Macedonia d’autunno: uva, pera, mela, eccetera, eccetera

 
Se tu venissi d’autunno, scaccerei l’estate con un mezzo sorriso, e una mezza smorfia come la massaia la mosca”. E.D.

Saranno queste giornate che mi stanno facendo innamorare dell’autunno, sarà che la mia mente fa strani scherzi e si diverte a fare associazioni bizzarre, sarà che sono giorni in cui vorrei risposare ma non si puote, appena ho riguardato questa foto mi è venuta in mente la signorina Dickinson. E ho pensato che sì, sì, sì, la macedonia in autumn mood si parlava proprio con questi versi.

La ricetta è semplice, semplice, perfetta merenda per un pomeriggio placido e tranquillo come il nostro di ieri, c’è la frutta, quella di stagione (un po’ come nello spiedino dell’altro giorno) in una scodella che pare fatta proprio per lo stato d’animo “vivo l’autunno”.
La sottoscritta, però, non può mai fare a meno di puntare il dito e girare il mappamondo e quando non riesce a farlo per davvero almeno ci prova in cucina. E così nella macedonia per l’aliciotta si uniscono Grecia e Canada, yogurt greco e sciroppo d’acero, fantastica combinazione.
La pupa ama lo yogurt naturale, avete presente quello bianco, bianco e un po’ acidino, questione probabilmente di abitudini.
Lo yogurt greco è un’interessante variazione, più compatto e meno acidino grazie al fatto che alla fine della lavorazione viene filtrato. Le prime volte che l’ho assaggiato in Grecia mi faceva impazzire con miele e noci frantumate, ecco lo sciroppo d’acero sostituisce il miele in maniera delicata, un po’ come una nota sola, lieve, lieve. Inoltre ha il vantaggio di poter essere consumato senza problemi dal formato dieci mesi, a differenza dello zucchero bianco e di canna, da utilizzare solo dopo l’anno e sempre in dosi limitate. Quindi se volete addolcire qualche preparazione mai zucchero, poco miele (e sempre di origine controllata), via libera, già prima dei 12 mesi, a succo di mela, sciroppo d’acero e agave, malto (di riso, mais e miglio).

Se non ci sono problemi di allergie anticipate pure uva e arancia ai dieci mesi, purché di stagione e ancora meglio bio.

Dimenticavo! Vedete il cucchiaino nella foto? Mi è stato regalato da un’amica, ha circa 80 anni (il cucchiaino), che era di sua nonna. Il formato è proprio piccolo, piccolo, ancor di più di quello che vedete nella foto: bè, me ne sono innamorata appena l’ho visto, per la sua storia e l’innegabile simpatia che da queste parti nutriamo per i cucchiaini.

Piesse. La macedonia, per i più distratti o neofiti, rientra in “L’uva, quella che rimane”. Pensavo di chiudere così, poi è arrivata la nonna bis, il suo compleanno e Alice ha deciso che doveva prorpio sfoggiare la sua “mise” in cucina, e tra un impasto, un assaggio e un “non toccare che scotta!” abbiamo sfornato il dolce di domani.

 

Ingredienti      

uva nera e bianca

1 spicchio di pera

1 spicchio di mela

1 spicchio di arancia            

Sul come non c’è molto a dire che la ricetta è di quelle che più facili e veloci non ci sono. Lavate la frutta e tagliatela a pezzetti piccoli (se il bambino preferisce una mousse passate mela, pera e uva, e mettete un cucchiaio di succo d’arancia). Mescolate lo yogurt con un cucchiaino di succo d’acero. Servite con la frutta a pezzettini o tuffate la frutta nello yogurt.            

L’uva, quella che rimane

Stagione che vai lilloves che trovi. O almeno per Alice è così. Causa malattia della pupa mi ero completamente dimenticata dell’uva. Lo so, sono in ritardo, il tempo della vendemmia è bello che passato e pure noi (intendo Mr B e la sottoscritta) abbiamo stappato la nostra bottiglia di novello, sulla quale dovrei soprassedere che qui si parla di pupi:-).

Oggi, nonostante sia lunedì (e io come già sottolineato la penso come cantava qualcuno) è giornata di rinascita. E all’Alice di ritorno dal nido non è mancato l’assaggio di uva e mandarino (sì l’appetito è tornato!).
E siccome pare che l’uva sia uno dei lilloves di questa stagione, bè ho pensato “meglio tardi che mai”.

