da miralda | 11 Ott 2012 | 18-24 mesi, Happy Birthday!, Li'l spoon in London

Ci stanno tutti in una mano. Gli anni ma anche i momenti. I ricordi speciali, i profumi e le immagini che sfiorano delicate, a volte intense, le mie dita.
Sono cinque e ci stanno in una mano. Il pensiero, di mia figlia, della bambina che è, mi commuove. Si muove vivace, il suo passo corre intorno a me. E dissolve veloce la fatica, i giorni lunghi. Il grigio e la monotonia.
Sono cinque e a chiudere la mano sento quasi che potrei trattenerli. Se avessi la capacità di fermarmi, trattenerli e ricordare come vorrei saper fare. Per sempre sarebbe un secondo, il tempo un secondo. E quel secondo avrebbe la possibilità di stare in una mano.
Un compleanno è sempre un momento speciale. Per rendere qualcuno felice, per ripensare e ripartire. Per contemplare i giorni e stupirsi di tanta bellezza. A volte faticosa, a volte sfuggita perché tu sei tu e a volte ti manca la solitudine, il silenzio.
Ieri eravamo in auto, Alice ed io. Ci siamo guardate stupite, forse anche lei, pensando ad oggi. Che sono cinque gli anni, e in mezzo fra le dita ci sta un mondo.

Quello che ha vissuto e imparato. Quello che ha scoperto e amato. Il suo nome che ora scrive dalla A alla E, ultimamente sempre accompagnato da quello della sorella. Il leone e la zebra, durante un viaggio. La differenza fra cipolla e cipollotto. Le uova, che ora apre e sguscia. Il tuffo in acqua alta, il mio profumo.
Il mondo delle meraviglie che in realtà non è uno ma sono tanti, per ogni storia che ci inventiamo. Il sorriso di papà da conquistare con un cenno. L’alfabeto da stendere con una canzone. La mongolfiera di Pippi e i pop corn al cinema.
I fiocchi di neve, la stagione dei cocomeri e quella dei cachi, la passione per i pomdorini e il cioccolato scuro. Le coccole del mattino e la mia faccia quando mi arrabbio. Il picnic sull’erba e l’ora dell’aperitivo. Il posto delle fragoline e la luce sull’isola. Le impronte sulla sabbia e il bau bau del cane del vicino.
Ci sono dei mondi nel cinque che sta in una mano.

Ha spento la prima candelina stamattina: occhi chiusi, cupcake sul tavolo e la mia voce stonata che canticchiava. Esprimi il desiderio, Alice! Il primo della giornata. "Mamma, tu che desiderio esprimi di solito?".
Poi c’è stata la candelina all’asilo, doppia. E poi ci sarà quella di stasera, noi quattro insieme. E ci sarà quella di domenica, con gli amici, ancora da vivere, ancora da raccontare.
Per il momento ecco la ricetta della torta di oggi: semplice, variazione al latticello di una base abbastanza classica.
piesse: per la cupcake ci rivediamo dopo la festa di domenica:-)

Ingredienti (per 20 bambini di una classe di grandi)
300 g di farina 00
200 g di maizena
4 uova + 2 tuorli
180 g di burro
300 ml di latticello (oppure latte scremato + yogurt magro + un cucchiaino di succo di limone)
200 g di zucchero
1 bustina di lievito
zucchero a velo e cacao amaro
Procedimento
Lavorate il burro con lo zucchero fino a ottenere un composto morbido e montato. Aggiungete le uova una alla volta amalgamando per bene. Quindi il latticello. Stemperate insieme farina e maizena con il lievito, e unite al resto, mescolando con cura.
Prendete una teglia da 24 cm, unta di burro, e trasferite l’impasto. Cuocete in forno caldo a 185° per 30 minuti circa.
Una volta pronta decorate con il cacao (circa 100 g) mescolato con un paio di cucchiaini circa di zucchero a velo.
da miralda | 03 Ott 2012 | 18-24 mesi, 6-9 mesi, L'ora della merenda
Non ho ancora trovato il ritmo. Forse perchè ho poca pazienza, mi piace correre e non ho imparato a camminare. Al passo delle mie figlie. Spesso mi perdo nei farò, dovrò e sarò e non vedo il momento. Eppure con Lea credo di esserne consapevole come non mai. Di come ti sorrida per poi subito fuggire. Vorrei essere capace di fermarmi e vivere più lentamente. Come quando prepari la frutta da conservare. Giri, giri e ascolti il borbottio sul fuoco. La casa tace e ti godi la pupa che dorme. Il suo profumo, di latte. L’abbandono totale. L’impasto di frolla che accoglierà chi arriva. Felice quasi per nulla.
Mettere in fila i vasetti, lavarli per bene, cuocere la frutta, riempire e rifare bollire ha avuto su di me un effetto confortante.
Perché ho conservato un piccolo pezzetto di estate per Lea, da gustare in pieno autunno e mi sono concentrata su operazioni semplice mentre la mente scivolava altrove.
Ho usato pere coscia, dolci e tenere, pere cotogne (scovate sull’isola) e prugne settembrine.

