Se il gazpacho si dà le arie


Oggi inizio dalla fine: niente ricetta per i pupi (che questa la posto domani) ma per il cucchiaino di mamma e papà.
In realtà più che una ricetta qui si tratta di una food mania: sarà il caldo (mai desiderato così tanto di vivere nel paese di Babbo Natale), sarà un libro appena acquistato di cucina molecolare (e pensare che il piccolo chimico non mi ha mai affascinato), sarà la quantità di zucchine & co. che riescono a sfornare le coltivazioni casalinghe.
Fatto è che da giorni non faccio che imbandire tavola per Mr B. con gazpachi, granite di pomodoro, smoothies. E ieri sera anche per un amico doc del doc casalingo che ha egregiamente tenuto a bada la piccola dolce belva alicina:-).
In onore dell’ospite ci ho aggiunto l’effetto surprise-surprise. Dopotutto il barattolo di lecitina di soia acquistato mi darà soddisfazione per il prossimo decennio considerata la quantità minima che ne occorre per farne un’aria (o schiuma o effetto bagnoschiuma).
E Alice? Bè per quello che la riguarda i gazpachi le piacciono (nei suoi elimino l’aceto), importante è fornirle qualcosa (grissino, pezzo di pane o simili) da tuffarci con la mano. E poi spalmarsi in faccia: arancio carota, verde zucchina, rosso pomodoro, bianco cetriolo+yogurt, giallo melone (sì melone, quello di Ruth Reichl citato dal cavoletto).

Ieri sera è stata la volta delle zucchine, uno dei miei preferiti (a parimerito con carote+mela verde+zenzero). E visto che non era la prima volta che lo facevo ho voluto aggiungerci l’effetto bagnoschiuma, una sorta di Adrià dei poveri:-)  che, in barba alle polemiche di qualche mese fa sulla cucina molecolare, due grammi di lecitina di soia al limite tamponano il colesterolo alto di qualcuno.

Per i pupi: i passati di verdure crude sono indicati dai 12 mesi in su (per quello di carote anche prima), eliminate l’aceto, utilizzate solo olio, acqua, erbe per insaporire, una fetta di pane secco. Mettete tutto nel mixer secondo fantasia, armate il bebè di grissino, pane o cracker e lasciatelo pasticciare. Vedrete funzionerà:-)

Ingredienti

3 zucchine
3 cucchiai di olio Evo
1 cucchiaino di aceto (se volete emulare gli andalusi usate lo Jerez)
2 fette di pane raffermo
uno spicchio di aglio
qualche pinolo tostato
sale
Per l’aria di menta
5 foglie di menta
un pizzico di sale
100 ml di brodo
2 gr di lecitina di soia

Procedimento

Scottate le zucchine per pochi minuti in acqua bollente. Raffredate, mettete nel mixer con olio, aceto, aglio, una parte di pinoli, il pane. Passate (all’occorrenza aggiungete dell’acqua) e lasciate riposare per un paio d’ore.
Nel frattempo fate bollire la menta con 100 ml di acqua e il pizzico di sale. Passate al colino e lasciate raffreddare. Poco prima di servire preparate l’aria (che come l’effetto bagnoschiuma è tanto bella ma svanisce in fretta).
In un contenitore stretto e alto sbattere con un mixer o frullino il ristretto di menta con 2 gr di lecitina (proprio un pizzico): fate attenzione  a tenere inclinato il contenitore e pescare in superficie. E dopo pochi minuti avrete tanta aria per finire il gazpacho ( tuffate qualche pinolo tostato).

 

Fregola e fagioli in “barchetta”


Chissà perché i fagioli borlotti li ho sempre affiancati alla stagione autunno-inverno, a zuppe e passati caldi caldi, con crostoni di pane croccanti, per i più arditi passati con aglio e formaggio.
E invece, eccoli lì, qualche giorno fa, a farmi l’occhiolino al banco frutta-verdura: è stato impossibile non comprarli, erano così deliziosi a vedersi con quelle sfumature porpora, altro che inverno:-). E’ stato uno di quei casi in cui il come cucinarli è venuto dopo, ma molto dopo.

Ero talmente soddisfatta che appena tornata non ho potuto fare a meno di fotografarli, mentre Mr B., non troppo soddisfatto, si è trovato a sbrigare il lunch con l’Aliciotta tutto solo.