Da settembre in poi nella nostra cucina è stato un trionfo di nera, bianca, “meglio l’Italia o la pizzuttella” (per l’aliciotta indubbiamente meglio la seconda senza semini e sputacchio), a volte rosè (ma proprio poco), ma di sicuro la regina indiscussa e ormai scomparsa, con grande compianto di pupi, è l’uva fragola. Sono passate settimane da quando la coltivazione casalinga (dei nonni, che il terrazzo non è ancora attrezzato a pergolato) ha messo a disposizione gli ultimi grappoli. Che tristesse!

Perdonate, ma qui giro una domanda che divide Mr B. e la sottoscritta (Alice non conta che fa supergiù come mamma): voi come mangiate l’uva fragola? Lo so è poco elegante, ma io mi ostino a mangiarmi solo la polpa mentre Mr B. deplora. E voi?

Basta divagazioni, torniamo alla bianca e alla nera. Quale preferite?

La bianca è spesso più dolce (e più zuccherina) e morbida al morso, ma in realtà la nera, più pigmentata, vince in quanto a contenuti di antiossidanti (sapete quelli che combattono l’invecchiamento?) e ferro.
Per il resto si equivalgono con il vantaggio di fornire una carica di energia attraverso zuccheri facilmente assimilabili. Ricche come sono di vitamine, potassio e magnesio, acido folico sono da raccomandare al formato bebè, a partire dall’anno in poi (potete anche anticipare al decimo mese badando di togliere semini e pelle esterna).

E le ricette? Da domani in poi, una vicina all’altra le altre ricette, per farmi perdonare della vendemmia tarda, tarda, almeno diamo conto veloci, veloci di quello che abbiamo cucinato.

 

P.S. Non c’azzecca niente (come diceva mio nonno) ma il titolo, tolta l’uva, si ispira a "Quello che rimane" di Paula Fox, mi è venuto in mente così, il mio umore è ben lungi dall’essere simile a quello della protagonisita (e meno male), ma consiglio il libro:-).

 

Ricotta e farro in lungo e corto


Oggi, con Mr B. che giurin giuretta aveva promesso di tornare in tempo per pranzo e poi è rimasto bloccato in chissà quale corsia, mi ha salvato il gioco del lungo e corto.

Mettici che avevo bisogno di qualcosa veloce, veloce, possibilmente per due formati in uno (il mio e quello della pupa) e che delle fantastiche erbe del terrazzo (si accettano scommesse sulla mia capacità di mantenere la coltivazione in tempi più rigidi) la menta è quella nettamente messa meglio.
Secondo mia madre la ragione è presto spiegata: la menta cresce e cresce come la gramigna ed è quasi impossibile non averla folta e rigogliosa. In effetti ci sarà una ragione se timo e dragoncello hanno fatto una brutta fine, no?
Per farla breve, che è sabato, ho risolto il mezzogiorno di fuoco con una delle mie ricette “ho fretta e sono una fan del piatto unico”. Penne al farro di Monterosso: rigorosamente 100%, sono quelle che preferisco, niente a che vedere con le combinazioni integrali. Ricotta fresca, fresca di fattoria (e nei prossimi giorni vi racconterò di quale). Mentuccia appena colta in abbondanza: Alice deve ancora capire che andare oltre le dieci foglie equivale ad un saccheggio o potatura forzata.
E nulla di più, se non pepe nero macinato al momento (se non vi siede accanto un pupo allungamani:-). Volendo si può aggiungere del parmigiano ma io sono della scuola ricotta super e niente più. 

Il vantaggio della pasta al farro? A parte il fatto che è il cereale meno calorico in assoluto (e questo ben venga sempre:-), il suo contenuto di fibre è dieci volte maggiore alla pasta di semola tradizionale e si distingue anche per la presenza di calcio (un punto in più per i più piccoli).
Io ho utilizzato le pennette che proprio pennette di tanto in tanto non erano: la sottoscritta paziente, paziente si è messa a pescare le più piccole per la pupa, che poi invece ha pensato bene di adocchiare le lunghe nel mio piatto. Risultato? Il gioco del lungo e corto e il pranzo è passato che è un piacere.

La ricetta si presta dai 10 mesi in poi, adattando i due formati, quello del vostro bebè a quello della pasta. Il mio è un formato dai 18 mesi in su.

Ingredienti (per due)

100 gr di pasta al farro di Monterosso ( o comunque 100% di farro)
100 gr di ricotta vaccina
2 cucchiaini di olio EVO
2 o 3 foglie di menta
(pepe nero macinato al momento e sale, of course per l’adulto)

Procedimento

Lessare la pasta. Scolare e tenere da parte qualche cucchiaio di acqua di cottura. Passare in padella la ricotta con l’olio, le foglie di menta e l’acqua di cottura della pasta. Unire le pennette (o il vostro formato) e servire.

