Rosso gazpacho e Tibidado

Le settimane stanno volando in una primavera barcellonese che a dire il vero fatica ad arrivare anche qui. Del tipo che al mare siamo stati giusto una domenica e ho dovuto persino recuperare un terzo ombrello dal bazar cinese all’angolo. 
Il tempo freddino ovviamente ha coinciso con raffreddore e febbre delle pupe, cosa che ci ha relegato in casa due giorni, mentre la sottoscritta pregava in silenzio Saint Jordi (alias patrono ufficiale di ogni catalano che si rispetti) di porre fine alla reclusione. I risultati? Sono assolutamente non in pari coi testi del prossimo libro (a proposito aspetto le vostre ricette!!), ma recuperò nel weekend (giurin giuretta) perché la tabella di marcia prevede di chiuderli prima del rientro.

Ho aperto la cucina con Alice e ci siamo divertite a fotografare insieme, cosa che mi mancava tantissimo nell’ultimo anno. 

Ne è nata una ricetta supersemplice (avevamo a disposizione quell’oretta di sonno di Lea) utilizzando i pomodori e le fragole che avevo preso il giorno prima al mercato di La Llibertat durante il solito giretto mattutino con la pupetta. 
Ecco una cosa che mi ha veramente stupito è di quanto le fragole siano buone qui, mentre in Italia ho sempre snobbato i grossi fragoloni di origine spagnola.
C’è da dire che qui hanno dimensioni molto più piccole (quelle che alla fine dovrebbe avere una fragola di stagione, senza troppe manipolazioni) e un color rosso brillante. E ultimo, ma non meno importante, si mantengono per giorni in frigo senza ammuffire appena vedono l’uscio di casa.

In queste settimane ne siamo diventati consumatori accaniti, tanto che le fragole sono finite persino nel gazpacho. 
La ricetta si fa da sola: frullate una ventina di pomodorini maturi con cinque o sei fragole belle dolci, un cucchiaio di olio ma anche due, un pizzico di sale e una manciata generosa di basilico.
Quindi servite con cubetti di pane croccante e un filo di olio a crudo.

Sarà per il bicchiere (qui non avevo niente di meglio a disposizione) sarà per via del tavolo ma questo gazpacho ha il sapore delle cose di una volta.

Un po’ come il parco giochi dove siamo stati sabato scorso con le bambine. 

E ineffetti è il Tibidado è il parco giochi più antico d’Europa. 

Dalla montagna del Tibidado (circa 500 metri di altezza) si gode il panorama più ampio e spettacolare su tutta la città, alle spalle la chiesa del Sacro Cuore e tutt’intorno giostre di ogni sorta: montagne russe, trenini, un grosso pendolo che ti porta in alto in alto, un piccolo aereo rosso un po’ retrò (di cui personalemnte mi sono innamorata, lol!).

Vedete il carosello qui sopra? C’è stata una scena esilerante quando Alice, rendendosi conto che stava per finire il giro, è corsa sotto e ha cercato di salire su un secondo cavallo:-)

In realtà, tenete conto che i bambini sotto i 120 cm pagano un biglietto di poco più di 7 euro e hanno diritto a giri illimitati…

L’aereo rosso…

Il pendolo…

 

E gli sposi felici:-)

piesse: e infine ecco chi fotografa per il  Cucchiaino:-)

La pastiera degli eretici con gli ovetti sopra

Ho cominciato a pensare a Pasqua da settimane. Prima con la ricerca di uova candide, candide, per lavoro, poi a causa di un simpatico pulcino, quindi con lista di quello che sarà il pranzo (che vede dei gnocchi non ti scordar di me in pole position:-)). Giorni fa, complice l’arrivo di ovetti mignon per la pupa grande, ho voluto sperimentare una versione personale (e direi molto eretica della pastiera). Ho mantenuto l’idea, profumato con l’essenza di fiori d’arancio (come pastiera comanda) ma ho eliminato il grano (non l’avevo a casa e avevamo voglia di dolce quanto prima!). E’ nata questa torta, friabile, morbida e dolce al punto giusto, perfetta per i miei coinquilini.

Una crostata bella da vedere ma veloce da preparare che sa di primavera e Pasqua. In mezzo c’è finito un nido di scorza d’arancia (ecco, qui è nata una vera e proria ricerca sul perfetto rigalimoni per questo genere di lavori…) e ovetti fondenti eccetto uno. Pare un nido, pare un fiore, su un manto di bianco candido. Meraviglia!

