da miralda | 15 Feb 2012 | 24-36 mesi, L'Attesa, Winterzauber
Ecco la seconda puntata. O meglio il resto del menù (quello abbinato alle linguine "lemon style"), che poi la scelta sta a voi: consumare tutto insieme o dividere fra pranzo e cena (uhm, io consiglierei più in questo senso, ma si sa la fame in gravidanza recita a soggetto).
Oggi quindi due ricette, pensate per la sottoscritta e la pupa che ormai fatica a tirare calci, dato il poco spazio di manovra, ma apprezzate anche da altri soggetti di casa (Alice letteralmente adora gli spiedini alla libanese).
Ho leggermente cambiato la ricetta originale, sostituito il pollo con il tacchino e unito il tutto a una pirofila di carciofi e patate passati in forno. E nel frattempo preparato il crumble, che si fa praticamente da solo:-) ed è leggerissimo (della serie mai dimenticare il comandamento "limita i dolci, mi raccomando").
Anche qui non manca la famiglia degli agrumi, caso mai qualcuno avesse avuto qualche dubbio…
La prima ricetta. Ovvero il libanese e la sora Lella.
Per gli spiedini alla libanese, la preparazione iniziale e il tempo di riposo in compagnia di limone, yogurt, aglio e spezie sono fondamentali. E anche di una facilità estrema. Perché si prende la carne a cubotti si infila il tutto in un sacchettino da surgelati e si abbandona per un’ora o due. Per poi infilare la carne negli spiedini e di solito cuocere alla griglia.
Invece del solito pollo ho usato il petto di tacchino. Non è tra le mie carni preferite, e solitamente la ignoro senza grossi ripensamenti, però mi è capitato di leggere un trafiletto sul Corriere Salute sulle sue incredibili proprietà: alto contenuto proteico, di sali minerali e ferro e dato che la sottoscritta non vanta in questo momento delle analisi del sangue invidiabili, beh ci ho provato. Con risultato apprezzabile (grazie al libanese style:-)).
Altra piccola deviazione, niente griglia e passaggio in forno su letto di carciofi, pure questi un vero concentrato di ferro, sali minerali (potassio e magnesio) a basso contenuto calorico. Pare che i carciofi siano un toccasana per il gentilsesso, chi l’avrebbe mai detto?
Qundi munita di carciofi e tacchino ho creato il connubio fra Libano e la signora Lella:-).
Ricetta.
Ingredienti (per 3)
500 g di petto di tacchino
4-6 cuori di carciofi
3 patate
1 limone
yogurt greco
aglio
cipollotto
cumino, menta
1 arancia
sale, olio EVO
Procedimento
Tagliate la carne a cubotti e mettete a marinare in un sacchetto tipo quelli per i surgelati con un barattolo di yogurt greco, uno spicchio di aglio, fetteine di cipollotto, un cucchiaino di cumino, sale, menta e abbondante succo di limone. Sbatette il sacchetto in maniera che il tutto si amalgami.
I carciofi. Ricavate solo le parti più tenere centrali (mi raccomando, togliete, togliete, togliete altrimenti vi ritroverete a masticare e masticare e masticare), tagliate a fettine e mettete a bagno in acqua acidulta con limone (per evitare che scurisca e si ossidi) e del succo di arancia (questa è una mia personalissima aggiunta:-)).
Pelate le patate e tagliate a tocchetti. Riempite una pirofila con i carciofi e le patate, condite con sale, olio e unite uno spicchio di aglio, bagnate con poca acqua e coprite con coperchio o carta argentata, sigillando. Passate in fornoa cuore per una buona mezz’ora a 175°. Verso fine cottura togliete la carta o il coperchio e posizionate sopra gli spiedini girandoli di tanto in tanto (si cuoceranno in 15 minuti circa). Servite!
La seconda ricetta. Similcrumble leggero, leggero.
