da miralda | 22 Nov 2010 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber

Bello era bello. Immaginate (e poi bè lo vedete in foto) un cespo di foglie simili a spinaci che ricordano una rosetta. Quando l’ho visto la prima volta ho pensato: lo voglio. Sono passate settimane, perché non sono più riuscita a ripassare dal gruppo di agricoltori locali dai quali avevo fatto acquisti ad ottobre. Finalmente venerdì il tatsoi è arrivato. Splendido (e strapieno di terra). E subito dopo ho pensato: e mo’ che ci faccio?
Prima cosa ho cercato di capire come si catalogasse, non so voi ma io non avevo la minima idea di che diavolo fosse il tatsoi fino all’altro ieri. Mi avevano detto, gli agricoltori, che era una sorta di spinacio, senza però nitrati e acido ossalico che possono dare fastidio ai più piccoli. In realtà spulciando in rete è molto più vicino per parentela al bok choi. E bè a questo punto le idee saranno chiarissime:-). Diciamo che è quasi spiccicato allo spinacio ma l’odore e il sapore ti dicono immediatamente che è della famiglia delle rape.
Capito tutto ciò ho guardato le cinque o sei rosette della cesta e ho cominciato a pulire e lavare. Ecco erano le foglie più terrose che io abbia mai avuto fra le mani e il lavaggio ha preso una mezz’ora e più.

Ed è stato mentre lavavo e lavavo e lavavo che ho avuto la prima idea. Ho lasciato da parte una rosetta da fotografare e ho pensato al mio pranzo.
Passo indietro. Era venerdì, mezzo sole dopo giorni di pioggia, ero inaspettatamente a casa (saltato appuntamento lavoro del venerdì:-)), da sola, lavavo i tatsoi ascoltando questo qui. E ho scelto qualcosa che volevo mangiare io senza tanto pensare a cena, pupa e pupo.
Sono nate le gallette. E ho deciso che non posso cucinare e fotografare da sola (I miss Miss Cia) perché finisco per mangiare troppo:-).
Le gallette di tatsoi: ho assaggiato prima, durante e dopo. Per me le ho rosolate in padella (bè direi fritte:-)), poi con il resto dell’impasto ne ho interpretato una versione più leggera in forno per la sera (ecco questa è quella per i pupi, almeno sotto i due, tre anni).
Chiaramente una volta scoperto un soggetto ho deciso di applicarmi alla causa, giusto per dirvi che non finisce qui col tatsoi:-).
Le gallette. E ora dove lo trovate voi lo "spinacio asiatico"? Non lo so. Provateci, e se proprio non va sostituite con spinaci o foglie di cavolo a striscioline sottili, sottili.
Nota a margine. Prendete la base delle gallette, variate con gli ingredienti e avrete un modo diverso per proporre le verdure al pupo.

Ingredienti (per 15 gallette)
200 gr di tatsoi freschi
1-2 patate (circa 300 gr)
1 uovo
2-3 cucchiai di farina
2 cucchiai di yogurt
scorza di limone
1/2 cucchiaino di lievito
(eventuale sale, yogurt o salsa di soia per accompagnare, salsa di soia dai 24 mesi)
Procedimento
Pelate le patate e grattuggiatele a julienne (basta usare una grattuggia a fori grossi), tagliate le foglie di tatsoi a strisce sottili. In una ciotola sbattete l’uovo, aggiungete le verdure e la farina setacciata con il lievito. Unite lo yogurt quanto basta per avere una pastella abbastanza densa. Profumate con il limone e lasciate riposare per una mezz’ora.
In forno: prendete della carta da forno e con un cucchiaio di impasto formate delle polpette piatte. Passate a 175° per venti, trenta minuti.
In padella antiaderente: ungete con olio, fate scaldare e formate delle specie di piccole frittatine con un cucchiaio di impasto per volta, girate da una parte e dall’altra e servite.
da miralda | 27 Ott 2010 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber

