentire e raccontare "Buon compleanno, Alice!". 

 

La ricetta.

Ingredienti (per 4)
120 g di cioccolato fondente
80 g di burro
2 uova
70 g di zucchero 
1 cucchiaio di farina di riso e 1 cucchiaio di farina di mandorle
1 confezione di mirtilli

Procedimento
Fondete a bagnomaria il cioccolato a pezzi e il burro, mescolando. Montare i tuorli con lo zucchero, quindi unire cioccolato e burro fusi (lasciati raffreddare per un paio di minuti). Incorporate i due cucchiai di farine, amalgamate quindi delicatamente i due albumi montati a neve.
Ungete una teglia (o ricoprite con carta da forno) e passate in forno.

Io ho poi infornato a 175° per 20-25 minuti circa. 
Quando la torta è raffreddata, decorate con mirtilli passati per qualche minuto in freezer e rotolati quindi in zucchero bianco.