L’idea è veramente semplice. Prendete mele e pere, che più di stagione non si può, tagliate a tocchetti e bagnate con succo di arancia e limone. Addolcite con zucchero di canna e un bel cucchiaio di sciroppo d’acero, aromatizzate con un mix di spezie (cannella, chiodi di garofano, anice, zenzero…) e trasferite in piccole cocottine monoporzioni. Sbriciolate sopra un composto di amaretti (o altri biscotti, ad esempio allo zenzero) e nocciole tritate e trasferite in forno, coprendo con carta argentata, per 15-20 minuti. Verso fine cottura togliete la copertura. Servite con una crema allo yogurt bianco, mandarino e pizzico di vaniglia.
da miralda | 04 Gen 2012 | 24-36 mesi, L'Attesa, Winterzauber
Sono giorni che devo scrivere, non fosse altro per regalare Nino e libro. Ma con la pupa a casa, le merende e gli aperitivi natalizi con gli amici, giusto quelle due scadenze lavorative che non posso non rispettare, ho faticato a riaprire il blog. Bene, oggi ci sono e scandalosamente in ritardo (ma io sono una ritardataria dopotutto:-)) annuncio che Random ha decretato il commento 18 come vincitore (aspetto da Diletta indirizzo per l’invio!). Io li avrei premiati tutti!
Al di là di assegnazioni etc, è stato un vero regalo per me scorrere i vostri desideri. E’ vero i desideri dovrebbero rimanere segreti, custoditi come tesori, eppure leggere i commenti e condividere è come sentire più vicine persone lontane, è come se si aprissero altri mondi e non ci fossimo solo noi, ma mille voci che soffiano leggere. Chissà magari anche voi a leggere degli altri ha fatto questa sensazione, così magica e positiva. Grazie:-)
La ricetta. Sta diventando il tormentone di questo inverno a casa nostra, tanto che lui, mentre preparavo per una cena con amici l’altra sera, ha annuito quasi sconsolato all’ennesimo: "Prendi un paio di finocchi e li affetti con la mandolina?".
Per la sottoscritta sono un po’ come le carote grattugiate alla prima panza.
Alla fine è naturale: è inverno, impazzisco per gli agrumi (non chiedetemi quanti mandarini sono in grado di mangiare in una giornata) e ho bisogno di qualcosa di leggero e rinfrescante. Ebbene il finocchio è fantastico e per di più appassiona anche Alice, soprattutto a crudo, in unione con arance e kiwi (ne ho un intero cesto raccolto dal nonno due mesetti fa e giunti da qualche settimana a maturazione, ovviamente per lei dieci volte più buoni di ogni altro kiwi).
Senza contare che, per la serie in gravidanza mangia tante verdure e attenzione, superattenzione a calorie e zuccheri (come il mio ginecologo ripete ogni volta), sì il finocchio ha dopotutto il suo fascino:-).
Se come me avete qualcuno che si diverte a fare pirolette nella vostra pancia abbinatelo a succo di melagrana, ricco di acido folico, fondamentale per prevenire patologie del feto (come ad esempio la spina bifida)
E cosa non meno interessante, a sostegno della mia insalata, è un articolo apparso ieri in prima pagina del Corsera (qui forse riuscite a leggerlo se vi interessa) legato a un libro che voglio leggere, "Origins" di Annie Murphy Paul. In estrema sintesi noi siamo anche quello che nostra madre mangia, come dire che il gusto nasce in pancia.
Divagazioni a parte, ma nemmeno tanto che questo post rientra nelle ricette per le panze, ecco qui ingredienti e preparazione (ovviamente semplicissima!).
Per tre persone, prendete un paio di finocchi teneri, un cespo di belga, 2 arance, 2 kiwi, 1 melagrana, olio extravergine d’oliva, sale.
Aprite la melagrana e spremetene il succo utilizzando un cucchiaino o semplicemente uno spremiagrumi. Unitelo (circa mezzo bicchiere) a tre cucchiai abbondanti di olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale, emulsionate il tutto con una forchettina o un mini frustino.
Lavate i finocchi e affettateli finemente con una mandolina giapponese, otterrete delle fettine fini e leggere (delicious!!). Lavate la belga e affettatela con un coltello, pelate le arance a vivo, eliminando le parti bianche con cura e tagliatele a cubetti. Pelate i kiwi e tagliate a fettine sottili.
Mescolate tutto, frutta e verdure e condite con l’emulsione di olio e melagrana.
Piesse: attenzione può originare assuefazioni nelle donne con panza proprio come il cioccolato:-)
da miralda | 29 Dic 2011 | 24-36 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
La sensazione a fine anno è sempre un po’ la stessa: ci arrivo quasi incredula, come avessi trattenuto tanto il fiato, i mesi che ormai paiono correre al pari di gazzelle e io dietro. Non ho mai amato quell’entusiasmo agitato per l’anno nuovo in arrivo, credo per il mio pessimismo latente, però negli ultimi anni mi sono impegnata a guardarmi indietro con più consapevolezza, a non credere che il nuovo debba per forza realizzare tutto ciò che il vecchio ha dimenticato. Il passato alla fine ha valore in se stesso, più o meno positivo, e quello che verrà è soprattutto un’opportunità, non una lotteria. Un po’ come quando si parte per un viaggio.
