da miralda | 13 Gen 2011 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Prendete una pupa. Una, a caso o quasi. Perché questa un pochino la conoscete. Almeno in cucina. Mangia pressoché tutto, più o meno con passione. Sperimenta volentieri, di solito e va assolutamente matta per una lovelist che conta in topfive di sicuro formaggi, pomodorini e uovo (quello alla coque). Bene la pupa è a dieta per sette, dico sette giorni.
E dopo aver contato sulla mano quello che potevo proporle, aver cucinato sull’isola diversi brodi e vellutate a base di poche verdure stagionali, oggi è arrivato il tortino a base dei semi amati dai canarini, il miglio.
Tutto è cominciato sabato scorso durante i giorni di vacanza. Pic-nic a pranzo, approfittando di un sole quasi primaverile. E l’aliciotta a godersi burrata e pomodorini (ammetto è una delle pochissime verdure non di stagione che alla fine ogni tanto compro pure a gennaio). Ebbene è stato l’ultimo pranzo di passione, consumato su seggiolina fronte mare.
Perché giusto due minuti dopo sui piedi nudi della pupa abbiamo notato puntini e punti rossi. E non riuscendo Mr B. a proclamare diagnosi chiara e certa, siamo andati come tutti al pronto soccorso.
La cosa divertente è che con la pupa mi è capitato solo due volte di ricorrere a un "presidio medico esterno", in entrambi i casi eravamo a La Maddalena.
Bene qui il pediatra decretò: orticaria virale. E Alice cominciò a contare gli alimenti aboliti dal suo menù in questi giorni.
C’è stato un pianto, improvviso quando nella conta spuntò anche la burrata che Mr B. si affrettò a consumare in fretta dietro lo sportello del frigo:-).
L’orticaria ormai è passata e gli alimenti della lista nera stanno in piccole dosi ritornando.
Coincidenza vuole che proprio in questi giorni io abbia lavorato ad un servizio su intolleranze e allergie. E tra le altre cose abbia intervistato un esperto allergologo (giusto per conoscenza, nel caso vogliate cercare info in più sul tema, è il dott. Attilio Speciani).
No, che pensate! Non ho approfittato per una consulenza, però ho scoperto una serie di cose inaspettate. Come il concetto di costruzione della tolleranza alimentare: per farvela breve non si tratta nel caso delle intolleranze di abolire e eliminare in toto, ma di dosare gradualmente, impostare nuovamente l’alimentazione, far adattare il sistema immunitario introducendo a piccole dosi. Una sorta di secondo svezzamento, ho pensato.
Un approccio che ad esempio ho adottato con la pupa nel caso del pomodoro o del parmigiano: piccole dosi, con piccole interruzioni.
Voi che ne pensate?
Beninteso l’orticaria della pupa non era dovuta a un’intolleranza alimentare ma era un fenomeno virale che chiaramente peggiorava con alimenti per lei più difficili da tollerare (da qui la decisione di eliminare per pochi giorni).
Per tornare al tortino che qui la questione si fa lunghissssssima e la palpebra cede, trattasi di ricetta senza formaggio alcuno, miglio e verdure e poco più.
Ingredienti (per tre tortini)
100 gr di miglio
200 gr di spinaci
2 carote
1 fetta di zucca
olio extravergine d’oliva
erbe aromatiche (tipo timo, alloro, salvia)
(eventuale prosciutto cotto, pizzico di sale dopo l’anno)
Procedimento
Lavate le verdure e cuocetele al vapore, prima carote e zucca, verso la fine, solo per cinque minuti gli spinaci. Nell’acqua di cottura potete aggiungere una foglia di alloro. Sciacquate il miglio e lessatelo nell’acqua di cottura delle verdure, scolate e condite con un trito di erbe aromatiche e un cucchiaio di olio. Schiacciate le carote e la zucca a forchetta e mischiate con il miglio.