Nel momento successivo, appena ho inziato a sgranare, ecco arrivare Miss "Guardare!" (la pupa ha ora una nuova tattica) che invece, come al solito, si è messa a toccare. Dopotutto questi borlotti sembravano piccoli sassetti in miniatura, ma così carini, carini che tra la conta e il morso non è che poi sia avanzato molto.
Per fare una zuppetta fredda erano troppo pochi, interpretarli con le cozze neanche a parlarne (che per Alice i molluschi sono ancora off limit), per la ribollita non è stagione. Ecco venirmi in soccorso una manciata di fregola sarda, così piccola e dorata, da sembrare cugina del cous cous. L’ho fatta risottata con i fagioli già lessati, ci ho messo il sapore più fresco e dolce dell’estate, del pecorino poco stagionato (visto che eravamo in tema di Sardegna) e ho decorato con profumo verde.

La ricetta è formato bebè dai 12 mesi in su, anche se per quello che riguarda i fagioli possono essere introdotti nella dieta già a partire dal 10 mese. Grazie al loro contenuto di potassio, fosforo e ferro sono un ottimo sostituto della carne, come dire che se proponete un passato di fagioli o ancor di più abbinate il legume ad un cereale (ad esempio pasta o riso) avrete un piatto completo.
Da ricordare: 1. i bacelli crudi possono causare problemi intestinali (Alice si è limitata al morso con restituzione della refurtiva) 2. Lessate subito i sassetti porpora appena sgranati


Ingredienti

50 gr di fagioli
30 gr di fregola sarda di taglio grosso
3-4 pomodorini
basilico
menta
alloro
aglio
1 piccolo cipollotto
pecorino
olio evo

Procedimento

Lessate i fagioli sgranati in abbondante acqua con un paio di foglie di alloro e uno spicchio d’aglio.  Ci vorrà un’oretta. Fate rosolare il cipollotto con un cucchiaino di olio, aggiungete la fregola e i fagioli. Mecsolate e dilute con brodo vegetale (io ho utilizzato in parte l’acqua di cottura dei fagioli). Procedete come per un risotto. Nel frattempo lavate i pomodorini, tagliate a pezzetti e condite con olio e basilico a pezzetti.
Una volta pronta la fregola, mantecate con un cucchiaino di pecorino grattuggiato e un paio di foglie di menta. Prendete una scodellina (io ho utilizzato un simil bicchiere che una volta fotografato pareva una barchetta:-). Sul fondo mettete i pomodori, sopra la fregola, decorate con una scaglia di pecorino e foglie di menta. Servite al cucchiaino.

La pizza della nonna bis… a ferragosto


Digitando "ferragosto" e facendo un rapido giro in rete pare che il 15 assomigli un po’ all’ultimo dell’anno. Non tanto, giusto un pochino. C’è aria di festa, c’è chi spera di tornare presto dalle vacanze per liberarsi dei vicini di ombrellone chiassosi (come se quelli in città fossero meglio:-) e c’è chi non vede l’ora del prossimo futuro, che le valigie sono pronte e c’è da partire.
Per quello mi sono decisa: 1. a fare la pizza (che è il lil loves più lil loves di Alice) 2. a scrivere questo post, che il cucchiaino non poteva sottrarsi al rito dell’estate.
Per la sottoscritta giornata tranquilla, tranquilla: l’atmosfera in città sarà irreale ma ad averne di irrealtà simili:-).

E fare la pizza, con Mr B., reduce da notta lavorativa poco affollata e pronto a stendere (che con ‘sto caldo ci voleva, ci voleva), è stato facile, facile. 
Ognuno ha la sua formula magica per vincere l’arcano della lievitazione della pizza by home. Io ho trovato una buona combinazione con la farina manitoba (senza fare pasta madre, che a volte non ho pazienza).
Devo ammettere però che la ricetta di mia nonna (buon ferragosto anche a te che oggi sei on the road) comanda ancora a casa nostra.
Da romana, nata a Tarquinia, trapiantata in Puglia aveva cominciato ad aggiungere nell’impasto le patate lesse. Risultato? Una pizza molto morbida, un po’ focacciosa, all’occorrenza più croccante, se stesa più fine. Che quando la faceva era un susseguirsi di teglie perché mia nonna in cucina ha sempre amato esagerare un po’:-)
E poi, dopo l’anno di Alice e qualche dente in più, era venuta l’ora anche per la pupa di assaggiare la pizza, la sua prima pizza (e questi sono amori che quando nascono durano una vita). Ecco allora venirmi in mente l’impasto della nonna bis. Farina manitoba, patate lesse, olio extravergine, lievito fresco e poco, poco sale nell’impasto.
Il tutto in una monoporzione da godere mani in pasta.
Bè che dire, Alice è diventata un’adepta dell’Italian style, nella pronuncia le zz fanno ancora i capricci, ma la felicità “oggi mamma fa la pizza” è istantanea.  
E se a ferragosto qualcuno pensava potesse comandare solo il barbecue, bè si sbagliava, che la pizza di oggi con pomodoro rigorosamente fresco (mi raccomando!), basilico e mozzarella è proprio "summertime" e "’the livin’ s easy" (Gershwin&Ella avevano proprio ragione).
 