Queste ultime si sono rivelate un po’ asprine in cottura: ho aggiunto allora un tocchetto di banana per addolcire insieme a un cucchiaio di succo di mela 100%.

Gli omogeneizzati di Lea sono nati così, un pomeriggio che sa di marmellata nell’aria, di sole tiepido e foglie che si staccano.

Ho pensato ad Alice, a questi mesi in cui tanto è cambiato, al suo sorriso quando arrivo trafelata sulla porta dell’asilo, alla mia fatica di esserci come prima, di rispettare i nostri piccoli riti che lei adora. A lei che ora ha quasi gli anni che stanno su una mano.
Ho deciso di impastare. Una frolla veloce e leggera, a base di farina 00 e farina di riso, farcita con la mousse di frutta cucinata per Lea. Una manciata di cuoricini di lillà per conquistarla.
Gli omogeneizzati. E’ molto semplice farli, la frutta cuoce praticamente da sola. E se avete a disposizione le pere o mele del nonno o scovate dal contadino è un ottimo modo per proporre una merenda veloce al bebè di casa (che non sia la frutta grattugiata:-)). Ammetto di contemplare molto soddisfatta i vasetti nella dispensa.
Come si fa? Procuratevi dei vasetti mignon (giusto per massimo un paio di porzioni) con coperchi non usurati. Lavate e bollite i vasetti in acqua per sterilizzarli.
Nel frattempo la frutta.
Ho sciacquato semplicemente le prugne ed eliminato solo il nocciolo. Le ho messe a cuocere in una pentola dal fondo spesso tagliate a metà con un cucchiaio di succo di mela e una banana aggiunta a metà cottura (dopo l’assaggio).
Quando hanno cominciato a sfaldarsi le ho ritirate dal fuoco e passate al passaverdura, eliminando così la buccia esterna. Ho rimesso sul fuoco per addensare ancora un po’ per una manciata di minuti e ho quindi riempito i vasetti. Chiuso ermeticamente e fatto ribollire in acqua per 30 minuti.
Stesso procedimento per le pere, ho solo aggiunto un micro pezzettino di stecca di vaniglia in cottura, poi eliminata.

La crostatina di Alice con l’omogeneizzato di Lea.
Ho impastato 200 g di farina 00, 100 g di farina di riso e un pizzico di bicarbonato con 120 g di burro, ottenendo un impasto a piccoli grumi. Ho quindi unito lo zucchero, poi due uova e un tuorlo e della scorzetta di limone.
Ho messo la palla a riposare in frigo per 30 minuti. Ho ripreso, steso, rivestendo delle piccole tartellette, bucherellato il fondo e riempito con la mousse di pera. Con l’impasto avanzato ho ricavato delle losanghe con le quali decorare la crostata. Nei buchi centrali ho aggiutno della mousse di prugna e infornato a 175° per 20-25 minuti.
piesse: mi fa piacere segnalarvi un’iniziativa di Unicef in collaborazione con P&G, il viaggio in Camerum di Claudia Porta, aka La casa nella prateria. Perché, anche se sono convinta che difficilmente qualcosa possa realmente cambiare, credo fermamente che questa non sia una scusa per non fare nulla. Perché in Africa mi sento, ogni volta che ci ritorno, come se fosse un po’ casa.
ripiesse: a breve partirà su www.nostrofiglio.it (che ospita al momento una rubrica di ricette de Il Cucchiaino) una rubrica mia (e di Lea!) dedicata allo svezzamento. Solo per dire, seguiteci anche lì se siete anche voi alle prese con le prime pappe:-)
da miralda | 25 Set 2012 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Lil Loves!, Winterzauber