E’ chiaro poi ci sono i desideri, simili a queste stelline da mordere, uno dopo l’altro.
Quest’anno mi ha portato tanto, ammetto che, colpa del mio carattere, sono già qui a pensare a nuove corse. Ma sono io, impossibile fare e dire diversamente.
Alcuni di voi hanno lasciato i propri desideri, almeno uno, due post fa, è bello leggerli e pensare che li avete condivisi con il Cucchiaino (a proposito avete tempo fino alla mezza del 31 per vincere il nostro regalo:-)). Mi piace perché alla fine il libro e questo blog, nato per caso, in un momento in cui ero in difficile equilibrio, mi hanno dato tanto ed è anche grazie a voi, che ci seguite e leggete.
Giusto per dire che la fortuna di questo 2011 è merito anche vostro:-)
Non so bene cosa augurarmi per il nuovo anno, anzi no. Vorrei che tutto pur mutando continuasse ad assomigliarmi. E voi?
La ricetta. L’ho testata oggi per il tè in vista del Capodanno.
E’ un’ottima soluzione per consumare pandoro e panettone in eccesso, ma anche un modo per accendere in tavola tanti desideri. E cosa non poco importante è estremamente semplice da preparare.
Due accortezze, comprese work in progress. Le fette che tagliate dal dolce devono essere belle spesse (anche 3-4 cm), in modo da sostenere il peso del cioccolato e munitevi di una spatolina per spalamare e limare bene:-)
Ovvio io ho scelto di ritagliare con forma a stella, ma potete scegliere anche dei facili, facili cubotti belli spessi.
Come si fa? Panettone o pandoro, cioccolato fondente, un goccio di panna fresca, eventuale cucchiaino di glucosio liquido, fiocchi di zucchero e frutta candita per decorare, bastoncini di legno.
Tagliate il dolce a fette belle spesse e ritagliatele della forma preferita. Sciogliete a bagnomaria circa 100 gr di cioccolato fondente, con un cucchiaio di panna fresca e un cucchiaino di glucosio liquido (che potete anche omettere, serve a lucidare di più il cioccolato).
Infilzate le stelle (o altro) nel bastoncino e spalmate col cioccolato fuso, fate aderire a una delle due superfici (o entrambe) le decorazioni di zucchero e la frutta candita. Fate asciugare al fresco per una buona mezz’ora.
da miralda | 21 Dic 2011 | 24-36 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Che dalle parti del Cucchiaino si adori il cioccolato fondente dal 60% in su, lo sapete. E’ amore incondizionato da parte mia, della pupa e di Lui. Della serie quando ci regalano del cioccolato al latte è un dramma per lo smaltimento. Beh, vi sarete anche accorti che non ospito spesso brand&co sul blog, anzi direi che è capitato forse mai, o quasi:-). A Caffarel, dopo averci pensato, non ho saputo dire di no. Credo per via di quell’uovo di Pasqua, in velo arancione, regalatomi anni e anni fa da Lui. Ovvio, al cioccolato superfondente. Ecco perché oggi, il fiocco di neve, ben panciuto al cioccolato, è il 21 del Calendario dell’Avvento, firmato Caffarel.
L’idea in realtà è a metà strada tra qualcosa da mangiare, qualcosa da regalare e qualcosa da appendere, al nostro albero di Natale. Ho cominciato a prendere questa strada a settembre, quando ho creato le prima ricette per un servizio natalizio (sì natalizio:-)) per Kids (la rivista). E ho continuato qui e là, corsi di cucina a base di biscotti e bambini compresi, con mamme che chiedevano affascinate dove poter procurarsi timbrini, sfere e bustine.
Ho giocato coi timbrini natalizi, ho riempito sfere trasparenti e le ho sospese con filo rosso di lana. Ho coinvolto Miss Cia in una pazza idea di Calendario dell’Avvento e ho aggiunto segnaposto da mangiare nella lista "pranzo-Natale".
Che volete, è il Natale!
Per la ricetta del biscotto ho variato la combinazione proposta ai corsi coi bambini, aggiungendo scorza di arancia bio e cannella (che per me sono due ingredineti supernatalizi!). Nel mezzo ci è finita la crema di cioccolato, e in superficie glassa bianca e ancora cioccolato.