In questi giorni dire che vado di fretta bè non descrive ancora esattamente le giornate. Fortuna vuole che parte del tanto lavoro sia cucinare, cucinare, cucinare e fotografare, fotografare (e prima o poi ve ne dirò il motivo). Capita allora di costruire la cena con avanzi o con assemblaggi di avanzi. Tanto che un piatto che a chiamarlo fast uno si fa una risata, in realtà diventa cosa facile, facile. Prendete le lasagne alla zucca di oggi.
Praticamente si son fatte da sole (sì col piccolo aiuto della sottoscritta che aveva cotto quantità smisurate di zucca e fatto scorta di ricotta).
Allora apriamo parentesi. La zucca. La meravigliosa zucca (ammiratene le fattezze goffe e tozze in foto) è una Buttercup Squash (quest’ultimo termine indica semplicemente il suo essere zucca) ed è stata conquistata, un paio di settimane fa, durante la mia escursione da produttori locali di verdura e frutta bio. E devo dire che ci ho perso la testa in queste zucche tanto che al momento a casa ne ho diversi esemplari, Buttercup ma anche Hokkaido (prometto variazione anche della suddetta).

Per il momento ho inaugurato la prima e devo dire che la polpa è proprio dolce e vellutata, ancora meglio della mantovana che di solito compravo.
Ne ho cotta al vapore una buona metà.
Di quello che mi è avanzato ne ho fatto una sorta di purè morbido profumato di salvia e alloro per condirci le lasagne di farro. E con queste ci sta che è una meraviglia!
Ho sostituito la besciamella con ricotta (di mucca) allungata con brodo vegetale (avanzato dalla cottura al vapore della zucca) seguendo (sì per una volta, mi sono fidata!) il consiglio sulla confezione delle lasagne.
Pare infatti che essendo di farro hanno bisogno di parecchio liquido per non risultare asciutte e secche. E poi? Giusto una spolverata di parmigiano e via in forno.
Il formato? Un anno abbondante come valida ( e aggiungerei molto gustosa) alternativa alla solita lasagna (e non mi chiedete quale:-)).
piesse: se avete pupo inizio svezzamento vi consiglio di preparare la ricetta per voi e di proporre a lui il purè (senza latte) con zucca, patata dolce e spicchio di mela (tutto cotto al vapore) schiacciate. Un perfetto comfort food per bebè.
Ingredienti (per tre)
10-12 sfoglie di lasagne di farro
400 gr di zucca
250 gr di ricotta
brodo vegetale (ad esempio quello della zucca)
parmigiano
1/2 bicchiere di latte
salvia, alloro
sale
Procedimento
Schiacciate la zucca che avete cotto al vapore allungando con il latte e del brodo vegetale, aggiustate di sale e insaporite con salvia e alloro (che poi potete togliere). Dovrete ottenere un purè un po’ liquido.
Allungate la ricotta in una scodella sempre con brodo vegetale.
In una teglia da forno disponete prima del purè di zucca, poi un primo strato di sfoglie di farro. Condite con la ricotta (come fosse besciamella), poi il purè, quindi spolverate di parmigiano. E così via fino ad esaurimento. Bagnate le lasagne con qualche cucchiaio di brodo vegetale prima di infornare e coprite con carta domopack durante la cottura (togliete solo cinque minuti prima della fine per dorarle). In forno per 30 minuti circa a 175°.
da miralda | 30 Set 2010 | 18-24 mesi, Winterzauber

C’era una volta un biscotto che sperava di essere proprio un cappellino, di quelli buffi da mettere sotto la pioggia. Bè lui, impastato a farina grossa di grano saraceno e riso, proprio ci sperava. Incappò nella pupa, quella che si alza in alto, alto, si infarina che pare un pupazzo di neve e con la vocina reclama il proprio bottino. Giusto un pezzettino per far da sola, altrimenti che gusto c’è? Fortuna volle che appena sfornato e gobbosetto (qualcuno era stato poco attento a cucire bene il sopra e il sotto) arrivò la pioggia e alla fine un cappello è cappello e quando non ci si vuol bagnare anche un biscotto non è poi tanto male. E l’uccellino stupito? Che voi avete mai visto qualcuno uscire con copricapo biscottoso?
Di tutte le ricette messe insieme col cesto d’uva (e stavolta è propria finita!) questa mi ha dato le soddisfazioni maggiori. Ok, non è stato assalto al primo morso come la focaccia (che buona!!), non mi sono sentita molto "proustiana" come col sugo all’uva, ma ho creato veramente di sana pianta mia e ho diviso l’impasto con la pupa (e il cappellino ancora ne risente:-)). E c’è ancora mia nonna che scuote la testa e mi chiede come "cavolo faccio a cucinare con l’aliciotta": bè la nonna bis non è notoriamente conosciuta per la sua pazienza dai tempi in cui fece sparire sotto il naso di uno zio il piatto dove stava ancora mangiando mucho (troppo) lentamente per lei:-).
La pupa da parte sua ha vissuto il biscotto copricapo come un successo culinario da ricordare: ne sa qualcosa Mr B. che è stato costretto a "cibarsene" tra l’aperitivo e la cena.