Questa è in assoluto, ma proprio assoluto la nostra torta dell’autunno. Perché è sufficiente affondarci la forchetta per essere trasportati tra filari d’uva e foglie multicolor. Rustica abbastanza per essere in sintonia con la nuova stagione, con questa luce che si fa più tenue, l’odore di marmellata nell’aria e il rito ritrovato del tè del pomeriggio. E soprattutto perfetta col suo ripieno di uva fragola (che Alice ed io adoriamo!).
Confesso che sto faticando come non mai a ritrovarmi in queste settimane di ritorno. Per me settembre, l’autunno hanno sempre coinciso con una sorta di inizio anno, tutto personale. Una serie di sarò, farò e progetti che mi facevano ripartire con un’entusiasmo che aveva dentro l’energia dell’estate: era come risalire sulla giostra, biglietto nella mano e velocità nei capelli.
Questa volta, invece, è molto più difficile. Già ritagliare del tempo per creare e pensare è un’impresa tanto che oggi mi sono ritrovata persino a godermi del primo tragitto fino a Milano per lavoro, traffico compreso. Poche ore per concentrarmi ed essere in assoluta solitudine:-)
Sarà la stanchezza (uhm, i risvegli notturni non aiutano:-)), la voglia di esserci comunque e il più possibile per non perdere quei momenti che poi vanno, saranno una serie di cambiamenti e progetti da far partire. Questo per dire che avevo bisogno di qualcosa che mi permettesse di mordere l’autunno, impiastricciandomi mani e bocca come solo l’uva fragola sa fare.
E poi mi piace vedere Alice mangiucchiare gli acini proprio come faccio io e mostrare la lingua ridendo. Sa di autunno, mosto e casa.

Naturale che appena sono incappata nella ricetta della torta Bertolina, non ho resistito e tempo un paio di giorni mi sono ritrovata a impastare e riempire con gli acini viola scuro.
La preparazione è tipica della città di Crema (e io che ero rimasta alla Sbrisolona:-)), ovviamente ci ho messo del mio e non avendo a disposizione farina di mais e non convincendomi la versione con sola farina 00, ho scelto una combinazione con la farina di grano saraceno.

Il pensiero è corso a un altro dolce, rustico e molto autunnale, di memoria austriaca, la Linzer Torte.
Il risultato? Eccezionale se vi piacciono combinazioni simili, il dolce dell’uva fragola bilanciato dalla nota della farina di grano saraceno.
E bella da vedere, con quelle gobbette, appena accennate, che ho dovuto per forza, ma proprio per forza spolverare di neve.
La torta, fotografata nel pomeriggio, è finita con la colazione del giorno dopo:-)
piesse: la torta suddetta crea dipendenza, preparate impasto in quantità (soprattutto se come la sottoscritta siete in perenne affanno) e congelate. Appena avrete il desiderio dir conciliarvi con la stagione, scongelate, riempite e infornate!

Ingredienti (per tortiera diametro 20 cm)
300 g di farina 00
150 g di farina di grano saraceno
circa 60 ml di olio di semi o di oliva delicato
2 uova
50 g di zucchero
700-800 g di uva fragola
una manciata di zucchero di canna e zucchero a velo
2 cucchiai di miele (particolare mutuato dalla Bertolina di Sara, io ho usato un miele sardo agli agrumi comprato sull’isola)
1 bustina di lievito

Procedimento
Mescolate le due farine con lo zucchero e il lievito. Sbattete le uova con l’olio e unite al resto dell’impasto con il miele. Lavorate fino a ottenere una palla compatta ma morbida, che metterete a riposare una mezz’oretta in frigo. Riprendete l’impasto e stendetelo a un’altezza di circa 1 cm, ricavandone due dischi. Rivestite con il primo la tortiera, riempite con gli acini di uva e ricoprite con il secondi disco. Spolverate con una manciata di zucchero e passate in forno a 180° per circa 50 minuti. Sfornate, decorate con zucchero a velo e servite tiepida.
da miralda | 23 Lug 2012 | 18-24 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, L'Attesa