Ingredienti

500 gr di farina Manitoba
1 patata di buone dimensioni lessata
1 panetto di lievito di birra
Un pizzico di sale
Mezzo cucchiaino di zucchero
Olio extravergine d’oliva
Acqua tiepida
Per condire
Una manciata di pomodorini datterino
½ mozzarella
Olio extravergine d’oliva
Basilico e origano

 

Procedimento

Schiacciate la patata e aggiungetela alla farina, cominciate ad impastare (mia nonna lo faceva a mano, io mi affido al solito mitico robot utilizzando una velocità bassa), aggiungendo mezzo bicchiere di acqua tiepida leggermente salata. Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero, aspettate qualche minuto che schiumi (io dico che deve cantare nel bicchiere, secondo Mr B. una sciocchezza).
Mescolate all’impasto insieme ad un cucchiaio di olio. Continuate ad impastare (o far impastare) per una buona decina di minuti (se l’impasto risultasse troppo asciutto aggiungete acqua tiepida). Coprite la ciotola dell’impasto con un panno umido e posizionate in luogo caldo (io metto in forno a 30° per un paio d’ore). Riprendete l’impasto e stendetelo. Ponete di nuovo le teglie al calduccio per un’oretta (e vedrete che crescerà ancora e ancora). Condite. Per Alice io uso una combinazione di datterini (sono i più dolci) a pezzetti, olio extravergine, basilico e origano. Poco prima che sia pronta (cuocio in forno a 220°, 260° se la voglio più croccante) aggiungo la mozzarella. A volte decoro prima di servire con qualche cucchiaino di ricotta (che a lei piace tanto).
 

Passatina in viola con fiocchi ammollati


Di sicuro è il lil loves di Alice di quest’estate, sia in viola sia goccia d’oro pare proprio che la prugna vinca la sfida persino con il cocomero. Tanto da spingere la sottoscritta ad inutili sforzi di interpretazione: marmellata, gelato e torta (ma questo è un caso di "Alice oggi sforno io", ne daremo conto in seguito).
Tutto per capire che in realtà la forma più semplice, frutto in mano, morso libero e consegna del nocciolino è la più apprezzata dalla piccoletta. La sua capacità di assimilazione? Miss LilWonder è arrivata a quota +6 in un solo round. Certo erano di quelle piccole, piccole, che il raccolto è di gentile concessione dei coltivatori di famiglia:-)

A proposito di interpretazioni, qui le prugne viola si sono accoppiate coi fiocchi di avena (sì sono sempre di quelli che affollano ancora la mia dispensa). Non si tratta probabilmente di un porridge, che i fiocchi di avena sono solo ammollati nello yogurt e soprattutto di porridge avevamo già parlato. 
Non c’è dubbio: prugne e fiocchi di avena insieme potenziano a mille le proprie proprietà lassative, come a dire se il vostro bebè ha l’intestino pigro (si dice così?) questa ricetta cade proprio a fagiolo. 

Vitamine, potassio, fosforo e proteine a parte (che lista, sarà per quello che sono l’immancabile ingrediente di barrette healthy&diet), i fiocchi di avena pare donino energia, allegria e longevità. Come dire più ne mangiate più vivrete:-) o almeno così la pensavano i nostri fratelli d’oltralpe, celti e galli (Hasterix e Obelix per intenderci).
In attesa di riaccendere il forno e farci torte e biscotti, accontentatevi della passatina. Formato? Dai 9 mesi in sù.

Ingredienti

2 prugne
1/2 barottolino di yogurt naturale
40 gr di fiocchi di avena

 


Procedimento

 

Passare le prugne al mixer (potete togliere la buccia, soprattutto se non bio). In una ciotola mischiare i fiocchi di avena allo yogurt: ammollarli per una decina di minuti. Disporre in un bicchierino la composta di yogurt e cereali, al di sopra mettere la passatina. Servire.