Per la crema ho creato a modo mio e l’esperimento mi è piaciuto molto: ricotta (vaccina, nel mio caso), latte,  zucchero e un cucchiaio abbondante di maizena. E il profumo di fiori d’arancio. 

Per la frolla ho utilizzato solo tuorli e alla farina 00 ho aggiunto della fecola di patate per un risultato più leggero e morbido. Non ho esagerato con lo zucchero, e pure la pupetta di casa ha fatto il suo assaggio.

Essendo, dopotutto, parente lontana di una pastiera, invece della scorza di limone nell’impasto è finita scorza d’arancia.

E considerato che nei prossimi giorni i pupi si aggireranno per casa (perché le loro vacanze sono sempre così lunghe:-)??), è una buona idea da preparare insieme!

Ingredienti

200 g di farina 100

100 g di fecola di patate

2 tuorli

100 g di burro

80 g di zucchero

scorza di limone

un pizzico di lievito o cremor tartaro

 

Per la crema

250 g di ricotta vaccina

1 bicchiere di latte (circa 80-90 ml)

50 g di zucchero

1 cucchiaino di essenza di fiori di arancia 
1 tuorlo

 

ovetti di cioccolato

scorza fine di un paio di arance bio

zucchero a velo

Procedimento

Setacciate la farina e la fecola e il pizzico di lievito insieme, mettete su una spianatoia e aggiungete i tuorli e lo zucchero.  Cominciate a mescolare insieme ed aggiungete il burro ammorbidito a temperatura ambiente. Lavorate fino a ottenere una palla, avvolgete nella pellicola e lasciate riposare in frigo per 30-40 minuti.

Intanto preparate la crema. Sciogliete lo zucchero nel latte tiepido, lasciate raffreddare, quindi mescolate la ricotta con il tuorlo, lavorando fino ad avere una crema omogenea. Aggiungete un cucchiaio di maizena e il latte a filo (la crema non deve risultare troppo liquida, quindi se ha la consistenza corretta, smettete di unirne). Mescolate. Unite un cucchiaino di fiori di arancio (anche di più se vi piace:-)). 

Riprendete l’impasto, stendetelo e rivestite una teglia da crostata di 20 cm circa. Con il pollice o un bastoncino di legno segnate le scanalature sui bordi (è una crostata, no?). Con una forchetta fate dei piccoli fori sul fondo, quindi riempite con la crema livellando per bene.

Cuocete in forno a 185° per 40 minuti circa. Lasciate raffreddare per bene, poi disporre al centro, in maniera circolare, della scorza di arancia sottile come fosse un nido e poi nel mezzo le ovette di cioccolato. Coprite il centro con un cerchio di carta argentata e spolverate la parte restante con zucchero a velo.

I segnaposto per Natale, dolci!

Sono alle prese con una settimana difficile. Dopo il weekend via, a metà strada fra vacanza e lavoro (vedete qui il risultato, caso mai aveste bisogno di qualche idea per le vacanze), non era ancora lunedì che la varicella era piombata tra noi. Fortunatamente in una forma tutta sua sulla nuova highlander di casa: niente febbre, umore pimpante (della pupa, ovvio) ed energia da vendere (alla sottoscritta e anche a qualche altra poveretta:-)). Nel frattempo la sottoscritta tanto lavoro, una notte insonne, il telefono ko e i litigi con il corriere di turno (non riesco ancora a capire come sia possibile avere un pacco in consegna da un certo corriere ormai da un mese).  

E il Natale? Per ora fatico a capacitarmi che possa arrivare fra una manciata di giorni, anche perché siamo in attesa: della varicella di Lea. E qui pare funzioni un po’ come per le nevicate: previsioni incerte e tendenziose. 

 

 

Ieri ho impastato, giusto come forma di pallina antistress: pizza, focaccine e panini dolci. Quelli a forma di albero, scarpone e stella da schierare sulla tavola della vigilia. 

 

Buoni, morbidi e confortevoli per la colazione della mattina (ma qui, hanno avuto successo pure a merenda o come sbocconcellamento di passaggio).

L’idea di base è abbastanza smeplice, una sorta di panino brioché, con l’aggiunta di profumi e spezie che ricordino il periodo: succo di mandarino, scorzette candite di arancia fatte in casa, mirtilli rossi secchi, cannella, chiodi di garofano, zenzero e anice stellato.