Come già spiegato, qui l’ultima frontiera (per sopravvivere:-)) sono i piatti che si fanno da soli (o quasi). Incrociamo le dita che sia proprio l’ultima. Beh, a dire il vero ci sono anche quelli che prepara qualcun altro per te, così facili e veloci che vanno proprio bene, ma proprio bene, per tutte le tipologie di specie. Single, neomamme con le due braccia impegnate, l’amica vegana e mia madre, con un’antipatia innata per cucina e pentolame.
L’insalata di oggi, con qualche variazione a seconda della disponibilità del frigo, è di Lui. Il suo diktat ultimamente, quando sto già correndo verso impasti&co? Miralda, qualcosa di semplice. In questo caso la facilità di esecuzione è stata tanta e tale che la sottoscritta ha delegato alla sua dolce metà:-).
Non so se l’avevo già scritto, ma uno dei pochi prodotti “fruttoverduriferi” che compro fuori stagione e a chilometro tutt’altro che zero è l’avocado. Lo amiamo in famiglia, soprattutto Alice. Ultimamente ho scoperto che viene coltivato anche in Sicilia ma non sono mai riuscita a trovarne (ecco se qualcuno sa qualcosa parli:-)). L’avocado rientra spesso come salsina veloce, veloce da preparare a forchetta, oppure a pezzettoni in insalata o in fantastici involtini “che si fanno da soliiii” a base di bresaola, coriandolo e lime.
Peccato che spesso lo si trovi duro tipo pietra (che se qualcuno si azzardasse al lancio avrebbe tra le mani un’arma letale), devi dimenticare di averlo comprato per tipo quattro o cinque giorni, e una volta pronto hai perso il momento giusto.
Tra l’altro si presta per le prime pappe dei pupi, tanto che all’estero lo si usa spesso, un po’ come noi faremmo con zucchine o patate.
La ricetta, quindi. Telegrafica o quasi, dedicata a tutti coloro che soffrono di mancanza di tempo, chissà mai che oggi guadagnino cinque minuti, cinque per stendere finalmente uno smalto supercolorato e non il solito trasparente che così mi dura una settimana e forse anche due. E a coloro che di tempo ne hanno tanto (beati voi!) ma vogliono impiegarlo fuori dalla cucina:-)
Piesse: io ho usato un cous cous di mais (giallo canarino, carino!), ma potete ovviamente utilizzare il solito di grano.
ripiesse: ovviamente adatta ai pupi, dai 18 mesi in poi e ai picnic da spiaggia e non.
Ingredienti (per 3)
200 g di cous cous di mais (o grano)
1 avocado
200 g di mais dolce
foglie di lattuga
4 zucchine baby
timo limonato
olio extravergine d’oliva, sale
lime
Procedimento
In un bicchiere emulsionate circa 50 ml di olio con un pizzico di sale, un cucchiaino di succo di lime e foglioline di timo limonato.
Preparate il cous cous. Sgranatelo a forchetta con un cucchiaio di olio extravergine in una ciotola, nel frattempo riscaldate dell’acqua leggermente salata. Versate l’acqua sul cous cous (lo stesso volume in quantità della semola) e coprite con un coperchio. Dopo qualche minuto il cous cous assorbirà tutta l’acqua gonfiandosi, nel caso ci fosse bisogno aggiungete ancora qualche cucchiaio di acqua.
Ora le verdure. Grattugiate le zucchine a julienne e sbucciate l’avocado, tagliandolo a cubetti, spremeteci sopra qualche goccia di lime. Unite zucchine, avocado e mais al cous cous, condite con l’emulsione di olio e servite su foglie di lattuga.
da miralda | 31 Mag 2012 | 18-24 mesi, Estate, La colazione, Lil Loves!

La passione per i vasetti di coccio è antica. Amo i vivai e i fiori, andarci mi rilassa e mi conforta, un po’ come quando cucino. Purtroppo quest’anno (o per fortuna:-)), non essendoci per ben due mesi a casetta ho evitato di riempire balcone e terrazzo di piante. I gelsomini, poveretti, sono definitivamente morti dopo un inverno in cui la padrona era presa dalla sua panza. E si è deciso, considerato che col prossimo anno ci sarà un trasloco, di non rimpiazzarli.
Sarà per questo che ho tirato fuori i vasetti dei fiori, mini mini, e ci ho cucinato il pane dolce. Un po’ come avevo fatto per un 21 a primavera.
Credo che non ci possa essere ricetta migliore di questi panini per chiudere il giveaway "Io lo dico coi fiori. E voi?". Panini nei vasetti da piantina e fiori nei panini. Un divertente gioco che conforta in questi giorni che tanto allegri non sono. Per il nostro paese e per quelli che hanno perso molto.
Per questo nuovo esperimento nei vasetti ho voluto provare a renderli "antiaderenti o quasi":-). Li ho passati con olio e "cotti" in forno per un’oretta.
E devo dire che i panini briochè si sono staccati con più facilità, senza passare burro o farina.