La sottoscritta è lieta di comunicare che chiude così la sagra dell’uva e giusto, giusto per una settimana la cucina (pure a ottobre qualcuno se ne va on the road). Della serie torno subito ma anche no:-).
Che cosa aspettarsi nel frattempo? Personalmente che il mare sia di quelli autunnali: poca gente, spiaggia deserta, dune, sagre e miniere e un sacco di fotografie da fare che magari poi ve lo racconto.
Voi? Bè spero facciate i biscotti buoni quanto i nostri (e sì, buoni lo erano) magari dalle forme più nobili che mica può sempre piovere!

piesse: dimenticavo l’impasto è di quelli senza glutine, solo farina di grano saraceno e di riso, io per quello che riguarda il primo tipo ne ho utilizzata una a grana non finissima che ha fornito ai biscotti un gusto tutto particolare.
Formato? 18-24 mesi (che c’è tanto zucchero e burro:-))
Ingredienti
130 gr di farina di grano saraceno
170 gr di farina di riso
1 uovo + 1 tuorlo
100 gr di zucchero di canna
scorzetta di limone
un pizzico di cannella
90 gr di burro
un cucchiaino di lievito
uva in chicchi (o mosto d’uva)
ricotta
Procedimento
Montare il burro sbattendo con la frusta, aggiungere lo zucchero e quindi l’uovo e il tuorlo, la scorza di limone e la cannella. Unire a pioggia le farine, quindi il lievito. Finire di impastare a mano, avvolgere nella pellicola e riporre in frigo per un’oretta. Riprendere l’impasto e stendere. Dovete ricavare con una forma di taglio biscotti tonda la parte sotto e quella sopra. All’interno io ho riempito con ricotta macchiata con mosto d’uva o con ricotta e chicchi d’uva a metà. Infornate a 175° per 10-15 minuti: i biscotti saranno pronti quando dorati ma morbidi.
da miralda | 28 Set 2010 | 18-24 mesi, Dal Mondo, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, La colazione, Winterzauber

Per questa ricetta mi è venuto in soccorso un vero plotone di chef, cuoche e dee, oltre, of course, alla cucina americana in breakfast style. L’idea, mi spiace per chi di uva non ne può proprio più, era di preparare i supertradizionali pancakes con la rifinitura di chicchi d’uva. Poi il gioco mi ha preso la mano. Ho cominciato a farci un sacco di giri attorno, a sbirciare nelle cucine di altri (ad esempio le dee Nigella e Donna Hay) e a voler fare a modo anche un po’ mio. E dopotutto fare i pancakes dolci che divertimento c’è? Ecco allora che ho scelto la versione salata e al posto dello sciroppo d’acero ci ho piazzato dell’italianissimo miele di castagno. Come dire ho fatto un gran miscuglio di tradizioni, stili eccetera, eccetera.
Questo è un periodo in cui ho una vera e propria fissa per gli impasti con farine alternative (il più riuscito versus Alice trattasi di focaccia con farina di ceci, che non è farinata ma per l’appunto focaccia). E pure i pancakes per buona pace del popolo a stelle e strisce non sono passati indenni: la sottoscritta ha decretato kamut. E farina di kamut è stata usata.
Confesso che la pupa non pare avere una grande predilezione per il pancake, non è andata matta per la versione dolce, preparata tempo fa, non sembra aver avuto gran successo quella salata, almeno fino a quando non ci ho aggiunto del formaggio fresco sopra. Per il momento crepes e blinis battono 1 a 0 pancakes.
E voi cosa preferite? Bè, magari siete del partito "french toast": la sottoscritta lo adora da una colazione in Provenza di anni e anni fa, anche se pare che di francese abbia giusto l’aggettivo del nome, non l’origine, ma io ai tempi mica lo sapevo:-).