Per la scorzetta d’arancia ho utilizzato un metodo veloce: ho bollito le scorze pelate a vivo e tagliate a stricse in acqua, sostituendo il liquido per tre volte. Ho quindi rimesso nel pentolino con un bel cucchiaio di zucchero e u bicchierino di acqua e fatto cucinare fino a quando il liquido si è consumato. Ho quindi fatto raffreddare e ritagliato a cubetti.

I panini invece.

Ingredienti

250 g di farina manitoba

150 g di farina 00

1 bustina di lievito secco

1 uovo

100 ml di succo di mandarino

50-70 ml di latte

un pizzico di sale

70 g di burro

90 g di zucchero

una manciata di arancia candita

una manciata di mirtilli rossi disidratati

un mix di spezie: cannella, anice, stellato, zenzero chiodi di garofano

zucchero a velo

 

Procedimento

Mescolate le due farine con il lievito, aggiungete lo zucchero, un pizzico di sale, le spezie, il burro a temperatura ambiente, aggiungete quindi l’uovo, il succo di mandarino e parte del latte tiepido. Lavorate il composto e se risultasse troppo secco unite ancora un paio di cucchiai di latte o acqua tiepidi.

Mettete a lievitare pe run paio d’ore in una ciotola coperta con un panno umido in ambiente caldo. Riprendete quindi l’impasto e unite i mirtilli e le scorze d’arancia. Lavorate a mano e formate delle palline. Ritagliate la palline con le formine o riempite degli stampi di forma natalizia con l’impasto facendo attenzione a non riempire troppo nè in altezza nè in ampiezza.

Rimettete a lievitare per 30-45 minuti. Spennellate con del latte e cuocete in forno caldo a 180° per 20-30 minuti.

Spolverate con zucchero a velo o ricoprire con glassa bianca a base di zucchero a velo e succo di mandarino.
Perfetti anche come segnaposto sulla tavola della Vigilia:-)

 

Crostata con la torta dentro e la melina sopra

Negli ultimi mesi mi capita spesso di contare le ore durante la notte. Il sonno che arriva tardi, i risvegli qua e là e la mente che invece di quietarsi approfitta per giocare brutti e scherzi. Risultato? Uhm, mi ricorderanno come una che avrebbe voluto dormire tanto. Avrebbe. Ma non potè:-)

A volte capita che nascono anche delle idee, delle più disparate: shopping virtuale da fare, viaggi intorno al mondo, arredo della casa che verrà,  progetti di lavoro. O torte. Come quella di oggi. Pensata e creata di notte, preparata il giorno dopo, con attesa fino alla sera (avevamo una cena…) per potersela mangiare. Sembra niente, ma se una aspetta dalla notte prima, beh diventa lunga la faccenda.

Comunque, per dire che questa è la crostata con la torta dentro e la melina sopra. Adorabile:-)

 

Sa di autunno con la pasta sucrée, più fine e leggera della frolla, e il ripieno "tortoso", profumato di cannella, uvetta e mele all’interno. Tiepida con una tazza di tè fumante riconcilia il pomeriggio che ormai comincia a durare un nonnulla.

Ho utilizzato mele grattugiate all’interno e una melina sopra della misura amata dai folletti che, dice Alice, affollano i boschi in questo periodo. Amano le foglie croccanti sotto i piedi, proprio come noi:-)

Questa la storia raccontata sabato sui sentieri dove abbiamo raccolto foglie da far seccare per i collages della pupa, mentre Lea, nel marsupio, sorrideva e "chiacchierava" di continuo .  

Un multicolor pieno di luce nell’aria ancora tiepida che ti fa innamorare di questa stagione.

E niente fa così autunno come i dolci con le mele, non trovate? 

Per la torta all’interno ho messo da parte burro e latte e ho sostituito con olio e yogurt e qualche cucchiaio di succo di mela.

Per il resto ho seguito la ricetta della mia infanzia, quella che preparava la nonna senza badare a pesi e bilance, con tanta uvetta e mele che diventano tutt’uno con l’impasto.

 

La ricetta.