Pappa pool (dopotutto è ancora estate)


Chissà perché il primo giorno di settembre ha per me il sapore della fine delle vacanze, delle foglie secche, secche, dell’odore di caldarroste e della scuola (soprattutto il pensiero “o mio dio, sono passati tre mesi e i compiti devo ancora finirli:-).
E’ proprio vero che certe sensazioni legate all’infanzia perdurano anche quando all’anagrafe hai passato i trenta, hai già una pupa all’attivo, l’unico a chiamarti ancora “signorina” vive con te e le ferie ti capita di farle magari anche a settembre (lo so, mi state invidiando, ma ricordate che questo è stato in città l’agosto più maledettamente afoso che io ricordi).
Ecco perché ho deciso di andare al contrario o meglio di compiacere la realtà. E se per i ricordi settembre è proprio proprio “Autumn leaves” (avete presente la malinconia di Nat Cole, ma lo sapevate che le parole sono di Prevert?), visto che da domani Mr B., Aliciotta ed io siamo al mare, la pappa l’ho mandata in piscina. O meglio le pappe, proprio pappe, perché si parla di bebè sotto l’anno.
Il cucchiaino ha votato per lo stile libero a rimbalzo, nel senso che abbandonati braccioli e paperella si è divertito a saltellare fra le vasche. Merito della fantasia di Miss Cia.

Prendiamo tre colori, verde zucchina, arancio carota (mi raccomando quelle piccole, irregolari, un po’ bruttine con tutto il verde in testa) e bianco patata novella (adoro le patate novelle piccole, dalla buccia sottile, di stagione):separiamole, uniamole e arricchiamole.

pesce e carne per il pranzo, formaggio per la sera in versione light per il pupo (chissà mai che per pochi eletti concili il sonno).

Le ricette sono di quelle semplici, semplici, niente di nuovo sul fronte cucchiaino:-).
Io mi sono solo divertita a metterli in fila come soldatini tutti ‘sti papponi e visto che infilarli nel piattino ci pareva poco divertente (perdonate quindi la divagazione poco didascalica, magari fra un po’ riprendiamo le fila e li fotografiamo).
Per il momento, meglio assecondare i prossimi venti giorni di settembre, che dopotutto è ancora estate (ma ci avevate mai pensato?).

 

Arancione carioca, ops tapioca

6 mesi
2 carotine
semi di finocchio
30-40 gr di mais e tapioca
1 cucchiaino di olio EVO
1 cucchiaino di parmigiano reggiano
 

Lessare le carote in acqua minerale con i semi di finocchio. A fine cottura eliminare i semi, passare le carote, aggiungere a pioggia mais e tapioca. Condire con olio e parmigiano e servire.

 

Pappa: tre cerchi e pallina

7 mesi
1 zucchina
1 carotina
1 patata
30 gr di ricotta
1 cucchiaino di parmigiano reggiano
olio EVO
acqua oligominerale
 

Lessate le verdure (debitamente pulite, ca va sans dire) in acqua oligominerale.

Una volta cotte prendete una verdura alla volta: frullatela con parte del brodo (un paio di cucchiai) e un cucchiaino di olio EVO. In un piatto disponete i tre composti uno alla volta in tre cerchi concentrici. Lavorate la ricotta con il parmigiano: formate una sorta di pallina da golf dalle dimensioni ridotte e tuffatela nel bel mezzo dei tre cerchi. Servite.

Saraceno alla crescenza 

7 mesi
1 carotina
1 spicchio di mela granny
30 gr di crema di grano saraceno
20 gr di crescenza
1 cucchiaino di olio EVO
 
Lessare carota e mela. Passare al mixer e aggiungere a pioggia la crema di grano saraceno. Mantecare con la crescenza e l’olio d’oliva. Servire.
 

Bianco semolino con tortino

8 mesi
1 patata
40 gr di semolino
40 gr di sogliola o platessa
olio EVO
1 foglia di alloro
 

Lessare la patata in acqua minerale. Nel frattempo cuocere al vapore il filetto di pesce (mettere nell’acqua di cottura una foglia di alloro per profumare).

Frullare la patata con un cucchiaino di olio, parte del brodo e il pesce formando una sorta di tortino (in alternativa frullare solo la patata e schiacciare il pesce con la forchetta). Nel restante brodo aggiungere il semolino a pioggia, mescolare e cuocere per qualche minuto. Servire la pappa di semolino con il tortino.