Frullate parte degli spinaci con poca acqua di cottura e un cucchiaino di olio. Intanto con il miglio riempite una piccola teglia (da minitortina o quiche) poco unta. A metà potete inserire una fetta di prosciutto cotto. Passate in forno caldo per 10-15 minuti. Sfornate e servite con la passata di spinaci.
da miralda | 30 Dic 2010 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Ripenso all’anno quasi passato e mi pare di prendere una lunga boccata d’aria e fare immersione. Riemergo in un attimo: il tempo è volato. Metto in fila i ricordi, quelli belli e quelli che lo sono stati un po’ meno. E’ facile, da qualche giorno mi sono messa a riguardare mille foto per regalare alla pupa il calendario 2011 e un libro di immagini 2010. E ogni foto è un tuffo, unico, dove ti immergi, ti perdi e ti ritrovi. E’ pazzesco come tutto sembra essere una danza, veloce, veloce, e oggi che ti fermi, giusto un giorno prima che sia l’anno nuovo, ho l’impressione che la tristezza, la fatica, e il dolore siano quasi dimenticati. Deve essere Alice, credo, e la magia dei bambini, della mia pupa che posso quasi accarezzare nelle immagini.
Strano per me, chiudo il 2010 in pace, con me stessa, con quello che avrei voluto fare, che avrei voluto vedere. Senza se e senza ma: non mi capita spesso.
A voi lascio i nostri auguri, il cucchiaino, a cui devo tanto e una stella, beluga "doc" in un certo senso:-).
La ricetta è formato 18-24 mesi in sù, io ho scoperto le lenticchie "beluga" (sì, proprio come il caviale) per caso. Ne sono rimasta conquistata e le ho volute utilizzare per una ricetta di Capodanno speciale.
C’è stato naturalmente chi ha improvvisato coi suoi di pentolini, e anche questo qualcuno ne è rimasto terribilmente conquistato:-)
Le ho unite al bianco, nere com’erano, perché mi piacciono gli opposti, si completano e compensano, e mi paiono, bianco e nero, tanto evocativi di questi dodici mesi.
Munita di formine a stelle di diverse fogge (una notate è quella per l’uovo, a stella) ci ho giocato nel piatto così, e così.
Buon 2011 e… la ricetta!
Ingredienti (per tre)
250 gr di lenticchie nere
150 gr di miglio in grani (ma potete sostituire con cous cous)
300 gr di coda di rospo o pescatrice
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
erbe aromatiche (rosmarino, salvia, menta, alloro)
olio extravergine d’oliva
sale (o gomasio)
brodo vegetale
Procedimento
Tagliate il cipollotto a fettine sottili e fate dorare in padella con lo spicchio di aglio, il mazzetto di erbe aromatiche e l’olio. Stufate dolcemente e aggiungete le lenticchie, bagnate con brodo vegetale (o acqua tiepida). Fate cuocere per 30 minuti circa, aggiungendo brodo se necessario. Insaporite con un pizzico di sale o gomasio. Cuocete il pesce a vapore in un cartoccio per 10-15 minuti, profumando con una foglia di alloro. Nel frattempo fate cuocere il miglio. Sciacquate i grani e appena l’acqua bolle unite il miglio. Dovrà cuocere per cinque minuti o poco più. Appena pronto scolate, e sgranate a forchetta con un cucchiaio di olio, profumate con la scorza di limone. Ora mescolate le lenticchie con il miglio, usate delle formine per creare delle stelle sul piatto. Schiacciate anche il pesce, condite con una goccia di olio e un pizzico di sale e formate anche con questo delle stelline nel piatto. Basta riempire le formine del composto, schiacciare leggermente con le mani e togliere la forma.
da miralda | 30 Nov 2010 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
La prima volta che quest’anno ho pensato al Natale era fine agosto. Mai così presto, credo. Però sono giustificata, era per lavoro. E ancora con l’estate addosso ero lì ad impastare un po’ spaesata. Ora che il Natale sta per arrivare per davvero mi pare sia stata un’attesa lunghissima. La pupa, da parte sua, aspetta una lettera, sembra infatti che le debba arrivare un invito da Santa Klaus e folletti (o almeno Mr B. lo sostiene). Da parte mia io ho impastato, giusto oggi per avere quei 24 biscotti da afferrare da domani. Come l’anno scorso, ci sarà il calendario , quello della renna, ma anche una scatola, che i biscotti sono fuori formato rispetto alle finestrelle.