Torniamo al pancake: in realtà per i pupi può essere una simpatica digressione sul tema uova e dintorni, alternativa a frittate, omelette e crepes.
La versione dolce si può arricchire di frutta fresca, quella salata di verdure, prosciutto o uva, come abbiamo fatto noi:-).
Il formato? 18-24. La versione salata, accompagnata da verdura, costituisce piatto completo:-).
piesse: si ringraziano Nigella e Donna per la divagazione alla ricotta:-)

Ingredienti (per una 20 di pancakes)
100 gr di farina di kamut
70 gr di farina bianca
2 uova (albumi e tuorlo separato)
100 gr di ricotta
200 ml di latticello ( o 100 latte+100 yogurt naturale)
un pizzico di sale
una manciata di uva nera
miele di castagno
1 cucchiaino di lievito istantaneo
Procedimento
Mescolate la farina con un pizzico di sale, il lievito, i tuorli, la ricotta e il latticello (latte+yogurt). Aggiungete gli albumi montati a neve delicatamente. Fate risposare qualche minuto, unite gli acini di uva. Riscaldate una padella antiaderente unta con poco burro. Mettete un cucchiaio abbondante di impasto e cuocete prima da una parte poi dall’altra. Se volete potete tagliare poi i pancakes con una formina (ma anche no:-)) e servire con miele di castagno e altro formaggio (tipo latteria gratteggiato).
da miralda | 22 Set 2010 | 18-24 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber

Sa di autunno, basta fare un morso, affondare i denti, e perdersi. Deve essere calda, magari appena sfornata, con quel croccante proprio dell’essere focaccia, ma dolce, che proprio non te lo aspetti. Risultato? Provate a guardare le foto.
Questa è Alice, ora 16.30, giusto rientrata dall’asilo. Direi passione al primo morso:-). Confesso che condivido. Non ho mai apprezzato le focacce dolci acquistate un paio di volte dal panettiere. Mi sono sempre parse un ibrido, poco, poco convincente. E invece questa all’uva l’ho trovata "a-d-o-r-a-b-i-l-e".
Questo è il secondo esperimento con l’uva della cesta. In realtà niente di nuovo perché con la ricetta, di origini toscane, si sono cimentati parecchi. Bè, naturalmente, come mio solito ci ho messo qualche sperimentazione, con indubbio compiacimento: dopotutto la cucina è libera, democratica e se è creativa, ancor meglio.

L’intenzione, quando l’ho fatta settimana scorsa presa dall’ebbrezza della "vendemmia", era di farne il piatto del 21, giusto per l’inizio dell’autunno (che per quanto ho scritto e magari avete inteso per me pareva già bello che arrivato). Poi ieri sono stata travolta da una serie di eventi.
Dall’aliciotta felice che per due giorni si è disperata (ma veramente disperata con grida e così via) all’arrivo all’asilo: direte, è normale, bellezza, bè la mamma si preoccupa, soprattutto se così non fu mai:-).
Poi dalla chiacchierata fatta a Milano, ospiti di Prenatal, con Valentina di Design per Bambini, Sara di Smamma e Chiara di Machedavvero(ho letto in poche ore il suo libro "Quello che le mamma non dicono", e devo dire che da parecchio non mi facevo così tante risate, riconoscendomi, stando seduta in poltrona) e Chris Wilson (sempre di Prenatal).
Personalmente mi sono divertita parecchio, per una volta ho parlato poco, poco o quasi (che ero lì a moderare:-)) e ho soprattutto scoperto delle persone reali, interessanti e con molte cose da dire.
Ad un anno e poco più dalla messa on line del Cucchiaino, sono stata felice di aver più volte cambiato strada (almeno nel lavoro) perché tante cose non sarebbero altrimenti state:-).