Ne ho fatti di dimensioni medie e anche mini, mini (uhm, vasetti da piantine grasse micro…).

Pere renderli particolarmente morbidi ho usato ricotta e yogurt nell’impasto. E ho unito mezzo bicchiere di infuso ai fiori e scorzetta di limone per profumarli.
Per il resto con Alice abbiamo atteso pazienti (hum, forse per lei meglio un "im" all’inizio) che l’impasto lievitasse, abbiamo formato delle piccole palle da inserire nei vasetti e aspettato un’altra oretta di lievitazione.
Ecco la ricetta.
piesse: avete tempo fino al 3 giugno per inviare i vostri commenti qui sotto o via mail a info@ilcucchiainodialice.it e lasciare il vostro messaggio per vincere una confezione di fiori commestibili da Flowers2eat.
Ingredienti (per 10-12 panini briochè)
300 g di farina
200 g di farina manitoba
100 g di ricotta
50 ml di latte e 50 ml di infuso di fiori
50 ml di yogurt bianco
una manciata di viole
2 uova
80 g di zucchero
12 g di lievito di birra fresco o in bustina
granella di mandorle
un pizzico di sale
scorza di limone
1 uovo e zucchero per glassare i fiori

Procedimento
Sciogliete il lievito con qualche cucchiaino di latte tiepido e un cucchiaino di zucchero. Mescolate le due farine, lo zucchero, il pizzico di sale, versate il lievito, il resto del latte, l’infuso di fiori e la scorza di limone. Impastate. Aggiungete le uova, lo yogurt e la ricotta, continuando a impastare, se fosse troppo secco aggiungete ancora uno o due cucchiai di latte.
Fate riposare l’impasto per un paio di ore. Una volta lievitata, riprendete e dividetela in piccole palle. Posizionate ogni palla in un vasetto, facendo attenzioni che non occupi poco più della metà del volume.
Rimettete a lievitare per un’oretta. Quindi spennellate ogni panino con del tuorlo sbattuto con zucchero e granella di mandorle. Infornate a 190° per dieci minuti, quindi abbassate a 180° per altri 10-15 minuti.
Intanto glassate i fiori. Con un pennello (o il dito) spalmateli di albume sbattuto, appoggiateli su carta da forno e spoverateli di zucchero. Lasciate riposare per un’ora o due, fino a quando si solidificano.
Decorate i panini con i fiori glassati, come dire panino-viola=pensiero per te
da miralda | 17 Mag 2012 | 18-24 mesi, Dal Mondo, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Lil Loves!

Credo sia scritto nei miei geni l’essere costantemente in movimento. Non sono mai riuscita a stare ferma. Ricordo, da piccola, i pomeriggi all’asilo quando la maestra faceva buio nella stanza e si sistemavano le copertine per terra. Era il momento della nanna: ore che mi parevano interminabili e, per me, una vera perdita di tempo. Avrei preferito correre, giocare o colorare. L’irrequietezza mi ha accompagnato negli anni, costante e tenuta a bada con difficoltà. Adoro essere in un aereoporto, le ruote del trolley che vanno veloci e il pensiero di andare. Amo pensare a tre cose contemporaneamente, mentre ascolto Lui che me ne racconta una alla volta. Mi mette euforia ogni nuovo progetto. Ho sempre faticato a rallentare, sedermi e pazientare. La lentezza è sempre stata un abito poco confacente al mio spirito. Questo non significa che non l’apprezzi. Ho praticato yoga per anni per domare la velocità e obbligarmi ad andare lenta.
Se c’è però un luogo e un momento in cui mi riesce il movimento lento è la cucina. O meglio non il cucinare ma il mangiare.
Ammetto di non apprezzare il fastfood, perché mi piace scegliere con cura gli ingredienti, sentire e scoprire i sapori e vivere la preparazione. Tutto ciò è diventato ancora più accentuato con l’arrivo di Alice. Con gusti per il momento non proprio da fastfood:-)
Della serie la pizza sì, sì, ma fatta a regola d’arte, possibilmente a casa impastando insieme. Gli spaghetti sì, sì, ma con pomodorino e cipollotto.
E l’hamburger sì, ma poco fast. Con Alice ho scoperto tutta una serie di salsine alternative, visto che la pupa non ama maionese&co.
Sono nate così la gialla, la verde e la bianca. E una serie di versioni di hamburger. Questa di oggi è una ma ce ne sono molte altre:-).
Non capita sempre di fare i panini fatti in casa per accompagnare l’hamburger (soprattutto in questo periodo dove il tempo non avanza mai) però se vi riesce il risultato è molto gustoso! Da mangiare, rigorosamente, con movimento lento!