 

Vellutata bella estate

9 mesi

1 zucchina
2 foglie di basilico
2 cucchiaini di olio EVO

1 cucchiaino di parmigiano reggiano
20 gr di mozzarella fiordilatte 

Lessare la zucchina, freddarla sotto acqua fredda. Passarla con olio, parmigiano e foglia di basilico. Servire il passato tiepido con la mozzarella sfilacciata.

 

Polpette verdi

9 mesi
1 zucchina
½ patata
30 gr di petto di pollo
1 cucchiaio di pangrattato
mazzetto d’erbe (salvia, rosmarino, etc…)
 

Cuocere zucchina, patata e pollo al vapore: nell’acqua mettete le erbe. Una volta pronte passate tutto al mixer con uno o due cucchiai del brodo di cottura. Aggiungete il pangrattato e formate delle polpette. Riprendete il cestello a vapore e rimettete sul fuoco per una decina di minuti.

 

Crema di riso pink&green

9 mesi
1 zucchina
2 foglie di lattuga
1 cucchiaino di olio EVO
30 gr di crema di riso
30 gr di prosciutto cotto
 

Lessare zucchina e lattuga. Passare tutto al mixer con un cucchiaino di olio, lasciando da parte un bicchierino di brodo: aggiungere a pioggia la crema di riso. Tritare il prosciutto con un paio di cucchiai di brodo. Servire la crema di riso strisciando con il composto di prosciutto. 

 

Timballino di finto bacallà

9 mesi
1 zucchina
30 gr di pasta formato baby
30 gr di nasello
1 cucchiaino di olio EVO
 
Lessare la zucchina, cuocere il nasello al mixer e quando cotti passarli al mixer e cuocere nell’acqua la pasta. Scolare la pasta, condirla con un cucchiaino di olio e il composto di zucchina e nasello. Mettere su un piattino formando un timballino (aiutati con le mani o con una forma a cerchio riempita di pasta).

 

Pastina rinforzata a schizzi

10 mesi
1 carota piccola
1 patata piccola
30 gr di tempestina
1/2 tuorlo d’uovo
erba cipollina (fresca (1 cucchiaino)
1 cucchiaino di parmigiano reggiano
 

Lessare patata e carota in acqua minerale con l’erba cipollina (che poi potete eliminare). Una volta cotte schiacciare con la forchetta a pezzetti piccoli. Aggiungere la tempestina. Sbattere il tuorlo d’uovo, usarne solo la metà aggiungendone nel brodo con la forchetta (come se steste schizzando qualcuno:-). Fate cuocere, condite con parmigiano e servite 

Risottino del piccolo vegan

10 mesi
30 gr di riso baby
1 zucchina
1 carotina
40 gr di tofu
olio EVO
1 foglia di basilico
Brodo vegetale
 

Taglia carota e zucchina a pezzettini (in alternativa poi lessarle, passarle e aggiungerle a metà cottura al riso). Mettile in padella con 1 cucchiaino di olio EVO e il riso. Mescola e allunga con brodo vegetale. Aggiungi a metà cottura il tofu a pezzettini. Profuma con una foglia di basilico e servi.

 

Millefoglie al vapore

11 mesi
1 zucchina
1 patata
1 filetto di sogliola a pezzetti
mazzetto aromatico
olio EVO

Scottare zucchina e patata. Affettarle sottili, sottili. Disporre nel cestello al vapore uno strato di zucchina/patata e uno di pesce, continuare per due o tre strati. Cuocere nel cestello (mettete nell’acqua il mazzetto di erbe) per dieci minuti, servire.

Torta without

 

Definire un piatto "senza questo e quello" chissà perché ci riporta immediatamente a regimi di astinenza dietetica, triste e noiosa, del tipo vorrei ma non posso. Se poi si parla di dolci, peggio ancora.
Personalmente mi sto ricredendo. Nell’ultimo periodo ho sperimentato tutta una serie di possibili sostituzioni degli ingredienti che da sempre compaiono nella filastrocca di Mariarosa (ve la ricordate la simpatica bambina del lievito Bertolini, per me un cult da bambina:-): dalle uova al latte al burro allo zucchero alla farina di grano. 

Fare spazio, puntare alla brevità e semplicità, sottrarre è un’operazione che mi ha sempre affascinato e dato soddisfazione, dalla scrittura al design, dalla filosofia al cambio di guardaroba, figurarsi in cucina.