La ricetta. Io ci ho fatto giusto due divagazioni: i semi di anice e l’uva schierata di tutte le fogge (dovevo pur terminare la mia cesta, no?).

Ingredienti
500 gr di farina manitoba
12 gr di lievito di birra
120 gr di zucchero di canna
600 gr di uva (fragola, bianca, nera…)
olio EVO
semi di anice
Procedimento
Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero. Lasciate risposare per qualche minuto (il lievito schiumerà e crescerà). Unite il lievito alla farina con 2/3 dello zucchero, aggiungete un cucchiaio di olio e impastate aggiungendo acqua quanto basta per ottenere un impasto morbido ma compatto (se usate il robot sarà pronto quando un’unica massa di attorciglierà al gancio). Prendete la palla, mettetela in un panno umido o ancor meglio in una ciotola e lasciate lievitare in un luogo caldo (ad esempio il forno a 35°) per un paio d’ore. Riprendete l’impasto, dividetelo in due parti e stendetelo su carta da forno: prima una parte, coprite con l’uva (togliete se possibile i semini), qualche seme di anice e spolverate con lo zucchero di canna. Ora stendete l’altra parte dell’impasto e sovrapponetelo sopra, ripiegando i bordi per unirli e chiudere. Condite la parte sopra con olio, uva, zucchero e semi di anice. Posizionate in forno a lievitare per un’altra mezz’ora. Quindi cuocete a 210° per venti minuti circa.
da miralda | 27 Ago 2010 | 18-24 mesi, Estate, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, In Viaggio, In Viaggio

Sono state settimane piene di nuvole, alcune più grandi altre meno, nuvole che mi hanno lasciato poca voglia di scrivere. Poca voglia di cucinare, giusto il desiderio di sfornare: impastare qua e là con l’aliciotta, pane, cakes e biscotti, e ritrovare uno di quei piatti che ancora oggi la nonna bis fa. Mi ha preso l’idea che riempire la casa di profumi, caldi (bè effettivamente sono stata graziata dal tempo anche lui annuvolato) e "coccolosi" fosse un ottimo rimedio per scacciare le nuvole ed essere meno inquieta. Ed è stato così che mi sono pure dimenticata di scrivere per dire buone vacanze o quasi (e pensare che Miss Cia aveva anche creato uno splendido au revoir): sarà per l’anno prossimo?:-).
Qualcuno penserà ad una grande confusione in queste fotografie, bè prendetelo un po’ come una parte del nostro agosto: i panini al farro appena sfornati, Mr B. e la pupa sulla sedia a dondolo (ne vedete mani e panini mangiucchiati:-)), il riso al forno di mia nonna (appena ne ho sentito il profumo è stato un po’ un salto all’indietro negli anni, avete presente no le madeleine proustiane?), la mano di una amica, ormai di quasi mezza vita, alle prese con la pappa del suo pupo formato 9 mesi durante una gita in montagna e il lago visto dal lago per il primo battesimo di pupi in acqua dolce.

Di questi giorni, naturalmente, vi lascio le ricette e i riflessi, simili a quelli che fanno le case sul lago. E’ strano come le cose che ti stanno tanto vicino all’improvviso le vedi con occhi diversi. Un po’ come succede quando ho iniziato a guardare con gli occhi della pupa.
I panini, il riso, il lago, risalito da Domaso (siamo sul ramo di Como) giù fino all’isola Comacina (diciamo poco prima della casetta di Clooney) e quell’acqua, per me sempre stata da guardare come fossi pure io un personaggio da "Piccolo Mondo Antico" e dove invece la pupa mi ha trascinata, con molte remore che dopotutto eravamo giusto nel mezzo fra i due rami, per un bagno che "mamma, ma non è salata!". E la sottoscritta di solito "il pericolo è il mio mestiere" ha bardato la pupa con ogni accessorio possibile che favorisse il galleggiamento.
piesse: per chi non avesse dimestichezza coi laghi, quello in alto, in apertura, è un box o garage o rimessa, come la chiamate. Della serie: "Caro, hai messo la barca a fare la nanna?":-).