Per i nostri biscotti natalizi abbiamo convocato un bosco intero a dare forme e profili. Ci sono la renna (un vero simbolo per noi nelle prossime settimane!), la volpe, il riccio, l’orso polare e lo scoiattolo. Qualcuno, prima di cadere nella scatola, ha pensato bene di inzupparsi nel cioccolato: chi la zampa, chi il musetto, chi le corna.
Ammetto che mi sembra quasi strano che domani sia veramente il primo di dicembre. Questi mesi sono volati e ora mi sento come da bambina quando impaziente aspettavo e aspettavo, e ogni giorno pareva dover portare una sorpresa. La cosa pazzesca è che ora ho una complice irresistibile, mia figlia.
Lei, bè, un paio di desideri li ha già espressi, vi dico solo che uno riguarda un mattarello "piccolo, piccolo" per aiutare la sottoscritta a pasticciare:-).
Io, per i miei, sto incrociando le "fingeres" come diceva una volta un’amica, per intenderci le dita di tutte e due le mani.
I biscotti. Sono molto leggeri, infatti ho impastato con olio e succo di arancia e limone. C’è giusto l’aggiunta di cioccolato a renderli più speciali (da escludere se il pupo è sotto i due anni, se non per una leccata piccola, piccola).
Miss Cia, poi, ha creato una scatola immaginaria per contare i giorni da qui alla vigilia. In mancanza o in alternativa di un calendario è un modo divertente per coinvolgere il pupo ad una caccia al tesoro che dura quasi un mese.
Ingredienti
200 gr di farina
40 gr di maizena
succo di due arance e mezzo limone
1 uovo
75 gr di zucchero a velo
cannella
70 ml di olio di semi o oliva molto delicato
1 cucchiaino di bicarbonato
1 tavoletta di cioccolato fondente
(1 cucchiaino di sciroppo di glucosio)
Procedimento
Sbattere l’uovo con lo zucchero a velo, aggiungere il succo di arance e limone e l’olio. Unire la farina stemperata con la maizena, il bicarbonato e la cannella.
Continuate ad impastare fino ad ottenere una palla abbastanza morbida. Avvolgetela in pellicola e mettete in frigo a riposare per un’oretta. Tirate fuori e stendete. Con le formine ricavate i biscotti (del bosco, a stella o come più vi piace).
Cuocete in forno caldo a 175° per dieci minuti.
Nel frattempo fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria, una volta sciolto unite lo sciroppo di glucosio (serve a rendere la glassa più lucida, potete anche farne a meno).
Immergete una punta o anche tutto il biscotto nella glassa al cioccolato, quindi appoggiate su carta da forno e lasciate asciugare per qualche ora.
Riempite una scatola e via al conto alla rovescia.
da miralda | 26 Nov 2010 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
In questi giorni ho giocato ancora con tatsoi e kaki (ne avevo una cassetta intera dopotutto da smaltire!). E ho cominciato a "biscottare" giusto per prepararmi a riempire le caselline dal primo al 24 dicembre (e qui partirà il solito mi pippone "amo Natale" nel giro di pochi giorni:-)).
Però è ancora novembre, ci sono la cassetta di kaki e l’entusiasmo dimostrato per le posatine (grazie a tutti, mi sono sentita in ottima compagnia:-)). In più si è aggiunta la neve, la prima che ancora non ti aspetti (abitiamo giusto qualche metro sopra il livello del mare). E i kaki sono finiti nel pudding, morbido, morbido, molto british e perfetto per il cucchiaino del pupo.