 

Ingredienti

Pasta sucrée

250 g di farina 00
100 g di burro

90 g di zucchero a velo

un pizzico di sale
2 uova

 

Per la torta
150 g di farina
40 g di maizena
1 barattolo di yogurt naturale (150 g)

80 ml di olio di semi delicato

4 cucchiai di succo di mele 100%

90 g di zucchero di canna
3 uova
2 cucchiai di uvetta

2 mele renette o Golden

spezie miste (cannella, chiodi di garofano, zenzero, anice stellato)

1 bustina di lievito

 

1 melina

zucchero bianco, acqua, glucosio

 

Procedimento

Preparate la pasta sucrée. Mescolate la farina con il burro, tagliato a dadini a tempetarura ambiente, il sale e lo zucchero a velo. Lavorate con le punta delle dita fino a quando l’impasto diventa a grumi. Incorporate le uova, una alla volta e continuate a lavorare l’impasto fino a ottenre una palla. Avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigo per 30 minuti circa.

Intanto la torta. Mettete le uvette a macerare in una ciotola con il succo di mela. Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete l’olio, lo yogurt, quindi l’uvetta con il suo liquido e le mele, sbucciate e grattugiate. Unite la farina e la mazienza stemperate con le spezie e il lievito. 

Riprendete la pasta sucrée e stendetela a 3-4 mm. Rivestite una teglia da crostata, leggermente imburrata, con la pasta, pareggiate i bordi e svuotate all’interno l’impasto della torta. Ritagliate una forma di mela (o altro) dalla pasta sucrée e mettete al centro. Cuocete a 185° per 25-30 minuti.

Ora la mela.  

Ho fatto u paio di esprimenti col caramello. Nel primo ho usato acqua e zucchero, ma il risultato non mi piaceva, troppo bruno (ecco proprio caramello:-)). Nel secondo ho usato zucchero, acqua e glucosio: 100 g di zucchero semolato, 40 g di acqua e 40 g di glucosio liquido. 

Ho messo tutto a bollire in un pentolino antiaderente, raggiunti 140-150° (volevo un effetto abbastanza candido, altrimenti potete arrivare anche a 155°-160°) ho spento. E immerso la mela infilata su un bastoncino. 

Con il resto del caramello ho preparato dei lecca lecca, ma questa è un’altra storia che vi racconterò:-)

Sfornata la torta, ho messo al centro la mela e spolverato con zucchero a velo. E atteso, atteso, atteso prima di mangiarla:-)

 

Orzotto alla mela e la sua insalata

Sono reduce da un weekend di stanchezza accumulata con domenica forzata al riposo, causa tendinite fulminante al piede destro. Talmente fulminante che oggi è passata (in compenso la "madicina", benedetta Pippi che lo disse, ha preso ha martellate il mio stomaco). Così com’era venuta. Fenomeni strani, qui da noi, dice Lui. 

Passando alla cucina, come vi avevo anticipato qui è il tempo delle mele (uhm, con la festa anni ’80 poco o nulla in comune, vi ricordate no il ritornello "dreams are my reality" di Vic?:-)). E oggi, caso mai foste in ritardo con la cena e aveste a disposizione grosso modo gli ingredienti, beh seguitemi. C’è cena per voi, ok ora la pianto:-).

L’orzotto, le mele e la pasta di salame "brianzola"

L’ozo perlato è uno di quegli ingredienti che sto utlizzando con maggior frequenza nell’ultimo periodo. Perché? Ci piace, è versatile e più comodo del risotto, ma con un piacere simile. Quindi "orzotto" spesso.

 

Una delle versioni di qualche giorno fa è stata a base di mele, quelle acquistate qui.  Con Lea, poi, ho fatto un’incursione alla Botanica, per acquistare ricotta e crescenza fresca e sono tornata con la sporta piena. Tra le altre cose, la pasta di salame, prodotto tipico delle nostre zone. Perfetto per il mio orzotto con le mele.

La ricetta? Ingredienti per 3: 250 g di orzo perlato, 1 mela, 100 g di pasta di salame, olio extravergine d’oliva, qualche fettina di scalogno, 1 cucchiaino di Parmigiano Reggiano, succo di mela, sale, brodo vegetale

 

Procedimento

Fate appassire lo scalogno con un cucchiaino di olio, aggiungete la pasta di salame e la mela, sbucciata a tocchetti, mescolate e unite l’orzo. Sfumate con un bicchiere di succo di mele e rabboccate con del brodo vegetale. Portate a cottura, aggiustate di sale, mantecate con del Parmigiano e servite con qualche fettina di mela affettata con la mandolina molto sottile.