Ho iniziato con Alice formato dieci mesi, che aveva diritto pure lei ad un dolce made at home. 

E quello che lascio oggi è uno dei primi tentativi che, cambiando poi qualcosa qua e là, abbiamo utilizzato (e Alice gustato) per tanti mesi. 

A distanza di tempo la "torta" (che ora le riesce anche di pronunciare la parola insistendo sulla t) è diventato un vero e proprio rituale, dall’"oggi facciamo la torta" pronunciato  a gran voce, all’impasto, dalla tortiera in candida ceramica bianca acquistata appositamente piccola, piccola, alla vista del dolce in crescita nel forno.  E si sa i rituali sono consolatori e gratificanti per tutti, bambini compresi (per non menzionare la sottoscritta:-)

 

Ingredienti
 

100 gr di farina 

50 gr di fecola di patate

1 tuorlo d’uovo

1 mela renetta

1/2 banana 

100 ml di yogurt

2 cucchiaini di sciroppo d’acero

2 cucchiai di olio di oliva delicato

1 stecca di cannella

buccia di limone

1/2 bustina di lievito

 

Procedimento

Cuocere la mela sbucciata (per i bambini le più indicate sono le renette particolarmente dolci) con la stecca di cannella e un pezzetto di scorza di limone bio aggiungendo dell’acqua tiepida di maniera che non attacchi. Una volta cotta togliere stecca e scorza di limone.

Intanto sbattere il tuorlo con lo sciroppo d’acero e l’olio. Aggiungere lo yogurt, la mela e la banana schiacciate. Versare la farina e la fecola setacciate, amalgamare l’impasto (che dovrà essere morbido) e unire il lievito.

Passare in una tortiera (io ne utilizzo una di diametro 15 cm) e infornare per 20-25 minuti a 180°. 

E quando il bebè avrà voglia di "qualcosa di dolce" sarà ben felice di pasticciare, schiacciare, spargere ovunque per poi far finire in bocca la tortina without…

 

 

 

 

 

Frullato di cocomero

Per qualcuno è anguria, per altri cocomero o melone di acqua (Watermelon o Wassermelon, quanto mai azzeccato visto che per il 90% è composta proprio di acqua).
Per Alice è stato amore a prima vista.
Nella famiglia di Mr B. c’è una passione sviscerata per il grosso frutto rosso: l’Aliciotta non ha smentito la tradizione. Tanto che il primo assaggio è avvenuto a 10 mesi. I manuali sullo svezzamento consigliano dopo l’anno per possibili allergie o problemi di digestione, questi ultimi però del tutto scongiurabili se si mangia l’anguria lontano dai pasti (consiglio saggio anche per gli adulti ma per la sottoscritta poco praticabile nelle sere estive:-).

Era uno di quei giorni di luglio proprio caldi caldi, sapete quando non passa un filo d’aria manco a soffiare con impegno. Alice aveva la sua prima febbriciattola (un paio di giorni dopo tra un consulto telefonico con Mr B. e una visita al pronto soccorso a La Maddalena ho scoperto che si trattava della sesta malattia, leggete qui se volete saperne di più http://www.mammaepapa.it/salute/pag.asp?nfile=sf_6mal).
Fino a quel momento l’uso del biberon era stato vano e inglorioso (solo bicchiere prego).
Bè avevamo questa grossa anguria e avevo fatto un frullato, perché non provare? Ed ecco finire parte del frullato in un biberon ancora immacolato. Fu Mr B., finalmente possibilitato a “poppare”, a somministrare l’elisir di famiglia. Nemmeno a dirlo che funzionò: non passò la febbre ma Alice si innamorò dell’anguria per il resto dell’estate. E soprattutto cominciò ad utilizzare l’innumerevole collezione di biberon acquistati prima della sua nascita ( i ciucci giacciono invece ancora lì, ma questa è un’altra storia!).

Ingredienti

  • 200 gr di polpa d’anguria
  • un cucchiaino di succo di limone (dopo i 12 mesi)

Procedimento


Ricavare la polpa dell’anguria: mi raccomando siate generosi, frullate la parte superiore più dolce e mangiate voi il resto:-). Eliminate tutti i semi ( ricchi di un lassativo naturale,potrebbero infatti causare problemi addominali) . Centrifugare e servire nel bibe o in bicchiere (se volete diluire aggiungete un paio di cucchiai di acqua minerale).

 

In Il Cucchiaino di Mamma e papà :
Cocomero on the rocks e menta