E’ la seconda volta che mi cimento con una di quelle preparazioni che fanno parte dei classici, ma proprio classici manuali da cucina inglese (per la quale non c’è personalmente una passione sfrenata:-)).
Comunque la prima volta che ho tentato il pudding era stato molto divertente perché era l’inverno scorso, eravamo a Londra e mi ero dovuta arrangiare con un pentolone senza cestino a vapore, stampo o altro, e quando entusiasta avevo rovesciato il fantomatico dolce diciamo che non aveva tenuto la forma (giusto per utilizzare un eufemismo).
Al secondo giro ho voluto tentare l’aggiunta dei kaki e ci ha guadagnato in ulteriore morbidezza con consistenza quasi budinosa e molto inglese (a detta di Mr B. che ha decretato "uhm, buono, ma british", tra le righe, "non gradisco":-)).
In realtà ‘sto pudding si parla strabene con una giornata di fine novembre, che ha il sapore dell’inverno, anche se la neve "è ancora poca" (la pupa dixit versus entusiasmo sottoscritta di stamane).
Utilizzate una forma da budino, magari anche più d’una da poter proporre monodose (non avrete così l’incubo dell’impiattamento). Tuffarci il cucchiaino nel dolce ancora tiepido è il gesto perfetto di questa giornata. Sarà inglese, sarà un po’ d’antan ma a chi importa?
Per la ricetta ho seguito la traccia di Mrs Pattern, già testata l’altra volta con qualche piccola modifica., il formato è sempre dai 12 mesi in poi.
Ingredienti
1 tazza di farina (circa 150 gr)
40 gr di burro
1/2 tazza di latte
2 cucchiai di zucchero di canna
1 uovo
1 cucchiaino di vaniglia in
1 cucchiaino di succo di limone
la purea di due kaki
1 cucchiaino di lievito
Procedimento
Mischiate farina, zucchero, lievito, vaniglia e burro. Aggiungete l’uovo sbattuto e il latte. Dovete ottenere una consistenza cremosa. Amalgamate purea di kaki e il succo di limone. Riempite con il composto uno stampo da budino o più stampi piccoli. Coprite con carta (tipo domopack o carta da forno) e legate il tutto. Posizionate nel cestello a vapore in una pentola con acqua, portate ad ebollizione poi abbassate (e lasciate ancora per 20 minuti). Potete anche posizionare direttamente nella pentola (io avevo fatto così l’altra volta), fate attenzione di chiudere molto bene con la carta lo stampo (giusto per evitare effetto pudding bagnato:-)).
da miralda | 18 Nov 2010 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Alzi la mano chi ha mai fatto il gioco delle posatine, quelle minuscole che ci trovi nei semi dei kaki dopo averli spezzati coi denti. Io da bambina lo facevo sempre e credo fosse uno dei motivi che mi facevano piacere i kaki. Non ci pensavo da anni e anni all’ultimo cucchiaino trovato, fino a quando ieri ho considerato l’ultimo cachi, lasciato da parte per accompagnare una ciambella di acqua e appunto kaki. Tra i quattro che avevo, guarda un po’, era il più asciutto e pensare di farne una cremina fresca senza frullare o aggiungere impossibile. Al solito, ho pensato, fino a quando mi sono accorta che il suddetto conteneva ben quattro semi, dico quattro, che ultimamente trovarne uno è già un’impresa.
Ne ho preso uno e l’ho messo sotto i denti. E sono tornata bambina.
Non ho trovato in successione tutte e tre le posatine (cucchiaio, forchetta e coltello), ma una serie di cucchiaini (chissà come mai:-)). E il kaki incriminato mi è stato immediatamente simpatico.