 

Avete voglia di qualcosa di fresco, dal sapore però autunnale, da accompagnare all’orzotto?

Et voilà, l’insalata di belga con mele (sì, sì ancora loro) e raspadura (pure questa nel bottino del giretto alla Botanica)

Ingredienti (per 3): due cespi di insalata belga, 1 mela rossa, una bella manciata di raspadura, olio extravergine d’oliva, succo di melograno, sale, succo di limone 

Facilissimo! Tagliate al belga a fettine e lavatela. Lavate la mela e affetattatela a fettine sottili, sottili. Spruzzate di succo di limone. Preparate il condimento.

Emulsionate l’olio con un pizzico di sale e il succo di melograno. Servite l’insalata con le fettine di mela, condite con l’emulsione e finite con la raspadura. 

 

 

 

Streghe, fulmini e scherzetti. Halloween!

Lo confesso, per me di solito Halloween significa zucca, zucca e ancora zucca, magari preparata con un copricapo da streghetta. E al giorno giusto questa giurin giuretta arriverà, anche perché ho un repertorio di zucche da far invidia al miglior banco "verdurifero". Però quest’anno, complice un lavoro per qualcun altro, ci ho provato gusto e ho sfoderato il repertorio di fantasmi, ragnatele e ossa. Divertente e un po’ trash:-) E dato che le ricette si sono accumulate e la notte spaventosa si avvicina (da giorni sono perseguitata da Alice che mi spiega che all’asilo stanno preparandosi per Halloween…), mi pare cosa buona e giusta condividere. Caso mai voleste cimentarvi pure voi. 

Che notte tempestosa sarebbe senza sangue di drago? Pare fortifichi e renda invincibili, consigliato a chi come me è in astinenza di sonno (sì, mi ricorderanno come una che varebbe voluto dormire ma poco potè, poverina:-)).

 

Halloween. Sangue di drago.

Ingredienti

1 cestino di fragole

1 banana

3 arance rosse

 

2 albumi

100 g di zucchero a velo

qualche goccia di succo di limone

caramelle di cioccolato colorate (vedi smarties:-))

 

Procedimento

Montate gli albumi a temperatura ambiente in una terrina a velocità media con due gocce di succo di limone, quando cominciano a gonfiarsi aumentate la velocità, senza smettere di sbattere incorporate lo zucchero a velo. Quando sarà incorporato del tutto, avrete la meringa liscia e brillante: ora prendete della carta da forno e con una sac à poche formate delle piccole meringhe. Cuocete in forno a 90°-100° per un’ora e mezza circa.

Frullate le fragole con la banana e il succo delle arance. Servite il beverone con una meringa decorata con un occhietto colorato.

Halloween. Ovvero la notte degli spiriti.

Fantasmi, fantasmi e ancora fantasmi. La ricetta è adatta pure per Miss Lea, visto che ho sostituito il latte con semplice yogurt bianco. Al posto delle solite patate io ho utilizzato un mix fra quelle tradizionali e quelle americane dolci. 

E ho posizionato i fantasmini su una vellutata di zucca (tanto per cambiare:-))

Per chi amasse il soggetto consiglio i fantasmini anche dell’Halloween che è stato. 

 

Ingredienti

2 patate gialle

1 patata americana

1 cucchiaio di Parmigiano Reggiano
1 cucchiaio di ricotta
2-3 cucchiai di yogurt naturale

1 cucchiaino di olio EVO

una manciata di lenticchie nere o beluga (ma anche quelle tradizionali vanno benissimo!) cotte

aneto, cumino

 

Procedimento

Pelate le patate e cuocetele nel cestello a vapore con una foglia di alloro. Passate le patate allo schiacciapatate e mscolate con la ricotta, il parmigiano e lo yogurt. Profumate eventualmente con un pizzico di aneto. Inserite il composto in una sac à poche e ricavate dei piccoli mucchietti simili a fantasmini da appoggiare su carta da forno. Passate in forno a 175° per 10 minuti. Servite con una vellutata di zucca:-)

 

E nella vellutata cosa volete intingolare? Ossa, ossa e ancora ossa. Ovvio focacciose. Niente ricetta qui, semplicemente munitevi di pasta di pane ben lievitata e formate delle ossa, spennelate con una salamoia di olio, acqua, sale e rosmarino e cuocete in forno!