E le ricette? Riso, panini e la pappa di Wonder.
Col riso non ho inventato nulla di nuovo: il piatto della nonna bis è stato rodato negli anni e tramandato nientemeno che dalla mia bisnonna:-). Io ci ho fatto giusto qualche modifica qua e là (impossibile seguire per la sottoscritta una ricetta senza ad un certo punto voler far da sè:-)). La più grossa? Aggiungere zafferano spagnolo come fosse una paella, ma voi fatene a meno.
Il formato? Due anni suonati, ma forse anche meno dipende un po’ dal pupo.
Il bello della ricetta? Il profumo appena sfornato: l’ho talmente decantato alla pupa che non ha fatto altro che annusare e annusare…

Ingredienti (per una teglia abbondante)
200 gr di riso carnaroli
2-3 patate leggermente scottate in acqua (giusto dieci minuti)
200-300 gr di pomodori freschi
basilico e timo
parmigiano (mia nonna dice sempre "in abbondanza")
aglio
olio extravergine d’oliva
pangrattato
sale
brodo vegetale
Procedimento
Mettere a bagno il riso in acqua tiepida leggermente salata (per una mezz’ora). Nel frattempo tagliate a fette sottili le patate leggermente bollite. Frullate una parte dei pomodori (eventualmente sbollentati in acqua e spellati) con olio, sale, basilico, timo e una o due fettine di aglio.
Prendete una teglia, bagnate con un po’ di passata di pomodoro, ricoprite di patate sottili e poi di riso, quindi di nuovo passata, patate, pomodori a pezzi e parmigiano. Continuate così, sull’ultimo strato spolverizzate anche di una manciata di pangrattato. Bagnate con un paio di mestoli di brodo vegetale e infornate a 175° per 50 minuti (ricoprite il riso con domopak in maniera che non secchi troppo). Di tanto in tanto bagnate con brodo vegetale (come si fa con la paella). Verso fine cottura togliete la carta in maniera da creare una crosticina. E poi godetevi il profumo!
Panini al farro
E i panini? Era da tempo che volevo sperimentare un pane con farina diversa dalla tradizionale, simile ad un panino al latte (perché la pupa ne va matta:-).
La scelta è caduta sulla farina di farro. Il risultato? Bè Mr B. ha detto "eccezionale", of course potrebbe essere di parte:-). Mentre io mi sono innamorata della foto delle mani di pupi&papi.
Il formato? Dall’anno in poi.

Ingredienti
300 gr di farina di farro
200 gr di farina manitoba
12 gr di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di sale
200 ml di latte tiepido
1 cucchiaio di burro (circa 40 gr)
semi vari (sesamo, papavero…)
Procedimento
Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero. Lasciate riposare per qualche minuto. Intanto unite le due farine nella ciotola dell’impastatrice. Sciogliete il sale in due dita di acqua tiepida e unite alle farine insieme al lievito. A poco a poco aggiungete il latte tiepido regolandovi con la quantità in base all’impasto (che non deve risultare nè troppo asciutto nè troppo bagnato). Una volta che si è formata la palla di impasto coprite con un panno umido e mettete a lievitare in luogo caldo (ad esempio il forno a 35°-40°) per un paio d’ore.
Quando sarà raddoppiato di volume riprendete, reimpastate e formate tanti panini a piccole pagnotte. Spolverizzate con dei semi e spennellate con poco latte. Rimettete a lievitare in luogo caldo per un’altra oretta.
Riscaldate il forno a 210° e infornate per venti minuti, abbassate a 190° e lasciate cuocere fino a quando i panini diventano dorati.
piesse: dimenticavo la pappa da trasferta per il piccolo Wonder (il pupo della mia amica che è una meraviglia:-). Formato? 7-8 mesi.
La pappa di Wonder
una zucchina piccola
1 foglia di lattuga
1 fettina piccola, piccola di zucca
un odore di carota
giusto una fetta di patata
qualche pisellino
1 cucchiaino di formaggio grana reggiano
1 cucchiaino di olio
ricotta fresca da aggiungere
1 foglia di basilico fresco
Il procedimento? Bè qui basta bollire tutte le verdure, frullare con poca acqua, olio e parmigiano. Trasferire nel porta pappa e al momento servire con la ricotta fresca.