 

 

 

 

La panzanella senza la nepitella


Questo è un post che avrei dovuto scrivere già da un paio di mesi, bè diciamo un mese e mezzo, che il blog non è ancora così vecchio:-).
Il nostro on the road era già così estivo, così scampagnata (e questa non è la settimana delle gite, pic-nic e affini ovunque vi troviate?), che oggi eccomi a rievocare con la panzanella (purtroppo senza nepitella) il Bolgheri-Elba di fine primavera (ma vi assicuro che anche la temperatura era già tanto estate).

Giusto 60 giorni fa,  Mr B. ha inviato Miss Lice ad accompagnarlo in un viaggio di lavoro e siccome lui doveva veramente lavorare, lavorare, anche la sua ex-ragazza è stata gentilmente inclusa nell’invito. 
Era giugno, Mr B. era desiderato come relatore sull’isola d’Elba e alla sottoscritta, raffreddata e senza voce, era stata promessa dal medicaldoc casalingo, non solo una veloce guarigione, ma anche una puntatina veloce veloce, tanto siamo sulla strada, a Bolgheri.  
E qualcuno mi dirà, ma che ci sarà mai a Bolgheri da lasciare la nuova Aurelia per la vecchia: me l’aspetto, Mr B. la prima volta che lo obbligai a fermarci qualche anno fa, mi guardò un po’ perplesso.
A me parve incredibile, perchè tra la schiera di poesie mandate a memoria (a proposito si usa ancora?) quella dei cipressi "alti e schietti… in duplice filar" era stato per me un tormentone così consolante da ricordare passata l’infanzia.

E quindi perché non mostrare all’Aliciotta il viale, che anche ad un anno si possono apprezzare le cose belle, n’est-pas?
Se non ci siete mai stati, e siete di strada, fermatevi perché, Carducci a parte, è proprio vero che le due fila vi verranno incontro e avrete l’impressione che vi facciano ciao-ciao:-)
A Bolgheri concedetevi una merenda, bebè a parte, a base di schiaccia salata, prosciutto toscano e vino della costa degli etruschi. Che la merenda da queste parti ha una gioia tutta sua che ti fa tornar bambino. 

 

 


L’Aliciotta non è che abbia visto molto di Bolgheri, che Mr B. già scalpitava per il ritardo accumulato, fan del centesimo di secondo nemmeno fossimo all’arrivo del giro d’Italia, mentre la sottoscritta spesso dimentica a che ora ha promesso di arrivare:-).
Però i cipressi (e la schiaccia al pomodoro fresco) le sono piaciuti, checché ne abbia a dire qualcuno:-).

 

Dell’Elba ho poco da dire, è uno di quei posti che tutti conoscono, da Napoleone in poi. Aggiungo solo che a giugno, poco affollata di turisti e in piena fioritura di colori e profumi, val bene una visita.
Lo confesso per me è un po’ troppo grande per essere l’isola del mio cuore, ma coi bambini, tra le spiagge di sabbia e le camminate attorno al Monte Capanne, è un posto incantevole, si dice così no?:-)

Nei tre giorni a disposizione, ho fatto due puntatine, con Alice che ama andare a spasso ma non fare il tragitto motorizzato che ti permette di arrivare da qualche parte. E quando dico non ama, intendo non ama:-)
Solitarie ci siamo viste Fetovaia e Capoliveri, ho persino azzardato un tratto della panoramica, che dopotutto senza Mr B. poteva nascere una nuova Thelma&Louise se Alice fosse stata più silenziosa e contemplativa:-).


Di foto ne ho scattate pochine che Alice proprio non ne voleva sapere, poco importa che dell’Elba ne hanno parlato e ne parleranno tanti altri.

Mi sono fatta una cultura in quanto a schiaccie, salate e dolci, ubriache e non. Un goccio di alchermes è la schiaccia guarda come ti diventa.

Della cucina elbana ho adottato la panzanella che, in formato bebè, ben si prestava. Di versioni di panzanella ne esistono molte: alla base di pappa al pomodoro di pane si possono aggiungere capperi, cipolla, acciughe o olive. Personalmente ho eliminato tutte le aggiunte vista la presenza del cucchiaino di Alice, eccetto il tonno sott’olio (che avevo a casa la varietà di corsa e mi pareva così buono per un’iniziazione) e ho bagnato il pane solo con acqua, niente aceto.
E non potendo fare come gli isolani che ci mettono la nepitella, ho utlizzato la solita menta di coltivazione casalinga.
Dopo essermi fatta una cultura in quanto a nepitella (le ricerche delle medie a volte sono meglio di wikipedia),  mi sono pentita di non aver cercato tra le fioriture elbane la piantina selvatica di mentastra.
La mia panzanella non sarà così bella senza nepitella… mi devo rassegnare:-)

 

Ingredienti (per tre)

200 gr di pane raffermo
una ventina di pomodorini a ciliegina (o circa 300 gr di pomodori belli rossi)
olio evo
Menta
Basilico
Tonno

Procedimento

Spezzate il pane raffermo e bagnatelo con acqua, ammorbidendolo.  strizzatelo per bene e mettetelo in una ciotola capiente. Condite con olio, menta e basilico a pezzettini, aggiungete i pomodori tagliati e il tonno di corsa. Lasciate insaporire per una mezz’oretta e servite.