Capitolo a parte: la formina. Ho cercato per settimane uno stampino da biscotti a fiocco di neve, bene ho trovato questo che in corso d’opera si è rivelato una maledizione, nel senso che era troppo snodato e non andava proprio d’accordo con il fanatismo perfezionista della sottoscritta. Compito per il 2012 cercare uno stampino a fiocco di neve preciso, preciso.
La ricetta, eccezione cioccolato, è perfetta dai 12-18 mesi in su, per la parte ciocco aspettate i 24-36.
Ingredienti
100 g di farina 00
150 g di farina di riso
90 g di burro
1 uovo e 1 tuorlo (o lo stesso peso in panna fresca)
90 g di zucchero molto fine o a velo (oppure 60 g di zucchero e due cucchiai di mile agli agrumi)
scorza d’arancia bio
1 cucchiaino di cannella
circa 100 g di cioccolato fondente
zucchero a velo e succo di limone per la glassa
Più: palle sferiche apribili, filo di lana, etichetta e pennarello colorato
Procedimento
Mescolate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero (o zucchero e miele)fino ad amalgamare per bene il tutto, unite quindi le uova (o la panna), mescolate. Ora le farine, la cannella e la scorza di arancia. Dovete ottenere una palla morbida ma compatta. Lasciate riposare in frigo per mezz’ora. Riprendete l’impasto, stendete, e ritagliate i biscotti della forma preferita a circa 1 cm di altezza. Praticate un piccolo foro nella parte superiore per poi infilare il filo di lana o la cordicina.
Cuocete in forno per 10 minuti circa a 175°.
Lasciate raffreddare i biscotti, sciogliete il cioccolato a bagnomaria, eventualmente aggiungendo un cucchiaino di glucosio liquido se disponibile (lo renderà più lucido). Spalmate la crema di cioccolato su un biscotto con una spatolina senza esagerare. Sovrapponete un secondo biscotto facendo combaciare la superficie. Lasciate acsiugare per 15 minuti circa.
Preparate la glassa: lavorate 100 g di zucchero a velo con un cucchiaino di succo di limone, e circa due cucchiaini di acqua. Dovrà risultare nè troppo densa nè troppo liquida. Inserite la glassa in una siringa da pasticceria e disegnate sopra il biscotto, ad esempio sottolineando i bordi o aggiungendo occhi, sorriso se si tratta di forme umane. Qua e là puntinate con la crema di cioccolato.
Lasciate asciugare per una mezz’oretta. Quindi passate il filo tra i due fori, eventualmente aiutatevi con un ago, facendo attenzione a non sforzare troppo (rischio rottura dell’opera!).
Inserite il biscotto nella sfera e passate poi il filo tra i due fori, richiudete, aggiungete eventuale etichetta con nome e voilà il vostro "regalomangereccioappendiabete".
da miralda | 19 Ott 2011 | 24-36 mesi, Happy Birthday!, L'ora della merenda
Ho sempre adorato le feste a sorpresa. Perché trovo ci sia un’emozione, una gioia così inaspettata, che è impossibile sperimentare se sai tutto per filo e per segno. E’ un po’ come nella vita con tutte quelle strade da prendere o a Natale, con l’attesa e la magia del risveglio la mattina dopo. Lo so, a tanti pare caratteristica quasi infantile, ma personalmente questo tratto da bambini me lo tengo bello stretto. Naturale organizzare per il compleanno della pupa una festa a sorpresa, appena ha avuto gli anni sufficienti per godersi ogni momento.
In realtà non abbiamo fatto nulla di complicato: una semplice domenica pomeriggio a casa del nonno con una serie di amici, suoi e nostri. Però ho voluto che ogni cosa fosse magica:-). Dalle decorazioni, rigorosamente create a mano dalla zia dell’Aliciotta (grazie!) al lato "cucinifero", al regalo finale per ogni bimbo arrivato. Il tutto innaffiato da bolle di sapone giganti, palloncini a forma di fiore e corse in giardino.
La fatica è stata cancellata dalla risata e dall’urlo della pupa quando è arrivata. E la cosa meravigliosa, è che so esattamente cosa ha provato:-).
Proprio la scorsa settimana mi è capitato di imbattermi in una chiacchierata su facebook, fra mamme (partita da Barbara, aka Mamma Felice), sull’opportunità di organizzare una festa di compleanno con tutto ciò che ne deriva (soprattutto con costi, spesso quasi proibitivi).