Ho sempre trovato stupefacente la pianta. Da bambina ricordo che ne vedevo diverse tornando da scuola, pieno novembre freddo, e quelle palle arancione acceso appese su rami che mi parevano secchi e morti. Un vero controsenso, o forse anche no, dopotutto gli opposti (sapete no, luce buio, vita morte, maschile femminile e così via…) convivono e la bellezza della vita sta anche in questo, no? Della serie la filosofia dei kaki:-).
Bè passiamo alle cose pratiche. La mia ciambella. Per una benedetta volta avevo deciso di seguire una ricetta, non mia, e aggiungerci giusto i kaki e la vaniglia.
La ciambella all’acqua in realtà è venuta veramente buona, prova la pupa che tornata dall’asilo si è issata ben due volte sullo sgabellone in cucina per recuperare, secondo lei non vista, due pezzi.
Ecco due pezzi. Non due fette, tagliate carine e perfette, perché la ciambella ha deciso di staccarsi a fatica dallo stampo in silicone (continuo a preferire i tradizionali magari infarinati o unti o rivestiti di carta:-)).
La base della ciambella (ma potete farci anche un plumcake o una torta) all’acqua è molto interessante perché permette di evitare il ricorso a qualsiasi latticino e ottenere un dolce molto morbido e leggero (perfetto quindi per i tutti i pupi, non solo gli intolleranti al lattosio).
Come dicevo ho aggiunto i kaki (e diminuito lo zucchero, avendo dei frutti dolci e maturi), farina integrale, del succo di limone (e anche qui usato una dose minore di olio) e vaniglia, che coi kaki a me piace molto.
Kaki. Potete sottoporre ai primi assaggi del vostro formato già dall’ottavo, nono mese, scegliete quelli ben maturi, perché c’è poco di più terribile di quel fastidiosissimo gusto "allappante" dei kaki acerbi!
Ingredienti
2 uova
100 gr di zucchero
90 gr di acqua
2 cucchiai di succo di limone
60 gr di olio di semi (o di oliva molto delicato)
130 gr di farina bianca
40 gr di farina integrale
polpa di due kaki
1 cucchiaino di vaniglia liquida (un pizzico di vaniglia in polvere)
1 bustina di lievito per dolci
(salsina ai kaki per accompagnare)
Procedimento
Sbattete le uova (a temperatura ambiente) con lo zucchero per dieci minuti (con delle fruste elettriche). Aggiungete l’olio, l’acqua, il succo di limone, la vaniglia e la polpa di kaki. Mescolate e unite le due farine setacciate col lievito.
Trasferite in uno stampo a ciambella (o normale come volete) e infornate a 175° per una buona mezz’ora. Potete servire con della salsina di kaki e succo di limone o arancia. (basta schiacciare o frullare la polpa con il succo).
da miralda | 10 Nov 2010 | 12-18 mesi, Il Cucchiaino di Mamma e Papà, Winterzauber
Mia madre non ha mai amato la cucina. Eppure adorava fare la pasta fatta in casa. O almeno così la pensavo da bambina visto che una delle poche cose che facevamo insieme in cucina erano proprio tagliatelle, spaghettini e lasagne. E nella mia memoria sono rimaste care quelle ore a girar la manovella e veder magicamente comparire dalla sfoglia tirata le mitiche punte delle tagliatelle. Ai tempi facevamo tutto a mano ed era uno spasso (per la sottoscritta bambina).
E come se niente fosse, domenica c’era la pupa a pasticciare, infilare e aspettare. La manovella ora gira elettrica, ma il piacere credo sia esattamente lo stesso.
Approfittando poi del bottino di castagne lesse i tagliolini sono usciti al sapore di autunno.
Una confessione. La ricetta bè è mia e qui non ci piove, ma l’esecuzione, in parte, è stata affidata ad altri. Lanciata l’idea alla pupa "Si fa tagliolini e spaghettini?" ma avendo una domenica agli arresti lavorativi (per la sottoscritta), ho pensato bene di occupare il tempo di Mr B..