Cous cous di agosto


Miss Cia (versione alicesca della nostra illustratrice/creativa Cecilia) ha pensato bene di farci beatamente riposare qualcuno nel cous cous di agosto. Bè dopotutto è il mese delle vacanze più vacanze che ci siano: siamo nella bella Italia e il paese in questi quindici giorni chiude e si mette in marcia.
E che marcia:-)
In realtà per la sottoscritta non c’è niente di meglio che godersi città e limitrofi in agosto. La città (e anche l’hinterland, ve l’assicuro) si svuota, niente code, giri in bici neanche fossi in campagna e vicini (alcuni) lontani lontani.
L’elasti piano ferie è una di quelle cose che democraticamente fornirei a tutti, dopo aver soddisfatto i bisogni primari, si intende.
Qualche giorno fa ho dovuto mettermi in coda e seguire l’Italia che andava in vacanza.  Ho avuto anche io il mio tour autostrada, traghetto, strada provinciale, stop di lavoro (ma qualche ora in spiaggia ci è scappata, che fatica vista la folla) e di nuovo traghetto. 
Bè se devo essere sincera non è stato così male, che senza Alice, tra andata e ritorno by ferry ci è scappato un libro letto e archiviato. A proposito segnatevi questo nome, Alice Munro: non ho mai amato i racconti brevi (se non in pochi eletti casi), ma quelli della scrittrice canadese mi hanno riconciliato con il genere. Lo so c’entra poco o nulla col tema del cucchiaino, ma prometto di rimediare presto. E come tutti i bloggers che si rispettino sfornare una bella lista di libri in tema, che vi credete?

Sto divagando, è colpa del gran caldo e di un mal di testa che non vuol passare: c’è da tornare in cucina, che l’elasti piano ferie per tutti è ancora lontano:-)
E se le vacanze rischiano di essere un un tour de force questo cous-cous ha invece tutti i colori dell’estate piena, per non parlare della velocità di esecuzione:-).
Gli ingredienti utilizzati sono di una banalità estrema, potrebbe essere, ma semplici semplici, mi riportano come pochi ai colori e profumi di questi mesi. Nella ricetta io ho preferito utilizzare i pomodorini a crudo e il cous cous freddo, una versione più fresca, ma potete anche optare per la ricetta con pomodorini confit e cous cous caldo. 
Il piatto ben si presta anche per mamma e papà: io ve lo consiglio accompagnato con tè alla menta marocchino freddo.

Le virtù della semola nordafricana? Oltre al fatto di essere una delizia con curry, ginger e affini (ne riparleremo), condivide le stesse proprietà del frumento (pasta &co), con il vantaggio che grazie all’acqua assorbita in cottura vanta un alto tasso di sazietà. 

Ho iniziato a proporre il cous-cous all’Aliciotta qualche mese dopo le prime pappe, insistendo sul tema poco dopo l’anno quando ha cominciato ad articolare qualche parola in più. Per me cous-cous è una di quelle parole buffe, buffe, soprattutto se la dici veloce veloce e hai un essere dopo l’anno che si sforza di fare lo stesso. Una ragione in più per cucinarlo.


Ingredienti 

50 gr di cous-cous precotto 
100 gr di pomodori datterini
olio evo
1/2 mozzarella
basilico

origano fiorito

Procedimento

Lavare i pomodorini, tagliare a metà e metterli su carta da forno. Condirli con olio, origano e basilico e passarli in forno per una mezz’ora. 
 Se invece il bebè lo gradisce potete proporre i pomodorini a crudo, messi a macerare per un’oretta con basilico e olio. Preparare il cous-cous: sgranatelo con una forchetta, aggiungete un cucchiaino di olio e bagnate con acqua calda. Lasciate riposare fino a quando l’acqua si consuma.  Il cous cous magicamente si gonfierà, a questo punto sgranatelo ancora e a piacere potete insaporirlo con della buccia di limone grattuggiata. Aggiungete il pomodoro (a crudo o cotto) e la mozzarella a cubetti. Servire.