In generale ammetto di essere d’accordo: non amo le feste con animatori, in sale anonime. So anche che noi siamo fortunati, visto che abbiamo potuto approfittare del giardino del nonno… Però magari esistono altre soluzioni: una merenda al parco, ad esempio, rigori invernali permettendo o il giardino di un’amica:-). Alla fine penso anche che non sia necessario invitare un numero eccessivo di persone, ma quelli che sono cari a noi e amici dei nostri figli.
E voi che ne pensate?
Intanto mi fa piacere mostrare quello che abbiamo fatto noi, giusto per un paio di idee che magari potete ricreare a vostra immagine e festa:-).
That’s a party: le decorazioni.
Adoro gli origami, per quella loro leggerezza tutta giapponese. Però sono totalmente negata in piegature e ripiegature. La zia dell’Aliciotta invece è bravissima:-). E ha creato una serie infinita di gru, di tantissimi colori che abbiamo appeso nella taverna del nonno.
Il risultato? Incantevole.
Che cosa è poi una festa senza re e regine? Ovviamente senza distinzioni:-). Ogni bimbo al suo arrivo ha scelto l’animaletto preferito, è stato scritto il suo nome e quindi via a giocare (la selvaggia scatenata sotto? Ovviamente la pupa).
Qualcosa da magiare, qualcosa da portare via.
Le cupcakes al cioccolato sono stata l’unica cosa che Alice aveva visto a casa al mattino. Anzi le abbiamo decorate insieme. E il segreto? Uhm, le ho detto che servivano al nonno per una cena con amici (ed era pure vero:-)).
E si è pure prestata alla foto, beata innocenza:-).
La sottoscritta ama lasciare un ricordo quando organizza una festa. E’ un po’ come se la gioia condivisa durasse ancora un poco e potesse essere ricordata anche il momento dopo. E’ stato così che mi sono ritrovata il sabato a tarda sera a infornare biscotti e glassare col nome di ogni bimbo invitato.
Qualcuno in realtà non è arrivato a casa, ma è stato mangiato subito dopo la consegna:-). La ricetta? La classica da biscotto bimbo: farina (io faccio un mix farina 00 e farina di riso), burro, zucchero, scorzetta di limone e uovo.
Dimenticavo. Le cupcakes hanno riscosso un gran successo, ecco la ricetta per chi la voleva assolutisssssimammmente.
Ingredienti (per una decina, di dimensioni diverse)
150 g di farina
50 g di farina di riso
3 uova
1/2 bicchiere di latte
50 g di burro
100 g di cioccolato fondente
90 g di zucchero
2 cucchiai di cacao amaro
1 pizzico di vaniglia in polvere
1 bustina di lievito per dolci
lamponi
zucchero a velo e succo di limone per la glassa
Procedimento
Sciogliete il cioccolato con il burro a bagnomaria. Sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete il cioccolato fuso, fatto raffreddare qualche minuto, e il latte, quindi stemperate le due farine, il lievito, il cacao e la vaniglia insieme e unite agli ingredienti liquidi.
Riempite dei pirottini o uno stampo da muffin, per poco più di due terzi.
Cuocete in forno caldo a 180° per 20 minuti circa.
Preparate la glassa con zucchero a velo, goccia di limone e un cucchiaino circa di acqua fredda. Infilate in una siringa e via con la decorazione. Posizionate un lampone al centro.
da miralda | 14 Ott 2011 | 24-36 mesi, Dal Mondo, In Viaggio, In Viaggio
Sì, sono di quelle organizzate (o almeno qualcuno mi descrive così:-)), che ha sempre ricordato ogni cosa a memoria, pur appuntandosela sulla Moleskine del momento (tempo ante pupa), che poteva passare da un progetto all’altro e dare l’impressine di farcela senza troppa fatica, decisa, beh, sì, e convinta sull’obiettivo. Sono anche quella che rimane sul treno non perché ignori la fermata ma semplicemente perché troppo presa dalla lettura, sono quella che è stata capace di presentarsi alle 5 di mattina senza passaporto prima di un viaggio di lavoro importante e organizzato nei particolari (uhm, sono partita grazie a Lui che ha fatto to&back a una velocità su cui è meglio soprassedere), e sono quella che a volte dice sì ma è su Marte.