Ed è stato così che fornite le dosi per l’impasto ho abbandonato al loro destino pupa e pupo, direi con ottimi risultati. Ok, la pupa pare aver stropicciato diverse volte le sfoglie già tirate, e sparso farina e farina sui tagliolini ma per il resto ormai sono sicura che avrà una nuova passione nei prossimi tempi:-).
Ecco la pasta fatta in casa. Personalmente amo più le divagazioni. Nel senso che le tagliatelle all’uovo uovo non è che mi facciano esattamente impazzire, mentre se comincio ad abbassare la quota uova, ed infilarci altro è tutta un’altra cosa. Le castagne, ad esempio. O il cacao. O il verde e poi il rosso.
Però al di là dei colori, dei sapori, sarà per i ricordi, sarà per cultura e storia, il gesto della " manovella" mi affascina.
Chiaramente di tagliolini ne sono stati fatti tanti. Perché questa è l’unica regola che conosco per la pasta fatta in casa da quando mia madre riempiva ogni superficie possibile di tagliatelle. E questo spiega perché oggi il mio pranzo, solitario, sarà ancora a base di tagliolini:-).
La sottoscritta è tornata giusto in cucina per cuocere la pasta e farle cadere una pioggia di riccioli sopra. E, visto che qui si tratta di celebrare l’autunno prima che mi scappi fra le dita, non sono andata molto lontano e ho preso la prima fetta di zucca trovata.
I tagliolini naturalmente sono perfetti per il formato di un anno, basta magari spezzarli in più parti parti per la presa col cucchiaino. E aggiungo sono perfetti per cucinare col pupo (dopotutto se l’è cavata pure Mr B.:-)).
piesse: per l’impasto, al di là di abbassare la quota uova, io ho voluto usare una parte di farina di castagne e una parte di castagne fresche lessate e frullate, bè il sapore ci guadagna!
piesse 2.: oggi il Cucchiaino, se avesse avuto tempo e modo, avrebbe voluto cucinare del finocchio per partecipare a questa iniziativa(intendiamoci nulla a che vedere col Mr B. che conosco io:-))
Ingredienti
Per l’impasto (dosi per 8 porzioni di pasta)
300 gr di farina bianca
100 gr di farina di castagne
50 gr di castagne lessate e frullate a farina
2 uova
sale
acqua
Per i riccioli
1 fetta di zucca al vapore
1/2 patata al vapore
1 manciata di castagne lessate
abbondante parmigiano
rosmarino
olio extravergine
cipollotto e aglio
Procedimento
Impasto. Mischiate le due farine e aggiungete anche le castagne frullate. Fate un buco al centro e unite le due uova e un pizzico di sale.
Cominciate ad impastare (a mano o in planetaria). Se l’impasto è troppo secco aggiungete dell’acqua. Una volta ottenuta una palla prendete delle piccole parti, stendetel col mattarello o passatele nella macchinetta per formare delle sfoglie (tipo lasagna) fino a quando avranno uno spessore abbastanza fine. A questo punto cambiate il rullo (della macchinetta) e via con i tagliolini (o tagliatelle).
Appoggiate i tagliolini su vassoi infarinati (infarinandoli bene) di maniera che non si attacchino tra loro e coprite con un panno (il rischio è che si secchino subito subito:-)).
Schiacciate la zucca e la patata con le castagne frullate, aggiungete un pizzico di sale. In una padella fate stufare il cipollotto affettato finemente, lo spicchio di aglio e i rametto di rosmarino con un paio di cucchiai di olio per cinque minuti (mi raccomando non deve rosolare troppo!).
Bollite la pasta, scolate, lasciando qualche cucchiaio di acqua di cottura. Ora condite la pasta nella padella (eliminando aglio e rosmarino) e aggiungete, se necessario, dell’acqua di cottura. Impiattate e lasciate cadere sui tagliolini i riccioli di verdure e castagne servendovi di uno schiacciapatate. Una spolverata di parmigiano e servite.