Per l’hamburger Lui aveva comprato un paio di anni fa un vero aggeggio da professionisti. L’avevo guardato con sufficienza, ammetto di aver sbagliato. Funziona e l’effetto è da hamburger American style. Perfetto sia nella versione carne, sia in quella pesce che in quella veggie. E il colpo secco devo dire che è alquanto liberatorio nelle giornate più difficili.
Per l’hamburger di carne solitamente mi faccio preparare un mix di carne tritata grossa dal macellaio, in questo caso due terzi di manzo e un terzo di tacchino.
Mescolo con un paio di cucchiai di albume, cipollotto affettato finissimo, pizzico di sale e qualche goccia di salsa Worcester.
Per le salse invece schiero yogurt greco, avocado, mais e una patata bollita. Perfette per intingolare e accompagnare i panini. Le preferite di Alice? salsa allo yogurt e guacamole rivisitata.

Le ricette. I Panini.
piesse: io ho fatto un esprimento aromatizzando con semi di anice, cumino e finocchio. Buonooo!
Ingredienti
300 g di farina manitoba
200 g di farina ai cereali mista
300 ml di latte
1 uovo e 1 tuorlo
40 g di burro
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di sale
sesamo
1 panetto di lievito di birra fresco o una bustina
semi di cumino, finocchio e anice
Procedimento
Sciogliere il lievito in poco latte tiepido con l’aggiunta di un cucchiaino di zucchero.
Stemperare insieme le due farine, unire il burro, il sale e amalgamare. Aggiungere il lievito e l’uovo, impastare aggiungendo il latte. Dovete ottnere un impasto mobido ma compatto. Lasciate lievitare per un’oretta. Riprendete quindi, formate tanti piccoli panetti da posizionare su carta da forno.
Rimettete a lievitare per un’altra ora.
Spennellate la superficie con del tuorlo sbattutto con un cucchiaio di latte, cospargete di semi di sesamo e cuocete in forno a 200° per i primi dieci minuti, quindi abbassate a 185° per altri 10-15 minuti.
L’hamburger.
Ingredienti (per 3-4)
300 g di carne trita di manzo
100 g di carne trita di tacchino
1 albume scarso
fettine di cipollotto
pizzico di sale
(eventuale salsa Worcester)
Procedimento
Mescolate insieme le due carni insieme all’albume e al cipollotto. Aggiustate di sale. Formate gli hambuerg con le mani oppoure riempite l’apposito aggeggio con l’impasto di carne. Schacciate per bene e ricavate l’hamburger. Riscaldate una piastra unta con poco olio. Quando è rovente mettete l’hambuger, lasciate andare per qualche minuto, quindi girate e grigliate dall’altra parte. Finite di cuocere spostando l’hamburger sui lati della piastra, dove è meno rovente.
Le salse.
Ingredienti
1 avocado
una scatola di mais dolce
2 barattoli di yogurt greco
succo di lime
olio EVO
1 patata bollita e schiacciata
pizzico di sale
coriandolo
Procedimento
Mescolate lo yogurt con un cucchiaio di olio, qualche goccia di lime e un pizzico di sale.
Pulite l’avocado, schiacciatelo a forchetta oppure frullate delicatamente con un cucchiaio di olio, un paio di cucchiaini di lime, un pizzico di sale. Unite qualche foglia di coriandolo.
Frullate il mais con la patata, lasciando da parte qualche chicco. Aggiungete lo yogurt, un pizzico di sale e un pizzico di curry dolce. Servite con qualche chicco intero.
E ora? Via col panino!