Prendete questa personcina, shackerate, mettete insieme circa 600 foto scattate con diligenza e maniacalità, una sera tarda, tanta stanchezza, il pensiero su almeno un paio di altre questioni e un Mac che nell’ultimo periodo imita la sua padrona. Bene, ora capirete perché vi racconto di un viaggio in Normandia e Bretagna con una manciata di poche foto.
Il mio dito, per nulla collegato alla parte corretta del cervello, leggero e sbarazzino ha schiacciato elimina (esempio di autodistruzione da oca del villaggio) e via tilt del Mac e foto bye-bye (eccetto poche sopravvissute degli ultimi due giorni). Poi ho pianto, o quasi.
Niente ninfee immortalate in ogni possibile angolatura (credetemi bellissimo il giardino di Moneta Giverny e simpatica la giapponese che ci ha voluto fotografare, ovviamente con la mia reflex), niente Honfleur o Saint Malo, e nessun ricordo di quell’andare sotto la pioggia (bardati con superimpermeabili) per le vie del Mont Saint Michel su fino e dentro all’abbazia, noi e pochi altri a sera tarda (ecco, se capitate da quelle parti scegliete la sera per addentrarvi, spettacolare e tenetevi lontani dalla pazza folla del giorno). Nemmeno un’immagine a dimostrare che sì, lì piove, piove, raggio di sole, e ripiove, piove e pioviggina, ma che ti può capitare di finire in un paese che condivide il nome con un formaggio (oui, le Camembert). E poi le secche che lasciano le barche in precario equilibrio mentre tu cerchi di indovinare cosa si nasconda in quel miscuglio di terra e sabbia. E la pupa, deliziosa con in testa le righe bianche e blu, caratteristiche dei tessuti di queste parti.
Bene, inutile dire senza mostrare:-). Vi lascio giusto l’impressione dei paesaggi di luce,vento e mare di quella parte della Francia dove tanti paesini paiono usciti dalle pagine di una Madame Bovary o da un racconto di fari, naufragi e tempeste.
E la cucina? Personalmente un pochetto pesantuccia negli assemblaggi, ma deliziosa negli elementi base, della serie a volte meglio una galette e sidro (proprio come un vero bretone!), piuttosto che cozze, far breton o baguette con camembert ( o livarot, il preferito di Alice!) che affrontare più portate pensando di sopravvivere:-).
Tornata a casa, vi ho già detto dei financiers, ma c’è stata anche la gallette, una crepe a base di farina di grano saraceno, completata con quello che più aggrada, benchè la tradizione raccomandi per “une galette complète prosciutto, formaggio e uovo al tegamino nel bel mezzo.
Solitamente viene ripiegata ricavando così quattro lati e creando l’effetto sorpresa per il ripieno interno (almeno per Alice).
All’inizio non ne sono rimasta granché entusiasta, ma era dovuto al fatto che non era preparata a regola d’arte. A Dinan, dall’atmosfera intensamente medioevale con le tipiche case a graticcio, ce ne siamo innamorati in uno di quei locali che offrono solo ed esclusivamente galette e sidro, servito nelle scodelle basse bianche con bordatura rossa.
Ecco la ricetta. Danno il meglio in versione salata, in quella dolce meglio le classiche crepes. La ripiegatura le trasforma in bauletti dei segreti o di caccia al tesoro o annua sa e indovina, perfetti per incuriosire la pupa:-).
La nostra versione non è “complète”, considerato che ho eliminato l’uovo e inserito all’interno gli ultimi pomodorini di stagione dell’orto dei nonni.
piesse. Comunicazione di servizio:-). Se avete voglia dire la vostra su quel passeggino troppo pesante, su quel libro che ha risolto la nanna del vostro pupo o sul vostro/i blog preferiti (uhm, uno a caso? Il Cucchiaino… va beh, va beh…) fatevi un giro su Mums up!
Ingredienti
200 g di farina di grano saraceno fine
1 uovo
50 ml di acqua fredda
sale
prosciutto, formaggio (emmental o camembert…) e pomodorini
Procedimento
Mescolate la farina con l’uovo, aggiungete quindi acqua e sale. Girate con una frusta o una forchetta per amalgamare, quindi lasciate riposare per una mezz’oretta. Ungete una padella con del burro, riscaldate e versate un cucchiaio abboandante di pastella. Aspettate un paio di minuti e voltate dall’altra parte con una spatola. Inserite nel mezzo del formaggio per l’ultimo minuto, passate su un piatto e ripiegate i bordi.